Parole di Carta: Il potere della scrittura

Se c’è un problema, c’è la sua soluzione – Rubrica a cura di Antonella Carta – Insegnante/Scrittrice – Questa rubrica si propone di passare in rassegna alcune delle piccole-grandi difficoltà del quotidiano di persone con disabilità e, anche con la collaborazione di chi ci è già passato, proporre una strada, senza la pretesa che sia la soluzione

Quando della vita si fa poesia

Testimoniare, far conoscere, guidare, prendere per mano.
Persone forti, persone fragili. Persone fragili che imparano la forza.
Nell’immaginario comune la forza è sinonimo di salute, forse anche di qualcosa che si avvicina alla perfezione.
Per fortuna, però, la vita sa sorprendere e non smette di insegnare, mai.
È più facile insegnare a chi non ha ancora avuto il tempo di sviluppare sovrastrutture, ai bambini.

Con gli adulti, invece, il lavoro è più complesso, perché prima di seminare occorre spesso bonificare il terreno estirpando le erbacce del luogo comune, della superficialità e del pregiudizio.

Grazia Sposito, scrittrice e giornalista con tetraplegia spastica, come molti ha dovuto scontrarsi con le barriere fisiche e soprattutto mentali di quella parte della società ancora convinta che ci siano gli individui “normali” e i “diversi”, visti in genere come sfortunati e rassegnati e, di conseguenza, infelici.
In realtà ciò che viene considerato normale non è altro che ciò che è più consueto, e, in fondo, siamo tutti diversi, ciascuno con le proprie specificità.

A forza di sentirsi oggetto di emarginazione o destinatari di pietismo, si rischia di diventare davvero infelici, dandola vinta alla parte meno nobile e meno emotivamente evoluta dell’umanità.

A tal proposito, Grazia, sulla base della propria esperienza, afferma: Le barriere che mi spaventano di più sono quelle mentali, perché fanno male più di quelle architettoniche. Quante volte mi sono scontrata con persone che neanche conoscendomi si fermavano al mio aspetto fisico! Mi attribuivano diagnosi che i medici non avevano mai scritto sulla mia cartella clinica. Molte persone, ancora oggi, non sono pronte a vedere oltre: oltre una sedia a rotelle, oltre un corpo distonico.

IL CONSIGLIO

Ma reagire si può, come tante persone in difficoltà fanno ogni giorno.
Aggiunge a riguardo Grazia: I limiti esistono per essere superati. Di mio sono abbastanza testarda, desidero e cerco di raggiungere sempre i miei sogni, anche sapendo che per me sarà più difficile, che impiegherò più tempo rispetto agli altri; ma non mi importa, l’unica cosa che so è che voglio godermi ogni emozione alla fine di ogni successo. In alcuni momenti ho più paura del solito, ma poi mi basta pensare a quanto davvero “ho vinto” nella vita, soprattutto quando ho dovuto scontrarmi con pregiudizi e persone senza cuore. A quel punto mi ritorna il sorriso e ritorno in carreggiata con il piede sull’acceleratore, pronta a conquistare ogni cosa.

Alla domanda su quale sia la sfera da cui trae maggior forza risponde: Sono prima di tutto una scrittrice, mi piace buttare su un foglio i miei pensieri e le mie emozioni che vivo ogni giorno attraverso la mia pagina Facebook. La scrittura è il mio mezzo preferito di comunicazione, e grazie ad essa riesco dare un forte segnale nella mia vita quotidiana. Infatti per il giornale Magazine Informare intervisto persone che hanno trasformato il loro stile di vita in qualcosa di speciale e che tramettono al tempo stesso forza e coraggio e inoltre nel dicembre del 2016 ho pubblicato il mio libro di poesia L’Urlo dell’Anima.

A volte la vita ci regala delle indicazioni preziose per bocca delle persone che ci circondano, anche in contesti insoliti. L’importante è avere occhi, orecchie e cuore ben spalancati per poterle cogliere. È quello che è successo a Grazia a proposito della scrittura.

L’amore per la scrittura è nato un po’ per gioco, in uno dei tanti pomeriggi di fisioterapia, Tra un esercizio e l’altro, Lidia, la mia terapista e unica amica della mia adolescenza, mi fece capire che dovevo farmi ascoltare, anche quando la paura di non essere capita mi spingeva a tacere. Un giorno avrei potuto trovarmi di fronte un interlocutore troppo distratto per comprendere quanta fatica mi costasse parlare. E allora dovevo agire diversamente, senza fermarmi a quel primo ostacolo. Capii allora che avrei potuto trascrivere le mie emozioni e i miei pensieri su di un foglio di carta. Fu così che scoprii la mia passione per la scrittura. Da quel giorno non l’ho più abbandonata.”

Racconta quindi di come sia riuscita ad emergere da un momento particolarmente difficile e a crescere grazie ad esso.
Una mattina ho scoperto che la mia amica Clara non era più con noi. Ci aveva improvvisamente lasciati. Le settimane successive sono state veramente dure da superare, avevo un disordine dentro che non riuscivo a gestire. Stavo rischiando veramente di toccare il fondo, anzi credo di averlo toccato un paio di volte. Ma poi ho capito che dovevo continuare a vivere anche per lei, a piccoli passi mi sono presa cura del mio corpo, del mio cuore che, da quando quello della mia amica ha smesso di vivere, ha iniziato a battere all’impazzata.

Ho fatto un importante lavoro su me stessa, conquistando una nuova prospettiva sulla mia autonomia futura e una nuova sicurezza in me stessa. Mi consigliarono di stare il più impegnata possibile, di riprogrammare e dare di nuovo un senso alle mie giornate. Da lì, a piccolissimi passi, ho capito che potevo controllare i miei movimenti, e mi resi conto che c’erano cose che riuscivo a fare in maniera completamente autonoma: preparare da sola il caffè con la moka, rompere e sbattere le uova per l’impasto di un dolce, truccarmi da sola di fronte ad uno specchio.

Non sono riuscita e mai riuscirò a superare il dolore della perdita ma di certo sono riuscita a superare alcuni ostacoli che avevo sempre creduto insuperabili. Oggi mi ritengo una donna abbastanza autonoma, nonostante la mia compagna di vita, la tetraparesi spastica a cui non ho mai consentito di ostacolare il mio cammino.

IL MOTTO

Grazia ci tiene a concludere mandando un messaggio a ogni persona che in difficoltà, disabile o meno che sia:
Ricordiamoci che le sconfitte sono momentanee, occorre giocarsi sempre una seconda possibilità, come avviene nei videogiochi quando non si riesce a raggiungere l’obiettivo al primo colpo. Bisogna cercare delle strategie che possano spianare la strada, e non arrendersi dicendo “Questa volta è davvero impossibile”. Ogni cosa può essere possibile, ma solo se ci si crede veramente.

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