Come funziona lo smart working per le persone con disabilità

L’Ispettorato nazionale del lavoro sostiene che la legge 104 può essere interpretata nell’ottica del lavoro agile e almeno fino al 31 dicembre le persone con disabilità sono tutelate dal regime di smart working semplificato

Lo smart working è divenuto parte integrante della vita lavorativa di milioni di italiani a partire dallo scoppio della pandemia del 2020. Se inizialmente era visto perlopiù come una modalità di lavoro utile per ovviare alle difficoltà imposte dalla situazione, per diverse persone i benefici individuali che derivano dal poter lavorare lontano dal luogo di lavoro sono divenuti apparenti anche in vista di una prospettiva più di lungo termine, tanto da far pensare che quella del lavoro agile diventerà una modalità di lavoro sempre più consolidata e diffusa.

Per le persone con disabilità e i loro famigliari, per esempio, poter lavorare da casa la flessibilità data dal lavoro agile è stata indubbiamente comoda. Ad oggi e almeno fino al 31 dicembre, i lavoratori con disabilità sono tutelati dal regime di smart working semplificato, ma in realtà, secondo una nota dello scorso anno dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), la legge 104 sulla disabilità è già di per sé applicabile allo smart working. Vediamo di cosa stiamo parlando.

Cos’è lo smart working?

A livello giuridico, il termine “lavoro agile” viene definito dalla legge 81 del 2017 come una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.” Gli elementi chiave di tale definizione sono l’assenza di vincoli sul luogo e l’orario di lavoro, l’organizzazione in fasi, cicli e obiettivi, e il fatto che le modalità del rapporto di lavoro siano stabilite esplicitamente tramite un accordo tra il lavoratore e il datore di lavoro.

Una più immediata ed efficace definizione è stata fornita a Wired da Arianna Visentini, cofondatrice e co-ammininstratrice delegata di Variazioni, società di consulenza e innovazione organizzativa per l’adozione di politiche di smart working. Visentini definisce lo smart working “una modalità di lavoro che consente alle persone di decidere in autonomia dove lavorare, quando lavorare e in che modo lavorare.”

Persona con disabilità in smart working
Cos’è la legge 104?

La legge 104 del 1992 è la legge “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.” Si tratta quindi del documento che detta i princìpi dell’ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona disabile. Viene applicata a chi sia stato valutato da un’apposita commissione medica dell’Asl come una persona “che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.”

I principali destinatari sono quindi i cittadini con handicap, ma non mancano i riferimenti anche a chi vive con loro, come i caregiver di queste persone o la famiglia. Nello specifico, la legge prevede agevolazioni lavorative e fiscali per i soggetti coperti. I lavoratori con disabilità riconosciuta ai sensi della legge – così come i loro famigliari che li assistono – possono fruire di tre giorni di permesso mensile, e hanno diverse esenzioni fiscali, come il riconoscimento delle spese sanitarie quali oneri deducibili e non quali detrazioni, l’applicazione dell’Iva agevolata al 4% per l’acquisto di protesi e strumenti tecnologici come telefono cellulare e computer, l’esenzione del bollo auto e la detrazione del 19% per l’acquisto di beni.

La 104 è applicabile allo smart working?

La risposta rapida è sì. In una circolare del 26 aprile dello scorso anno, l’Inl ha spiegato che il lavoratore in smart working a cui è applicabile la legge 104 – il lavoratore con disabilità così come i famigliari che devono assisterlo – può fruire dei permessi lavorativi frazionati ad ore anche dallo smart working. Ciò indica un lavoratore tutelato dalla legge 104 ha il diritto di ricevere l’equivalente in ore di tre giorni di permesso al mese sia dal lavoro in sede che dal lavoro da casa. In altre parole, se un dipendente sceglie di restare a casa ma adempie in remoto ai propri doveri lavorativi, non ha utilizzato le proprie ore di permesso.

In secondo luogo, secondo quanto stabilito dal decreto Aiuti bis di luglio, il regime semplificato dello smart working – il quale prevede che ai datori di lavoro sia data la possibilità di attivarlo senza stipulare l’accordo individuale con il dipendente, come avviene per legge in tempi normali – prevede che per diverse categorie sia possibile richiedere il lavoro agile anche quando non è previsto dal datore di lavoro. Tra queste categorie, ci sono i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità ai sensi della legge 104 e i loro famigliari. Almeno fino alla fine dell’anno, sarà possibile per tali categorie ottenere il lavoro agile purché sia compatibile con la loro attività. (wired.it)

Valuability di Enel: La disabilità (fisica e sociale) come fonte di innovazione

Enel ha registrato il termine Valuability, che indica un modello messo a punto con un progetto globale cominciato nel 2020. Tutte le disabilità rappresentano un’opportunità per colmare vuoti di mercato, spiega la coordinatrice Paola Magrini. Alcuni esempi e le esperienze internazionali

Fare innovazione partendo dalle disabilità. Enel la chiama Valuability. È questo il termine usato, che adesso è un marchio registrato, per definire il modello messo a punto con il progetto Value4Disability, lanciato a livello globale nel 2020.

Valuability, la disabilità come fonte di innovazione

La disabilità è fonte di ispirazione per innovare e un’incredibile opportunità per colmare vuoti di mercato, creando un valore sociale ed economico”, spiega Ernesto Ciorra, Direttore Innovability, l’innovazione coniugata con la sostenibilità diventata un caso di studio internazionale, di cui la Valuability rappresenta un’evoluzione. Il G20 lo ha definito “inclusive business”: trasformare i bisogni sociali in opportunità economiche per tutti, per chi ha bisogno ma anche per le imprese e per i governi, visto che i costi del welfare sono diventate insostenibili.

Il second welfare, quello gestito dalle aziende, può diventare un business e rispondere a domande di mercato finora senza risposta, grazie ovviamente all’uso delle tecnologie digitali. “La tecnologia è il fattore abilitante”, spiega Paola Magrini, coordinatrice globale del progetto. “Se la tecnologia non è inclusiva non si può fare inclusive business”.

Il mercato globale della disabilità (fisica e sociale)

Il mercato potenziale è enorme: nel mondo ci sono 1 miliardo di persone con disabilità e questo numero va moltiplicato per tre, se si tiene conto di chi le accudisce quotidianamente. Le startup che lavorano sulle tecnologie assistite valgono già 24 miliardi di dollari.

Ma che cosa significa concretamente Valuability? “Offrire prodotti e servizi inclusivi a persone in condizione di vulnerabilità per ragioni diverse”, risponde Magrini che sottolinea l’attenzione verso chi si trova in condizioni di vulnerabilità e non solo è vulnerabile. “Enel guarda a tutte le disabilità, da quelle fisiche a quelle sociali, rendendole protagoniste della catena del valore, a tutti i livelli. Ci sono persone nel mondo che vivono con meno di 5 dollari al giorno. La tecnologia non può dimenticarle e dovrà essere sempre più inclusiva”.

Qualche esempio di Valuability

Un piccolo esempio concreto. Che cosa succede alle persone con una disabilità visiva quando va via la corrente elettrica? Fanno molta fatica a riattivare il contatore e c’è chi si è arrangiato mettendo un adesivo sull’interruttore. “Noi stiamo lavorando a una soluzione tecnologica che guiderà la persona disabile attraverso un’app”, anticipa Magrini, che sottolinea la voglia e la capacità di innovazione di chi si trova in situazioni di svantaggio. “Le persone vanno sul mercato, non riescono a trovare quello che cercano e lo adattano finché non lo innovano. Dopo non vedono l’ora di raccontarlo ai loro pari. Quindi, innovano i prodotti, li migliorano e fanno anche da ambassador”.

Un altro esempio? “Ci è stato segnalato che gli stalli per la ricarica elettrica non sono facilmente accessibili per le persone con disabilità, che spesso preferiscono le auto elettriche per la loro semplicità. Abbiamo lavorato con i nostri ingegneri seduti su una sedia a ruote e abbiamo trovato la soluzione: i nuovi stalli che faremo avranno un universal design che garantirà accessibilità per tutti”, racconta Magrini, che aggiunge un principio della Valuability: “Noi lavoriamo sempre con le associazioni che rappresentano il mondo delle disabilità perché le persone le riconoscono e si sentono davvero rappresentate”.

Valuability
Una community aziendale per testare l’inclusività

Value4Disability è un progetto globale avviato nel 2020 in 16 Paesi e rivolto innanzitutto alle 2200 persone con disabilità che lavorano nel Gruppo Enel. “Abbiamo istituito una Disability Inclusion Community, di cui fanno parte un centinaio di colleghi e caregiver con diverse competenze e con loro testiamo i nostri prodotti, servizi e nuovi progetti ma anche gli store”. La Community ha dato, ad esempio, utili indicazione per migliorare l’accessibilità dei negozi che saranno seguite per apportare le opportune modiche con un vantaggio per tutti. E sta adesso testando alcune soluzioni innovative come la sedia a ruote elettrica di Avachair o il sistema di Pedius per le persone non udenti.

La sostenibilità sociale: le eseperienze in Sudamerica

La Vualability comprende anche l’obiettivo della social sustainability: “La dignità delle persone è uno degli ingredienti fondamentali del modello”, dice Magrini che ricorda le esperienze fatte in Sudamerica, dove il disagio sociale è più diffuso: in Cile è stata portata l’energia in zone non servite da collegamenti sicuri: in Colombia con Credito Facile Condensa viene offerta una carta di credito associato al contratto di energia a chi non ha ancora accesso al credito; in Perù con Doctor360 viene associata una polizza sanitaria di pochi dollari al mese in Paese dove il sistema sanitario è molto fragile.

La social sustainability è un obiettivo da perseguire ovunque, grazie alle tecnologie più avanzate. “In Andalusia, ad esempio, con il progetto Confai attiviamo dei servizi per i cliente vulnerabili grazie a un accordo con il Comune che ce li segnala attraverso la blockchain”, racconta Paola Magrini che conclude: “La Valuability deve avere un ritorno per tutti, per l’azienda e per le persone. E in prospettiva porterà alla creazione di nuovi modelli di business”. (economyup.it)

Avanchair, la sedia a ruote del futuro

Un team di ingegneri meccanici, abituati a motori e turbine, che lavora a una sedia a rotelle hi-tech per persone con disabilità. È questa l’immagine che meglio descrive il progetto Avanchair per lo sviluppo di «un supporto concreto alla mobilità indipendente».

Un lavoro collettivo che ha visto unire Avanchair, startup a valenza sociale che ha dato vita a un’innovativa sedia a rotelle elettrica a le forze di Leonardo, azienda attiva nei settori della difesa e dell’aerospazio.

«Tutto nasce – spiega Andrea Depalo, founder della startup – dalla mia esperienza di trent’anni di uso della sedia a rotelle. Da un confronto con un artigiano è nata l’idea di trovare una soluzione per lo spostamento quotidiano dal letto alla sedia o dalla sedia al bagno. Un gesto che per una persona con disabilità può ripetersi dalle 15 alle 20 volte al giorno».

Nel 2018 è così nata la startup e ha subito incassato l’interesse di una rete di finanziatori, che l’hanno sostenuta nella fase di crowdfunding. «Abbiamo raccolto circa 136mila euro con cui siamo riusciti ad avviare la progettazione ma il salto lo dobbiamo a Leonardo, che ha messo a disposizione competenze e tecnici», aggiunge. Diventata parte del piano di sostenibilità dell’azienda, Avanchair ha visto gli ingegneri dell’aerospace intervenire affinando la tecnologia della sedia e la sua meccanica.

Avanchair Sedia

Grazie al supporto tecnologico di Leonardo e al team coordinato da Riccardo Angelini, il prototipo è stato dotato di un nuovo sistema di stabilizzazione e di una pedana poggiapiedi per potenziarne la mobilità, agevolare i movimenti e assicurare maggiore autonomia a chi ne fa uso. «Con questa innovazione – sottolinea Depalo – la sedia è facilmente utilizzabile anche da chi ha subito un’amputazione e poggia quindi il peso su una sola gamba».

In concreto, il team di Leonardo ha realizzato lo stabilizzatore laterale della sedia a rotelle, per consentire di mettere a terra un punto di appoggio esterno alle ruote durante la fase di traslazione laterale della seduta, evitando possibili ribaltamenti. Cruciale anche l’ottimizzazione di spazio e peso. Il nuovo stabilizzatore non ingombra durante la marcia, rimanendo completamente all’interno della sagoma e rende possibile l’avvicinamento della sedia al letto e viceversa.

Il progetto è quindi il risultato di un lavoro, gomito a gomito, tra i membri della startup e gli ingegneri meccanici che si sono confrontati tramite modelli 3D per identificare i volumi disponibili per l’installazione del meccanismo, per definire il principio di funzionamento e per dimensionare i componenti meccanici e di movimentazione.

Passaggio successivo è la costruzione del prototipo su cui pesa però la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime: «Siamo all’ultimo miglio ma facciamo fatica a reperire chip e alluminio ad oggi. Manca anche la carenatura della sedia per cui stiamo valutando con Leonardo l’uso della fibra di carbonio. Il prototipo dovrebbe essere ultimato entro la fine 2022». Obiettivo: semplificare la vita ai 660mila disabili. (corriere.it)

Il web può diventare accessibile in quattro step

Disegnare un prodotto già in prima battuta accessibile richiede meno impegno rispetto a risistemare un prodotto esistente, ma è possibile rimediare anche dopo il rilascio e lo si può fare in quattro semplici passaggi

Sono più di 3 milioni in Italia, secondo l’ISTAT, le persone che presentano una forma di disabilità, ma il numero sale a 87 milioni se consideriamo l’intera Unione Europea. Si tratti di una disabilità di tipo cognitivo o motorio, questi cittadini possono incorrere in barriere per l’accesso a prodotti e servizi, anche digitali, basti pensare che in Italia il 97% dei siti internet non sono ancora navigabili da persone con disabilità (persone con cecità, ipovedenti, non udenti, daltonici, con epilessia, utenti che non possono utilizzare il mouse, ecc). 

Il Covid ha da un lato amplificato questa criticità anche se ha, al tempo stesso, fatto sì che venisse posta maggiore attenzione nei confronti del problema della digitalizzazione. 

«Tra le varie eredità che ci portiamo dietro dalla pandemia da Covid 19 vi è il fatto di aver posto maggiormente il problema dell’accessibilità ai servizi digitali da parte di cittadini con disabilità, che improvvisamente si sono trovati a dover svolgere una lunga serie di attività, come ad esempio accedere a servizi pubblici, online – spiega Luca Manara, CEO e Co Founder della piattaforma tecnologica UNGUESS – Al giorno d’oggi, un’azienda attenta all’inclusività digitale possiede un vantaggio reputazionale nonché competitivo sugli altri non indifferente». 

Web accessibile
Da mesi si parla tanto di accessibilità

Negli ultimi mesi si parlato con più insistenza di questa tematica poiché i membri della UE hanno posto come scadenza il 28 Giugno 2022 per far adottare e pubblicare agli stati membri la propria Digital Accessibility Law. Dalla fine di questo mese, infatti, coloro che producono prodotti e servizi digitali (dagli hardware alle piattaforme di commercio elettronico, dai servizi bancari per consumatori alle app ai portali per il trasporto pubblico; dagli e-book agli e-reader) dovranno iniziare a lavorare per garantire (con deadline a Giugno 2025) la conformità ai requisiti di accessibilità. 

«Rendere i propri prodotti o servizi digitalmente accessibili non dev’essere solo un obbligo normativo, ma anche e soprattutto un dovere morale – spiega Luca Manara – Si tratta di una questione di inclusività: è giusto che tutti i cittadini possano accedere a tutti i servizi online, di qualsiasi tipologia questi siano. E se non basta il dovere morale, sono previste anche sanzioni fino al 5% del fatturato per quelle aziende che non si adegueranno entro la scadenza».

Un’impresa diventa accessibile in 4 step

Cosa possono fare quindi le aziende per essere a norma? In 4 step è possibile adeguarsi alle nuove linee guida, e fornire i propri prodotti o servizi digitali in maniera completamente accessibile e inclusiva.

Primo: Organizzare sessioni formative dedicate al proprio team di produzione: la formazione sull’accessibilità deve includere sia i designer sia gli sviluppatori (quindi tutto il team di produzione) perché deve riguardare sia il codice che l’interfaccia del prodotto. Formare le giuste risorse permette quindi di essere pronti alle future esigenze di produzione, ma anche di avere risorse interne ideali per ottimizzare i prodotti già esistenti.

Secondo: Testare i prodotti digitali, ovvero valutare la conformità del prodotto digitale rispetto alle più recenti linee guida per l’accessibilità dei contenuti web (WCAG 2.1). Queste servono a valutare se il sistema è utilizzabile da parte del maggior numero di utenti possibili, senza discriminazione, inclusi gli utenti con disabilità, gli utenti con abilità non ottimali e gli utenti operanti in ambienti non ottimali.

Terzo: Remediation ovvero lavorare per eliminare le barriere di accessibilità per persone con disabilità, facendo in modo che i siti web rispondano ai più recenti requisiti di accessibilità richiesti dalla normativa.

Quarto: Crowdtesting ovvero test di valutazione dell’usabilità eseguiti direttamente da utenti con disabilità. Se garantire l’accessibilità significa mettere l’utente al centro del prodotto, includere gli utenti reali nel processo di test permette di assicurarsi che il prodotto sia efficace a tutto il suo audience.

«UNGUESS può essere un valido partner per aiutare ogni azienda che lo necessita a diventare al 100% accessibile. Valutare l’accessibilità e mettere in atto misure di remediation è infatti una delle nostre attività che sta ricevendo sempre maggior  interesse. Da quest’anno siamo anche felici di supportare le aziende nella redazione dell’annuale Dichiarazione di Accessibilità», conclude Luca Manara. (economymagazine.it)

XoSoft, un esoscheletro robotico che aiuta le persone con disabilità

L’esoscheletro “XoSoft” – realizzato all’interno dell’omonimo Progetto Europeo coordinato da IIT – è un dispositivo robotico soft in grado di assistere persone con disabilità motorie lievi o moderate degli arti inferiori, dovute a patologie legate all’invecchiamento, condizioni congenite, croniche o infortuni come lesioni parziali del midollo spinale. Nei giorni scorsi è stato premiato con il prestigioso “Compasso d’Oro 2022

Il dispositivo si compone di quattro elementi: una tuta in tessuto tecnico, un sistema di attuatori, sensori di analisi e controllo e uno zaino contente un processore che analizza il movimento del paziente e gestisce tutto il sistema.

La tuta è realizzata in Lycra e cucita in modo che le zone corrispondenti alle articolazioni, come anca, ginocchio e caviglia, siano rinforzate da tessuto non estensibile, così da sostenere e agire direttamente sulla struttura muscolo-scheletrica del paziente, trasferendo le forze del sistema di attuazione.

Gli attuatori sono costituiti da una banda elastica connessa all’articolazione che necessita il supporto, e una banda a frizione variabile controllabile mediante pressione neumatica. Questa banda a frizione permette di determinare l’accumulazione e il rilascio della tensione dell’elastico.

Esoscheletro XoSoft

La sua attivazione permette alla banda elastica di trasferire energia al paziente secondo il movimento del ginocchio, dell’anca e della caviglia. Parte del movimento dell’utente è usato per allungare l’elastico caricandolo per poi ricevere assistenza durante la fase successiva di rilassamento dell’elastico stesso.

La modularità del sistema permette di inserire più attuatori a seconda del numero di articolazioni da sostenere, personalizzando l’esoscheletro alle necessità di diversi pazienti.

La camminata è monitorata da due sensori inerziali (Imu) disposti lungo ciascuna gamba, da una soletta sensorizzata presente nelle scarpe del paziente e dei sensori soffici integrati sulla tuta intorno all’area del ginocchio che sono in grado di estimare il movimento dell’articolazione durante la deambulazione. Le informazioni in arrivo dal sistema di sensori vengono trasmesse al processore che è alloggiato nello zaino, dove è presente anche una batteria per alimentare il sistema.

L’interazione con la persona che indossa il dispositivo – ha sottolineato Bernard Hartigan, ricercatore dell’Università di Limerick – insieme con gli aspetti legati all’usabilità e accettabilità sono i prossimi aspetti da approfondire. Tenere conto di questi dati durante tutte le fasi di disegno e sviluppo sono fondamentali”.

I sensori, i sistemi di controllo, ma soprattutto i sistemi di attuazione necessitano di sviluppo tecnologico per poter portare questi dispositivi ad un uso casalingo”, ha precisato Christian Di Natali, ricercatore IIT.

Fino all’11 settembre sarà possibile visionare all’interno dell’Adi Design Museum di Milano il video esplicativo delle caratteristiche tecniche dell’esoscheletro XoSoft, oltre agli altri dispositivi vincitori del premio.

Il Compasso d’Oro è il più antico e prestigioso premio di disegno industriale a livello internazionale e viene assegnato per premiare e valorizzare il design italiano. Gli oggetti premiati vengono scelti dall’Osservatorio Permanente del Design di cui fanno parte critici, storici, designer e giornalisti. Gli oggetti che superano la prima selezione, distinguendosi per l’innovazione nei materiali, nei processi, nelle tecnologie, oppure nel cambiamento dei comportamenti individuali e sociali, nella critica e nella ricerca applicata vengono inseriti nell’annuario Adi Design Index.

L’esoscheletro XoSoft si è aggiudicato il premio “Compasso d’Oro 2022” con la seguente motivazione: “Dal polo del futuro che lavora per l’oggi un’importante ricerca in grado di rendere più naturale il movimento di chi il movimento lo sta perdendo”.

Ogni due anni, una giuria internazionale seleziona, tra gli oggetti inseriti negli annuari del biennio precedente, quelli a cui assegnare il premio Compasso d’Oro.
L’edizione 2022 ha avuto come tema: Sviluppo – Sostenibile – Responsabile.
(Rimodulato da qds.it)

Apple: in arrivo nuove funzioni per aiutare le persone con disabilità

Da Apple avanzate funzioni software in grado di offrire alle persone con disabilità nuovi strumenti per orientarsi, tenersi in forma, comunicare e tanto altro

Apple ha presentato nuove funzioni software che offrono alle persone con disabilità nuovi modi per orientarsi, comunicare e sfruttare al massimo i prodotti dell’azienda americana.

Grazie a varie innovazioni hardware, software e di intelligenza artificiale, le persone cieche o ipovedenti potranno usare i loro iPhone e iPad per percorrere gli ultimi metri fino a destinazione con Door Detection; chi ha disabilità fisiche o motorie potrà contare su funzioni come Controllo vocale e Controllo interruttori per gestire completamente l’Apple Watch dal proprio iPhone; inoltre persone sorde e con difficoltà uditive potranno seguire i sottotitoli in tempo reale (Live Captions) su iPhone, iPad e Mac.

Queste funzioni saranno disponibili entro la fine dell’anno attraverso aggiornamenti software sulle piattaforme Apple.

Rilevamento Porta per le persone cieche o ipovedenti

Apple sta lanciando Door Detection, una funzione all’avanguardia per aiutare le persone cieche o ipovedenti ad orientarsi. Door Detection può aiutare l’utente a localizzare una porta quando arriva in un luogo nuovo e a capire quanto è distante, descrivendone inoltre le caratteristiche, per esempio se è aperta o chiusa. Se la porta è chiusa, l’utente può sapere se si apre a spinta, girando un pomello o tirando una maniglia.

Inoltre può leggere i segni e i simboli intorno alla porta, per esempio il numero di una stanza in un ufficio o un simbolo di ingresso per disabili. Questa nuova funzione unisce la potenza della tecnologia LiDAR, della fotocamera e del machine learning on-device e sarà disponibile su iPhone 13 Pro, iPhone 13 Pro Max, iPhone 12 Pro, iPhone 12 Pro Max, iPad Pro 11″ (seconda e terza generazione) e iPad Pro 12,9″ (quarta e quinta generazione).

Door Detection sarà disponibile nella nuova modalità Detection Mode di Lente di ingrandimento, l’app integrata di Apple per persone cieche o ipovedenti.

Migliorare le funzioni di accessibilità per le disabilità fisiche e motorie su Apple Watch

Apple Watch

Apple Watch diventa più accessibile per le persone con disabilità fisiche e motorie grazie alla duplicazione dello schermo, che permette di controllare l’orologio da remoto usando un iPhone abbinato. Con la duplicazione dello schermo, l’utente può controllare l’Apple Watch usando le funzioni per l’accessibilità di iPhone, come Controllo vocale o Controllo interruttori, e usare input come comandi vocali, azioni sonore, rilevamento della testa o interruttori esterni Made for iPhone, invece di toccare il display.

Grazie alle azioni rapide su Apple Watch, basta pizzicare due volte lo schermo per rispondere a una chiamata o terminarla, ignorare una notifica, scattare una foto, riprodurre o mettere in pausa contenuti multimediali nell’app In riproduzione, e avviare, mettere in pausa o riprendere un allenamento. Le azioni rapide si basano sulla tecnologia usata in AssistiveTouch su Apple Watch, che permette all’utente con disabilità agli arti superiori di controllare l’orologio con gesti come chiudere la mano o pizzicare, senza dover fare tap sul display.

Live Captions arriva su iPhone, iPad e Mac per le persone sorde o con difficoltà uditive

Live Caption

Apple introdurrà Live Captions (sottotitoli automatici) su iPhone, iPad e Mac per le persone sorde o con difficoltà uditive. L’utente potrà seguire più facilmente qualsiasi contenuto audio, non solo quando è al telefono o su FaceTime, ma anche quando utilizza app di video conferenze o social network, guarda contenuti multimediali o parla con la persona accanto. Per semplificare la lettura, è anche possibile regolare le dimensioni del testo.

Su FaceTime, Live Captions associa il dialogo trascritto automaticamente ai diversi partecipanti, così le chiamate di gruppo sono ancora più comode per chi ha difficoltà uditive. E quando viene usata per le chiamate su Mac, si può scegliere di digitare una risposta e di farla leggere ad alta voce in tempo reale per le altre persone che partecipano alla conversazione.

Altre funzioni

  • Riconoscimento suoni: questa funzione può essere personalizzata in modo da riconoscere suoni specifici dell’ambiente di una persona, per esempio l’allarme di casa, il campanello o gli elettrodomestici.
  • Tocco posteriore su iPhone permette agli utenti di aggiungere una scorciatoia alle funzioni di accessibilità. In questo modo, invece di trovare una funzione in un menù, gli utenti possono richiamarla toccando due volte il retro dell’iPhone.
  • Conversation Boost (Personalizzazione dei livelli audio) per AirPods Pro aiuta gli utenti a sentire meglio le conversazioni. Concentrandosi sulla voce della persona che si ha di fronte, gli AirPods Pro rendono più facile distinguere il discorso e seguire le conversazioni faccia a faccia.
  • Avvisi sensoriali: questa funzione ti permette di scegliere la modalità di notifica delle chiamate in arrivo, dei nuovi messaggi, delle e-mail e di altri eventi attraverso avvisi audio, vibrazioni o un rapido flash LED. (today.it)

Mbility, l’App per il trasporto urbano di persone con disabilità

In Italia, soltanto il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani. La startup Mbility nasce a Milano per offrire a chi ha una disabilità permanente o temporanea la possibilità di prenotare una o più corse in tempi ridotti. Con la garanzia di supporto da parte di società attrezzate e personale qualificato

Come Uber o Free Now, anzi meglio. Perché all’offerta del servizio, in questo caso si aggiunge la presenza fondamentale di personale qualificato. Mbility è la startup che sta aprendo la porta – o meglio, la portiera – all’inclusività sul fronte della mobilità urbana. Rappresenta l’incontro perfetto tra la domanda di trasporti professionali da parte degli utenti con disabilità e le società attrezzate per il trasporto di carrozzine con personale qualificato.

Il suo obiettivo? Offrire a chi ha una disabilità permanente o temporanea la possibilità di prenotare una o più corse via App, nel pieno rispetto delle diverse esigenze e con tempi di attesa ridotti. 

In Italia le persone con disabilità – ovvero che soffrono a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali – sono 3,1 milioni, pari al 5,2% dell’intera popolazione, di cui 1,5 milioni anziani non autosufficienti, un numero, quest’ultimo, destinato a raddoppiare entro il 2030 (fonte Istat 2019).  Inoltre, circa 800.000 persone ogni anno si infortunano con gravi conseguenze che limitano la mobilità temporaneamente o permanentemente. 

App Mbility

L’Osservatorio nazionale sulla condizione delle disabilità, nell’audizione presso la presidenza del Consiglio dei ministri del 24 marzo 2021, ha segnalato infatti che la capacità di spostarsi liberamente è molto limitata tra le persone con disabilità. I dati sulla mobilità, relativi al 2019, mostrano che soltanto il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani.

«Il nostro desiderio è quello di consentire alle persone che per qualunque ragione vivono con una disabilità di muoversi liberamente nei contesti urbani, favorendo la socializzazione e l’opportunità di accedere ai luoghi di studio, lavoro, cura e svago», spiega Marco Amico, CEO e Co-founder di Mbility.  «Come accade per altri servizi di trasporto automobilistico, il passeggero può valutare gli autisti», aggiunge.

«Inoltre, abbiamo pensato che fosse importante dare la possibilità ai parenti e ai care giver di monitorare il percorso per essere sicuri che tutto vada per il meglio». Al momento della prenotazione chi deve spostarsi scopre subito qual è il costo e la durata prevista del viaggio, visualizzando le informazioni sullo smartphone.

La startup è già attiva su Milano e Hinterland grazie al supporto del Comune di Milano (che ha premiato e finanziato l’iniziativa) e a una serie di collaborazioni con trasportatori locali.

«Ci siamo accorti che molte aziende di trasporto per persone con difficoltà motorie non riescono a impiegare al meglio le loro flotte. C’è una grande frammentazione nell’offerta di servizi di trasporto attrezzati e una scarsa o assente digitalizzazione dei gestori di questi servizi. Collaborando con Mbility queste realtà hanno la possibilità di lavorare di più, mentre noi facciamo conoscere più velocemente la piattaforma», sottolinea il Presidente e co-founder Alfonso Correale.

Disabilità, robot guidati dall’intelligenza del corpo

L’Università di Siena capofila di un progetto europeo per un’interfaccia fisica uomo-robot che aiuterà le persone con disabilità agli arti superiori

Gli essere umani non si limitano ad abitare il corpo, ma pensano anche con il corpo che ha una sua intelligenza. Un’intuizione, sperimentata da danzatori e ginnasti, è stata confermata negli anni dagli studi sulle neuroscienze. Eppure la tecnologia sinora ha principalmente potenziato la mente e le sue abilità cognitive, dai semplici smartphone ai chip impiantati nel cervello che funzionerebbero come interfaccia del computer, secondo il disegno di Elon Musk. E il corpo?

«Rischia di essere un collo di bottiglia, il potenziamento cognitivo rischia di accentuare lo sbilanciamento tra mente e corpo» spiega Domenico Prattichizzo, docente di Robotica all’Università di Siena e senior scientist all’Istituto Italiano di Tecnologia. Si occupa di interfacce uomo-macchina e oggi vuole contribuire a spostare la frontiera nella robotica aumentativa, attraverso arti robotici soprannumerari, vale a dire dispositivi robotici indossabili progettati per l’aumento delle capacità senso-motorie.

È lui ad aver progettato il “sesto dito robotico”, un wearable in grado di potenziare le capacità di presa a supporto di persone con emiparesi agli arti superiori (causato da ictus o incidente). Il dispositivo promuove l’indipendenza nelle attività quotidiane grazie alla compensazione, da parte del dito robotico, della perdita delle capacità di presa dell’arto stesso. Il prototipo Sixto è diventata una startup, Existo, fondata da Prattichizzo e detenuta da E-Novia.

Robot braccia
Diverse soluzioni adottano arti artificiali soprannumerari (MetaLimbs dell’Inami Laboratory presso l’Università di Tokyo). Il prototipo del progetto Hara ha la particolarità di un braccio robotico esterno, collegato wireless con un’interfaccia fisica senso-motoria posta con un dispositivo indossabile sul corpo della persona con disabilità all’arto superiore
Un prototipo oltre l’esoscheletro

Con un articolo su Nature Machine Intelligence, il professore ha prefigurato un’evoluzione del sesto dito robotico verso una nuova frontiera: il potenziamento umano del corpo non più attraverso protesi o esoscheletri ma attraverso arti robotici fuori dal corpo e governabili dal corpo, in questo caso un terzo braccio virtuale.

«L’esoscheletro è una struttura che la persona mette attorno al braccio, riproduce la catena cinematica e supporta il braccio. Noi, invece, parliamo di extrascheletri, robot che sono all’esterno della nostra anatomia, possono anche non essere indossabili. La parte di potenza viene esternalizzata, fuori dal corpo, mentre resta sul corpo la parte informativa, di interfaccia per sentire il controllo del corpo», spiega Prattichizzo che ha messo a punto un prototipo la cui evoluzione rientra ora nel progetto «Human-robot sensorimotor augmentation – wearable sensorimotor interfaces and supernumerary robotic limbs for humans with upper-limb disabilities» (Haria), finanziato con 4,6 milioni da Horizon.

Prattichizzo coordinerà un team di cui fanno parte, oltre l’università di Siena e l’Iit, la Fondazione Santa Lucia di Roma, importanti istituzioni accademiche europee e l’azienda tedesca Ottobock.

Interfaccia basata su movimento e contrazione muscolare

In particolare il prototipo è pensato per le persone che non possono muovere gli arti superiori per una paraplegia dovuta a ictus o incidente stradale. L’obiettivo è aiutare le persone a svolgere con naturalezza gesti semplici come versare un bicchiere d’acqua. La parte motoria è delegata a un braccio robotico esterno, controllato in parte dall’intelligenza artificiale, appoggiato su un tavolo o sulla carrozzina e collegato wireless con una piccola interfaccia posta sul corpo. Come funziona? Valorizza la parte o le parti del corpo non danneggiate.

«Gli esseri umani sono strutture cinematiche ridondanti, abbiamo più gradi di libertà di movimento. Pensiamo a un danzatore: lui sfrutta tutti i giunti del corpo. Allo stesso modo se io per esempio, sostengo un bicchiere con la mano, la mano sta ferma ma posso muovere la spalla o il gomito o la testa. Allora una persona che ha perso l’uso del braccio può sfruttare tutti i gradi di libertà che gli rimangono per controllare il robot che aggiungiamo all’esterno».

L’interfaccia sente il movimento e trasferisce il comando al robot; può percepire anche solo l’irrigidimento di un muscolo tramite Emg (elettromiografia).

Gli impieghi: disabilità, industria, medicina

Cambia anche l’esperienza dell’utente che percepisce il robot, lo sente su di sè: così quando il robot tocca un oggetto e la forza che ci mette nell’interazione viene percepita dall’utente sulla spalla o sul braccio. Le applicazioni potrebbero essere tante, nell’ambito delle disabilità, nell’industria per la movimentazione merci nella medicina, per le operazioni chirurgiche.
(ilsole24ore.com)

Disabilità: come la domotica e le nuove tecnologie migliorano la qualità della vita

Dalla domotica alla bioingegneria: nel corso degli ultimi anni l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha permesso alla scienza, in sinergia con la medicina, di ideare soluzioni che possano a tutti gli effetti rendere migliore la vita dei disabili

Con la diffusione della domotica le abitazioni si sono trasformate in appartamenti smart in cui avere tutto a portata di mano con un semplice click. Questi sistemi intelligenti si prestano in particolar modo ad essere un valido aiuto per le persone disabili che in questo modo possono vivere a pieno e muoversi liberamente all’interno dell’appartamento.

Inoltre, nel corso degli ultimi anni l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha permesso alla scienza, in sinergia con la medicina, di ideare soluzioni che possano a tutti gli effetti rendere migliore la vita dei disabili. La bioingegneria è in continua evoluzione e gli sviluppi della ricerca in questo campo, grazie anche a diversi investimenti e incentivi, è diventata sempre più accessibile.

Domotica

Le strutture domotiche

Le strutture domotiche possono essere diverse, la scelta dipende dal tipo di disabilità. Tra queste ricordiamo:

  • la piattaforma elevatrice: se una persona non è in grado di salire le scale, la piattaforma elevatrice è fondamentale. Ci sono diversi modelli, quelli per scale dritte, quelle per scale curve. A questi devono essere aggiunti quelli interni ed esterni, in questo caso bisogna scegliere apparecchiature che non vadano a contrastare l’aspetto della facciata. Grazie a queste apparecchiature, i disabili potranno muoversi da un piano all’altro ed essere indipendenti.
  • Illuminazione smart: per chi non è autosufficiente anche azionare un interruttore può risultare difficile. Grazie alla domotica è possibile superare questo problema. Attraverso un sistema di sensori si possono accendere le luci, alzare o abbassare le tapparelle elettriche.
  • Audio e video: sistemare apparecchiature o sensori in giro per casa consente agli abitanti di usufruire di tutte le apparecchiature comodamente. Ad esempio, se si vuole ascoltare musica o vedere un film, è possibile accendere l’impianto stereo o video con un semplice telecomando. A questi si aggiungono anche sensori vocali che permettono di interagire con le differenti apparecchiature. Frasi semplici e brevi, consentono di azionare i comandi per coloro che fanno fatica ad eseguire anche i movimenti più semplici.

Gli incentivi fiscali

L’importanza della domotica è ormai diventata indispensabile, ecco perché questi ultimi rientrano nelle agevolazioni dalla legge 104. Tra i sistemi che troviamo nel recupero dell’autonomia ci sono: i dispositivi per il controllo ambientale; le piattaforme; i dispositivi elettronici per l’orientamento; pc fissi o laptop e i dispostivi touch screen. Per ottenere il beneficio economico basta presentare un certificato che attesti che l’invalidità rientra tra quelle che danno accesso al diritto delle agevolazioni.

Gli strumenti della bioingegneria

Anche gli strumenti di alta tecnologia sono in continua evoluzione: dalla cucina, con utensili pensati per chi può ad esempio usare solo una mano, al cellulare in braille per far utilizzare lo smartphone anche ai non vedenti grazie ad un touch screen che diventa un “braille screen” o che attraverso delle cuffie trasmette a chi non è in grado di vedere le istruzioni vocali per utilizzare il cellulare. O ancora, i traduttori braille per aiutare i non vedenti a leggere documenti e libri.

Ed anche la mobilità non è meno importante, in commercio sono disponibili sedie a rotelle in grado di “usare” e quindi salire e scendere le scale. La bioingegneria viene in aiuto anche a chi tiene alla forma fisica e ama allenarsi con sistemi di allenamento della parte superiore del corpo che si propongono di venire incontro alle esigenze delle persone su sedia a rotelle.

Esistono poi anche i guanti intelligenti pensati per la riabilitazione, o quelli pensati per aiutare i non udenti a comunicare grazie ad una tecnologia che si collega allo smartphone e traduce simultaneamente il linguaggio dei segni. (today.it)

Agcom, sconti per gli utenti Tlc con disabilità: via alle iscrizioni

Comunicato da Agcom. C’è tempo fino al primo aprile per registrarsi sui siti degli operatori. La sperimentazione, che durerà un anno, è rivolta ai consumatori di rete fissa e mobile “con gravi limitazioni della capacità di deambulazione”

Sono aperte le iscrizioni per le agevolazioni tariffarie sulle offerte di rete fissa oppure mobile destinate agli utenti delle compagnie di telecomunicazione con gravi limitazioni della capacità di deambulazione.

A darne notizia è Agcom, evidenziando che sarà possibile aderire alla sperimentazione, prevista dalla delibera n. 290/21/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, entro il primo aprile 2022. Tuttet le informazioni del caso sono disponibili sulla pagina dedicata  del sito dell’authority.

Per accedere alle agevolazioni, spiega Agcom, sarà necessario compilare e inviare, entro il termine previsto, il modulo di adesione disponibile sul sito degli operatori nella pagina dedicata alle “Agevolazioni per utenti con disabilità”, allegando il verbale di handicap con il riferimento alla legge n. 388/2000 e con espressa indicazione dell’articolo 30, comma 7.

Le agevolazioni saranno applicate per un periodo sperimentale di 12 mesi a partire dal 30 aprile 2022, al termine de quale Agcom potrà modificare la disciplina delle agevolazioni al fine di inserire nuovi beneficiari.

Agcom

Quali sono gli sconti sulle offerte di rete fissa?

È possibile richiedere lo sconto del 50% dell’offerta voce e dati per la quale si sia già sottoscritto un contratto oppure scegliere, tra tutte le offerte sottoscrivibili di rete fissa, quella più adatta alle proprie esigenze, sempre chiedendone lo sconto del 50%.

Quali sono gli sconti sulle offerte di rete mobile?

I principali operatori selezionano, per gli utenti con disabilità, alcune offerte tra quelle disponibili per tutta la clientela, applicando uno sconto del 50%. Sarà possibile così scegliere tra: 

  • un’offerta voce e dati inferiore a 50 gigabyte (ma comunque superiore a 20 gigabyte);
  • un’offerta con disponibilità di dati maggiore di 50 gigabyte (ma comunque limitata);
  • un’offerta illimitata. 

Attenzione:
I verbali di accertamento dell’handicap recano riferimenti a norme diverse, in base alle differenti patologie.
SOLO il riferimento alla legge n. 388/2000, con espressa indicazione dell’articolo 30, comma 7, dà diritto ad accedere alle agevolazioni. 

Che cosa posso fare se il mio verbale di handicap ha un riferimento diverso da quello richiesto?

Se, pur in presenza di riconosciuta invalidità con gravi limitazioni della capacità di deambulazione, non sei in possesso di un verbale di handicap con il riferimento alla legge n. 388/2000, articolo 30, comma 7, puoi presentare domanda al centro medico-legale INPS per chiedere la verifica dei requisiti sanitari necessari per l’integrazione. 

Che cosa posso fare se il verbale di accertamento è precedente al 9 febbraio 2012?

Se il tuo verbale di handicap è precedente al 9 febbraio 2012 (data di entrata in vigore del decreto-legge 5/2012, articolo 4, comma 1), devi presentare una nuova istanza alla tua ASL di appartenenza.