XoSoft, un esoscheletro robotico che aiuta le persone con disabilità

L’esoscheletro “XoSoft” – realizzato all’interno dell’omonimo Progetto Europeo coordinato da IIT – è un dispositivo robotico soft in grado di assistere persone con disabilità motorie lievi o moderate degli arti inferiori, dovute a patologie legate all’invecchiamento, condizioni congenite, croniche o infortuni come lesioni parziali del midollo spinale. Nei giorni scorsi è stato premiato con il prestigioso “Compasso d’Oro 2022

Il dispositivo si compone di quattro elementi: una tuta in tessuto tecnico, un sistema di attuatori, sensori di analisi e controllo e uno zaino contente un processore che analizza il movimento del paziente e gestisce tutto il sistema.

La tuta è realizzata in Lycra e cucita in modo che le zone corrispondenti alle articolazioni, come anca, ginocchio e caviglia, siano rinforzate da tessuto non estensibile, così da sostenere e agire direttamente sulla struttura muscolo-scheletrica del paziente, trasferendo le forze del sistema di attuazione.

Gli attuatori sono costituiti da una banda elastica connessa all’articolazione che necessita il supporto, e una banda a frizione variabile controllabile mediante pressione neumatica. Questa banda a frizione permette di determinare l’accumulazione e il rilascio della tensione dell’elastico.

Esoscheletro XoSoft

La sua attivazione permette alla banda elastica di trasferire energia al paziente secondo il movimento del ginocchio, dell’anca e della caviglia. Parte del movimento dell’utente è usato per allungare l’elastico caricandolo per poi ricevere assistenza durante la fase successiva di rilassamento dell’elastico stesso.

La modularità del sistema permette di inserire più attuatori a seconda del numero di articolazioni da sostenere, personalizzando l’esoscheletro alle necessità di diversi pazienti.

La camminata è monitorata da due sensori inerziali (Imu) disposti lungo ciascuna gamba, da una soletta sensorizzata presente nelle scarpe del paziente e dei sensori soffici integrati sulla tuta intorno all’area del ginocchio che sono in grado di estimare il movimento dell’articolazione durante la deambulazione. Le informazioni in arrivo dal sistema di sensori vengono trasmesse al processore che è alloggiato nello zaino, dove è presente anche una batteria per alimentare il sistema.

L’interazione con la persona che indossa il dispositivo – ha sottolineato Bernard Hartigan, ricercatore dell’Università di Limerick – insieme con gli aspetti legati all’usabilità e accettabilità sono i prossimi aspetti da approfondire. Tenere conto di questi dati durante tutte le fasi di disegno e sviluppo sono fondamentali”.

I sensori, i sistemi di controllo, ma soprattutto i sistemi di attuazione necessitano di sviluppo tecnologico per poter portare questi dispositivi ad un uso casalingo”, ha precisato Christian Di Natali, ricercatore IIT.

Fino all’11 settembre sarà possibile visionare all’interno dell’Adi Design Museum di Milano il video esplicativo delle caratteristiche tecniche dell’esoscheletro XoSoft, oltre agli altri dispositivi vincitori del premio.

Il Compasso d’Oro è il più antico e prestigioso premio di disegno industriale a livello internazionale e viene assegnato per premiare e valorizzare il design italiano. Gli oggetti premiati vengono scelti dall’Osservatorio Permanente del Design di cui fanno parte critici, storici, designer e giornalisti. Gli oggetti che superano la prima selezione, distinguendosi per l’innovazione nei materiali, nei processi, nelle tecnologie, oppure nel cambiamento dei comportamenti individuali e sociali, nella critica e nella ricerca applicata vengono inseriti nell’annuario Adi Design Index.

L’esoscheletro XoSoft si è aggiudicato il premio “Compasso d’Oro 2022” con la seguente motivazione: “Dal polo del futuro che lavora per l’oggi un’importante ricerca in grado di rendere più naturale il movimento di chi il movimento lo sta perdendo”.

Ogni due anni, una giuria internazionale seleziona, tra gli oggetti inseriti negli annuari del biennio precedente, quelli a cui assegnare il premio Compasso d’Oro.
L’edizione 2022 ha avuto come tema: Sviluppo – Sostenibile – Responsabile.
(Rimodulato da qds.it)

Disabilità: come la domotica e le nuove tecnologie migliorano la qualità della vita

Dalla domotica alla bioingegneria: nel corso degli ultimi anni l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha permesso alla scienza, in sinergia con la medicina, di ideare soluzioni che possano a tutti gli effetti rendere migliore la vita dei disabili

Con la diffusione della domotica le abitazioni si sono trasformate in appartamenti smart in cui avere tutto a portata di mano con un semplice click. Questi sistemi intelligenti si prestano in particolar modo ad essere un valido aiuto per le persone disabili che in questo modo possono vivere a pieno e muoversi liberamente all’interno dell’appartamento.

Inoltre, nel corso degli ultimi anni l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha permesso alla scienza, in sinergia con la medicina, di ideare soluzioni che possano a tutti gli effetti rendere migliore la vita dei disabili. La bioingegneria è in continua evoluzione e gli sviluppi della ricerca in questo campo, grazie anche a diversi investimenti e incentivi, è diventata sempre più accessibile.

Domotica

Le strutture domotiche

Le strutture domotiche possono essere diverse, la scelta dipende dal tipo di disabilità. Tra queste ricordiamo:

  • la piattaforma elevatrice: se una persona non è in grado di salire le scale, la piattaforma elevatrice è fondamentale. Ci sono diversi modelli, quelli per scale dritte, quelle per scale curve. A questi devono essere aggiunti quelli interni ed esterni, in questo caso bisogna scegliere apparecchiature che non vadano a contrastare l’aspetto della facciata. Grazie a queste apparecchiature, i disabili potranno muoversi da un piano all’altro ed essere indipendenti.
  • Illuminazione smart: per chi non è autosufficiente anche azionare un interruttore può risultare difficile. Grazie alla domotica è possibile superare questo problema. Attraverso un sistema di sensori si possono accendere le luci, alzare o abbassare le tapparelle elettriche.
  • Audio e video: sistemare apparecchiature o sensori in giro per casa consente agli abitanti di usufruire di tutte le apparecchiature comodamente. Ad esempio, se si vuole ascoltare musica o vedere un film, è possibile accendere l’impianto stereo o video con un semplice telecomando. A questi si aggiungono anche sensori vocali che permettono di interagire con le differenti apparecchiature. Frasi semplici e brevi, consentono di azionare i comandi per coloro che fanno fatica ad eseguire anche i movimenti più semplici.

Gli incentivi fiscali

L’importanza della domotica è ormai diventata indispensabile, ecco perché questi ultimi rientrano nelle agevolazioni dalla legge 104. Tra i sistemi che troviamo nel recupero dell’autonomia ci sono: i dispositivi per il controllo ambientale; le piattaforme; i dispositivi elettronici per l’orientamento; pc fissi o laptop e i dispostivi touch screen. Per ottenere il beneficio economico basta presentare un certificato che attesti che l’invalidità rientra tra quelle che danno accesso al diritto delle agevolazioni.

Gli strumenti della bioingegneria

Anche gli strumenti di alta tecnologia sono in continua evoluzione: dalla cucina, con utensili pensati per chi può ad esempio usare solo una mano, al cellulare in braille per far utilizzare lo smartphone anche ai non vedenti grazie ad un touch screen che diventa un “braille screen” o che attraverso delle cuffie trasmette a chi non è in grado di vedere le istruzioni vocali per utilizzare il cellulare. O ancora, i traduttori braille per aiutare i non vedenti a leggere documenti e libri.

Ed anche la mobilità non è meno importante, in commercio sono disponibili sedie a rotelle in grado di “usare” e quindi salire e scendere le scale. La bioingegneria viene in aiuto anche a chi tiene alla forma fisica e ama allenarsi con sistemi di allenamento della parte superiore del corpo che si propongono di venire incontro alle esigenze delle persone su sedia a rotelle.

Esistono poi anche i guanti intelligenti pensati per la riabilitazione, o quelli pensati per aiutare i non udenti a comunicare grazie ad una tecnologia che si collega allo smartphone e traduce simultaneamente il linguaggio dei segni. (today.it)

4 tecnologie al servizio delle persone con disabilità

Dispositivi smart in città, ergonomia per casa, guanti tech per la riabilitazione e tutori virtuali: la tecnologia si rivolge al sociale

Trieste diventa un apripista per le nuove tecnologie volte a migliorare la qualità di vita delle persone più fragili, con il nuovo dispositivo Letismart  realizzato dall’azienda Scen. Si tratta di un microchip che dialoga con l’ambiente, applicato al tradizionale bastone bianco per le persone cieche.

Letismart è una soluzione di microelettronica integrata costituita da un kit luce, presente sulla punta del bastone, che si illumina in modo automatico quando la sorgente luminosa è scarsa e da un kit voce che va a sostituire il manico e presenta un circuito elettronico miniaturizzato, di soli 8,5 grammi, utile al non vedente per ricevere informazioni vocali, accompagnate da impulsi e vibrazioni. In questo modo l’utente interagisce con l’ambiente attraverso un sistema di radiofari dotati di segnalatore acustico”, spiega Marino Attini, esperto di elettronica e ipovedente grave.

Il dispositivo è collocabile in punti strategici della strada, come incroci, fermate dell’autobus, ospedali e scuole in modo che la persona cieca o ipovedente possa orientarsi alla ricerca di un negozio o di un ufficio, migliorando anche la gestione di situazioni difficili come la presenza di lavori in corso. Oltre alla città di Trieste, il sistema sarà a breve disponibile a Milano, Mantova e Como, nel sito turistico di Paestum, presso l’università Bocconi e nel centro storico di Firenze. 

Il dispositivo Letismart permette alla persona ipovedente di orientarsi in totale autonomia, garantendo anche la sua sicurezza e segnalando eventuali pericoli lungo il suo percorso 
Ergonomia in cucina

Arriva dall’Oriente il dispositivo Oneware, utile nel semplificare la vita casalinga per chi può contare solo sulla forza di un’unica mano. Questo set di accessori è stato progettato dal designer Loren Lim Tian Hwee della National University di Singapore ed è il miglior esempio di come il design possa unirsi alla praticità e all’assistenza. 

Tutto è iniziato quando ho visto mio zio superare un ictus, che lo ha lasciato con un braccio non funzionante. Da sempre appassionato di cucina, si ritrovava spesso a preparare da mangiare per la famiglia, ma dopo l’ictus, l’ho notato lottare contro semplici attività, come tagliare il cibo e lavare i piatti. Questa situazione è stata per me un’ispirazione per il mio progetto perché la mancanza di supporto per tenere a freno le cose è uno dei problemi più comuni che un disabile deve affrontare in casa”, racconta Loren. 

Oneware è composto da un telaio principale con unità modulari e un tagliere dotato di creste, che àncora il cibo consentendo di tagliarlo con una sola mano, in aggiunta a una rete in silicone che blocca le stoviglie semplificandone il lavaggio. Attraverso incastri, intagli e ganci, la piattaforma di lavoro risulta così totalmente ergonomica e favorisce una modalità d’uso autonoma ed efficiente.

Ogni pezzo è semplice da ripulire, offrendo la possibilità di svolgere azioni quotidiane senza alcuna assistenza. “Sebbene molti ritengano che il design per le persone con disabilità sia un mercato di nicchia, in realtà è aperto a molte possibilità che potrebbero soddisfare la massa”, afferma Loren. 

La base di lavoro di Oneware aiuta coloro che sono dotati di un solo arto a compiere semplici gesti anche in cucina
La riabilitazione diventa intelligente

Spesso per riacquisire le normali funzionalità motorie è necessario un lungo periodo di fisioterapia adeguata, non sempre effettuabile a domicilio. Ad aiutare i pazienti in fase riabilitativa, rimanendo però nel proprio ambiente familiare anche durante il decorso fisioterapeutico, è l’ingegnere Hoyoung Ban dell’azienda coreana Neofect, ideatore di Rapael, un guanto smart in silicone che restituisce motilità dopo un ictus o un’ischemia. 

Il dispositivo pesa soltanto 132 grammi ed è dotato di accelerometro e sensori per registrare i movimenti delle mani, inducendo la neuroplasticità necessaria per il ripristino della funzione manuale dei pazienti che hanno subito un danno cerebrale. Dopo la laurea in ingegneria aerospaziale, Hoyoung si è specializzato nella progettazione di robot, ma il suo obiettivo erano i mini-dispositivi assistenziali. Nasce così l’idea di Rapael, il guanto connesso facilmente indossabile.

Le persone possono così essere rieducate a effettuare semplici azioni, come lanciare una palla, versare un bicchiere d’acqua o spremere un’arancia. È possibile selezionare i giochi e concentrarsi poi su alcuni movimenti di avambraccio, polso e dita. Inoltre Rapael è in grado di raccogliere e analizzare i dati proponendo un percorso personalizzabile che aiuti a recuperare le abilità fisiche e cognitive del malato, facendo lavorare contemporaneamente muscoli e tendini specifici”, continua Hoyoung.

Tecnologie
Il dispositivo Rapael facilita il ripristino delle abilità motorie dopo ictus o ischemia
Virtualizzare i movimenti

Ma in seguito ad un ictus o a un trauma motorio, la ripresa non è sempre breve e ci si sente spesso limitati anche nella vita lavorativa, così usare mouse o touchscreen diventa davvero un’impresa impossibile. A rendere i comuni device più accessibili a persone con disabilità agli arti superiori è il dispositivo MyMove, dell’azienda di tecnologia israeliana 6Degrees, fondata dai coniugi Miri Berger e Aryeh Katz

Si tratta di una fascia leggera e indossabile da chi è affetto da menomazioni per rivendicare la propria vita digitale“, spiega Katz, ex-paracadutista disabile a causa di un incidente in servizio. “Avere accesso alla tecnologia significa usufruire di pari opportunità per svolgere un ruolo attivo nella società. Vogliamo incoraggiare i disabili o coloro che soffrono di amputazioni o malattie che limitano la mobilità, come la paralisi cerebrale, a “rimettersi in piedi” sia finanziariamente che socialmente” afferma Miri. 

L’idea era quella di ideare un braccialetto che studiasse i movimenti di un paziente, consentendo di controllare i propri dispositivi elettronici, in modo simile a come un apparecchio ad attivazione vocale impara la voce di una persona. Infatti, grazie all’impiego della comunicazione wireless e di un dispositivo bluetooth plug-and-play, MyMove traduce il movimento generale di braccia o mani in comandi specifici.

Di conseguenza, le persone possono utilizzare tablet, laptop e smartphone senza dover ricorrere a mouse, touchpad o schermo tattile. “Il device funziona come un videogioco di realtà virtuale aiutando le persone amputate a superare il dolore causato dalla perdita dell’arto. MyMove apprende il modo in cui ti muovi, studia e analizza la tua portata, velocità, tremori o movimenti involontari e caratterizza quel ritmo. Può essere collegato a qualunque dispositivo intelligente e lo controlla con qualsiasi movimento”, continua Miri. 

Se un individuo ha un raggio di spostamento limitato o una malattia neurologica come il morbo di Parkinson, MyMove tiene conto della capacità del raggio d’azione e offre all’utente un movimento regolare su quel lato dello schermo. “Le persone possono comunicare con i loro amici, ordinare articoli online, andare a scuola, disegnare grafici, giocare e ritornare a lavorare serenamente, dando loro quella libertà”, afferma Aryeh Katz.

Inoltre, lo strumento è molto utile anche per la sindrome dell’arto fantasma: la persona fissa la fascia sopra la parte mancante e indossa degli occhiali di realtà virtuale per visualizzare l’arto completo. Sarà quindi il dispositivo ad ingannare il cervello, facendogli pensare di avere un uso completo dell’arto assente, che si muoverà nel gioco, aiutando emotivamente a superare ogni barriera. (wired.it)

La fascia intelligente MyMove associata ad occhiali di realtà virtuale permette di visualizzare l’arto completo, aiutando emotivamente il paziente

Disabilità e intelligenza artificiale, il computer che si attiva col pensiero

All’Istituto tecnico industriale si sperimenta un dispositivo elettronico che consentirà alle persone disabili di azionare gli elettrodomestici con la mente

L’Istituto tecnico industriale (Iis–Itg e Iti) si rivela giorno per giorno una scuola d’eccellenza, al passo con i tempi e con le esigenze che la nuova era digitale richiede.
Non solo: è certamente una struttura che si adopera per il territorio, proponendo idee che possano essere di supporto anche per le categorie più fragili della società. Ad esempio, le persone affette da disabilità, non autonome e prive di autosufficienza.

Onorato Passarelli (professore di informatica presso l’istituto) ha ideato e progettato un sistema operativo digitale in grado di supportare le persone disabili nello svolgimento di alcune attività domestiche. In pratica, a queste persone basterà inserire un apparecchio elettronico sulla propria testa, fissare un oggetto che si vuole accendere (stufa, condizionatore, radio, lampadine e quant’altro) e questo si avvierà.

Ecco perché il titolo del progetto è “Cogito ergo possum”: con la mente, sarà possibile compiere le azioni domestiche desiderate.

Un’incredibile notizia che può realmente cambiare le abitudini quotidiane di chi è privato – proprio per via della disabilità – di poterle compiere. «Il progetto nasce l’anno scorso, da una mia idea – ha spiegato Passarelli – e prenderà forma quest’anno. Mette assieme alcune tecnologie: la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale, un sistema nuovissimo che permette di interagire col computer attraverso il pensiero, e la domotica. Basterà guardare il dispositivo che si vuole attivare nella realtà virtuale: il sistema, infatti, riesce a intercettare le onde cerebrali».

Il progetto è stato sovvenzionato dal Ministero, attraverso i finanziamenti erogati per il Covid-19, ed è stato avviato con il bando “Stem”, pubblicato per finanziare l’acquisto di attrezzature. Un piano che mette assieme tutti i settori e gli indirizzi dell’istituto: i ragazzi della sede del geometra, guidati dal professore Sergio Policaro (altra figura essenziale nella realizzazione del progetto), si occuperanno proprio della realizzazione della “casa”. Fondamentale poi il lavoro dei ragazzi del settore elettrotecnica, elettronica, e informatica (questi ultimi per curare la programmazione).

Disabilità e intelligenza artificiale, il computer che si attiva col pensiero

Il lavoro inizierà questo mese, e durante l’anno sarà portato a compimento. Il professore Passarelli ha inteso precisare: «Vorremmo partecipare ad una delle gare del ministero, ad esempio le olimpiadi nazionali di robotica (già vinte in passato). I ragazzi eseguiranno il progetto seguiti dai docenti. È un progetto molto ambizioso, ma può funzionare».

Maria Grazia Gramendola (dirigente scolastico dell’istituto) è fortemente emozionata per il nuovo progetto che sta prendendo forma. «Questo è un modo di conoscere la realtà che a noi sembra straordinario, ma in realtà è ciò che i tempi chiedono. La bellezza di questa scuola risiede nel fatto che le sue competenze sono in grado di cogliere tutte le necessità sempre con un tempo in anticipo. Io e il mio collegio desideriamo mettere al servizio del territorio ciò che sappiamo e possiamo fare. Noi siamo il centro del Meridione come “Learnig tester”, per il patentino della robotica: per conseguirlo è necessario venir qui e utilizzare gli strumenti appena comprati».

La preside, soddisfatta per le proposte didattiche che l’istituto continua a fare, ha così concluso: «Contiamo di mettere il progetto a servizio del territorio, per tutti coloro che ne avranno bisogno. Noi non dobbiamo smettere di sognare e di far sognare i nostri alunni».

Con questo progetto, tante azioni quotidiane – finora impossibili per una parte della popolazione – diverranno realtà. Ecco perché le idee non devono mai smettere di circolare: ogni intuizione può tramutarsi in opportunità. L’istituto industriale di Vibo insegna proprio questo.

(quotidianodelsud.it)

Sussidi Disabili: novità su IVA 4% e semplificazioni sui documenti

La semplificazione introdotta dal Decreto Mef agevola l’iter per accedere all’iva ridotta del 4% anziché del 22% su ausili tecnici e informatici

Ci sono novità sul fronte agevolazioni fiscali per disabili ed in particolare dell’iva sull’acquisto di sussidi tecnici e informatici. Si tratta di una semplificazioneche è stata introdotta con il decreto Mef 7 aprile 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio – e quindi in vi gore da quella data – e riguarda la prescrizione di tali ausili per poter accedere all’iva al 4% prevista per le persone con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 104 del 1992.

COME FUNZIONAVA PRIMA

Fino a questo momento le persone con disabilità che avessero voluta acquistare sussidi tecnici e informatici, per avere l’iva al 4% dovevano esibire, al momento dell’acquisto, copia del certificato attestante l’invalidità funzionale permanente rilasciato dall’ASL competente o dalla commissione medica integrata, oltre alla prescrizione autorizzativa dello specialista ASL.

COSA CAMBIA

Ora, con i correttivi al precedente decreto 14 marzo 1998 che prevedeva tale documentazione da esibirsi, si è stabilito che non è più necessaria la prescrizione autorizzativa dello specialista ASL. Sarà quindi solo richiesta copia del certificato attestante l’invalidità funzionale permanente rilasciato dall’ASL competente o dalla commissione medica integrata.
A partire dal 4 maggio, quindi, modificando quanto previsto dall’articolo 2 del decreto del 14 marzo 1998, sarà questa la procedura.
Attenzione: nel caso di certificati dai quali non dovesse risultare il collegamento funzionale tra il sussidio tecnico-informatico e la menomazione permanente, sarà però necessario integrare la documentazione con una certificazione rilasciata dal medico curante contenente la relativaattestazione, richiesta per l’accesso al beneficio fiscale, da esibire in copia all’attodell’acquisto.

Di seguito riportiamo i punti salienti del testo del decreto, intitolato Modifiche al decreto 14 marzo 1998, concernente la determinazione delle condizioni e delle modalita’ alle quali e’ subordinata l’applicazione dell’aliquota IVA ridotta del 4 per cento ai sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei soggetti portatori di handicap, che potete scaricare integralmente al link a fine articolo.

All’art. 2, del decreto del Ministro delle finanze del 14 marzo
1998 sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) Il comma 2 e’ sostituito dal seguente:
     «2. Ai fini dell’applicazione dell’aliquota del 4 per cento per
le cessioni di sussidi tecnici e informatici effettuate direttamente
nei loro confronti, le persone con   disabilita’,   al   momento
dell’acquisto,   producono   copia   del   certificato   attestante
l’invalidita’ funzionale permanente rilasciato dall’azienda sanitaria
locale competente o dalla commissione medica integrata.»;

b) dopo il comma 2 e’ inserito il seguente:
     «2-bis. I certificati di cui al comma 2, dai quali non risulti
il collegamento funzionale tra il sussidio tecnico-informatico e la
menomazione permanente, ai sensi dell’art. 4,  comma   1,   del
decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, come modificato dall’art.
29-bis, comma 1, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito
con modificazioni dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, sono
integrati con la certificazione, da esibire in copia all’atto
dell’acquisto, rilasciata dal medico curante contenente la relativa
attestazione, richiesta per l’accesso al beneficio fiscale.»;
Decreto MEF 7 aprile 2021

(disabili.com)

L’urgenza di agevolare in pandemia l’accesso Dei disabili al digitale

Art, intelligenza artificiale per un sito accessibile ai disabili. A Torino per la prima volta la pubblica amministrazione italiana adotta questa soluzione contro le barriere digitali e il “digital divide”

Intelligenza artificiale e sito accessibile ai disabili contro il “divario digitale“. Nell’emergenza Covid il “digital divide” penalizza non abbia accesso effettivo alle tecnologie. Servizi e web: manca in Italia la piena accessibilità per una vasta gamma di disabilità.

Appello del Papa per i disabili

La pandemia che stiamo vivendo ha evidenziato ulteriormente le disparità e le disuguaglianze che caratterizzano il nostro tempo. In particolare a discapito dei più deboli”, avverte il Papa. Alla Giornata internazionale delle persone con disabilità che “il virus ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi disuguaglianze e discriminazioni. E le ha aumentate”. Di qui la necessità dell’inclusione, che per Francesco “dovrebbe essere la ‘roccia’ sulla quale costruire i programmi e le iniziative delle istituzioni civili”. Perché “nessuno, specialmente chi è più in difficoltà, rimanga escluso. La forza di una catena dipende dalla cura che viene data agli anelli più deboli”.

Difficoltà pratiche

Serve, quindi, un aiuto digitale alla disabilità. Contro criticità, barriere, problemi. L’accessibilità alle nuove tecnologia è stata, infatti, une delle più gravi difficoltà pratiche in pandemia. Si è rivelato un procedimento complesso per anziani e persone fragili collegarsi alle piattaforme digitali per prenotare i vaccini. Altrettanto problematico per i soggetti più deboli richiedere bonus. Sussidi. Servizi. Attraverso siti e canali web. Secondo papa Francesco creare una società pienamente accessibile richiede non solo l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma soprattutto atteggiamenti e azioni di solidarietà e servizio. Nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie”.

Testimonianza

In tutta Italia i volontari dell’associazione Auser si sono messi a disposizione. Per aiutare gli anziani soli e fragili nella prenotazione della vaccinazione anti Covid. Sulle piattaforme informatiche. E nell’accompagnamento ai siti vaccinali. “Sono tante le persone sole. E con difficoltà motorie. Hanno bisogno di essere aiutate- spiegano a Interris.it i volontari-. Noi siamo al loro fianco. Per non lasciare indietro nessuno. E per far sentire la nostra vicinanza. Colmando la distanza tra loro e il resto della società. Inclusione e solidarietà come rimedi alle barriere digitali.”

Pubblica amministrazione e disabili

L’Autorità di regolazione dei trasporti è la prima Pubblica Amministrazione (P.A.) italiana ad aver adottato una soluzione software. Completamente automatica. E alimentata da intelligenza artificiale (IA). Garantisce al portale la piena accessibilità. Per una vasta gamma di disabilità. Il software “AccessuWay” agisce sulla regolazione automatica dell’interfaccia utente. E del design del portale web istituzionale. Occupandosi del 30% dei requisiti tecnici. Necessari per rendere il sito completamente accessibile. Con modifiche automatiche a caratteri. Dimensioni. Spaziatura. Contrasti di colore. Cursori. Enfatizzazione dei testi. E molto altro.

Requisiti tecnici

L’applicazione di intelligenza artificiale è responsabile della risoluzione del 70% dei requisiti tecnici. Richiesti dalle norme di legge. L’ IA (Intelligenza Artificiale) scansiona e analizza il sito web su cui è installata. E, attraverso un processo di “comprensione contestuale“, impara lo scopo. E la funzione di ogni singolo elemento prima di correggerlo. “AccessiWay”, startup torinese, nasce da una joint-venture italo-israeliana con AccessiBe. Leader dell’accessibilità web con oltre 100.000 casi di successo nel mondo.
(interris.it)

A Torino primi parcheggi con sensori intelligenti per disabili

Installato davanti all’ospedale Cottolengo. DEPS (Disabled Easy Parking System) permetterà di verificare la presenza di stalli liberi attraverso un’app in grado di ricevere informazioni in tempo reale

Una sperimentazione che potrà portare molti benefici alla mobilità delle persone con disabilità. Inaugurato oggi davanti all’ospedale Cottolengo, infatti, il primo parcheggio smart riservato.

Il progetto, ribattezzato DEPS (Disabled Easy Parking System) e sviluppato da IOT Solutions nell’ambito di Torino City Lab, attraverso un’applicazione in grado di ricevere informazioni da un apposito sistema di sensori e antenne permetterà di verificare in tempo reale la presenza di posti liberi. In caso di occupazione non corretta dei parcheggi verrà anche inviata una segnalazione alle forze dell’ordine.

A ‘posare’ ufficialmente il primo dei 130 stalli previsti dal progetto è stata la sindaca Chiara Appendino, intervenuta insieme all’assessora ai trasporti Maria Lapietra: “Si tratta – ha dichiarato – di un’altra azione per abbattere le barriere architettoniche nella nostra città. Questo tipo di innovazione serve ad aumentare la qualità della vita ma anche per rilevare le sanzioni da applicare: migliorare la mobilità delle persone con disabilità e, contemporaneamente, far rispettare le regole ci dimostra come la tecnologia possa essere al servizio della comunità”.

Per il Disability manager della Città, Franco Leporeè un progetto che favorirà la mobilità delle persone con disabilità e la dimostrazione che le nuove tecnologie, se utilizzate in modo consapevole, possono migliorare sensibilmente la loro vita“.

DEPS – Disabled Easy Park System

Il progetto DEPS – Disabled Easy Park System intende migliorare la viabilità e la fruibilità degli stalli riservati ai disabili, rendendoli smart attraverso l’uso degli appositi sensori prodotti da Nablaquadro e utilizzando per la ricezione delle comunicazioni il protocollo LoRaWan.

Grazie all’utilizzo di un’app appositamente sviluppata il singolo utente sarà in grado di conoscere la localizzazione sul territorio dei parcheggi a lui riservati, di monitorare in tempo reale lo stato di effettiva occupazione del parcheggio e di garantire che questo non sia indebitamente occupato. Il personale preposto al controllo invece verificherà lo stato di occupazione dei parcheggi riservati e interverrà tempestivamente in caso di indebita occupazione.

DEPS si propone di affiancare la sperimentazione di 5T, che sta realizzando un servizio informativo di smart parking degli stalli disabiili in aera ospedali, al fine di creare un protocollo aperto tra le varie tecnologie nascenti nel settore.
La sperimentazione avverrà su 10 stalli di cui 9 pubblici ed uno personale, preventivamente concordati in base alle esigenze tecniche. 
Gli stalli saranno forniti di innovativi sensori a radiofrequenza inseriti nel manto stradale, con una batteria di lunghissima durata (5-7 anni) e costi di installazione e di fornitura minimi.
Successivamente alla fase di posa dei sensori verrà la fase di test dell’applicazione. Sarà rilasciata in via sperimentale ai soci della Consulta Persone in Difficoltà ed alla Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sez. Torino, che contribuiranno verificando ed ottimizzando la APP.

L’ultima fase del progetto prevede il monitoraggio degli stalli per comprendere il loro livello di utilizzo, proprio e improprio. Un momento di verifica importante per comprendere, ad esempio, se il numero di stalli riservati davanti all’ospedale siano sufficienti a coprire le reali esigenze degli utenti con disabilità dotati di Contrassegno Unico Disabili Europeo (CUDE).

Allo stesso modo può essere interessante comprendere le dinamiche degli abusi, sia per prevenirli sia per garantire un servizio migliore agli effettivi aventi diritto.
Il progetto è sostenuto da CPD Consulta per le persone in difficoltà; UICI – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti aps onlus sezione territoriale di Torino; Lions Club Distretto Ia1 – L.C. Stupinigi 2001; la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA). 

Articolo rielaborato (ansa/torinooggi/torinocitylab)

Over the View, quando la tecnologia supera le disabilità sensoriali

Un progetto di Sardegna Ricerche e CRS4 rende accessibile e piacevole per tutti l’esperienza di una visita di un’esposizione museale. Esperti di diversi settori si sono confrontati con un corretto approccio alla progettazione universale, per trovare nuove soluzioni nell’ottica di una reale integrazione sociale e culturale. Le esperienze di Cagliari e Villanovaforru

Negli ultimi anni il settore turistico ha conosciuto una serie di trasformazioni nei suoi paradigmi tradizionali: in particolare, dal turismo basato sul “vedere” si è passati prima al turismo del “fare” e poi del “sentire”. Oggi il turista desidera entrare in contatto con la destinazione e stabilire con essa un rapporto autentico e sincero. I ricercatori che operano nel campo dell’interazione naturale hanno sperimentato nuove modalità di interazione uomo-computer (gestuali, tattili, vocali) riuscendo così a sfruttare tutta la ricchezza dell’espressività umana.

“Over the View” è una di queste modalità innovative. Si tratta di un progetto finanziato da Sardegna Ricerche attraverso il programma ‘Azioni cluster top-down’, nell’ambito del POR FESR Sardegna 2014-2020. I progetti cluster sono attività di trasferimento tecnologico condotte da organismi di ricerca pubblici con l’attiva collaborazione di gruppi di piccole e medie imprese del settore, per risolvere problemi condivisi e portare sul mercato le innovazioni sviluppate nei laboratori. Over the View, che avrà una complessiva durata di 36 mesi, salvo proroghe scadrà a marzo 2021, dunque è già tempo di bilanci.

«Questo progetto – sottolinea Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 – si inserisce nelle numerose attività che il Centro pone in essere nei confronti di tutte le disabilità, attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia che fanno capo alle competenze acquisite in altri settori. Over the View ha lo scopo di valutare le tecnologie e la loro integrazione, per individuare tutte le soluzioni che rendono interessante, piacevole e educativa l’esperienza di una visita di un’esposizione museale anche per le persone con disabilità sensoriali. Abbiamo inoltre condiviso le recenti raccomandazioni per l’accessibilità al patrimonio culturale emanate dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, nell’ottica dell’integrazione degli aspetti tecnologici con un’analisi sulle metodologie da adottare nelle progettazioni di esposizioni e nelle forme di comunicazione».

Il progetto è coordinato da Gavino Paddeu, responsabile per il CRS4 del programma Tecnologie per l’interazione naturale e la gestione della conoscenza. «Partecipano a Over the View – spiega Paddeu – imprese che provengono dal mondo ICT e dal turismo, associazioni di disabili e imprese che si occupano di integrazione dei disabili nella società. Tutti hanno approfondito le rispettive conoscenze in tema di esposizioni museali accessibili con un approccio alla progettazione universale, in modo tale da poter gestire in autonomia o in collaborazione tra loro la progettazione e la realizzazione di allestimenti accessibili, con particolare riguardo verso le disabilità sensoriali».

Gavino Paddeu (a sinistra) – Coordinatore del progetto

Tutto è passato per un confronto serrato con i curatori museali e gli operatori che gestiscono i luoghi della cultura, le amministrazioni locali o gli enti di competenza che conoscono tutte le difficoltà nella realizzazione degli spazi accessibili, gli operatori turistici che desiderano proporre vacanze esperienziali per tutti, e le imprese tecnologiche che si candidano a fornire nuove soluzioni. «Nella nostra prospettiva di progettazione universale – spiega Andrea Ferrero, tecnologo del CRS4 e non vedente – è necessario confrontarsi con chi opera per l’integrazione sociale e culturale delle altre disabilità, comprese quelle non sensoriali, ma anche anziani, bambini e donne con un passeggino. Occorre coinvolgere la pubblica amministrazione, soprattutto i Comuni che coordinano le iniziative sul territorio, però la progettazione universale implica pure il superamento delle barriere culturali. In estrema sintesi, tutti devono poter vedere da un altro punto di vista. L’accessibilità in fondo è soprattutto un problema culturale».

Andrea Ferrero, tecnologo del CRS4 (non vedente)

Le installazioni nate dal progetto attualmente sono tre e si trovano al Museo archeologico di Villanovaforru, al Museo archeologico di Cagliari e alla Pinacoteca nazionale di Cagliari. Nei due musei ci sono i plastici interattivi: quello di Villanovaforru rappresenta l’area archeologica di Genna Mare; quello di Cagliari propone l’area archeologica di Santa Vittoria di Serri. In entrambi i siti è possibile toccare il plastico che, grazie ad una serie di sensori, interagisce con il visitatore indicando l’area interessata e rispondendo ad eventuali domande sulla zona archeologica.

Alla Pinacoteca di Cagliari, presso la Cittadella dei musei, c’è Aptica. Un dispositivo interattivo che permette di interagire per voce e tatto con le copie 2D e 3D di alcuni retabli custoditi nella Pinacoteca. Posizionando le diverse tavole tattili all’interno di Aptica è possibile esplorarle visivamente e in modalità tattile. Il sistema è in grado di dire cosa si sta toccando e prevede una sintesi vocale che interagisce con l’utente (sia esso vedente o disabile visivo) oltre a un display che rende visibile la descrizione tramite testo, utile per gli utenti sordi.
Credit: foto gentilmente messe a disposizione dal CRS4

(vita.it)

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La tecnologia in aiuto dei disabili: esempi originali in giro per il mondo

Dalla riproduzione dei dipinti agli Uffizi di Firenze per i visitatori ciechi al cubo di Rubik per non vedenti fino alla sedia a rotelle per fare il bagno: le migliori innovazioni a servizio di chi ha più bisogno

Tecnologia inclusiva

La tecnologia è per tutti. Ci migliora la vita, ce la semplifica, ma soprattutto è una grande – enorme – possibilità per coloro che sono affetti da una disabilità. Invece di pensare a fare profitti con l’ultimo modello di smartphone, ci sono degli imprenditori che hanno votato la loro innovazione ad aiutare coloro che ne hanno più bisogno. Creando oggetti o infrastrutture utili ai non vedenti, ai non udenti, a chi non può camminare. Abbiamo anche delle eccellenze qui, in Italia. Come gli Uffizi di Firenze, che hanno creato delle riproduzioni dei quadri più famosi così da poterli far ammirare anche a chi è cieco.

La sedia a rotelle che ti fa stare in piedi

Ted Rummel è un dottore che è rimasto paralizzato dalla vita in giù. Grazie a questa innovativa sedia a rotelle, ha potuto continuare a fare il suo lavoro di chirurgo perché gli permette di «alzarsi» in piedi.

La giostra per disabili a Hong Kong

Per tutti i bambini, per divertirsi insieme.

Questa casa di riposo ha creato una finta fermata dell’autobus per dare un po’ di pace ai pazienti con demenza senile e permettergli di «viaggiare» con la mente.

La sedia a rotelle fuoristrada

Zack Nelson ha ideato questa sedia a rotelle per la moglie, così da permetterle di «raggiungere luoghi che non poteva neanche immaginare». Ora è in produzione per tutti coloro che la volessero.

Il cannocchiale per daltonici

Nello Stato del Tennesee, all’interno di 5 diversi parchi statali, è stato installato questo cannocchiale che permette a chi soffre di daltonismo di vedere quei colori per loro impossibili anche da immaginare.

Il cubo di Rubik per non vedenti

L’ascensore per chi è in sedia a rotelle

I tasti dei pieni sono posti sulle pareti, così da poterli usare da ogni altezza.

Basilea – Il panorama per non vedenti

Il modellino ricostruisce fedelmente il panorama.

La panchina per tutti

Questa panchina permette a tutti di stare comodi: ai bambini, agli adulti e anche a chi è in sedia a rotelle.

Netflix Eye Nav: interagire con l’app utilizzando il movimento degli occhi

Netflix ha pubblicato le novità presentate durante l’ultimo Hack Day, stimolante evento in cui i dipendenti dell’azienda espongono idee e presentano progetti basati su nuove tecnologie.

Oltre al Jump to Shark, simpatica feature che permette di passare direttamente alle migliori scene di un film cliccando sull’apposito tasto, la novità più interessante che è stata mostrata è certamente Eye Nav. Questa, sviluppata con ARKit di Apple, sfrutta il Face ID degli iPhone di ultima generazione per controllare i movimenti degli occhi e del viso, trasformandoli in comandi per l’app di Netflix.

Come potete vedere nel filmato disponibile qui sotto, basterà muovere gli occhi per spostare il cursore (pallino giallo) sul display e mantenere lo sguardo fermo per effettuare un “tocco“. Per chiudere una pagina o tornare a quella precedente si dovrà, invece, tirare fuori la lingua.

Tale soluzione risulta essere molto interessante soprattutto perché consentirebbe l’utilizzo di Netflix o di altre app anche a persone con importanti disabilità. Benché non vi sia alcuna certezza che questa tecnologia venga realmente implementata in software ufficiali, gli stessi sviluppatori sono fiduciosi in tal senso e auspicano che possa diventare parte integrante delle future API dedicate all’accessibilità.

Vi lasciamo al breve video

(apple.hdblog.it)