Sud Sudan: ampliare l’istruzione per i bambini con disabilità

Il World Service della Federazione luterana mondiale sostiene un programma di istruzione inclusiva rivolto ai bambini con disabilità lasciati senza cure e sostegno adeguati in Sud Sudan

Sarah Philemon è una 32enne madre di quattro figli del campo profughi del Pamir in Sudan. Nata nel 1990 sul monte Nuba, ha perso l’udito all’età di 15 anni quando il suo villaggio è stato bombardato. Di conseguenza, ha lottato per accedere all’istruzione per tutta la vita.

«Sono stata iscritta alla scuola primaria di Nuba Mountain in Sudan quando ero giovane, ma a causa della mia disabilità uditiva non ho potuto beneficiare dell’insegnamento. C’era una barriera di comunicazione. Ciò ha portato a scarse prestazioni anche dopo aver ripetuto la stessa lezione», afferma. «I bambini e i giovani come me avevano perso la speranza, ma ora vedono un futuro luminoso».

Ora Sarah è iscritta all’Accelerated Learning Program (ALP) presso il Tirhaka ALP Center ed è una delle studentesse del programma di istruzione inclusiva della Federazione luterana mondiale (Flm).

Sud Sudan

Il conflitto in Sud Sudan ha provocato lo sfollamento delle famiglie e ha lasciato molti bambini orfani. Di conseguenza, nel paese c’è un aumento del numero di bambini con disabilità (CWD) lasciati senza cure e sostegno adeguati: secondo l’Unicef, sono oltre 200.000. Si tratta di un aumento rispetto alla precedente stima di 160.000.

L’istruzione è in generale una sfida per questi bambini nella maggior parte dei contesti. Molte scuole non sono fisicamente accessibili ai CWD, e anche quando sono in grado di frequentare la scuola, i bambini con disabilità spesso subiscono discriminazioni ed esclusione dai loro coetanei. La mancanza di risorse e di personale qualificato pone anche un ostacolo all’istruzione.

Il World Service, braccio diaconale della Flm, sta implementando un programma educativo inclusivo finanziato dalla Chiesa di Svezia e dall’Agenzia svedese per la cooperazione allo sviluppo internazionale a Ruweng, nel Sud Sudan, per i rifugiati e la comunità ospitante.

Il progetto – che attualmente coinvolge 525 studenti – è volto a garantire che i CWD abbiano accesso a un’istruzione di qualità. Il programma nazionale della LWF in Sud Sudan recluta insegnanti di lingua dei segni e braille per studenti ipoudenti e ipovedenti come parte del programma di istruzione inclusiva.

Studenti come Sarah hanno la possibilità di ampliare la loro istruzione. Con l’aiuto di insegnanti specializzati i CWD imparano a comunicare e a comprendere il mondo che li circonda. Inoltre, acquisiscono le competenze necessarie per avere successo nella vita e una migliore possibilità di realizzare il proprio potenziale.

«La storia di Sarah ci ricorda quanto sia importante l’istruzione e la necessità di migliorarne l’accesso ai bambini con disabilità. In situazioni di conflitto, miriamo ad aiutare le comunità a costruire la resilienza. Un fondamento essenziale della resilienza è l’istruzione. Con la giusta formazione, i giovani vulnerabili hanno un potente strumento nelle loro mani per costruire un futuro migliore», afferma Mika Jokivuori, rappresentante nazionale della Flm in Sud Sudan.

«Voglio che i miei figli abbiano un futuro migliore di quello che avevo io – ha dichiarato Sarah –. Voglio che possano andare a scuola e ottenere una buona istruzione. Con l’aiuto di questo programma, so che possono farlo». «Voglio completare la mia istruzione secondaria e anche oltre per mostrare alla mia comunità di origine a Nuba e al mondo che le persone con problemi di udito possono imparare e contribuire allo sviluppo del Paese. Questo programma mi ha aiutato ad avvicinarmi a questo obiettivo».

Il programma di istruzione inclusiva di LWF World Service sta cambiando il panorama dell’istruzione per i CWD in Sud Sudan. Molti di loro ora sono in grado di andare a scuola e capire l’istruzione che stanno ricevendo. Questo a sua volta aiuta i giovani e i bambini con disabilità a plasmare un futuro più inclusivo per il Sud Sudan. (riforma.it)

Prevenire le disabilità visive in Sud Sudan: il lavoro di CBM

Prevenire le disabilità visive in Sud Sudan in uno Stato dove la mortalità infantile e materna sono tra le più alte a livello globale. vere una disabilità rappresenta motivo ulteriore di povertà, perché per chi è povero la disabilità comporta maggiore difficoltà di sostentamento.

Il Sud Sudan è uno dei paesi più poveri del mondo a causa di conflitti civili che dilaniano la zona da decenni. In uno Stato dove la mortalità infantile e materna sono tra le più alte a livello globale, avere una disabilità rappresenta motivo ulteriore di povertà, perché per chi è povero la disabilità comporta maggiore difficoltà di sostentamento. CBM è un’organizzazione umanitaria che si occupa della prevenzione e cura della cecità evitabile nei Paesi in via di sviluppo e in Sud Sudan supporta i partner locali per la fornitura di assistenza oculistica di base e specialistica alla popolazione.

Le malattie oftalmiche più frequenti sono: cataratta (oltre la metà dei pazienti), tracoma, glaucoma, difetti refrattivi (normali disturbi della vista come, ad esempio, astigmatismo e miopia), retinoblastoma e oncocercosi. CBM lavora sul posto sia formando personale sanitario, sia erogando servizi ambulatoriali e chirurgici.

CBM: assistenza alle persone con disabilità visive dal 1908

È il 1908 l’anno di nascita di CBM (Christian Blind Mission). Da sempre l’organizzazione promuove la prevenzione e la cura delle patologie visive nei Paesi in via di sviluppo. CBM Italia Onlus nel 2019 ha contribuito con 48 progetti in 17 paesi raggiungendo circa 1,9 milioni di beneficiari.
Nel dicembre 2020 ha promosso la campagna Break the Cycle per spezzare il ciclo che lega disabilità e povertà con 26 progetti in 12 paesi di Asia, Africa e America Latina. Il Sud Sudan è uno di questi e l’obiettivo di CBM Italia Onlus è quello di mettere al centro i diritti delle persone con disabilità secondo pratiche di promozione della salute, educazione e inclusione sociale, lavorando insieme alle comunità e non lasciando emarginati i soggetti in difficoltà.

Il progetto in Sud Sudan

Il progetto triennale (2018-2021) di CBM in Sud Sudan, con il supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e in partenariato con le organizzazioni CUAMM, CORDAID e il Ministero della Salute dello Stato di Central Equatoria, parte dai valori della campagna Break the Cycle ed ha obiettivi concreti, alcuni già raggiunti. La maggior parte delle strutture sanitarie del Paese non sono idonee alla cura delle patologie oftalmiche, motivo per cui CBM ha supportato, fin dal 2003, lo sviluppo di strutture specializzate come il Centro Oculistico BEC con sede a Juba, la capitale.

L’importanza di prevenire le disabilità visive in Sud Sudan: il lavoro di CBM

L’obiettivo è quello di estendere le prestazioni sanitarie ad altre zone, in particolare agli Stati Western e Eastern Equatoria. Questo attraverso la formazione di personale specializzato con l’implementazione di unità mobili oftalmiche (dotate della possibilità anche di trattamenti chirurgici) da cui poter riferire i casi più gravi al Centro Oculistico BEC. Il tutto con un’attività di sensibilizzazione nelle scuole e coinvolgimento delle comunità. Nonostante le ulteriori difficoltà avute a causa dell’emergenza Covid-19, questi alcuni dei risultati raggiunti:

  • 87 figure sanitarie formate in Salute Visiva Primaria (PEC) e specialistica negli Stati di Central Equatoria, Western e Eastern Equatoria
  • 547 cure oculistiche nel solo Stato di Central Equatoria, di cui 5.255 interventi chirurgici.
  • 305 bambini visitati in scuole, centri di aggregazione e campi sfollati in Eastern e Western Equatoria a cui vanno aggiunti altri 2.979 visitati in Central Equatoria.
  • 716 le persone che hanno ricevuto servizi nelle cliniche mobili.
  • I bambini a cui è stato diagnosticato il retinoblastoma (tumore all’occhio) sono stati trasferiti nell’ospedale Ruharo in Uganda per ricevere le cure specialistiche per questa patologia.
  • È stata effettuata una raccolta dati nell’area di Juba per rilevare le patologie visive prevalenti attraverso una collaborazione tra Università di Juba e l’Università Milano-Bicocca.

I risultati attesi prevedono un aumento delle persone monitorate e curate, ma anche eventi di sensibilizzazione in Italia.

La storia di Linda Lasuba

Linda Lasuba lavorava come impiegata in un ufficio di trasferimento di denaro. È madre di quattro figli, avuti dal marito Emmanuel, di professione ragioniere. Linda perde il lavoro perché non vede più chiaramente, fino alla perdita di vista da un occhio. Ha 28 anni e non riesce a immaginare il futuro della sua famiglia con lei che non può prendersene cura. Sente del Centro Oculistico BEC alla radio e, noleggiando una moto taxi, riesce ad arrivare. Le viene diagnosticata una cataratta che necessita di operazione immediata. La sua speranza di poter recuperare la vista per riprendere a lavorare e a occuparsi dei figli è stata resa possibile grazie all’intervento perfettamente riuscito.

Questa storia dimostra che chi viene colpito da patologie oftalmiche in Sud Sudan è spesso molto giovane. L’assistenza umanitaria fornita da CBM Italia Onlus è quindi di fondamentale importanza per la tutela del diritto alla salute ma anche nella lotta alla povertà. Per dare futuro in un Paese dove l’aspettativa di vita è tra le più basse al mondo.
(ilfaroonline.it)