Clara Woods: la vita oltre la disabilità

La straordinaria storia di una ragazza che non parla e non legge ma capisce tre lingue

Piacere, sono Clara!

Clara Woods è una ragazza di quattordici anni a cui un ictus ha provocato una disabilità importante, sia in termini di movimento, sia di articolazione del linguaggio. Clara è la prima, coraggiosa abitante di questo territorio dell’oltre. Non parla e non sa leggere, ma comprende tre lingue. Ha una paralisi che le impedisce di muovere metà del suo corpo, ma dipinge. La sua pittura è la via di accesso alle sue parole, alla sua storia densa e intrisa di un dolore profondo, ma animata dall’amore vivo di una famiglia straordinaria che le ha offerto un motivo per non spegnersi e, invece, brillare di luce nuova.

La famiglia

Betina, Carlo e Davi sono gli altri tre eroi di questa storia straordinaria. La grande casa dell’amore, del resto, si costruisce su fondamenta solide e tutte legate insieme. Passando attraverso un grande dolore, la famiglia Woods ha indirizzato le risorse di Clara verso la potentissima esperienza della pittura, arte catartica e preziosa per gli stimoli che può offrire all’indagine della propria persona. 

Oggi Clara vive negli Usa con la sua famiglia. Sta scoprendo nuovi orizzonti, sta entrando in contatto con una nuova cultura, una nuova lingua, un nuovo clima. Tante, tante tele attendono di essere dipinte e di raccontare le nuove storie della sua vita. Mentre Clara cresce come persona e come artista, non immagina quanto grande è il contributo che lascia ogni giorno a questo mondo bizzarro. Dai luoghi dell’oltre il suo sorriso arriva raggiante e spazza via la paura che non sia possibile aprirsi alla vita con una disabilità. Lei ci guarda tutti da quella riva e agita la sua mano per salutarci e ricordarci che le cose possono andare in un modo diverso. Dovremmo farci un salto in questo posto!

Betina, la madre di Clara, è stata così gentile da concederci il tempo per una intervista su questa storia e noi vorremmo condividerla con voi.

Quando siete venuti a conoscenza del problema di Clara? Cosa è accaduto in quel momento?

Diciamo che alla sua nascita ci siamo accorti che c’erano delle cose che non andavano. Clara non si girava nel letto e la sua mano destra non si apriva. Fu, però, durante il suo settimo mese che realizzai che c’era qualcosa di molto serio: un giorno eravamo all’Ikea e vedemmo una bambina della sua età che gattonava. Scoppiai in un pianto dirotto: la nostra Clara non lo faceva. Quel giorno il mondo mi crollò addosso. Condivisi con Carlo, il babbo di Clara, i miei pensieri. Lui ha già una figlia con l’atrofia muscolare da un primo matrimonio, e pensammo che potesse trattarsi di questo. Infine, però, siamo riusciti ad ottenere i risultati degli esami che confermavano che Clara non avesse la SMA. Io, per immaturità, non avevo in effetti fatto durante la gravidanza gli esami che avrei dovuto fare. Mi ero detta che sarebbe venuto quello che doveva venire. In seguito i dottori hanno scoperto che Clara aveva avuto un ictus e le hanno prospettato un’esistenza da vegetale, ma noi genitori le abbiamo fatto intraprendere un percorso di riabilitazione e Clara ci sorprende ogni giorno con continui progressi.

Come e quando nasce l’idea di decidere di raccontare la storia di Clara?

Nasce nel 2016. A quel punto non avevamo più speranze che Clara imparasse a scrivere a leggere o che potesse parlare. Mi sono detta, allora, che l’avrei trasformata in una influencer. Lei è bella, solare, mi son detta, e può trasmettere dei grandi messaggi! Così, avendo io sempre lavorato nel marketing, ho deciso di creare il suo profilo di Instagram e ho cominciato a pubblicare contenuti su di lei.

Cosa è accaduto nelle vostre vite dopo la nascita di Clara?

Clara è sempre stata un dono per noi. Non l’abbiamo mai considerata una disgrazia. Abbiamo sempre accettato la sua condizione. Ho pianto spesso, ho litigato con Dio tante volte, ho sperato che guarisse e che accadesse un miracolo, ma intanto ci siamo subito rimboccati le maniche e subito abbiamo cercato di capire  cosa fosse meglio per lei.

Come vive Clara oggi la sua disabilità? Come l’ha vissuta finora?

Alti e bassi, dipende dai momenti. Ha sofferto, certo, perché ci sono diverse cose che non può fare. Ci sono stati dei momenti difficili: non riusciva a vestirsi, per esempio. Poi, non ha mai avuto amici o amiche della sua età. Tanti rapporti d’amicizia sono stati spinti da noi, ma sono finiti. Clara è molto conscia della sua disabilità. Noi siamo stati sempre molto chiari: le abbiamo spiegato che per essere accettati c’è del lavoro da fare, dunque lei sa che il suo non sarà un futuro normale e che c’è da lavorare tantissimo.

Come comunica a scuola o fuori da casa?

Lei a scuola ha una maestra di sostegno che sta imparando a conoscerla. Qui nella scuola americana, Clara ha un tablet con il quale riesce a comunicare abbastanza bene, ma si avvale anche dei gesti. Io do una mano nel senso che la mattina scrivo per la scuola tutto ciò che Clara ha fatto il giorno prima e fornisco una base per i suoi racconti. Fuori da casa con chi non conosce è ovviamente più complicato. Clara non sa usare la lingua dei segni. Ci abbiamo anche provato, ma imparare quella lingua significa usarla solo con i sordi. Lei ha persino sempre rifiutato di usare i tablet prima di convincersene adesso. Vedremo come andrà a finire. Dovremo trovare un sistema di comunicazione che possa utilizzare fuori.

Come e quando nasce la sua passione per la pittura?

Clara ha cominciato a dipingere da piccolina. Poi ha smesso e ha ricominciato nel 2016, con la stessa maestra che la seguiva da bambina. A quel tempo, però, dipingeva le sue tele per lo più di nero e distruggeva tutti i quadri. Poi, piano piano, ha cominciato a disegnare delle forme. Abbiamo notato che era man mano più tranquilla mentre dipingeva, più a suo agio. Sembrava che avesse trovato una certa pace interiore. Poi, nel 2017, le regalai un libro per bambini su Frida Kahlo e quella lettura ha cambiato tutto. Clara si è perdutamente innamorata di Frida. Anche Frida è riuscita ad arrivare lontano nonostante la sua disabilità e i suoi problemi. Da quel momento è nato tutto questo percorso di innamoramento per la pittura. Non solo, Clara ha scoperto che la sua pittura poteva piacere alle persone e che attraverso quella poteva costruire dei rapporti e la sua vita.

Dove sono esposte le opere di Clara?

Nelle case dei collezionisti, di chi ha comprato le sue opere. Clara non è ancora arrivata ad un museo. Ha esposto in passato, ma oggi non ci sono sue opere esposte. Con la pandemia, poi, si è fermato tutto.

Perché avete deciso di trasferirvi negli Usa?

Perché era un vecchio mio sogno nel cassetto. Io sono brasiliana, sono stata a Firenze per sedici anni e penso che qui a livello di business ci siano molte più opportunità, che ce ne siano specialmente per Clara. Pensavo anche che qui la scuola fosse migliore ed in effetti è per loro un’esperienza straordinaria. Il tempo qui dove siamo è sempre caldo e anche quello aiuta la deambulazione di Clara, che soffre molto il freddo. Qui poi la mentalità è differente, a me quella europea stava molto stretta. Insomma, mi sono detta che dovevamo provare questa cosa!

Che cos’è Clara Woods LLC?

Clara Woods LLC è l’azienda che abbiamo creato qui, negli Usa. Prima c’era Clara Woods, che era l’azienda italiana e che abbiamo chiuso per poter continuare il lavoro qui. Clara Woods LLC nasce con due scopi: uno è creare un brand internazionale per Clara, che abbia un team che opera con lei e per lei e che parli al mondo di disabilità e inclusione. In questo modo, se mai a me e Carlo accadesse qualcosa, lei avrebbe qualcosa di suo su cui lavorare. Le permetterebbe di vivere e di sentirsi realizzata. Non solo, in Clara Woods LLC vorremmo anche lanciare un’agenzia che a sua volta promuova il talento di persone disabili che per qualche motivo – economico e non – hanno difficoltà ad affermarsi nel mercato.

(cblive.it)

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Contro gli stereotipi: “Sessualità, disabilità e pittura”

Al via la terza edizione di “Sensuability & Comics”, il concorso per fumettisti e illustratori sul tema della sessualità e della disabilità, promosso dall’associazione Nessunotocchimario. Per abbattere gli stereotipi a colpi di mouse, matita e ironia

Anche nell’arte è sempre questione di Sensuability. Nome di un percorso che utilizza nuovi e differenti linguaggi per rappresentare e vedere in altro modo la disabilità. Arriva così alla sua terza edizione “Sensuability & Comics”, il concorso che attraverso il linguaggio artistico si propone di informare e di sensibilizzare sul tema della sessualità e della disabilità, oltre che di far conoscere il progetto Sensuability, che da sempre si pone l’obiettivo di abbattere gli stereotipi relativi a questo argomento attraverso fumetto, illustrazione, film.

«La nostra sfida è contribuire a diffondere una cultura che rappresenti una fisicità differente dai soliti canoni estetici imposti dai media», spiega Armanda Salvucci (nella foto), presidente di Nessunotocchimario, associazione promotrice del concorso. «Il fumetto e l’illustrazione possono rappresentare in modo efficace tutte le forme di disabilità, anche quelle meno visibili, contribuendo a creare un nuovo immaginario erotico che descriva corpi non perfetti, ma con una forte carica sensuale».
Il tema del concorso è “Sessualità, disabilità e pittura”: fumettiste/i e illustratrici/illustratori esordienti (e non) (minimo 16 anni di età) dovranno realizzare “n. 1 opera originale e inedita, in forma di illustrazione o di fumetto nella quale sia rappresentata una scena romantica, erotica o sensuale tratta da un quadro, famoso o che sia significativo per il/la partecipante, mettendo al centro della scena protagonisti con corpi imperfetti ma estremamente sensuali, che esprimano la bellezza e la potenza della loro diversità” (in allegato il regolamento del concorso).

Tutte le forme di disabilità si raccontano attraverso le tavole dei partecipanti: l’obiettivo è demistificare, in modo ironico e leggero, il luogo comune per il quale il sesso viene quasi sempre associato all’aspetto esteriore e all’essere fisicamente attraenti. La domanda a cui rispondere è invece: che cosa succede quando uomini e donne e i loro corpi non corrispondono all’immagine idealizzata che la società impone?
La partecipazione al concorso è individuale e gratuita. Gli elaborati (categorie illustrazione e fumetto) si possono inviare fino al 15 gennaio 2021 e saranno sottoposti a un’autorevole giuria, di cui è presidente Frida Castelli -misteriosa disegnatrice erotica-, insieme a Fabio Magnasciutti, Cristina Portolano e Stefano Tartarotti, e che nominerà 3 vincitori.
La premiazione si terrà durante l’inaugurazione della mostra di fumetti Sensuability il 14 febbraio 2021, nella sala Deluxe della Casa del Cinema a Roma.

Titanic sensual, secondo classificato nella precedente edizione

Il concorso “Sensuability & Comics” e la mostra “Sensuability: ti ha detto niente la mamma?”, hanno visto il coinvolgimento di illustratori e fumettisti a livello nazionale con l’obiettivo di rappresentare il tema della sessualità e della disabilità attraverso i fumetti, probabilmente per la prima volta.
Durante queste tre edizioni hanno accettato di partecipare, donando una tavola per la mostra, Milo Manara, Frida Castelli, Fabio Magnasciutti, Stefania Infante, Mauro Biani, Cecilia Roda, Luca Baghetti, Frad, Marco Gavagnin, Lorenzo La Neve, Matilde Simoni, Pietro Vanessi, Tullio Boi, Andrea Bozzo, Nanni Mattei e molti molti altri.
Informazioni sul concorso: info@sensuability.it
(vita.it)

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Strategie pittoriche per superare la disabilità

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Una recente mostra del laboratorio di pittura del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola (Bologna)

Come già nel 2011, anche il laboratorio di pittura delMontecatone Rehabilitation Institute – il centro di Imola (Bologna) specializzato nella cura di persone con lesione midollare e/o grave cerebrolesione – entrerà con i suoi artisti – pazienti ed ex pazienti della struttura, nel cartellone di eventi previsti durante la ventiquattresima edizione della Biennale del Muro Dipinto di Dozza (Bologna), in corso fino al 15 settembre, la nota manifestazione che in tanti anni ha già visto decine e decine di pittori lasciare sui muri del piccolo centro emiliano una loro testimonianza, trasformando di fatto il paese in una “galleria d’arte permanente”.
La prestigiosa iniziativa, realizzata dal Comune di Dozza e dalla Fondazione Dozza Città d’Arte, con la consulenza scientifica del MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna), vedrà infatti anche quest’anno gli artisti lavorare a diretto contatto con il pubblico, che potrà assistere allo sviluppo delle opere, dal muro vuoto al loro compimento.
In tale contesto, quindi, una mostra di opere realizzate, come detto, da pazienti ed ex pazienti dell’Ospedale Montecatone e dal loro maestro d’arte Vincenzo Gualtieri, sarà visibile nei locali della Sala Parrocchiale (con accesso dalla Piazza del Comune), sabato 14 e domenica 15 settembre.Per l’occasione saranno presenti lo stesso Gualtieri eVittorio Menditto – artisti che hanno al proprio attivo varie esposizioni personali e collettive – che potranno spiegare agli intervenuti le strategie pittoriche che hanno adottato per superare la loro disabilità.
(superando.it)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Claudia Corsolini (corsolini@montecatone.com), Massimo Renzi(renzi@montecatone.com).11 settembre 2013

di Giovanni Cupidi

Iris Grace: una storia a colori

Iris Grace Halmshaw è una bambina autistica di 3 anni che ha fatto un tuffo nel mondo dell’arte con i suoi straordinari dipinti. 
Ha cominciato a dipingere come terapia, ma da quando i suoi genitori hanno deciso di mettere le sue opere in vendita hanno visto che i suoi quadri sono molto apprezzati, tanto da essere pagati fino a 830 sterline, quasi 1.000 euro.
La pittura ha anche contribuito a migliorare le condizioni della bambina, adesso ha un atteggiamento molto più felice. Sua madre, Arabella Carter-Johnson, ha detto di aver ricevuto pareri positivi sull’idea di pubblicare i dipinti di sua figlia su Facebook. “Ci siamo resi conto mesi fa che lei in realtà è davvero un talento, ha detto la signora Arabella. ”Domande per comprare i suoi quadri stanno fioccando da ogni parte del mondo e una stampa incorniciata è stata venduta in un’asta di ben come eficenza a Londra per 830 sterline“.
Il padre di Iris Grace, Peter-Jon Halmshaw, ha aggiunto: “Quando ha iniziato a dipingere con la terapia abbiamo pensato che era incredibile, ma siamo i suoi genitori così pensiamo che tutto quello che fa è incredibile. Ma un sacco di altre persone hanno iniziato a dire che il suo lavoro era fantastico. E così è cominciato il passaparola e tutto è iniziato“.
Finora, la famiglia ha venduto otto di opere d’arte di Iris Grace, e sta progettando di rendere disponibili anche le stampe dei dipinti. Alla bimba di tre anni, che non parla, è stato diagnosticato l’autismo l’anno scorso dopo che i suoi genitori hanno notato che lei raramente cercava il contatto visivo con loro, e hanno provato un certo numero di differenti terapie per aiutarla a socializzare. “Abbiamo iniziato con la terapia del gioco, con quella dell’equitazione, con la musicoterapia, e un bel paio di altri metodi“, ha detto Carter-Johnson, 32 anni. ”Con l’aiuto di esperti e di molti terapeuti è cambiata radicalmente in un breve lasso di tempo. Il contatto visivo era un evento raro, che lei non voleva o non sapeva come affrontare, non voleva giocare con noi ed era disperatamente angosciata quando l’abbiamo portata vicino a tutti gli altri bambini. Lei ora cavalca e si fa delle grosse risate, interpreta e comunica con la creazione di propri disegni. Abbiamo ancora una lunga strada da percorrere per aiutarla a socializzare e farla parlare, ma stiamo avendo grosse soddisfazioni per i suoi progressi. Il suo autismo ha creato uno stile che non ho mai visto in un bambino della sua età, fa un uso spettacolare dei colori e capisce come interagiscono tra loro. Lei è piena di entusiasmo e gioia quando tiro fuori i suoi pennelli“.
Il talento di Iris Grace è venuto alla luce  pochi mesi fa, quando sua madre per prima la incoraggiò per iniziare a disegnare. “Come parte della terapia del gioco ho cercato di spingere Iris Grace a disegnare“, ha spiegato. ”Le ho comprato un cavalletto, ma lei lo odia, da quando le ho messo la carta e la faccio dipingere sul tavolo lei si è illuminata. Usa tutto ciò che pensa possa andare bene in piena autonomia, lei ama sperimentare“. La signora Carter-Johnson ha aggiunto: “Mi piacerebbe pensare che la storia di Iris Grace possa essere fonte di ispirazione per tutti i genitori con un bambino autistico“.
Michaela Butter, co-direttore dell’Embrace Art,  l’Università di Leicester, ha detto: “I quadri di Iris Grace dimostrano così bene come la disabilità non è un ostacolo alla creatività“. La famiglia spera di organizzare una mostra a Londra per dare ai quadri di Iris Grace un pubblico più ampio. Tutti i profitti derivanti dalle vendite vengono utilizzati per comprare i materiali che servono alla bambina per giocare con i colori e per pagare i terapeuti che la stanno seguendo.
(Questo articolo è stato tratto e riadattato da leggilo.net)

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di Giovanni Cupidi