Roma: via libera ai progetti per migliorare la fruibilità di tre musei

La Giunta capitolina ha approvato tre progetti di intervento per la rimozione delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive in strutture scelte all’interno del Sistema Musei di Roma Capitale. L’obiettivo, si legge nella nota, è quello di garantire un più ampio accesso e una più diffusa partecipazione alla cultura, fornendo strumenti utili per rendere maggiormente inclusivi i luoghi della cultura e favorire la visita del pubblico con disabilità.

Il via libera ai progetti consente di partecipare a uno specifico bando all’interno della missione 1 del Pnrr dedicata alla digitalizzazione, all’innovazione e alla competitività e cultura, con specifico investimento sul «Patrimonio culturale per la prossima generazione. Con un importo complessivo di quasi 1,5 milioni di euro, la Sovrintendenza capitolina intende intervenire sui Musei Capitolini per 488mila euro, sul Museo di Casal De’ Pazzi per quasi 500mila euro e sulla Centrale Montemartini per 500mila euro.

«Si tratta di un provvedimento dall’alto valore civile e costituzionale– ha commentato l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor perché la cultura deve essere di tutti e per tutti senza barriere. Ecco perché, con i fondi del Pnrr, consentiremo a tre importanti realtà museali cittadine di compiere un notevole salto di qualità in termini di fruibilità e accessibilità».

Si realizzerà un unico percorso di visita accessibile a tutti, nell’ottica dell’«universal design», attraverso l’adeguamento del percorso principale del giardino con una viabilità non differenziata, l’eliminazione di barriere visive e uditive, la sostituzione del l’impianto multimediale con tecnologie più innovative e inclusive che utilizzino una molteplicità di linguaggi. È prevista la sistemazione delle aree all’aperto per migliorare l’accoglienza e l’accessibilità. Inoltre, si procederà all’implementazione del sito web, e all’incremento dell’utilizzo dei social network, per favorire il coinvolgimento degli adolescenti.

Roma musei

Nei Musei Capitolini, la prima raccolta museale pubblica dell’età moderna, la realizzazione del progetto renderà quanto più possibile coincidente l«esperienza di visita del pubblico con disabilità con quello degli altri visitatori per percorribilità e fruizione delle opere. Grazie agli interventi previsti, si ridurranno i disagi derivati dalla complessa architettura e distribuzione degli spazi articolati nel Palazzo dei Conservatori, nel Palazzo Nuovo e nella Galleria sotterranea che ospita la collezione epigrafica e conduce all’antico Tabularium, anch’esso parte del percorso museale.

Il museo verrà dotato di nuovi dispositivi utili al superamento delle barriere architettoniche e di nuovi supporti per l’orientamento nel percorso e la fruizione delle opere per i visitatori con disabilità cognitiva e sensoriale. I contenuti per i visitatori con disabilità sensoriale e cognitiva, si legge nella nota, implementeranno la pagina web dedicata, in un percorso virtuoso tra visita da remoto e in loco, che potrà essere supportata dai contenuti caricati sul web.

Il Museo di Casal De’ Pazzi ospita un importante sito archeo-paleontologico datato a circa 200mila anni fa, tra i pochi musealizzati in Italia e in Europa, e rappresenta un elemento chiave di riqualificazione delle periferie e di interazione con le comunità locali.

Infine, la Centrale Montemartini, museo nato dalla riconversione di un impianto industriale, la prima centrale pubblica di Roma per la produzione di energia elettrica, costruita nel 1912. La struttura accoglie oggi mosaici e reperti archeologici di età romana appartenenti alle Collezioni dei Musei Capitolini. Si lavorerà per rendere gli spazi più confortevoli e accessibili, rimodulando quelli dedicati all’accoglienza di tutti i visitatori e favorendo la visita a persone con disabilità sensoriale attraverso l’installazione di mappe e riproduzioni per l’esplorazione tattile.

La comunicazione interna verrà rinnovata grazie all’ausilio di audioguide e totem touch screen, al fine di ampliare e migliorare l’accesso al patrimonio tecnologico e archeologico del museo. Inoltre, con il restyling dello spazio esterno si contribuirà alla riqualificazione di un’area nevralgica del quartiere Ostiense, oggi oggetto di grandi trasformazioni. (corriere.it)

“Musei per tutti”, i luoghi di cultura accessibili per le disabilità intellettive

In occasione delle Giornate europee del patrimonio 2021, dedicate al tema dell’inclusione senza limiti e senza frontiere, anche il Museo nazionale romano è entrato, con tutte le sue sedi, nel circuito dell’iniziativa promossa dalla onlus “L’abilità”

Migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità intellettiva facendo vivere l’esperienza della visita ad un luogo di cultura come ogni cittadino, permettendo di percepire la bellezza del patrimonio culturale, capirla perché adeguatamente spiegata, interiorizzarla perché vissuta a livello cognitivo ed emotivo.

È l’obiettivo del progetto “Museo per tutti”, promosso dall’associazione “L’abilità”, onlus nata a Milano nel 1998, che fin dalla sua fondazione si occupa di accessibilità e inclusione per le persone con disabilità. L’ultimo luogo di cultura, in ordine temporale, a entrare nel percorso, il Museo nazionale romano, è stato presentato il 25 settembre, in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2021, dedicate al tema dell’inclusione senza limiti e senza frontiere.

Il progetto nasce nel 2015 con la mission di aprire i musei a persone con disabilità intellettiva – spiega Carlo Riva, direttore dell’associazione L’abilità onlus -.
Quando si parla di inclusione ai musei spesso si fa riferimento alle disabilità sensoriali o motorie, mentre la disabilità intellettiva è sempre un po’ misconosciuta.”

Per noi era importante portare questo pubblico all’interno dei musei non attraverso percorsi di arte terapia, ma attraverso percorsi guidati dove la persona si possa avvicinare al mondo dell’arte e ne recepisca la bellezza in modo da avere poi una migliore qualità della vita e un benessere maggiore.
L’iniziativa è rivolta a bambini, ragazzi, adulti con ogni tipo di disabilità intellettiva, quindi da persone con sindrome di down a quelle con sindromi rare in cui è compromessa la funzione mentale, quindi persone con deficit di attenzione, concentrazione, memoria, orientamento”.

Per raggiungere questo obiettivo il progetto mette in atto azioni e strumenti specifici:“Noi facciamo una formazione agli operatori museali del settore educativo e a tutti gli operatori di sala e di back office coinvolti su cos’è la disabilità, cosa vogliono dire inclusione e un progetto su disabilità e arte.
Dopo costruiamo con loro uno specifico percorso di visita inclusivo e una guida accessibile stampata o scaricabile dal sito.”

“Musei per tutti”, i luoghi di cultura accessibili per le disabilità intellettive

Queste guide nascono da un lungo processo e raccontano cos’è un museo, le regole per accedervi, la descrizione di una decina di opere d’arte, cosa fare dentro al museo. Il tutto redatto nel cosiddetto ‘Easy to read’, un linguaggio facilitato codificato e regolamentato dall’Unione europea, adatto a essere utilizzato sia da bambini sia dagli adulti con queste problematiche”.

Sono guide scaricabili dal sito accessibile dedicato al progetto o dal sito internet di ogni luogo di cultura aderente:
Il caregiver, il genitore, l’educatore, l’insegnante, lo psicologo scarica la guida, si prepara con la persona con disabilità, che quando va al museo così non ha ansia, stress emotivo e psichico ma si avvicina all’opera con tranquillità, senza timore”.

La guida, precisa Riva, permette anche un lavoro a distanza: “Dopo la visita al museo si fa tutto un lavoro di rievocazione e memoria dell’esperienza vissuta”. L’iniziativa punta a promuovere “l’autonomia perché la persona con disabilità non ha bisogno di una visita guidata ad hoc, ma prende la guida e può andare da sola al museo. Se, invece, c’è un gruppo di adulti che frequenta un centro diurno o è residente in una comunità può telefonare al museo e il personale educativo formato da noi può fare una visita guidata ad hoc”.

Da settembre è on line il sito di “Musei per tutti”, che risponde ai criteri di accessibilità del web ed è interamente accessibile anche in inglese. Il sito ha il duplice obiettivo di presentare il progetto e i luoghi di cultura che hanno aderito sia alle persone con disabilità intellettiva – attraverso una presentazione dedicata in homepage con le immagini e i testi facilitati in “Easy to read” – sia agli addetti ai lavori degli ambiti culturale e socioassistenziale.Attraverso il sito i visitatori con disabilità intellettiva e i loro caregiver possono trovare i luoghi di cultura che sono diventati accessibili con tutte le informazioni di contatto e scaricare gratuitamente la guida per prepararsi alla visita.

Noi siamo presenti in tutta Italia e da qualche anno è nata una costola del progetto che si chiama ‘Bene Fai per tutti’ perché sono coinvolti i beni del Fai (Fondo ambiente italiano) con la stessa modalità – dichiara Riva -. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione De Agostini: tramite la Fondazione e il Fai ogni anno rendiamo accessibili due o tre musei o beni del Fai”.

L’ultimo luogo di cultura reso accessibile è il Museo nazionale romano. “Su Palazzo Altemps già avevamo fatto un intervento due anni fa, adesso abbiamo completato con le altre tre sedi – Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo e Crypta Balbi – e rivisto alcuni percorsi su Palazzo Altemps”, afferma il direttore della onlus.

Il patrimonio del Museo nazionale romano, esposto in palazzi storici e articolati complessi monumentali, ha rappresentato una vera sfida per la squadra composta dall’équipe di Museo per tutti e dal personale del Servizio educativo del Museo nazionale romano: l’obiettivo è stato non solo presentare i singoli reperti, restituendone il più possibile il significato storico e artistico, ma anche rendere comprensibili spazi che i secoli hanno trasformato e rimodellato. Le guide accessibili per il Museo nazionale romano possono essere scaricate dal sito istituzionale: www.museonazionaleromano.beniculturali.it.

“Musei per tutti”, i luoghi di cultura accessibili per le disabilità intellettive

Ad oggi sono 18 i luoghi di cultura italiani accessibili alle persone con disabilità intellettiva grazie a “Museo per tutti”: la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, il Museo nazionale romano, il Bego – Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino (Firenze), la Venaria Reale (Torino), il Museo archeologico San Lorenzo di Cremona, il Museo degli Innocenti a Firenze, il Museo delle Culture del mondo – Castello D’Albertis a Genova; e 11 Beni del Fai – Fondo per l’ambiente italiano. Inoltre, sono state realizzate 21 guide accessibili e 7 mostre accessibili e si contano 1.000 visitatori con disabilità intellettiva all’anno.

In questi anni – dice Riva – abbiamo avuto un buon riscontro all’iniziativa soprattutto in termini di benessere: quello che ci raccontano i caregiver è che nel loro immaginario difficilmente pensavano di andare al museo perché viene visto come un luogo di alta cultura, distante, non comprensibile per persone con disabilità intellettiva, la cui vita di solito è relegata ad attività in piscina, al parco, al mercato, una vita di comunità improntata su attività facilmente comprensibili.”

L’idea del museo un po’ sconvolgeva: quando abbiamo fatto capire che c’erano elementi facilitatori e che quindi non si trattava semplicemente di andare a guardare delle opere, ma c’era tutto un processo di formazione degli operatori museali e con tanto materiale da leggere e di cui guardare le immagini, è stato il lasciapassare per un’attività che dà benessere e permette di ampliare gli orizzonti. Le persone con disabilità sono state bene come gli stessi caregiver”.

A fine anno, conclude Riva, “inaugureremo il museo accessibile di Brera e quello del Castello Sforzesco a Milano”.
(difesapopolo.it)

Musei accessibili ai disabili, la tecnologia può tanto (ma non viene usata)

Se l’innovazione non è diffusa non serve a creare inclusione, specie in relazione alla disabilità, una condizione che può riguardare tutti noi in determinati momenti della vita. Ecco perché la tecnologia per i musei e per tutti gli istanti della vita può e deve essere inclusiva pur senza essere costosa o individualizzata

Una domanda aperta, non senza risposta, che nasconde una seconda domanda: cosa parliamo quando parliamo di esperienza museale per una persona con disabilità? Come possiamo rendere inclusiva la risposta?

Innovazione, condivisione, inclusione

Abbiamo imparato che per ogni innovazione tecnologica introdotta dobbiamo fare passare del tempo per poter vedere a cosa realmente può essere utilizzata affinché sia realmente utile. Una innovazione è efficace se diventa condivisa e quindi se diventa una cifra comune nella relazione tra le persone e la società nel suo insieme, specie se lavora sui principi dell’inclusione.
Tutte le tecnologie che usiamo e che hanno cambiato la nostra vita hanno passato una prima fase nella quale con grande riluttanza sono state male accettate; in un secondo tempo, gradualmente, sono state accolte non senza timori. Infine l’accettazione: da innovazione a pratica quotidiana.
Il tempo che ciascuno di noi ha per adattarsi all’innovazione è legato alla nostra capacità di trovare un nuovo equilibrio all’interno dei micro sconvolgimenti che comunque e sempre provocano alla nostra esperienza del mondo: le nostre abitudini e le nostre rappresentazioni della realtà devono essere riviste all’interno di nuove mappature mentali. L’innovazione cambia radicalmente la nostra esperienza quotidiana in relazione al nostro modo di percepire il mondo.

Dobbiamo lavorare sul ricollocare il nostro punto di vista all’interno della novità che l’innovazione porta, in altre parola rielaborare la nostra idea di esperienza.
In taluni casi l’innovazione non porta a cambiamenti ma a veri e propri apertura di orizzonte di movimento e di conoscenza. Questo è sicuro il modo migliore per comprendere l’importanza delle tecnologie nella nostra vita quotidiana.

L’innovazione nei musei

Ci sono luoghi speciali dove non solo si cambia l’esperienza ma si apre a nuove fasce di pubblico: i musei.
Da almeno trent’anni i non vedenti utilizzano libri in formato elettronico e hanno a disposizione strumenti per la trasmissione e la conservazione della conoscenza. Da meno tempo utilizzano tecnologie portatili che gli permettono di porre domande all’interno della rete in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento. Possono ottenere risposte grazie a ricerche personali, grazie alla sperimentazione dei nuovi codici linguistici che li porta a raccogliere i dati per ampliare la propria esperienza del mondo.

È necessario quindi passare dalla sperimentazione, dai proclami, che terminano dopo la prima sperimentazione ad una vera pratica inclusiva.

Perché l’innovazione senza continuità non è inclusiva

Se l’innovazione non è diffusa, non lavora su un’idea di catena, di continuità, non serve a creare inclusione. Se viene a mancare un passaggio tutto ciò che si è creato prima e dopo non serve.
Specie in relazione alla disabilità: questa non è legata necessariamente a una menomazione bensì è il risultato negativo e stigmatizzante che si verifica tra una persona (con le sue condizioni di salute e le sue funzionalità) e il contesto (sfavorevole) in cui si trova a operare e compiere attività.
Occorre quindi un cambiamento percettivo. Nessuno è salvo: non è una condizione che appartiene a un numero ristretto, definito e circoscritto di persone in quanto è una caratteristica che riguarda potenzialmente tutti gli esseri umani in determinati momenti della vita.
Di tutto questo può farsi carico la tecnologia sia per i musei che per tutti gli istanti della vita, nel rispetto di “un approccio progettuale mirato alla creazione di soluzioni inclusive, utilizzabili dal maggior numero possibile di persone, senza dover ricorrere ad adeguamenti o soluzioni speciali, riducendo o azzerando i costi aggiuntivi connessi a soluzioni individualizzate”.
Questo approccio antidiscriminatorio ha come riferimento ideale tutti gli utenti di un dato ambiente, senza distinzione di età, abilità, genere, ecc (Convenzione ONU su Diritti delle persone con Disabilità UN, 2006 – ratificata nel 2011 come legge dello stato Italiano).

(agendadigitale.eu)

Così i non vedenti possono riscoprire i monumenti

Conoscere l’arte toccandola con mano”. È questa la sfida di Tooteko, startup culturale innovativa che ha sviluppato un nuovo metodo d’apprendimento basato su tatto e udito. Tooteko è, infatti, il nome del dispositivo che consente di conoscere la storia di un monumento semplicemente toccandolo: il tutto, grazie ad un anello hi-tech al cui interno è montato un sensore che legge i tag NFC (Near Field Communication, la stessa tecnologia che utilizziamo quando facciamo pagamenti con il cellulare). Il sistema è stato recentemente impiantato anche all’Ara Pacis di Roma, dove non vedenti e ipovedenti possono conoscere la storia del monumento su una traccia audio archiviata su un’App.

VIDEO 

Il futuro? “Creare una rete di musei – racconta Serena Cuffato, architetto del team di Tooteko – , per allargare il pubblico e dare a tutti la possibilità di godere dell’arte”.

(West-info)