(Ri)mettere sulla moto le persone con disabilità? Si può fare

Sul circuito Tazio Nuvolari si è appena svolto uno dei corsi per motociclisti con disabilità organizzato dall’associazione Di.Di e supportato da Bmw Italia. Abbiamo seguito l’evento da un punto di vista privilegiato, quello di un motociclista da poco paraplegico

Cervesina (PV), circuito Tazio Nuvolari: a mettersi il casco per imparare come si fa ad andare in moto ci sono una dozzina di ragazzi con disabilità e una voglia pazzesca di rimontare in sella, o di salirci per la prima volta. L’evento è organizzato dall’associazione Di.Di. (Diversamente Disabili) e supportato da BMW Italia. Di.Di da qualche anno offre corsi di guida dedicati, con moto opportunamente modificate e istruttori certificati.

Presidente e fondatore di Di.Di è Emiliano Malagoli, pilota paraolimpico di livello internazionale. Cresciuto con la passione del motociclismo, Emiliano nel 2011 a seguito di un incidente stradale ha subito l’amputazione della gamba destra, ma dopo soli 400 giorni è rimontato in sella al Mugello. E da lì in poi non si è più fermato.

Dopo la partecipazione alla maratona di New York nel 2019, con una protesi all’arto inferiore, proprio a Cervesina ha annunciato che domenica 25 settembre sarà al via della maratona di Berlino, perché «l’unico modo per migliorarsi è sfidarsi». 

Prima gli esercizi nel paddock

Il corso si svolge come tutti gli altri, o quasi: briefing tecnico sul comportamento da tenere in pista e divisione in gruppi in base alle esigenze. Da una parte chi salirà sulle Pit Bike (il corso è pensato per chi per età o per condizione psico-fisica non può guidare una moto più grande), dall’altra chi ha subito un’amputazione o una grave lesione a un braccio o una gamba, quindi le persone paraplegiche.

Si passa alla vestizione: indossare una tuta in pelle non è facile e lo è ancor meno per chi siede su una carrozzina. In soccorso vengono amici e parenti al seguito, oltre a una squadra di volontari di trenta persone tra lo staff di BMW Motorrad Italia e i soci del Federclub. Persone che nel corso della giornata saranno sempre pronte a dare una mano.

Quindi si va nel paddock, per prendere dimestichezza con la moto adattata e per gli esercizi tra i birilli. Ogni gruppo viene seguito – passo per passo – da istruttori con lo stesso tipo di disabilità. Questo aiuta a mettere a loro agio i partecipanti, che sanno di avere al loro fianco una persona che si è confrontata con le stesse difficoltà. Ciò nonostante, all’inizio la tensione è palpabile tra chi deve montare in sella. Un’ansia che si stempera subito una volta saliti in moto e si vede che ce la si fa. E man mano comincia il divertimento. 

Moto per paraplegici
La moto per i paraplegici ha le rotelle, ma poi si tolgono

Qualche attenzione particolare è richiesta per chi siede su una carrozzina, la persona deve essere caricata di peso sulla moto prima di tutto. La moto è attrezzata con un carrello posteriore che la tiene in piedi da ferma e che viene azionato dal motociclista: deve essere sollevato subito dopo la partenza e abbassato appena prima di fermarsi. Oltre a questo ci sono due bracci laterali con ruote più grandi e fisse, che limitano l’angolo di piega: sono necessari all’inizio, per evitare cadute.

Ho potuto provarla brevemente, durante la pausa pranzo per non togliere spazio ai corsisti. Dopo un paio di tentativi, partire e fermarsi è diventato più facile: i rotelloni quasi non toccavano più terra e quando lo facevano davano fastidio, perché falsavano la piega. Non a caso vengono tolti dopo un paio di prove. Io però non ho avuto tempo. Com’è risalire in moto? Avere un manubrio tra le mani, è stata una sensazione forte, diversa da prima ma molto bella. Mi iscriverò al prossimo corso? Ho tante cose da fare, ma ci sto pensando. 

Nel pomeriggio tutti in pista a dare gas

Se al mattino c’era tensione, dopo pranzo l’aria si taglia con il coltello: è ora di mettere le ruote in pista. Sempre per gruppi: in testa l’istruttore e poi gli allievi che si alternano dietro di lui. A chiudere la fila un secondo istruttore. A fine turno si esce, è il momento del confronto: ogni allievo dice cosa va e cosa no, spiega le difficoltà incontrate. Poi ovviamente a dire la sua interviene l’istruttore.

Secondo turno, più veloci e sicuri. E poi via ancora. A fine giornata, felicità e divertimento si vedono sul volto di chi ha aspettato questo momento per diverso tempo. Per alcuni si è trattato semplicemente di chiudere un cerchio rimasto aperto dopo l’incidente e di risalire in moto un’ultima volta. Magari ripeteranno l’esperienza. Qualcuno (chi può) prenderà la patente speciale AS. C’è poi chi si farà la sua moto da pista. In ogni caso ne è valsa la pena. Come dice Emiliano: «Se si riesce a fare una cosa così difficile come andare in moto, allora le cose di tutti i giorni diventano molto più facili». (corriere.it)

Paralimpici, Dutto va alla Dakar: è il primo motociclistica paraplegico

Nicola Dutto in sella alla sua moto riadattata

Domenica 6 la partenza del più classico dei rally da Lima (in Perù) dove poi la “maratona” motoristica arriverà il 17 gennaio

Eccola un’altra porta del “si può” che si apre. Il protagonista, questa volta, è Nicola Dutto. Il 48enne di Beinette è il primo motociclista paraplegico di sempre al via della Dakar. Già un altro pilota l’aveva corsa nel 2017, ma a bordo di un’auto: Gianluca Tassi, presidente del Cip Umbria, è stato il primo italiano con disabilità a partecipare al rally più importante al mondo, chiudendolo con successo al 41° posto assoluto e primo della classe T2. La Dakar parte domenica 6 gennaio da Lima, e termina il 17 gennaio, dopo dieci tappe, sempre nella capitale del Perù. In gara 334 veicoli di cui 167 tra moto e quad. Le nazioni rappresentate sono 61.

CREDERCI SEMPRE — Nicola ha perso l’uso delle gambe il 20 marzo 2010 per una frattura della settima vertebra dorsale causata da una caduta all’Italian Baja, a Pordenone, in prossimità del fiume Tagliamento, a 150 chilometri orari. Il pilota cuneese, 49 anni il 13 gennaio, non ha però smarrito la sua voglia di vivere e di continuare a cavalcare la sua passione a bordo dell’amata due ruote. Non ha mai odiato la moto o rinnegato quello che ha fatto. Proprio nel Baja, dove si gareggia da soli contro il cronometro su fondi sterrati, si è affermato in Italia e in Europa facendo incetta di titoli. E due anni dopo l’incidente era già nuovamente in sella: nel 2012 ha corso la Baja Aragon in Spagna, diventando il primo pilota paraplegico a gareggiare assieme ai normodotati in un mondiale Desert Race. Si reputa fortunato perché ha potuto trasformare una passione in una professione. Quando sale sulla moto si dimentica di non poter usare le gambe. Ci ha creduto e ha coronato il suo sogno, solo sfiorato lo scorso anno a causa di un problema fisico che gli aveva impedìto di testare le moto da spedire in Sudamerica per la Dakar 2018.

MOTO ADATTATA — Nicola, numero 143, sarà al via con la KTM 450 EXC-F modificata, dotata di comandi a manubrio, ovvero cambio e frizione automatica così come il freno posteriore. Adattata con roll-bar di protezione per le gambe, schienale su misura, in caso di cadute o imprevisti sarà soccorso dai “ghost riders” Paolo Toral, Victor Rivera e Julian Villarrubia che saranno al suo fianco lungo gli oltre 5 mila chilometri del percorso.

(gazzetta.it)

La stagione esplosiva di quei centauri con disabilità

Il Bridgestone Champions Challenge è un trofeo aperto a moto di diverse marche nelle Classi 600 e 1000, accomunate però dallo stesso fornitore di gomme. Dallo scorso anno, esso si caratterizza per un’ulteriore particolarità: è il trofeo prescelto dalla ONLUS Di.Di. – Diversamente Disabili, della quale seguiamo sin dall’inizio le attività, per schierare i propri piloti artolesi, portatori di protesi o con altre disabilità, insieme ai “normodotati”. Si qualificano e corrono insieme, ma con classifiche separate.
Stiamo parlando del Di.Di.Trophy, l’ultima tappa del quale si è disputata qualche giorno fa sul tracciato toscano del Mugello, durante un weekend che ha visto i piloti del Team Di.Di stupire tutto il paddock e in particolare i loro avversari “normodotati”, con i quali si sono confrontati sin dalla prima gara, facendo registrare già dalle qualifiche tempi realmente entusiasmanti.

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È stata dunque una gara con il coltello tra i denti, quella nella “classe regina” dei 1000, che ha visto giocarsi il titolo Daniele Barbero – portatore di protesi alla gamba sotto l’anca – , presentatosi in griglia con dieci punti di vantaggio sul diretto rivale Fabio Tagliabue, monocolo. Fuori dalla lotta, invece, il “dentista volante” Enrico Mariani, a causa di una rottura del motore della suaYamaha R1, durante le qualifiche del sabato.
Alla fine, sotto la bandiera a scacchi sono transitati rispettivamente le wild card Mattia Buriani, monocolo, unitosi al Team Di.Di. solo nell’agosto scorso, e la new entry Fabio Pitorri, romano, anche lui con un’amputazione alla gamba. Sul terzo gradino del podio Barbero, che ha relegato alle sue spalle Tagliabue e l’altra wild card Luca Raj.
Ad aggiudicarsi quindi il Di.Di. Trophy 2014 nella Classe 1000 è stato Daniele Barbero, che pur essendo al al suo primo anno di corse, si è rivelato subito molto veloce, seguito da Fabio Tagliabue ed Enrico Mariani.

Nella Classe 600, poi, a contendersi il titolo sono stati Cristian Carnevale, audioleso, su Yamaha R6 ed Emiliano Malagoli, amputato alla gamba destra, su Sukuzi GSXR 600. Per entrambi vi sono stati problemi di messa a punto sin dalle qualifiche del sabato. Malagoli, però, è riuscito a trovare un buon assetto prima della partenza, che gli ha permesso di sorpassare ben otto piloti allo spegnersi del semaforo. Carnevale, invece, si è dovuto accontentare di una gara conservativa fino alla bandiera a scacchi, per evitare di buttar via punti preziosi.
A vincere pertanto sia la gara che il titolo di categoria è stato Emiliano Malagoli, presidente della ONLUS Di.Di. e già detentore del titolo 2013, mentre la seconda piazza è andata a Cristian Carnevale, che ha messo alle sue spalle il toscano Daniel Pertusati.

Si è chiusa così la stagione agonistica 2014 del Team Di.Di. che quest’anno ha schierato i piloti non solo nelBridgestone Champions Challenge, insieme ai “normodotati”, ma – come ampiamente riferito a suo tempo su queste stesse pagine – anche nella Di.Di. Bridgestone Cup e nella Di.Di.World Bridgestone Cup, due gare interamente dedicate ai piloti con disabilità, uniche al mondo, la prima delle quali si è svolta in maggio sul tracciato romano di Vallelunga, mentre la seconda – riconosciuta come gara internazionale – si è disputata alla fine di agosto sempre al Mugello, con la partecipazione di una ventina di piloti, tra cui Alan Kempster, venuto dalla lontana Australia pur di non mancare a quell’evento unico.

Ma questo 2014 dei Di.Di. non è stato contrassegnato solo dallo sport: infatti, a Pasquetta, il 21 aprile, sul circuito di Vallelunga, la ONLUS ha organizzato il Di.Di. Day, giornata di solidarietà con la presenza della “madrina” Annalisa Minetti, la nota cantante e atleta paralimpica, che ha dedicato a tutti i presenti un assaggio del suo tour Io rinasco.
Per l’occasione erano presenti anche piloti professionisti come Michel Fabrizio, Lucio Cecchinello eFabio Massei, che hanno indossato la loro tuta per portare tra le curve del circuito romano i ragazzi con disabilità accorsi per vivere una grande emozione su due ruote.
E ancora, entro questo mese di ottobre verrà inaugurato il Progetto Patenti A Speciali, in collaborazione con l’ACI, la Motorizzazione di Roma e il Centro di Guida sicura ACI-SARA di Vallelunga, che permetterà a centinaia di ragazzi con disabilità di (ri)prendere la patente speciale per la moto con i mezzi adattati dalla Scuola Di.Di.
Infine, è in programma la presenza di due equipaggi Di.Di alla 200 Miglia del Mugello, tradizionale appuntamento di fine anno organizzato dalla Promoracing sul circuito toscano il 15 e 16 novembre.

Sono dunque parecchie le iniziative messe in campo – o meglio, “in pista” – da questa giovane Associazione, nata solo nel mese di gennaio del 2013, e altrettante quelle in cantiere, grazie anche al determinante sostegno e collaborazione di tutti i partner (FMI, Vircos, Bridgestone Italia, Ideal Gomme, Handytech, Honda, Ortopedia Michelotti, Ortopedica Mancini, Intrasecur Group, 8Esquad, Promoracing e Gentlemen’s Motor Club), dei testimonial (Annalisa Minetti, Lucio Cecchinello, Alex De Angelis, Michel Fabrizio, Dario Marchetti, Fabio Massei, Massimo Roccoli, Giovani Di Pillo, Giancarlo Falappa e tanti altri ancora) e di tutti gli amici e i fan di questo gruppo realmente esplosivo, che sta creando interesse e ammirazione in Italia e altrove.
(superando.it)

di Giovanni Cupidi

Moto e disabilità, la passione non conosce limiti

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L’autodromo italiano del Mugello ha ospitato la prima gara motociclistica internazionale riconosciuta dalla FMI riservata a piloti diversamente abili. L’ideatore: “Un sogno che diventa realtà”

Chi l’ha detto che senza una gamba bisogna rinunciare alla passione per le due ruote? La risposta ce la danno i piloti della prima edizione della Di.Di.World Bridgestone Cup, la gara motociclistica internazionale dedicata ai piloti diversamente abili della Di. Di. Onlus, Diversamente Disabili Onlus, che sono scesi sulla pista del Mugello lo scorso weekend, 23 e 24 agosto, e hanno gareggiato all’ultima piega.
 
In griglia di partenza, schierati sui loro bolidi, una ventina di piloti con varie disabilità: artolesi, amputati, con deficit visivi o di udito. Venti persone con tanta voglia di competizione, passione per le due ruote ed energia vitale da vendere. Tra loro anche Alan Kempster, pilota australiano che si audefinisce “l’uomo a metà” e che ha corso con un solo braccio e una sola gamba, sfidando le leggi della fisica e le credenze popolari, senza l’ausilio delle protesi. Accanto a Kempster anche la romana Samantha Palmucci, unica donna in gara, penalizzata dalla parziale lesione del nervo brachiale del braccio sinistro, lesione che non è riuscita però a scalfire il suo amore per le due ruote e la sua voglia di adrenalina.
 
Sin dal 1960 sono state celebrate gare sportive riservate agli atleti diversamente abili. A Roma, proprio in quell’anno si svolsero i primi “Giochi paralimpici estivi”, e da allora le Paralimpiadi sono un appuntamento costante. Nel campo del motociclismo però mancava una competizione che permettesse ai centauri disabili di mettersi

in gioco. Ci ha pensato Emiliano Malagoli, vittima tre anni fa di un incidente in moto che gli è costato la gamba destra dal ginocchio in giù, che con la sua Di.Di. Onlus ha dato la possibilità ai motociclisti con qualche disabilità di scendere in pista e affrontare una competizione sportiva ufficiale.
 
L’associazione fondata da Malagoli un anno e mezzo fa si pone come obiettivo primario proprio il ritorno in sella, come metafora di un ritorno alla vita “normale”, per tutti coloro che hanno problematiche di disabilità. Così, dopo essere riuscito a schierare i suoi centauri nella “Bridgestone Champions Challenge” nelle classi 600 e 1000 accanto ai piloti “normodotati”, ha ideato una competizione ad hoc con regole su misura: sull’ordine d’arrivo sono applicati i coefficienti di disabilità, proprio come per i punteggi delle Paralimpiadi.
 
La gara del Mugello è stata inserita nel calendario delle gare internazionali della FIM e si è trasformata in un weekend di festa, con testimonial d’eccezione come la cantante Annalisa Minetti, piloti come Alex de Angelis, Dario Marchetti, Fabio Massei, Massimo Roccoli, il team manager della MotoGP Lucio Cecchinello, Alessandro Nannini e Giovanni di Pillo, “the voice del Mugello”. “Un ringraziamento particolare a tutti gli amici della Di.Di. e agli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione di questo sogno – ha commentato Emiliano Malagoli – Non avrei mai pensato di raggiungere questo traguardo in poco più di un anno dalla fondazione della Onlus. Sarà un weekend indimenticabile per tutti”.
(repubblica.it)

di Giovanni Cupidi

Moto per disabili: allestimenti, quali sono e come funzionano

 

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Oggi vogliamo parlare di moto, ma rivolgendoci ad un target particolare: i disabili. Il motociclista è annoverato nell’immaginario comune come uno spirito libero, baciato dal vento in sella alla sua moto che percorre (magari…) una highway infinita. Ok, magari è un po’ estrema come visione, ma ci può stare. Chiunque abbia sperimentato almeno una volta le due ruote è riuscito a capire, a percepire lo spirito di libertà ad esse associato, ma purtroppo la vita è imprevedibile e può portare ad avere una disabilità che, apparentemente, impedisce la guida “in equilibrio”. Bene, sappiate che non è così, perchè esistono degli appositi allestimenti da moto per disabili che permettono di tornare in sella senza problemi e nel pieno rispetto delle normative. Oggi vogliamo farvi vedere alcuni di questi sistemi.

Come tutti sappiamo per guidare una moto è necessario che ogni arto svolga una diversa funzione: la mano destra gestisce acceleratore e freno anteriore, la mano sinistra la frizione, gamba e piede destro azionano il freno posteriore e gamba e piede sinistro servono a cambiare marcia. Detto questo dobbiamo dividere la modifiche necessarie in base al tipo di disabilità.
Iniziamo con le disabilità che interessano gli arti superiori. Se il braccio destro non è perfettamente funzionale o ha subito un’amputazione, le posizioni di freno ed acceleratore vanno riviste. Solitamente la soluzione più utilizzata è quella di spostare entrambi i comandi sulla parte sinistra del manubrio, con la possibilità di montare un acceleratore a leva (come i quad, ndr) oppure a manopola, dal funzionamento identico a quello originale.
Se invece la disabilità riguarda il braccio sinistro sarà la frizione a “preoccuparci”. Le possibilità sono due: o la si sposta vicino alla leva freno anteriore, quindi a destra del manubrio, oppure si crea una frizione a pedale. Ovviamente questo è un problema che viene facilmente risolto con modelli di moto come l’Honda NC750X DCT, che hanno il cambio automatico e non prevedono la leva della frizione.
Dalla parte superiore del corpo passiamo adesso a quella inferiore. Se il problema riguarda la gamba destra è possibile seguire tre strade: spostare il freno posteriore sul manubrio, spostarlo sulla sinistra della moto oppure creare una ripartizione automatica di frenata utilizzando solo la leva del freno anteriore. Nel primo caso si provvede all’istallazione di una leva supplementare sulla destra del manubrio, cosa che può però portare a movimenti confusionari della mano, nel secondo caso si sposta il freno dietro al comando del cambio, così da poterlo azionare con il tallone, nel terzo caso si uniscono i circuiti frenanti per avere un’azione unica. In realtà quest’ultima opzione è la meno preferibile, in quanto sulla moto è meglio avere comandi separati soprattutto per correggere la traiettoria in curva.
Se la disabilità interessa la gamba sinistra le modifiche da apportare riguardano il cambio ed il cavalletto. Anche per la leva del cambio esiste sia la possibilità che venga spostata sulla destra della moto sia che venga posizionato un comando sul manubrio. Quest’ultima opzione è quella che risulta più facile alla guida e lavora con dei tiranti collegati alla leva originale. Anche interessandoci alle modifiche per il cavalletto le opzioni sono le stesse, quindi o lo si sposta sul lato opposto oppure sul manubrio e si azione grazie ad un sistema elettromeccanico.
C’è purtroppo la possibilità che la disabilità sia più grave ed interessi entrambi gli arti inferiori. In questo caso si può optare direttamente per l’acquisto di un trike, moto che al posteriore è dotata di due ruote anzichè una (ma esistono anche aziende che prendono moto “comuni” e le trasformano in trike). In alternativa sono stati proposti sistemi di rotelle per riuscire a mantenere l’equilibrio in ogni situazione: queste sono fisse fino alla velocità di 15 km/h, oltre i quali diventano mobili e facilitano la piega della moto.
(allaguida.it)

Misano, moto: torna il trofeo per piloti disabili. Anche una raccolta fondi per Alessia Polita

Il trofeo riservato ai piloti disabili è solo al terzo round della prima stagione, ma la sua popolarità è già alle stelle. Per l’appuntamento al “Marco Simoncelli” di Misano, in calendario questo weekend, numerosi campioni hanno già assicurato la loro partecipazione in veste di testimonial delle iniziative in programma a firma del Team Di.Di. Ci sarà infatti il puro momento agonistico, con le prove libere, le qualifiche e le gare delle classi 600 e 1000, nel contesto della Bridgestone Cup, ma ci saranno anche i momenti di aggregazione con il pubblico e con i campioni.

I piloti che hanno già dato la loro adesione sono il romagnolo Niccolò Antonelli, alfiere del Team Go&Fun Honda Gresini in Moto3 e il sammarinese Alex De Angelis, portacolori del team Forward Racing Speed Up SF13 in Moto2.  Ospiti d’eccezione anche Marco Lucchinelli, campione del mondo della 500 nel 1981, Manuel Poggiali, iridato in 125 nel 2001 e in 250 nel 2003, Dario Marchetti, protagonista delle gare di endurance a livello mondiale e la campionessa europea del 2006 Chiara Valentini, che alla fine del turno di qualifiche di sabato mattina si cimenteranno in pista per alcuni giri di prova in sella alle moto adattate con le quali i piloti disabili disputano tutto il campionato.

Un’opportunità eccezionale che è stato possibile organizzare grazie alla fattiva collaborazione della Federazione Motociclistica Italiana, in particolare dell’organizzatore del CIV e della Coppa Italia Simone Folgori. Ospite d’eccezione anche Niccolò Bulega, quattordicenne pilota della PreGP che quest’anno si è già aggiudicato due gare sul bagnato.

Per dissetare piloti e sostenitori nel caldo weekend di luglio, sarà presente Go&Fun, il Title sponsor del Team Go&Fun Honda Gresini, l’unico Energy drink presente durante la manifestazione, a base di 5 estratti vegetali, dal sapore unico e sorprendente. Per conoscere i piloti Di.Di. anche fuori dal circuito, l’appuntamento è venerdì alle 21, al Beach Cafè di Misano, all’evento organizzato da Bridgestone Cup.

I DI.DI. PER ALESSIA POLITA – Oltre la gara, un’importante iniziativa di solidarietà: i Di.Di. organizzano una raccolta fondi da devolvere alla fondazione Onlus Lady Polita51, per sostenere la forte pilota jesina gravemente infortunata lo scorso 15 giugno. In pista anche il fratello Alex Polita. La jesina Alessia Polita è grande amica dei Di.Di. e ha vissuto mille confronti in pista con Chiara Valentini, attuale segretario dell’Associazione Di.Di. Una settimana prima della caduta, Alessia si era recata a Imola per sostenere il team dei piloti disabili, in occasione della loro seconda gara.

Per un incoraggiamento, sia pure soltanto morale, ad Alessia Polita, c’è poi anche un’altra iniziativa, sempre a firma dei Di.Di.: sabato, alle ore 19.45, piloti, meccanici, addetti ai lavori, amici e pubblico si ritroveranno in pista con le magliette acquistate, per partecipare alla foto di gruppo che verrà inviata alla pilota jesina. Il primo a scendere in pista sarà proprio il fratello di Alessia: Alex Polita. Un appuntamento al quale non si può mancare.

Così funziona la raccolta fondi per Lady Polita 51 – La raccolta fondi ha l’obiettivo di offrire un piccolo sostegno economico durante il lungo percorso riabilitativo che Alessia dovrà affrontare in questi mesi al Montecatone Rehabilitation Institute di Imola, dove attualmente è ricoverata. L’iniziativa si svolgerà a Misano con il contributo fondamentale di Ideal Gomme, Bridgestone Challenge, Motoclub Derapassion, Resett Engineering di Fabriano e Michelotti Ortopedia di Lucca.

Da venerdì a domenica verranno messe in vendita 200 T-shirt al costo minimo di 10 euro, il cui ricavato andrà devoluto alla neonata Onlus “LadyPolita51”. Sarà possibile acquistare le magliette presso l’hospitality della Bridgestone e presso l’ufficio iscrizione piloti della FMI, oltre che dalle hostess della Bridgestone che saranno ben visibili nel paddock. Chi non potesse venire a Misano, può comunque dare il suo contributo alla raccolta facendo una donazione sul conto corrente bancario della Lady Polita 51 Onlus. L’IBAN è: IT53 C060 5521 2060 0000 0013 004 – BANCA MARCHE SpA

(www.riminitoday.it)