Mbility, l’App per il trasporto urbano di persone con disabilità

In Italia, soltanto il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani. La startup Mbility nasce a Milano per offrire a chi ha una disabilità permanente o temporanea la possibilità di prenotare una o più corse in tempi ridotti. Con la garanzia di supporto da parte di società attrezzate e personale qualificato

Come Uber o Free Now, anzi meglio. Perché all’offerta del servizio, in questo caso si aggiunge la presenza fondamentale di personale qualificato. Mbility è la startup che sta aprendo la porta – o meglio, la portiera – all’inclusività sul fronte della mobilità urbana. Rappresenta l’incontro perfetto tra la domanda di trasporti professionali da parte degli utenti con disabilità e le società attrezzate per il trasporto di carrozzine con personale qualificato.

Il suo obiettivo? Offrire a chi ha una disabilità permanente o temporanea la possibilità di prenotare una o più corse via App, nel pieno rispetto delle diverse esigenze e con tempi di attesa ridotti. 

In Italia le persone con disabilità – ovvero che soffrono a causa di problemi di salute, di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali – sono 3,1 milioni, pari al 5,2% dell’intera popolazione, di cui 1,5 milioni anziani non autosufficienti, un numero, quest’ultimo, destinato a raddoppiare entro il 2030 (fonte Istat 2019).  Inoltre, circa 800.000 persone ogni anno si infortunano con gravi conseguenze che limitano la mobilità temporaneamente o permanentemente. 

App Mbility

L’Osservatorio nazionale sulla condizione delle disabilità, nell’audizione presso la presidenza del Consiglio dei ministri del 24 marzo 2021, ha segnalato infatti che la capacità di spostarsi liberamente è molto limitata tra le persone con disabilità. I dati sulla mobilità, relativi al 2019, mostrano che soltanto il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani.

«Il nostro desiderio è quello di consentire alle persone che per qualunque ragione vivono con una disabilità di muoversi liberamente nei contesti urbani, favorendo la socializzazione e l’opportunità di accedere ai luoghi di studio, lavoro, cura e svago», spiega Marco Amico, CEO e Co-founder di Mbility.  «Come accade per altri servizi di trasporto automobilistico, il passeggero può valutare gli autisti», aggiunge.

«Inoltre, abbiamo pensato che fosse importante dare la possibilità ai parenti e ai care giver di monitorare il percorso per essere sicuri che tutto vada per il meglio». Al momento della prenotazione chi deve spostarsi scopre subito qual è il costo e la durata prevista del viaggio, visualizzando le informazioni sullo smartphone.

La startup è già attiva su Milano e Hinterland grazie al supporto del Comune di Milano (che ha premiato e finanziato l’iniziativa) e a una serie di collaborazioni con trasportatori locali.

«Ci siamo accorti che molte aziende di trasporto per persone con difficoltà motorie non riescono a impiegare al meglio le loro flotte. C’è una grande frammentazione nell’offerta di servizi di trasporto attrezzati e una scarsa o assente digitalizzazione dei gestori di questi servizi. Collaborando con Mbility queste realtà hanno la possibilità di lavorare di più, mentre noi facciamo conoscere più velocemente la piattaforma», sottolinea il Presidente e co-founder Alfonso Correale.

Disabili, agevolazioni fiscali: requisiti e come ottenerli

Tutte le agevolazioni fiscali per sostenere i disabili e i loro familiari in particolare nelle spese sanitarie e per l’eliminazione delle barriere architettoniche

Le agevolazioni fiscali per le persone disabili e i loro familiari sono molte in Italia. Riguardano i figli a carico con disabilità; l’acquisto di un automobile, o di altri mezzi di aiuto sia tecnici sia informatici; le detrazioni Irpef per le spese che vengono sostenute per l’abbattimento delle barriere architettoniche; deduzioni dal reddito per le spese sanitarie o l’assistenza personale.
In questa guida le abbiamo racchiuse tutte. Potrebbero essere d’aiuto ai disabili e ai loro familiari che ancora non ne avessero beneficiato.

Spese mediche e assistenza sanitaria

Le spese mediche, così come l’assistenza specifica sostenuta dai disabili, sono deducibili per intero dal reddito della persona con disabilità. I costi di “assistenza specifica”, nei quali rientra quella infermieristica e riabilitativa. Si possono sottrarre al reddito complessivo pure se a sostenerle sono i familiari dei disabili che non li hanno fiscalmente a carico.
Rientrano nei costi deducibili anche le spese mediche generiche, come ad esempio l’acquisto di medicinali.
E dunque, tra le spese di assistenza specifica rientrano:

•l’assistenza infermieristica e riabilitativa;

•le prestazioni fornite dal personale in possesso della qualifica di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale (in particolare se sono dedicate esclusivamente all’assistenza diretta della persona disabile);

•le prestazioni del personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo; quelle dell’educatore professionale; quelle del personale qualificato che si interessa dell’attività di animazione e di terapia occupazionale.

Diritto alla deduzione

Per avere diritto alla deduzione bisogna essere in possesso della fattura rilasciata dal professionista sanitario. Nel documento deve risultare la figura professionale che ha reso la prestazione e la descrizione della prestazione.
Se la fattura è intestata al solo disabile, la deduzione spetta al familiare che ha sostenuto il costo. Ma è necessario integrare la fattura annotando l’importo sostenuto.
Possono essere sottratti dal reddito anche i costi per le attività di ippoterapia e musicoterapia, se prescritte da un medico: il professionista deve però accertare che siano necessarie per il disabile e devono essere svolte in centri specializzati e direttamente, o sotto la loro direzione e responsabilità, di personale medico o sanitario specializzato (come psicoterapeuta, psicologo, terapista della riabilitazione, fisioterapista o altre figure professionali simili).

Spese non deducibili dal reddito

Queste spese non sono invece deducibili dal reddito:

•spese sostenute per le prestazioni di un pedagogista, perché non ritenuto un professionista sanitario, opera infatti nei servizi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-culturali.

•Spese sanitarie specialistiche (analisi, visite specialistiche, operazioni chirurgiche) e spese per l’acquisto di dispositivi medici. Per questi costi spetta però la detrazione del 19% sulla parte che eccede 129.11 euro.

•Se il dispositivo medico rientra tra i mezzi indispensabili per l’accompagnamento, la deambulazione, la locomozione (spostamenti), il sollevamento di persone disabili (come le stampelle), il diritto alla detrazione del 19% può essere ottenuto sull’intero importo della spesa sostenuta.

•Spese alimentari per fini medici speciali, quelli in particolare inseriti nella sezione A 1 del registro nazionale, per questi costi è prevista la detrazione del 19% sulla parte che eccede i 129,11 euro.

•Le spese versate a una Cooperativa per sostenere un minore con handicap nell’apprendimento.

Per il Ministero della Salute questa attività è di natura pedagogica ed effettuata da operatori non sanitari, anche se sono qualificati nel sostegno didattico – educativo, e non può essere definita sanitaria.
Non ha importanza – secondo il Ministero – che sia svolta sotto la direzione di una psicologa.
Se il disabile viene ricoverato in un istituto di assistenza non sarà possibile detrarre dal reddito l’intera retta pagata, ma solo quella parte che riguarda le spese mediche, paramediche e di assistenza specifica. Per questi motivi è necessario che nella documentazione rilasciata dall’istituto di assistenza le spese risultino indicate in modo separato.

Spese detraibili dall’Irpef

Per alcune spese sanitarie così come per quelle sostenute per acquistare dei mezzi di ausilio è riconosciuta la detrazione dall’Irpef del 19%.
Questo tipo di detrazione può essere utilizzata anche dal familiare del disabile, ma solo a condizione che la persona con disabilità sia fiscalmente a suo carico.
Per le spese sanitarie specialistiche (analisi, prestazioni chirurgiche e specialistiche) è possibile sottrarre dall’imposta la parte che supera l’importo di 129,11 euro.
Sono invece ammesse integralmente alla detrazione del 19% queste spese:

•Trasporto in ambulanza del disabile (ma le prestazioni specialistiche effettuate durante il trasporto possono essere detratte del 19% solo per la parte che supera i 129,11 euro).

•L’acquisto di poltrone per inabili e minorati non deambulanti e gli apparecchi per il contenimento di fratture, ernie e per la correzione dei difetti della colonna vertebrale.

•L’acquisto di arti artificiali per la deambulazione.

•La costruzione di rampe per l’eliminazione di barriere architettoniche esterne ed interne all’abitazione. Per queste spese la detrazione non è prevista se in contemporanea si fruisce dell’agevolazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

•L’adattamento dell’ascensore per renderlo idoneo a trasportare la carrozzella e l’installazione la manutenzione della pedana di sollevamento all’interno dell’abitazione del disabile.

•L’acquisto di strumenti tecnici e informatici che possono facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei disabili. In questa categoria rientrano le spese sostenute per l’acquisto di fax, modem, computer, telefono a viva voce, schermo a tocco, tastiera espansa, telefonini per sordomuti e i costi di abbonamento al servizio di soccorso rapido telefonico.

•I mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento dei disabili.

•per l’acquisto di una bicicletta elettrica a pedalata assistita da parte di disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti. Per averne diritto è necessario che il disabile produca oltre alla certificazione di invalidità o handicap rilasciata dalla commissione medica pubblica, anche la certificazione del medico specialista della Asl che attesti la funzione rilevante (collegamento funzionale) tra la bicicletta elettrica e la menomazione della persona disabile.

Questo collegamento funzionale deve essere dimostrato anche per l’acquisto di telefonini per sordomuti, sussidi tecnici e informatici e cucine. Si può accedere all’agevolazione solo se il “collegamento” viene evidenziato dalla certificazione rilasciata dal medico curante o dalla prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell’Asl.
Anche le spese per i servizi di interprete possono essere detratte del 19%, ma solo se si possiedono le certificazioni fiscali rilasciate dai fornitori dei servizi.
Le agevolazioni sono solo per i disabili affetti da sordità congenita (dalla nascita) o acquisita durante l’infanzia (età evolutiva), e che quindi ha compromesso l’apprendimento del linguaggio parlato.
La detrazione non spetta invece per servizi resi a persone affette da sordità di natura psichica, o a causa di guerra, lavoro o di servizio.

Certificazioni necessarie

Per ottenere la detrazione sono considerati disabili (oltre alle persone riconosciute dalla commissione medica ai sensi della legge 104), anche coloro che sono stati ritenuti invalidi da altre commissioni mediche pubbliche, quelle – per capirci – che sono incaricate ai fini del riconoscimento dell’invalidità civile, di lavoro, di guerra o altre.

•Con la Legge 104. I disabili riconosciuti dalla Legge 104 possono attestare le condizioni personali anche con una autocertificazione che fa riferimento ad accertamenti sanitari precedenti effettuati da organi che stabiliscono l’invalidità.

•Nei casi di grave invalidità o menomazione per beneficiare della deduzione delle spese mediche e di assistenza specifica è necessaria la certificazione rilasciata ai sensi della Legge 104.

•Con invalidità di accompagnamento. Per gli invalidi civili ai quali non è stato accertato l’handicap, la grave e permanente invalidità o menomazione deve essere ravvisata, se non è stata indicata nella certificazione, quando viene attestata una invalidità totale. Ma anche in tutti i casi in cui non sia attribuita l’indennità di accompagnamento.

Detrazione Irpef per le spese di addetti all’assistenza

Possono essere detratte del 19% anche tutte le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi in cui la persona disabile non sia autosufficiente.
Il 19% è calcolabile su un ammontare della spesa che non sia superiore ai 2.100 euro. Ma a condizione che il reddito complessivo del contribuente non sia superiore ai 40mila euro.
L’importo di 2.100 euro deve essere riferito al singolo contribuente e non al numero di soggetti a cui si rivolge l’assistenza.
Ci spieghiamo meglio: se un contribuente ha sostenuto spese per sé e un altro familiare la somma sulla quale potrà calcolare la detrazione resta comunque di 2.100 euro.
Se invece più contribuenti hanno sostenuto le spese, la detrazione va divisa tra loro.
La detrazione spetta anche per questi tipi di assistenza:

•una casa di cura o di riposo (la documentazione deve certificare in modo distinto i costi riferiti all’assistenza rispetto a quelli che sono invece stati sostenuti per altre prestazioni).

•Una cooperativa di servizi (la documentazione deve specificare il tipo di servizio effettuato).

•Un’agenzia interinale (la documentazione deve specificare la qualifica e il contratto del lavoratore).

Questa è la guida completa sulle agevolazioni fiscali eleborata dall’Agenzia delle entrate.

(thewam.com)

La bicicletta per tutti: la startup che mette sulle due ruote anziani e disabili

Dall’Olanda modelli speciali per carrozzine e persone con disabilità: Remoove offre servizi e consulenza per una nuova mobilità


C’è una bella differenza tra rimuovere e ri-muovere, tra mettere da parte e rimettere in movimento vincendo disabilità e immobilità, tra esclusione e inclusione. Partendo dal nome è ben chiaro cosa punti a fare Remoove: «Il nostro obiettivo è abilitare la società: non è la persona che ha una disabilità, ma la società che non è pronta ad accogliere quella persona», sintetizza Mattia Bonanome, cofondatore e Ceo della startup nata non lontana dal lago di Garda.
Quando parla di disabilità Bonanome non intende solo i tre milioni di disabili ex legge 104, ma una platea allargata a dieci milioni di persone in Italia che oltre ai disabili comprende gli anziani che fanno fatica a muoversi o con disabilità lieve. Ma che si può ampliare anche a papà e mamme che vogliono fare la spesa o portare a spasso i figli con modalità alternative: «Bisogna trasformare il concetto di disabilità in diversità in senso lato, che poi rappresenta un fattore essenziale della vita del pianeta con prodotti e servizi adattabili a target più estesi». Da questo punto Alex Zanardi rappresenta un esempio concreto per dimostrare che qualsiasi disabilità, piccola o grande, non deve rappresentare un ostacolo.

Come poter “ri-muovere” quelle persone? “La bicicletta è lo strumento ideale per una mobilità alternativa, in grado di rimettere le persone in grado di muoversi, soprattutto grazie ai modelli pensati per bisogni speciali”, spiega Bonanome, una lunga esperienza di accompagnatore e consulente nel cicloturismo, che ha fondato ad Arco di Trento la startup insieme a due amici uniti dalla passione per le due ruote, Andrea Tomasoni, manager in ambito finanziario, e Matteo Taddei, esperto di comunicazione.
La partenza non è stata facile. Remoove è nata nel dicembre: giusto il tempo di iniziare a ordinare le biciclette ed è arrivato il lockdown. Ma una startup che si occupa di mobilità non poteva certo permettersi di stare ferma, soprattutto perché proprio i disabili erano le persone più colpite dalla chiusura. Remoove ha così iniziato a mettere a disposizione le biciclette olandesi Van Raam, tricicli speciali pensati per i disabili, complici anche i Comuni disposti a chiudere un occhio pur di fornire un servizio ai soggetti che più avevano bisogno di movimento.
L’esperienza ha permesso di mettere a punto le strategie di business che dai servizi a disposizione della sanità pubblica e dell’associazionismo si allargano ai Comuni per la creazione di bike sharing inclusivi e agli operatori turistici. È nato così Garda Hotspot, format di Remoove per mettere in rete albergatori, commercianti e realtà locali con l’obiettivo di raggiungere una nuova fascia di clientela: un target con esigenze specifiche, ma anche con elevato tasso di fidelizzazione se vede soddisfatte le proprie esigenze. Già oggi il target potenziale è attorno al 17% della popolazione europea affetta da disabilità in senso lato, sia patologici sia anziani, un bacino di oltre 130 milioni di persone. Ma le stime parlano di circa il 30% della popolazione che sarà over 65 per il 2040, solo in Italia. Senza tenere conto che accanto alla triciclette ci sono poi bici speciali per portare anziani immobilizzati in carrozzina e cargo bike per spesa e bambini. Per mostrare le potenzialità concrete del servizio sono nati in questo periodo i “Re-bike”, eventi itineranti nel Nord Italia in cui le biciclette speciali vengono messe a disposizione per tutti.

Per scelta i tre fondatori hanno deciso di fare di Remoove una società ordinaria, piuttosto che un’impresa sociale: «La diversità non deve essere affrontata solo con buona volontà, ma con servizi di mercato come per tutte le altre persone pretendendo qualità e professionalità», conclude il president e Ceo Andrea Tomasoni.

(Ilsole24ore.com)

EXTREME X8, LA CARROZZINA ELETTRONICA A 4 RUOTE MOTRICI CHE VA ANCHE SU SABBIA E NEVE

E’ arrivata la nuova versione della Extreme X8, la carrozzina elettronica 4×4 tra le più affidabili del mercato, ora con sistema elettronico R-net e un nuovo restyling. Grazie alla dotazione dei quattro motori high torque (a coppia elevata da 700 W ciascuno) Extreme X8 riesce a raggiungere i 10km/h di velocità senza problemi superando gradini, pendenze, sabbia o fango.I braccioli sono stati ridisegnati e ora sono perfettamente ergonomici, creati con una morbida “schiuma” all’interno e rivestiti da un tessuto realizzato esclusivamente per garantire il comfort dell’utente. E’ stato aggiunto un nuovo snodo del joystick girevoleomnidirezionale con possibilità di blocco magnetico, rendendo il movimento molto più facile. I comandi manuali sono retraibili, così l’utente potrà avvicinarsi ad un tavolo senza difficoltà o impedimenti.

VIDEO

La seduta è modulare con la possibilità di abbinare qualsiasi altro sistema di seduta o di funzioni elettroniche (bascula, elevazione, schienale e pedane). Il sistema tecnologico di nuova generazione garantisce all’utente l’autonomia in qualsiasi momento abbia bisogno di cambiare posizione. Grazie agli pneumatici di 14” a bassa pressione, la X8 può salire e scendere dai marciapiedi e spostarsi senza problemi sulla sabbia morbida, sulla neve, nel fango e di superare pendenze proibitive per qualsiasi altra carrozzina.

INFORMAZIONI TECNICHE:” Velocita Max.: 10 km/h ” Potenza Motore: 4x 700watts ” Larghezza: 71cm ” Lunghezza: 115cm ” Autonomia: 25km ” Peso max. utente: 155kg ” Trazione: 4 ruote motrici ” Batteria: 2 x 73ah

INFO IMPORTANTE:

Riconducibilità nomenclatore tariffario: 12.2127009, 12.2403163, 18.0939133, 18.0939145, 18.0939033, 18.0939021

​Disabilità, ecco la guida sull’accessibilità dei luoghi turistici di Bruxelles

Si chiama “Bruxelles per tutti”, è in tre lingue (inglese, francese e olandese) e contiene indicazioni utili per le persone a ridotta mobilità che soggiornano in città. Al suo interno si trovano censiti hotel, ristoranti, spazi commerciali, centri sportivi e luoghi di divertimento
Si chiama “Bruxelles per tutti” ed è una guida che contiene informazioni sull’accessibilità di alberghi, ristoranti, spazi commerciali, centri sportivi e luoghi di divertimento. La guida è stata realizzata dall’associazione Amt (Accèss et mobilité pur tous) Concept che da 10 anni promuove l’informazione sull’accessibilità e sui servizi per le persone a mobilità ridotta sia attraverso la guida (la prima è uscita nel 2003) che sul sito www.bruxellespourtous.be. Scaricabile dal sito di Amt in 3 versioni (inglese, francese e olandese), la guida ha come obiettivo quello di facilitare il soggiorno a Bruxelles per i viaggiatori con disabilità. “Anche se negli ultimi anni sono stati apportati miglioramenti significativi a Bruxelles, l’accessibilità dei luoghi turistici è ancora lontana dall’essere raggiunta – dicono gli autori – in particolare per quel che riguarda i trasporti, gli edifici pubblici, i negozi, i ristoranti e i luoghi di divertimento”. La guida intende dare informazioni rigorose sullo stato dei luoghi come, ad esempio, la presenza di gradini, la larghezza delle porte o una fioriera mal posizionata che può impedire l’accesso alle persone con ridotta mobilità o ai loro accompagnatori. “Questa nuova edizione cartacea contiene informazioni semplici e concise sull’accessibilità e rimanda al sito Internet per eventuali approfondimenti”, precisa Miguel Gerez, direttore di Amt Concept.
In qualità di ministro per le Politiche per la disabilità di Bruxelles, ho il compito di favorire l’inclusione delle persone disabili nella società – scrive Céline Fremault, che ha la delega anche alla Casa e all’Ambiente, nella prefazione alla guida – La Carta “Handistreaming” (che vuole favorire l’inclusione in tutti gli ambiti pubblici) realizzata a dicembre 2015 ha proprio questo obiettivo ed è un segnale forte del mio impegno. Spero che la guida ‘Bruxelles pour tous’ in versione aggiornata e completata con i miglioramenti fatti negli anni per rendere la città più inclusiva permetta alle persone a ridotta mobilità di godere appieno di tutte le attività organizzate a Bruxelles”.

(Redattore Sociale)

Aspasso, arriva a Bologna la bici per persone con disabilità motoria

image

Dopo il debutto lo scorso febbraio a Senigallia, dove ha sede Protec Ambiente che promuove questo progetto di mobilità urbana sostenibile, da qualche settimana Aspasso è arrivata nel capoluogo emiliano dove si può noleggiare da Dynamo, la prima velostazione italiana, al costo di una bicicletta standard

Dall’Olanda all’Italia grazie a due amici. È nata così l’idea di portare nel nostro Paese Aspasso, la prima bici per persone con disabilità motoria. “Bisogna fare le cose belle, al di là del business”, racconta al nostro giornale Alberto Franceschini, il papà italiano di Aspasso.

image
Aspasso Infografica

Dopo il debutto lo scorso febbraio a Senigallia, dove ha sede Protec Ambiente che promuove questo progetto di mobilità urbana sostenibile, da qualche settimana Aspasso è arrivata a Bologna. Qui si può noleggiare da Dynamo, la prima velostazione italiana, al costo di una bicicletta standard. Il capoluogo emiliano è la prima città di grandi dimensioni che ospita questo progetto pilota con una forte connotazione turistica. La sperimentazione bolognese, che proseguirà fino in autunno, sta andando bene e c’è molto interesse intorno al progetto. Infatti, pochi giorni fa Aspasso è stata utilizzata anche in occasione della Skarrozzata, la passeggiata nel centro cittadino per provare la disabilità.

«Io sono un imprenditore – spiega Franceschini – ma ho capito subito che era un’idea geniale. In Italia non c’è nulla per la mobilità dei disabili che non sia la carrozzina. Gli è precluso andare in bici, mentre in Olanda ci sono già tante soluzioni».

Poter fare una passeggiata, “provare la sensazione del vento in faccia”, aggiunge Franceschini, è quello che Aspasso permette di fare. Si tratta di un mezzo leggero e semplice da usare, che permette il trasporto della persona senza doverla spostare dalla sedia a rotelle. Unica in Italia, Aspasso si aggancia in pochi secondi alla sedia a rotelle e, grazie ad un sistema di pedalata assistita e di retromarcia, può essere guidata da tutti.

A Senigallia la cooperativa sociale Casa della Gioventù usa questa bici speciale per portare “a spasso” i ragazzi disabili. Aspasso, però, è pronta per affrontare nuove tappe, come quella fra due settimane a Torino dove sarà presentata grazie all’impegno dell’associazione VolTo.
«Abbiamo avuto – spiega ancora Franceschini – alcune richieste di acquisto da parte di alberghi specializzati nel turismo per disabili e da parte di Comuni che vogliono metterla a disposizione dei cittadini». Uno dei sostenitori di Aspasso è Bancaetica, che dà la possibilità ai privati di un finanziamento di cinque anni per acquistare il mezzo.
(vita.it)

Disabilità, non aprite quella porta (dell’autobus)

Se volete restare anche voi un momento leggermente attoniti leggete ciò che è successo all’amico Max qualche giorno fa. La notizia gira in fretta e fortunatamente su più giornali.

_______________

di Max Ulivieri

Di lettere e commenti di viaggiatori incavolati ne sono pieni i quotidiani e i forum: mezzi di trasporto (bus, treni, aere, ecc.) che non partono, che non passano, che arrivano quando arrivano, che sono soppressi o che passano e che ti lasciano a terra. E, spesso, senza uno straccio di spiegazione e senza nessuna giustificazione, in barba all’etica, alle carte dei diritti e alla buona educazione. Quasi sempre, poi, senza che nessuno si senta in dovere di scusarsi. Anzi.
Nel momento che compri il biglietto, viaggiare (o non viaggiare), arrivare o no è a tuo rischio e pericolo. Ti saltano gli appuntamenti? Avevi solo da non prenderli. Perdi due giorni in attesa del mezzo? E allora? Hai tanti di quei giorni di vita davanti a te. Qual è il problema, sembra sempre quasi che dicano i responsabili delle compagnie di trasporto, pubbliche e private. Infatti per loro non è mai un problema. Il problema è di chi ha perso dei giorni di vacanza, un colloquio di lavoro, un guadagno, la possibilità di fare una cosa importante, piacevole o necessaria. Fin qui tutto normale: alle compagnie di trasporto appaiamo tutti come degli spensierati turisti perennemente in vacanza 365 giorni all’anno con nient’altro da fare che aspettare in stazione, in aeroporto, sotto la pensilina della fermata dei bus.
Ed è proprio alla fermata di un bus a Piombinoche è iniziata la disavventura di un giovane disabile e di sua moglie. M., piombinese trapiantato a Bologna, dopo avere trascorso il ferragosto in famiglia deve far ritorno alla sua abitazione ed al suo lavoro quotidiano nell’ambito del turismo accessibile (quando si dice la coincidenza). Per chi non lo sapesse, per una persona in carrozzina spostarsi con i mezzi non è così automatico e immediato come per tutti. Occorre prenotare con un certo anticipo, assicurarsi che ci siano i marchingegni che ti aiutano a salire, scendere e posizionarti sul mezzo, sperare che gli addetti sappiano come farli funzionare e nonostante tutte le previsioni e le rassicurazioni ci scappa sempre qualche intoppo. Ma quello che è successo domenica 20 agosto, nemmeno uno avveduto e scafato come M. poteva immaginarselo.
Per sicurezza lui e sua moglie si presentano mezz’ora prima alla fermata designata. Finalmente il bus arriva, sembra rallentare ma poi prosegue la sua corsa lasciando M. e la moglie a guardare sconsolati il mezzo che si allontana e chiedersi cosa avesse voluto dire l’autista che,senza fermarsi, aveva rivolto a loro dei gesti incomprensibili con la mano.M. fa chiamare l’azienda di trasporto dall’autista del secondo bus in arrivo (che ovviamente non aveva accessibilità a disabili) (la SITAbus, per la precisione). Il responsabile rintraccia l’autista e gli intima di tornare indietro a recuperare M. E qui, succede l’incredibile. I passeggeri si rivoltano e con la minaccia di ritorsioni economiche sull’azienda costringono il responsabile a ordinare all’autista di proseguire per la destinazione poiché loro avevano, chi la coincidenza, chi una persona che li attendeva, chi il lavoro, chi un appuntamento. Insomma, loro avevano da fare. E dei diritti.
Non come i disabili come M. che, come noto, non hanno niente da fare e che quindi il “fare niente” lo possono benissimo fare sia a Piombino che a Bologna o in qualsiasi altro posto. Egoismo? Superficialità? Ignoranza? Forse, tutte tre le cose insieme. Ma anche di più. E’ il retaggio di una subcultura che considera le persone con disabilità come cittadini di serie B, come soggetti/oggetti di assistenza, persone non in grado di vivere di luce propria, di avere attività professionali, sociali, di avere una vita relazionale, degli impegni, delle scadenze. Dei poverini, destinati a una esistenza infelice, inutile e vuota. Un’esistenza di serie B, appunto, meno importante di quella di chi invece perde una coincidenza.
Ah. Per chi non lo avesse capito, M. sono io. La storia è uscita sul Il Tirreno.

di Giovanni Cupidi