Il fumetto contro gli stereotipi sulla sessualità delle persone con disabilità

Il fumetto come strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sessualità e della disabilità: è questo il motivo ispiratore del concorso Sensuability & Comics. L’iniziativa, che vede la collaborazione del Comicon, è nata per diffondere e far conoscere il progetto Sensuability, lanciato dall’associazione di promozione sociale Nessunotocchimario.

Il fumetto come strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sessualità e della disabilità: è questo il motivo ispiratore del concorso Sensuability & Comics. L’iniziativa, che vede la collaborazione del Comicon, è nata per diffondere e far conoscere il progetto Sensuability, lanciato dall’associazione di promozione sociale Nessunotocchimario.

Un’idea nata per colmare un vuoto conoscitivo e rispondere ad alcuni quesiti inderogabili, come è possibile evincere dal manifesto del sito: “Perché la società è reticente a parlare, raccontare e persino immaginare persone con disabilità alla ricerca del piacere sessuale? Forse il corpo, le pulsioni erotiche e il desiderio sono un’esclusiva di chi non ha disabilità fisiche o cognitive? O le uniche risposte accettabili sono l’astinenza e l’assistenza sessuale?“.

Sensuability & Comics: contro la retorica delle persone disabili come “Eroi”

Purtroppo, spesso, i media tendono a trasformare le persone con disabilità nelle protagoniste di narrazioni svilenti e totalmente distaccate dalla realtà: vengono etichettate loro malgrado come “eroi” o “angeli“, senza che nessuno provi a compiere uno sforzo ulteriore per mostrarle esattamente per come sono, ossia persone con pregi e difetti, successi e insuccessi, amori ricambiati e falliti e, ovviamente, esperienze sessuali.

Ecco perché “Sensuability si pone l’obiettivo di cambiare l’immaginario collettivo sulle persone con disabilità per non fare più distinzioni, eccezioni, tortuosi ragionamenti e giri di parole“.

Il mondo della pubblicità – ha dichiarato Armanda Salvucci, ideatrice del progetto Sensuability e presidente di Nessunotocchimario –, più di ogni altro, riflette di continuo innumerevoli stereotipi sulla perfezione dei corpi e sulla stessa idea di sessualità. C’è molto lavoro da fare per superare l’attuale visione di questi temi, qualcosa sta cambiando con l’affermarsi di movimenti legati spesso alla body positivity ma la disabilità resta ancora un tabù difficile da affrontare“.

Il fumetto come mezzo per costruire immaginari più inclusivi

L’idea di Sensuability & Comics è animata dall’ambizione di scardinare per sempre questi preconcetti, avvicinando le persone con disabilità al proprio diritto al piacere. Allo stesso tempo, l’obiettivo è quello di incentivare una nuova narrazione della disabilità, che contempli la sessualità come parte integrante della vita di tutte le persone.

Lo facciamo con ironia, il registro che da sempre caratterizza le nostra attività, certi che un sorriso possa contribuire più di mille discussioni a fissare concetti e aprire porte”, ha concluso Salvucci. Da questo punto di vista, la narrazione a fumetti rappresenta uno strumento inestimabile per forgiare un nuovo immaginario collettivo: il concorso Sensuability & Comics è rivolto a tutti e tutte le fumettiste/i e illustratrici/illustratori esordienti e non, che abbiano compiuto i 16 anni di età.

L’iscrizione è gratuita e aperta a tutti gli appassionati dell’illustrazione e/o del fumetto. Ogni partecipante dovrà realizzare un’opera originale e inedita, nella quale sia rappresentata una scena romantica, erotica o sensuale tratta da una pubblicità famosa o che sia significativa per la partecipante. È possibile presentare le opere entro il 15 gennaio 2022.

La Presidente della giuria sarà la fumettista catanese Josephine Yole Signorelli, conosciuta come Fumettibrutti. La locandina della nuova edizione è stata realizzata da Salvatore Siliberto.

(fanpage.it)

Il coraggio di Farida, che lotta contro lo stigma della disabilità

Farida Bedwei è una donna ghanese che non si ferma davanti a nulla. Nonostante la paralisi cerebrale diagnosticata dopo la nascita, è oggi ingegnere, scrittrice e creativa. Ha creato un fumetto, poi diventato cartone d’animazione, che aiuta i bambini con la sua stessa disabilità a non vederla come un impedimento, ma una forza.

Ci vuole fantasia e molto coraggio, cose che non mancano a Farida Bedwei. Ingegnere del software ghanese e cofondatrice di Logicifel, una società fin-tech in Ghana, scrittrice e creativa. Per combattere un handicap, di cui lei stessa soffre, e dimostrare che le persone portatrici di disabilità hanno punti deboli e punti di forza come tutti gli altri, si inventa un fumetto, una supereroina, malata come lei di paralisi cerebrale, che non si ferma davanti a nulla grazie alle sue stampelle che diventato il simbolo della sua forza, del suo super-potere.

Farida è una donna che si è fatta strada in una società, quella ghanese ma un po’ di tutta l’Africa, dove possono solo i maschi. Nel continente africano le donne, pur essendo il vero motore della società in generale e di quella familiare, non hanno ancora la considerazione che meritano. Anzi, sono spesso vessate, messe ai margini, le sono precluse quelle attività, quei lavori che i maschi pretendono di tenersi per sé, perché non “adatti” alle donne. Insomma, la presunzione maschile regna sovrana.

Ma Farida è riuscita laddove molti maschi non sono stati in grado di affermarsi. Ma oltre che donna, la Bedwei, è anche handicappata. Un’onta in Africa. La disabilità non è certo accettata, anzi è vista come una maledizione che piomba cupa sulla famiglia. Non è stato così per Farida. Anzi è diventata il motore stesso della sua esistenza.

Il giorno dopo la nascita a Farida viene diagnosticata una paralisi cerebrale. È nata a Lagos in Nigeria e ha trascorso la sua prima infanzia vivendo in tre Paesi diversi – Dominica, Grenade e Regno Unito – a causa del lavoro di suo padre con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. All’età di 9 anni la sua famiglia si traferisce in Ghana.  Per la giovane Farida la famiglia è stata fondamentale. Il padre capisce la passione per computer della giovane figlia all’età di 15 anni e da lì parte la sua carriera.

Munita di stampelle a causa della sua disabilità, Farida non si è fermata davanti a nessun muro. Li ha superati con grande abilità. Ma non le è bastato tutto ciò. Non è sufficiente fare carriera, nonostante donna e disabile. Vuole fare qualcosa di più. Trovare il modo di dire a tutti, in particolare ai bambini, che la disabilità non è un impedimento, anzi è una forza. Lei stessa, in un’intervista ad Africanews, spiega che le persone con “disabilità sono descritte come deboli, ma abbiamo punti deboli e punti di forza come tutti gli altri ed è ora che l’attenzione si sposti da ciò che non possiamo fare a ciò che possiamo fare”.

Così inizia la sua battaglia in difesa dei diritti dei disabili. Scrive un libro intitolato “Definition of a Miracle”, che lei stessa definisce come un “racconto di fantasia di alcune esperienze che ho avuto da bambina, crescendo con paralisi cerebrale in Ghana”. Come in molti paesi africani, e il Ghana non fa differenza, esistono leggi per la difesa dei diritti dei disabili, ma rimangono sulla carta, hanno poca efficacia. Non riescono a incidere sulla realtà, faticano a scalfire le credenze e le superstizioni ancestrali. Leggi che rimangono lettera morta.

La supereroina Karmzah

Farida si chiede cosa possa fare per cambiare le cose. Come far capire, soprattutto ai bambini, che la disabilità non è uno stigma, che anche con delle stampelle puoi fare ciò che vuoi e non sei da meno degli altri, i cosiddetti normodotati. Che puoi essere un eroe, anche se devi usare dei bastoni per poterti muovere? Nasce così un fumetto che ha come protagonista la supereroina Karmzah.

Farida crea un personaggio straordinario, una guerriera (che poi è lei) che usa le stampelle – che l’aiutano a camminare – per combattere contro i cattivi e difendere i deboli. Con quelle due stampelle fa acrobazie in volo, corre e salta ma guai a perderne una. L’idea di creare il fumetto – diventato un cartone con l’animazione creata dal team Leti Arts in Ghana, società di videogiochi di Accra – è nata per dare consapevolezza ai bambini con paralisi cerebrale di poter essere fieri di sé stessi e far comprendere che si possono fare tante cose, dalle più normali alla più straordinarie.

Quelle stampelle, che per molti sono un impiccio, qualcosa da nascondere, per Karmzah (alter ego dell’archeologa Morowa Adjei) sono la sua forza, il potere di supereroina deriva proprio da quelle stampelle, senza le quali non potrebbe fare nulla. “Karmzah – racconta Farida – suona come il nome di una guerriera senza fronzoli, che sconfigge i cattivi. Con i suoi limiti, ha la paralisi cerebrale e cammina con le stampelle, ma combatte e fa acrobazie da supereroe”.

(africarivista.it)

Contro gli stereotipi: “Sessualità, disabilità e pittura”

Al via la terza edizione di “Sensuability & Comics”, il concorso per fumettisti e illustratori sul tema della sessualità e della disabilità, promosso dall’associazione Nessunotocchimario. Per abbattere gli stereotipi a colpi di mouse, matita e ironia

Anche nell’arte è sempre questione di Sensuability. Nome di un percorso che utilizza nuovi e differenti linguaggi per rappresentare e vedere in altro modo la disabilità. Arriva così alla sua terza edizione “Sensuability & Comics”, il concorso che attraverso il linguaggio artistico si propone di informare e di sensibilizzare sul tema della sessualità e della disabilità, oltre che di far conoscere il progetto Sensuability, che da sempre si pone l’obiettivo di abbattere gli stereotipi relativi a questo argomento attraverso fumetto, illustrazione, film.

«La nostra sfida è contribuire a diffondere una cultura che rappresenti una fisicità differente dai soliti canoni estetici imposti dai media», spiega Armanda Salvucci (nella foto), presidente di Nessunotocchimario, associazione promotrice del concorso. «Il fumetto e l’illustrazione possono rappresentare in modo efficace tutte le forme di disabilità, anche quelle meno visibili, contribuendo a creare un nuovo immaginario erotico che descriva corpi non perfetti, ma con una forte carica sensuale».
Il tema del concorso è “Sessualità, disabilità e pittura”: fumettiste/i e illustratrici/illustratori esordienti (e non) (minimo 16 anni di età) dovranno realizzare “n. 1 opera originale e inedita, in forma di illustrazione o di fumetto nella quale sia rappresentata una scena romantica, erotica o sensuale tratta da un quadro, famoso o che sia significativo per il/la partecipante, mettendo al centro della scena protagonisti con corpi imperfetti ma estremamente sensuali, che esprimano la bellezza e la potenza della loro diversità” (in allegato il regolamento del concorso).

Tutte le forme di disabilità si raccontano attraverso le tavole dei partecipanti: l’obiettivo è demistificare, in modo ironico e leggero, il luogo comune per il quale il sesso viene quasi sempre associato all’aspetto esteriore e all’essere fisicamente attraenti. La domanda a cui rispondere è invece: che cosa succede quando uomini e donne e i loro corpi non corrispondono all’immagine idealizzata che la società impone?
La partecipazione al concorso è individuale e gratuita. Gli elaborati (categorie illustrazione e fumetto) si possono inviare fino al 15 gennaio 2021 e saranno sottoposti a un’autorevole giuria, di cui è presidente Frida Castelli -misteriosa disegnatrice erotica-, insieme a Fabio Magnasciutti, Cristina Portolano e Stefano Tartarotti, e che nominerà 3 vincitori.
La premiazione si terrà durante l’inaugurazione della mostra di fumetti Sensuability il 14 febbraio 2021, nella sala Deluxe della Casa del Cinema a Roma.

Titanic sensual, secondo classificato nella precedente edizione

Il concorso “Sensuability & Comics” e la mostra “Sensuability: ti ha detto niente la mamma?”, hanno visto il coinvolgimento di illustratori e fumettisti a livello nazionale con l’obiettivo di rappresentare il tema della sessualità e della disabilità attraverso i fumetti, probabilmente per la prima volta.
Durante queste tre edizioni hanno accettato di partecipare, donando una tavola per la mostra, Milo Manara, Frida Castelli, Fabio Magnasciutti, Stefania Infante, Mauro Biani, Cecilia Roda, Luca Baghetti, Frad, Marco Gavagnin, Lorenzo La Neve, Matilde Simoni, Pietro Vanessi, Tullio Boi, Andrea Bozzo, Nanni Mattei e molti molti altri.
Informazioni sul concorso: info@sensuability.it
(vita.it)

Disabilità e inclusione. Come dirlo? Con i fumetti

Nasce il progetto didattico “La SMAgliante Ada” destinato alle scuole elementari per raccontare ai bambini il valore della disabilità, dell’inclusione sociale e della conoscenza scientifica

Mai come in questo periodo si è parlato della scuola e dell’urgenza che i bambini ricevano la formazione necessaria, nonostante i rischi del momento. Un po’ meno, invece, o comunque non ancora abbastanza, si parla dell’importanza di educare i bambini alla conoscenza delle patologie sanitarie e dei valori dell’inclusione sociale. Nasce proprio perciò, in questo contesto, il progetto didattico-educativo “La SMAgliante Ada”, realizzato dall’Associazione famiglie Sma, dai Centri clinici Nemo e da Roche Italia, per accompagnare i bambini degli ultimi anni delle scuole elementari nel rientro a scuola, parlando di atrofia muscolare spinale (Sma) e di inclusione sociale. E lo fa in un linguaggio del tutto nuovo, quello dei fumetti, nel tentativo di fornire una guida utile nella comprensione di temi complessi e importanti come il valore della disabilità in quanto risorsa, dell’inclusione come opportunità, del valore della conoscenza scientifica per capire gli altri e soprattutto imparare a mettersi nei loro panni.


COS’È L’ATROFIA MUSCOLARE SPINALE
L’atrofia muscolare spinale è una malattia genetica rara che determina una debolezza dei muscoli che può essere di grado variabile, a seconda della forma clinica, in cui si perdono progressivamente le capacità motorie, con particolare interessamento delle gambe. In Europa, l’incidenza annuale per 100mila soggetti nati vivi varia tra 3,6 e 7,1 per il tipo I, tra 1 e 5,3 per il tipo II e tra 1,5 e 4,6 per il tipo III. In media, in Italia, viene colpito un bambino ogni 6mila.


SINTOMATOLOGIA E FORMA CLINICA
La Sma si divide in tre differenti tipologie, dove la prima – anche nota come acuta – è la forma più diffusa e più grave, può spesso essere mortale nei primi mesi di vita e richiede un’assistenza continuativa altamente specializzata. Un bambino affetto da questo tipo di Sma, infatti, non è in grado di compiere attività fisiche e motorie autonomamente, sino ad essere impossibilitato a sollevare la testa, respirare o deglutire senza supporto. La Sma di tipo 2, invece, definita cronica, presenta nei bambini una debolezza generalizzata dei muscoli, meno grave rispetto alla forma acuta, ma non consente loro di camminare autonomamente e richiede l’uso della carrozzina e il monitoraggio dell’alimentazione e della respirazione. Infine, la malattia nella sua declinazione 3, nota anche come malattia di Kugelberg-Welander o atrofia muscolare spinale giovanile, ha una diagnosi meno drammatica, in quanto i pazienti sono in grado di deambulare autonomamente seppure con difficoltà progressivamente crescenti.


ALTERAZIONE DEI GENI SMN1 e SMN2
La malattia è causata da un difetto in uno dei due geni – SMN1 e SMN2 – che porta alla produzione insufficiente della proteina SMN, necessaria per la sopravvivenza dei motoneuroni. La modalità di trasmissione è autosomica recessiva, il che significa che si trasmette qualora entrambi i genitori sono portatori sani del difetto genetico, presentando dunque il 25% di probabilità di trasmettere la malattia a ciascuno dei figli.


IL PROGETTO
Il fumetto, realizzato da un team multidisciplinare composto da educatori, psicologi e counsellor dell’Associazione famiglie Sma, con i contenuti e la supervisione scientifica degli specialisti della rete dei Centri clinici Nemo, è stato disegnato da un team composto da fumettisti, sceneggiatori e disegnatori professionisti specializzati in storie per ragazzi. La disabilità motoria viene trattata partendo dalle vicende di Ada, una cagnolina affetta da Sma, che vive le sue avventure su una carrozzina elettrica rosso fuoco. Le avventure della SMAgliante Ada incontra l’immaginario dei bambini con il linguaggio del fumetto per educare in modo semplice e creativo, raccontando in cinque storie la quotidianità del gioco, della scuola, dello sport, degli amici e della famiglia, il tema dell’inclusione sociale e della disabilità motoria. Il fumetto, tra l’altro, si conclude con alcune tavole didattiche con l’obiettivo di accompagnare i bambini alla scoperta del mondo della genetica e del sistema neuromuscolare attraverso giochi ed esercizi interattivi.


“UNA NUOVA SFIDA DA VINCERE… CON I FUMETTI”
Da sempre Roche è attenta e vicina ai bisogni dei pazienti. Lo confermano gli oltre 120 anni di operato in Italia, caratterizzato dalla determinazione e dall’entusiasmo di lavorare uniti per un unico obiettivo: migliorare la vita delle persone che convivono con malattie rare come la Sma, spesso di difficile gestione”, ha commentato Patrizia Olivari, Rare condition business head di Roche durante l’evento (virtuale) di lancio dell’iniziativa. “Questo progetto rappresenta per tutti noi una nuova sfida. Grazie alla magia del fumetto, Ada saprà far appassionare i piccoli e i loro genitori nel voler conoscere ciò che può sembrare difficile da comprendere, come vivere la quotidianità di una malattia neuromuscolare come la Sma”, ha riferito invece Alberto Fontana, presidente dei Centri clinici Nemo, centri ad alta specializzazione clinica e assistenziale nati nel 2008 proprio per rispondere in modo specifico alle necessità di chi è affetto da malattie neuromuscolari e dei loro caregiver.


“IL VALORE DELLA DIVERSITÀ E LA BELLEZZA DELL’INCLUSIONE”
Spiegare ai più piccoli cosa significhi essere affetti da una patologia come la Sma vuol dire intraprendere un viaggio al loro fianco, per condurli a conoscere i limiti e le risorse della condizione fisica legata alla patologia” ha infatti aggiunto il direttore clinico del centro di Milano e responsabile del progetto Valeria Sansone. “Trasferire con un linguaggio corretto le conoscenze scientifiche sulla malattia – ha aggiunto Sansone – rappresenta un’opportunità di crescita per chi la vive, ma anche uno strumento concreto per superare la paura di ciò che consideriamo diverso”. “Quest’anno più che mai il tema della scuola è al centro delle nostre vite e delle nostre priorità. Attraverso le avventure di Ada faremo conoscere la Sma dal punto di vista scientifico a tanti bambini, il valore della diversità e la bellezza dell’inclusione. Sappiamo che nei prossimi mesi con la riapertura delle scuole i nostri ragazzi affronteranno nuove e difficili sfide, ma crediamo che ogni difficoltà possa essere vissuta anche come un’avventura, e in questo Ada ci aiuterà a costruire una nuova pagina” ha commentato la presidente di Famiglie Sma Daniela Lauro.

(formiche.net)

Vi presento Milla il fumetto inclusivo

Quasi tutti i ragazzi dopo che hanno iniziato a saper leggere almeno una volta nella loro vita hanno letto un fumetto. Tra quelli più famosi ricordiamo Topolino e Paperino, un fumetto più recente invece è quello di Milla. Ma qual è la sua particolarità che ci porta a scrivere di questo fumetto? La sua realizzazione è partita da un progetto il cui promotore è la “Fondazione per lo sport Sportfund” il cui fine è quello di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità. Più volte ci siamo ritrovati a scrivere di questo binomio tra sport e disabilità dove l’attività in oggetto ricopre un ruolo fondamentale di una persona con disabilità. Si possono fare diversi esempi di persone con disabilità che nello sport riescono a trovare il proprio posto, la propria ragione di vita, il modo per riscattarsi per quello che la vita non ha dato fin dalla nascita o ha tolto, come a Milla la protagonista del fumetto, una bambina di soli cinque anni che subirà l’amputazione di gamba. Possiamo solo immaginare cosa possa passare nella mente di una bambina di questa età che da un giorno all’altro si ritrova in questo nuovo stato. Ma invece di gettarsi giù riuscirà ad accettare la sua nuova condizione fisica. Molte volte quello per una persona con disabilità, al di là della sua età, ciò che incide sono i pregiudizi delle persone che molto spesso non riescono ad andare “oltre la disabilità” e vedere invece quali sono le sue capacità. La passione di Milla è lo sport dove la sua compagna di avventure è la bicicletta, sembrerebbe strano rispetto al problema che la bambina presenta, ma proprio la bicicletta diventa il simbolo del suo riscatto, in una società che molto spesso tenta di escludere il diverso. Lo scopo del progetto inoltre è stato quello di scoprire come una bambina vede il mondo della disabilità e avvicinare bambini e giovani al mondo dello sport. Per quando riguarda il modo di vedere il mondo dalla disabilità si può affermare che i bambini hanno un approccio più semplice nei confronti della disabilità, anche se si pongono delle domande, e questo lo vivo anch’io sulla mia pelle; “ma perché cammina in questo modo; perché parla così”. E poi ancora c’è un’altra concezione sulla disabilità che dà molto fastidio a chi si trova in una condizione di disabilità motoria; essa molte volte viene messa in stretta correlazione con la disabilità mentale. Ad esempio, qualche settimane fa sono stato oggetto di scherno da parte di una bambina che, insieme alla madre, fermandosi disse: “Guarda mamma cammina come uno scemo”. Io non ho risposto perché mi sento superiore, evidentemente quella bambina ancora non aveva avuto nessuna esperienza con un altro bambino o adulto con una disabilità, ma forse è necessario che il tema della diversità e dell’inclusione diventi oggetto di studio e confronto fin da piccoli, anche se in classe non è presente un bambino con disabilità, allo scopo di far comprendere che il bambino o l’adulto con disabilità può essere occasione di crescita. Spero quindi che il fumetto Mila serva da stimolo per ulteriori progetti sulla tema della disabilità affinché una persona con disabilità non venga più derisa per le sue difficoltà.

(dedalomultimedia.it)

La Convenzione Onu per i diritti dei disabili in un fumetto

Anticipazione del libro del disegnatore Kanjano

ROMA – La Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili in un fumetto. L’idea è di Nicola Rabbi che insieme all’illustratore Kanjano ha intrapreso un interessante progetto di educazione interculturale, declinazione ulteriore del progetto dell’Aifo, Associazione italiana amici di Raoul Follereau, sulla riabilitazione su base comunitaria (Rbc): «Stiamo raccontando una serie di storie di persone disabili, ma anche di familiari e tecnici socio-sanitari, che vivono in Mongolia – spiega Rabbi nel suo blog “Gong! Raccontare le organizzazioni non governative» -. Ci rivolgiamo a un pubblico italiano e lo abbiamo pensato come strumento per l’educazione interculturale». Il libro, ancora in fase di realizzazione, avrà un’anticipazione sul numero di marzo della rivista dell’Aifo: «Pubblicheremo un inserto dedicato a qualcosa di molto difficile da raccontare con disegni e poche parole, racconteremo la convenzione Onu sui diritti delle persone disabili».

IL PERSONAGGIO – Una tavola tratta da questo lavoro è pubblicata nel blog: ha per protagonista Bayaraa, carpentiere e padre di due ragazzi, che ha perso l’uso della gambe a causa di una caduta avvenuta mentre eseguiva lavori sopra un tetto e che, grazie al sostegno dell’Aifo, è riuscito a dare corpo a una nuova attività, la pittura su feltro: una competenza che gli ha ridato una speranza e una visione di futuro e che vuole trasmettere ad altri, disabili e anche alcolisti, per offrire loro un’occasione di emancipazione. E sono proprio questi gli obiettivi dei progetti di riabilitazione su base comunitaria: rivitalizzare la dignità delle persone disabili e promuoverne l’auto-sviluppo. Il processo riabilitativo viene realizzato all’interno della comunità e vede il coinvolgimento diretto di tutti i suoi membri. Aifo dà il suo contributo finanziario e tecnico per la formazione dei volontari comunitari e dei supervisori, per realizzare campagne di sensibilizzazione, interventi medici e riabilitativi, concessione di micro-crediti per attività generatrici di reddito promosse da gruppi e cooperative di disabili. Altrimenti «la vita è molto dura per chi se ne sta chiuso in casa», racconta Bayaraa nel video girato nella sua abitazione.

COMUNICAZIONE – Spiega Nicola Rabbi, giornalista specializzato su temi sociali: «Prima di scegliere uno strumento per comunicare bisogna naturalmente fare i conti con coloro ai quali ci si rivolge. Ad esempio se si vuole fare educazione sanitaria in una zona dove la popolazione ha un alto indice di analfabetismo è meglio evitare una pubblicazione, anche se corta, ma occorre utilizzare una trasmissione radiofonica. Per il fumetto si è avuta una certa reticenza ad usarlo in alcuni contesti, soprattutto nell’Africa sub-sahariana: si pensava che il flusso di immagini disegnate rappresentasse un ostacolo per un certo tipo di cultura. Ma in Italia il lavoro culturale di una rivista come Africa e Mediterraneo ha dimostrato che non è più vero». Non mancano i credits: «Non sarei mai arrivato a ragionare in termini di graphic novel se non avessi incontrato Carlo Gubitosa di mamma.am che mi ha fatto conoscere Kanjano».

(Fonte Agenzia Redattore Sociale)