Disabili, il lavoro che non c’è. Sempre più crisi: serve un piano

Marina ha 50 anni e lavora per una cooperativa che si occupava di pulizie in uno sporting club. Il centro non ha ancora riaperto, a causa dell’emergenza Covid. Marina, che ha una lieve disabilità psichica, rischia di non riprendere più a lavorare.

Damiano di anni ne ha 21 e vive nel Milanese. Due importanti operazioni mediche subite da bambino e il ritardo mentale gli hanno reso molto difficoltoso il percorso scolastico. Alla fine, con grande impegno, ha ottenuto una qualifica professionale. “Qualche mese fa – racconta sua madre Eleonora – è stato assunto in un piccolo supermercato ed era al settimo cielo. In questo periodo però la clientela scarseggia, gli hanno ridotto l’orario da otto a quattro ore e il contratto sta per scadere. A casa si annoia e senza niente da fare rischia di perdere l’autonomia così faticosamente conquistata”.

Fabio invece ha la sindrome di Down. Si è diplomato con il massimo dei voti all’alberghiero e ha ottime referenze dai tirocini. Ma oggi non trova lavoro e la scuola, su richiesta della famiglia, è riuscita ad attivare per lui un altro periodo di tirocinio: un paradosso, dato che il ragazzo ha già superato brillantemente la maturità.

Tre storie emblematiche di questa faccia dell’emergenza lavoro: in Italia ci sono un milione di persone disabili disoccupate o in cerca del primo impiego, con probabilità assai scarse di trovare un posto in tempi ragionevoli, vista anche l’emergenza sanitaria. Il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20/30mila inserimenti l’anno, a fronte di oltre 800mila iscritti. Il risultato è che in Italia su 100 persone disabili tra i 15 e i 64 anni in grado di lavorare solo il 35,8 per cento lo fa, contro una media del 57,8 per cento per i normodotati. A restare quasi completamente escluse sono le persone con disabilità più complesse, determinate da problematiche psichiche, intellettive, relazionali, o da malattie rare. La media europea dell’inclusione lavorativa dei disabili supera invece il 50 per cento.

A rischio

Ma questa situazione, già drammatica, potrebbe peggiorare con il termine del blocco dei licenziamenti che mette a rischio diverse migliaia di lavoratori disabili, tra i quali molti over 50. L’età media di questa categoria, in Italia, è pari a 59 anni. Proprio per favorire una riforma strutturale del sistema di collocamento delle persone disabili è nata nei giorni scorsi «Andel – Agenzia nazionale disabili e lavoro», soggetto non profit che opererà in questo ambito. L’obiettivo? Colmare il vuoto di «idee, strumenti e professionalità adeguate a progettare e gestire il collocamento mirato e i percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro, indispensabili per la maggior parte delle persone con disabilità, sul modello di quanto accade in molti Paesi europei e anche in alcune realtà locali del nostro Paese, dove vengono realizzate con successo sperimentazioni e buone pratiche», spiegano dall’agenzia. A usufruire dei suoi servizi saranno aziende, Comuni, scuole, università cooperative sociali.

Per la prima volta anche il Terzo settore, con le associazioni dei disabili, sarà co-protagonista dell’inclusione lavorativa. C’è molto da fare. A partire per esempio dall’urgenza di ridurre il divario di opportunità fra Nord e Sud: stando ai dati odierni, una persona con disabilità residente nel Centro o al Sud ha probabilità quasi nulle di essere inserita lavorativamente mediante il sistema pubblico. Neppure gli incentivi alle imprese almeno per il momento funzionano: nonostante la loro consistenza (fino al 70 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali e fino a 60 mesi) le aziende che li utilizzano sono sempre state poche migliaia. E dalle circa tremila che vi hanno fatto ricorso nel 2016 e nel 2017 siamo scesi a poco più di mille negli anni successivi.

Avvicinamento

«Un dato così deludente non può che portare alla conclusione che l’intero sistema deve essere riformato», hanno spiegato Marino Bottà e Enrico Seta, direttore generale e presidente di «Andel». Entrambi recentemente hanno incontrato il ministro della Disabilità Erika Stefani, nella sede del Ministero. L’obiettivo dell’agenzia è realizzare, entro il 2026, azioni qualificate di avvicinamento al mercato del lavoro per circa 100-200 mila persone disabili. Secondo Andel «la crisi post-pandemica e il programma Next Generation Eu sono una preziosa occasione per intervenire con incisività». Per questo l’agenzia ha chiesto al Ministero di inserire una linea d’azione per l’inclusione lavorativa delle persone disabili nel piano italiano di accesso alle risorse europee del Recovery Fund.
(corriere.it)

Senza statistiche attendibili sulla disabilità, niente politiche efficaci

Una realizzazione grafica elaborata nel 2018 sul tema “Disabilità e Povertà”: le persone con una qualche forma di disabilità nel mondo risultavano due anni fa essere più di un miliardo, ovvero il 15% dell’intera popolazione del pianeta (in foto).

Senza dati e statistiche attendibili sulla disabilità, ben difficilmente si potrà arrivare a un reale rispetto dei diritti delle persone con disabilità e a porre fine alle discriminazioni nei loro confronti, tuttora presenti in tutto il mondo.
Ne era ben consapevole chi ha redatto la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che alle statistiche e alla raccolta dei dati ha dedicato un intero articolo (il 31°), ove si scrive testualmente: «Gli Stati si impegnano a raccogliere le informazioni appropriate, compresi i dati statistici e i risultati di ricerche, che permettano loro di formulare ed attuare politiche allo scopo di dare attuazione alla presente Convenzione». E successivamente: «Le informazioni raccolte in conformità al presente articolo devono essere disaggregate in maniera appropriata, e devono essere utilizzate per valutare l’adempimento degli obblighi contratti dagli Stati Parti alla presente Convenzione e per identificare e rimuovere le barriere che le persone con disabilità affrontano nell’esercizio dei propri diritti». E infine: «Gli Stati assumono la responsabilità della diffusione di tali statistiche e garantiscono la loro accessibilità sia alle persone con disabilità che agli altri».
Purtroppo, in molte parti del mondo tali prescrizioni sono ancora “lettera morta”, come viene sottolineato dall’IDA (International Disability Alliance), da cui si dichiara che «dati insufficienti e inattendibili si sono tradotti in una pianificazione e in un bilancio inadeguati per accomodamenti ragionevoli nei confronti delle persone con disabilità e in politiche generalmente inefficaci».
Nel tentativo quindi di mettere a disposizione di tutti uno strumento quanto mai utile, che fornisca una serie di conoscenze di base sulla raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati sulla disabilità, la stessa IDA, in collaborazione con CBM, l’organizzazione umanitaria impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi in cerca di sviluppo e con lo Stakeholder Group of Persons with Disabilities for Sustainable Development (“Gruppo delle persone con disabilità portatrici d’interesse per uno sviluppo sostenibile”), ha prodotto il documento denominato Disability Data Advocacy Toolkit, ovvero un Toolkit – termine letteralmente traducibile in italiano come “cassetta degli attrezzi” – tutto dedicato alle statistiche sulla disabilità quali basi per la tutela dei diritti.
«L’obiettivo – spiegano dall’IDA – è quello di contribuire al crescente dialogo globale sull’importanza dei dati riguardanti le  persone con disabilità, rafforzando la capacità di queste ultime e delle loro organizzazioni rappresentative di tutto il mondo, con approcci semplici a competenze essenziali ai fini della tutela [advocacy], di cui tutte le persone con disabilità potrebbero beneficiare e in particolare quelle sottorappresentate e nelle zone più povere»

Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il documento Disability Data Advocay Toolkit. Per ulteriori informazioni: info@ida-secretariat.org.

(superando.it)

Coinvolgere anche le persone con disabilità nella lotta ai cambiamenti climatici

Scarsità d’acqua, insicurezza alimentare, perdite economiche, violenza di genere, alloggi inadeguati, interruzione dei servizi di sostegno, necessità di spostarsi dal luogo in cui si vive: sono i principali effetti del cambiamento climatico in corso sul nostro pianeta e si distribuiscono seguendo esattamente gli stessi modelli di disuguaglianza già presenti nella società, rendendo quindi ancora una volta le persone con disabilità, discriminate in modo multiplo e intersezionale, “le più vulnerabili tra le vulnerabili”.
È quanto emerso con chiarezza durante una discussione svoltasi all’interno della 44^ Sessione del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, appena conclusasi a Ginevra.
Alla tavola rotonda hanno partecipato tra gli altri Catalina Devandas, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, mentre l’IDA (International Disability Alliance) – che dal 2014 è rappresentante ufficiale della minority disabilità presso le Nazioni Unite, ciò che permette a tale organizzazione di interloquire direttamente con gli uffici competenti, per inserire i diritti delle persone con disabilità in ogni azione dell’ONU – era rappresentata da Deborah Iyute Oyuu, attivista ugandese per i diritti umani, con una lunga esperienza in materia di disabilità e riduzione del rischio di catastrofi.
Per l’occasione, Devandas, oltre a richiamare la necessità di combattere anche in questo àmbito ogni discriminazione nei confronti delle persone con disabilità, ha sottolineato l’esigenza che le stesse persone con disabilità siano protagoniste diretti nel quadro delle azioni volte a contrastare i cambiamenti climatici. «Per questo – ha dichiarato – servono politiche inclusive di cooperazione internazionale e che tramite organismi ad hoc, le persone con disabilità possano partecipare alle politiche e ai processi decisionali relativi alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), nonché al Sendai Framework for Disaster Risk Reduction (“Quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di disastri”)».
Quest’ultimo, lo ricordiamo, è il documento conclusivo della Terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio di catastrofi, svoltasi nel 2015 a Sendai, in Giappone, che per la prima volta a livello mondiale – come avevamo riferito a suo tempo – ha posto esplicita attenzione alle persone con disabilità.
Dal canto suo, Oyuu, oltre ad affermare quanto sia determinante che «tutti gli Stati, le organizzazioni della società civile e i vari portatori d’interesse seguano ogni principio della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità», ha ribadito a propria volta la necessità di coinvolgere le persone con disabilità nei programmi che puntano a combattere i cambiamenti climatici, non mancando inoltre di raccomandare ai vari Paesi «di adottare tutte le misure necessarie ad attuare ogni obbligo di accessibilità, di garantire la partecipazione di donne e ragazze con disabilità, così come di tutti gli altri gruppi sottorappresentati nelle politiche riguardanti i cambiamenti climatici», oltreché di «includere i diritti delle persone con disabilità in tutte le azioni di sviluppo». (S.B.)


Per approfondire ulteriormente accedere a questo link, nel sito dell’IDA (International Disability Alliance).

(superando.it)

Convenzione ONU: i “compiti per casa” assegnati all’Italia

image
Logo ONU Disabilità

Il 18 maggio 2016 è uscito su Superando un articolo in cui l’operato Italiano è stato analizzato dall’organo di vigilanza dell’ONU per l’applicazione della Convenzione ONU sui diritti persone con disabilità. L’articolo tenta di addolcire la pillola con un titolo “compiti a casa” in realtà è una secca bocciatura e una richiesta di chiarimenti da parte dell’ONU all’Italia sugli inadempimenti ad oggi verificati.

Questo blog si unisce alla richiesta inoltrata dal blog Disabili, Uscite allo Scoperto che chiede all’Unione Europea, che ha ratificato la suddetta Convenzione, di intervenire per garantire i diritti ad oggi negati in questo paese come evidenziato dalle criticità rilevate del Comitato ONU. Non è possibile che l’Unione Europea intervenga su argomenti di politiche agricole, ambientali ecc. ecc. (come le dimensioni delle vongole del Mare Adriatico) e non presti la stessa attenzione ai diritti umani delle persone con disabilità degli Stati membri.

Sollecitiamo la commissione Europea ad intervenire con una direttiva che tuteli tali diritti umani.
______________________

È al Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, lo ricordiamo – ovvero all’organismo incaricato di verificare la reale applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nei Paesi che l’hanno ratificata (l’Italia, lo ricordiamo, lo ha fatto all’inizio del 2009, con la Legge 18/09) – che i Governi di questi ultimi devono inviare i propri rapporti ufficiali sull’attuazione della Convenzione stessa.
In parallelo, è importante ricordare anche i cosiddetti “rapporti-ombra”, e quello del nostro Paese, come avevamo riferito qualche tempo fa, è stato prodotto da un gruppo di lavoro del FID, il Forum Italiano sulla Disabilità che rappresenta a livello europeo le istanze delle persone con disabilità in Italia, organismo membro dell’EDF (European Disability Forum), nato nel 2008 a seguito dell’unificazione del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e del CID.UE (Consiglio Italiano dei Disabili per i rapporti con l’Unione Europea), per rappresentare le decine di organizzazioni aderenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità).

Tornando al Rapporto Governativo dell’Italia (disponibile integralmente a questo link), dopo averlo esaminato, il Comitato dell’ONU ha recentemente prodotto l’elenco delle proprie richieste e quesiti (List of Issues), sorta di stringenti “compiti per casa”, riguardanti quasi tutti gli articoli della Convenzione.
A curarne la traduzione in italiano – non ufficiale, ma certamente più che attendibile – è stato lo stesso FID e ben volentieri qui di seguito la proponiamo ai Lettori, ritenendolo un documento di grande importanza.

Segnalando infine che nella pagina web del FID sono disponibili vari documenti di utile approfondimento, riportiamo in calce anche l’elenco aggiornato ad oggi, 18 maggio, dei 164 Paesi (compresa l’Unione Europea) che hanno finora ratificato la Convenzione, a poco più di nove anni dall’apertura di tale procedimento e degli 89 che hanno ratificato anche il Protocollo Opzionale, testo che consente al Comitato ONU di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta. (S.B.)

Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità
Lista delle richieste e dei quesiti relativi al primo Rapporto Governativo dell’Italia
(Traduzione non autorizzata a cura del FID)

A. Finalità e Obblighi Generali (articoli 1-4)
1. Si prega di fornire un calendario per l’adozione e l’attuazione di un concetto di disabilità riveduto in linea con la Convenzione nelle legislazioni sia nazionale sia regionali.
2. Si prega di spiegare come vengano garantite l’inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative, in tutti i processi decisionali che incidono sulle loro vite.

B. Diritti specifici
Uguaglianza e non discriminazione (articolo 5)
3. Si prega di spiegare quando verrà adottata nell’ordinamento giuridico la definizione di “accomodamento ragionevole”, compreso l’esplicito riconoscimento che il rifiuto dell’accomodamento ragionevole al di là del contesto lavorativo costituisce discriminazione basata sulla disabilità.
4. Si prega di fornire informazioni e dati sulla legislazione e le politiche che affrontano la discriminazione plurima, comprese le sanzioni e i correttivi disponibili.

Minori con disabilità (articolo 7)
5. Si prega di fornire i dati a livello nazionale sul numero dei bambini con disabilità di età compresa tra 0-5 anni, disaggregati per età, disabilità e sesso.
6. Esiste un quadro giuridico o politico e meccanismi di controllo per affrontare la povertà infantile che include i minori con disabilità?

Accrescimento della consapevolezza (articolo 8)
7. Si prega di spiegare cosa intenda lo Stato Parte, quando menziona nel paragrafo 14 [in realtà paragrafo 13, N.d.R.] del Rapporto Governativo che «l’articolo 8 non si applica direttamente».

Accessibilità (articolo 9)
8. Si prega di spiegare come funzionino i sistemi di reclamo, di monitoraggio e sanzionatori, per quanto riguarda gli standard di accessibilità, tra cui l’accessibilità fisica degli edifici scolastici.
9. Si prega di fornire informazioni sulla disponibilità di mezzi di comunicazione accessibili in tutti i settori pubblici, in particolare l’assistenza diretta e mediata, incluse le guide, i lettori e gli interpreti professionali di lingua dei segni, nonché mezzi di comunicazione aumentativa e alternativa.

Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie (articolo 11)
10. Si prega di fornire dati sul numero di migranti, rifugiati e richiedenti asilo giunti in Italia, disaggregati per età, sesso e disabilità e se i centri di accoglienza siano pienamente accessibili.

Uguale riconoscimento dinanzi alla legge (articolo 12)
11. Si prega di fornire un calendario per l’abrogazione delle disposizioni di legge che permettono la sostituzione nella presa di decisioni (compreso il meccanismo di amministrazione di sostegno detto “Amministratore di Sostegno”) e quando verrà normato e attuato l’istituto giuridico del sostegno alla presa di decisioni.

Accesso alla giustizia (articolo 13)
12. Quali misure sono state adottate per combattere gli stereotipi dannosi nei confronti delle persone con disabilità nel sistema giudiziario?
13. Quali misure sono state messe in atto per fornire accomodamenti procedurali nel sistema giudiziario, tra cui la fornitura di interpreti professionali di lingua dei segni e informazioni in formati accessibili e in Braille?

Libertà e sicurezza della persona (articolo 14)
14. Si prega di fornire un calendario per attuare la riforma della normativa vigente affinché sia proibita la detenzione in base alla disabilità, anche per le persone che sono ritenute un pericolo per sé o per altri o “socialmente pericolose”.

Diritto di non essere sottoposto a tortura, a pene o a trattamenti crudeli, inumani o degradanti (articolo 15)
15. Si prega di spiegare se le attuali normative permettano ai tutori legali di rilasciare il consenso a sperimentazioni mediche o trattamenti sanitari in nome delle persone con disabilità.
16. Si prega di indicare un calendario per inserire nel mandato del meccanismo nazionale di prevenzione visite negli istituti psichiatrici e nei servizi residenziali per persone con disabilità, in particolare per persone con disabilità intellettive o psicosociali.

Diritto di non essere sottoposto a sfruttamento, violenza e maltrattamenti (articolo 16)
17. Quali misure legislative e meccanismi di monitoraggio sono stati posti in essere per rilevare, prevenire e combattere la violenza contro le donne e i minori con disabilità, sia all’interno sia all’esterno dell’ambiente domestico?

Protezione dell’integrità della persona (articolo 17)
18. Si prega di fornire informazioni sul numero di minori che sono stati sottoposti a un intervento chirurgico di “variazione intersessuale” senza il loro consenso, così come a ogni altro trattamento medico senza il libero e informato consenso.

Vita indipendente ed inclusione nella comunità (articolo 19)
19. Come lo Stato Parte sta monitorando l’effetto dei tagli di bilancio sulla qualità dei servizi per le persone con disabilità e gli effetti della tendenza alla re-istituzionalizzazione delle stesse? Si prega di fornire dati sulle risorse destinate alla vita indipendente, per Regione, negli ultimi cinque anni e sul numero di persone con disabilità che sono uscite da o sono entrate in istituti residenziali, per Regione, negli ultimi cinque anni.

Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione (articolo 21)
20. Si prega di fornire un calendario per il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni, l’incremento del suo utilizzo per la telediffusione e il sostegno economico alle persone sorde. Si prega di fornire anche informazioni sull’accesso alle tecnologie della comunicazione per tutte le persone con disabilità.

Rispetto del domicilio e della famiglia (articolo 23)
21. Si prega di spiegare quali passi lo Stato Parte stia intraprendendo per fornire adeguate misure e fondi per sostenere le famiglie dei bambini con disabilità o di adulti con elevate necessità di sostegno.
22. Quali misure sono state adottate per combattere gli stereotipi dannosi nel sistema giudiziario in materia di parità di diritti in tutti gli aspetti del matrimonio e della vita familiare?

Educazione (articolo 24)
23. Si prega di spiegare quali piani siano in atto o siano previsti per l’adozione di indicatori per monitorare la qualità dell’istruzione e dell’inclusione degli studenti con disabilità nelle scuole e nelle classi ordinarie.
24. Si prega di fornire informazioni se nella formazione di tutti gli insegnanti, comprese la formazione iniziale e in servizio, esistano corsi obbligatori sulle strategie di educazione inclusiva e se questi corsi facciano parte del loro curriculum di base obbligatorio. Si prega di spiegare come le nuove leggi istituiranno ruoli specifici per gli insegnanti di sostegno e miglioreranno le competenze di tutti gli insegnanti, e in particolare di quelli di sostegno.
25. Si prega di fornire dati sul numero dei bambini sordi la cui richiesta di avere un interprete della lingua dei segni a scuola sia stata soddisfatta.

Salute (articolo 25)
26. Si prega di indicare un calendario per l’adozione e l’attuazione di riforme legislative che vietino la somministrazione di trattamenti medici senza il consenso libero e informato della persona interessata. Si prega anche di fornire i dati attuali su trattamenti, compresa la sterilizzazione, effettuati negli ultimi cinque anni con il consenso da parte di terzi (genitore, tutore) e non della persona interessata, disaggregati per età, sesso e disabilità.
27. Si prega di indicare un calendario per definire e adottare nuovi Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA), comprendenti la diagnosi e l’intervento precoce per i minori con disabilità.

Lavoro e occupazione (articolo 27)
28. Quali misure sono state adottate per affrontare l’alto tasso di disoccupazione tra le persone con disabilità e per promuovere l’inclusione delle stesse nel mercato del lavoro ordinario, in particolare delle donne con disabilità?

Adeguati livelli di vita e protezione sociale (articolo 28)
29. Si prega di spiegare come sul territorio nazionale i meccanismi di protezione sociale, quali ad esempio la Social Card e i servizi associati, compensino i costi aggiuntivi che le persone con disabilità devono affrontare e le ragioni delle discrepanze regionali.
30. Si prega di fornire un calendario per definire ed adottare i Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali (LIVEAS).

Partecipazione alla vita politica e pubblica (articolo 29)
31. Quali azioni sono state pianificate per facilitare l’esercizio del diritto di voto da parte di tutte le persone con disabilità, comprese le persone con disabilità intellettive e psico-sociali?

C. Obblighi specifici
Statistiche e raccolta dei dati (articolo 31)
32. Si prega di fornire informazioni sulle azioni programmate per migliorare la raccolta e la diffusione di dati nazionali sulla situazione di tutte le persone con disabilità, disaggregati per tipologia di disabilità, sesso ed età, anche all’interno di indagini e censimenti sulla popolazione in generale.

Cooperazione Internazionale (articolo 32)
33. Quali sono le misure intraprese per garantire che i diritti delle persone con disabilità, riconosciuti nella Convenzione, siano integrati nei piani nazionali per l’attuazione ed il monitoraggio del programma “Agenda e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030” e quali sono le misure adottate per garantire che le organizzazioni di persone con disabilità siano significativamente coinvolte in questo processo?

Applicazione a livello nazionale e monitoraggio (articolo 33)
34. Si prega di fornire un calendario per istituire, attuare e fornire un adeguato finanziamento per un meccanismo indipendente di monitoraggio conforme ai “Principi di Parigi” [si legga di questi ultimi nell’ampio documento disponibile a questo link, N.d.R.].

(Tratto da Superando.it)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fid.presidenza@gmail.com.

Per ulteriori approfondimenti: https://www.un.org/development/desa/disabilities.

Disabilità, disegni di tutto il mondo: 1.500 opere arrivate all’Onu

Grande successo per la campagna #DrawDisability, lanciata dalle Nazioni Unite. I disegni sono stati esposti già in Corea e saranno in mostra a New York, dal 9 all’11 giugno, alla Conferenza degli stati della Convenzione Onu. C’è tempo fino al 15 luglio

Quasi 1.500 disegni per raccontare la disabilità, vista dai bambini e dai ragazzi: grande successo per la campagna “#DrawDisability”, lanciata nel dicembre scorso dalle Nazioni Unite (Prima iniziativa di Educazione globale del Segretariato generale, insieme a Osservatorio globale per l’inclusione). Un vero e proprio progetto artistico, oltre che un modo per incoraggiare il dialogo e incrementare la consapevolezza sulla disabilità e le tematiche a questa collegate, tra studenti e insegnanti. 

I bambini e i ragazzi di tutte le scuole del mondo, dalle elementari alle superiori (6-17 anni), sono stati invitati a rappresentare attraverso il disegno la disabilità, motoria, intellettiva o sensoriale. E in tanti hanno finora risposto all’invito, che è aperto fino al 15 luglio. Circa 750 disegni sono arrivati, fino ad oggi, dai bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni e pochi di meno dai ragazzi più grandi. I primi disegni sono stati esposti nei giorni scorsi, ad Incheon, in Corea del Sud, durante il World education forum, mentre la seconda esposizione avverrà a New York, dal 9 all’11 giugno, in occasione della Conferenza degli Stati parte della Convenzione. Dopo il 15 luglio, inizierà la selezione di tutti i disegni pervenuti: le 30 opere finaliste saranno esposte durante la 70a Assemblea generale delle Nazioni Unite. 

 “Il punto di vista dei bambini – spiegano i promotori – può mettere in evidenza le difficoltà e le sfide, così come i risultati e i successi che le persone con disabilità hanno incontrato e raggiunto nelle proprie comunità. Ci si aspetta che i disegni attivino ulteriori discussioni sull’inclusione delle persone con disabilità nelle diverse parti del mondo”. 

DRAWDISABILITY EXIBITION – VIDEO

Punto di riferimento e ispirazione della campagna è la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, rispetto alla quale, evidenziano i promotori, “molto resta ancora da fare. Tante persone con disabilità – spiegano – non hanno ancora la possibilità di far valere i propri diritti umani fondamentali, tra cui quello all’istruzione”. Ci sono infatti 58 milioni di bambini che non hanno accesso alla scuola: e la disabilità è una delle ragioni di questa esclusione. Le società devono creare un ambiente inclusivo e accogliente e sviluppare i valori della tolleranza, dell’empatia e del rispetto- spiegano gli organizzatori – Un modo per portare avanti questa prospettiva è quello di coinvolgere attivamente la comunità scolastica ricorrendo a una forma creativa di espressione, come l’arte del disegno. Se i bambini e i giovani sono informati e motivati rispetto al tema della disabilità, le loro percezioni e le azioni saranno in grado di cambiare la vita di milioni di persone, soprattutto di quelle con disabilità in tutto il mondo, sfidando stereotipi e atteggiamenti radicati . L’arte – concludono i promotori – è uno strumento narrativo per il cambiamento sociale”.Tutti i disegni sono pubblicati nel sito dedicato all’iniziativa.
(redattoresociale.it)

di Giovanni Cupidi