Whable, la piattaforma che ‘classifica’ ristoranti e hotel accessibili ai disabili

Nasce dall’idea di un 42enne cagliaritano e punta diventare una startup per garantire la ‘libera circolazione’ delle persone con difficoltà motoria. Un team al lavoro per sviluppare l’app

 Una sorta di Tripadvisor delle barriere architettoniche: Whable è una piattaforma che valuta l’accessibilità di locali e strutture ricettive “verificate dai disabili per i disabili”. Nata da un’idea di Marco Altea – 42 anni di Cagliari con laurea e master conseguiti a Londra – la pagina di Whable punta a diventare una startup capace di garantire la libera circolazione di chi ha una difficoltà motoria. “Per chi ha una disabilità uscire di casa è una sfida: buche, gradini, pochissimi scivoli diventano un problema di sicurezza e qualcuno rinuncia rinchiudendosi in casa”, ha spiegato Altea.

Spesso le recensioni si rivelano inesatte

Così l’ideatore di Whable ora, con il suo team, sta sviluppando un’app che consenta di individuare i locali raggiungibili in sedia a rotelle. “Capita troppo spesso che le recensioni sull’accessibilità poi si rivelino inesatte. Invece noi vogliamo un mondo dove i disabili possano usufruire delle strutture in sicurezza e senza dover chiedere niente a nessuno”, ha aggiunto Altea.
Oggi Whable è una pagina social dove gli utenti possono lasciare le loro valutazioni sull’accessibilità o meno di bar, ristoranti e alberghi, ma l’obiettivo è anche quello anche quello di arrivare a una certificazione con bollino di garanzia.

Successo tra gli esperti del settore

Al lavoro, per trovare finanziamenti, promuovere campagne social di sensibilizzazione e sviluppare le tecnologie necessarie ci sono Karim Galici (Chief Operations Manager), Valentina Tutone (Esperta Turismo Sostenibile), Davide Piccioli (Social media manager), Valentina Delfino (Social Media Specialist), Stefano Troilo (chief graphic designer), Mersia Carboni (chief Financial Operator) quasi tutti reclutati online, su piattaforme specializzate come Linkedin, perché, come ha chiarito Altea: “Su internet siamo davvero liberi di muoverci”.
L’idea sta riscuotendo successo non solo tra i tanti utenti che si sono uniti alla community, ma anche tra gli esperti di settore. Nel gennaio dello scorso anno il gruppo di Whable è stato selezionato durante l’International Job Meeting 2020 promosso dall’Aspal, azienda sarda per le politiche attive sul lavoro, aggiudicandosi un viaggio a San Francisco per arricchire le loro conoscenze sulle startup e i migliori business model. La pandemia ha bloccato il viaggio, ma non Altea che vuole fare di Whable un punto di riferimento per la ‘comunità disabile‘.
(agi.it)

(In foto ©  Marco Altea – Marco Altea, ideatore di ‘Wable’)

Disabili, agevolazioni fiscali: requisiti e come ottenerli

Tutte le agevolazioni fiscali per sostenere i disabili e i loro familiari in particolare nelle spese sanitarie e per l’eliminazione delle barriere architettoniche

Le agevolazioni fiscali per le persone disabili e i loro familiari sono molte in Italia. Riguardano i figli a carico con disabilità; l’acquisto di un automobile, o di altri mezzi di aiuto sia tecnici sia informatici; le detrazioni Irpef per le spese che vengono sostenute per l’abbattimento delle barriere architettoniche; deduzioni dal reddito per le spese sanitarie o l’assistenza personale.
In questa guida le abbiamo racchiuse tutte. Potrebbero essere d’aiuto ai disabili e ai loro familiari che ancora non ne avessero beneficiato.

Spese mediche e assistenza sanitaria

Le spese mediche, così come l’assistenza specifica sostenuta dai disabili, sono deducibili per intero dal reddito della persona con disabilità. I costi di “assistenza specifica”, nei quali rientra quella infermieristica e riabilitativa. Si possono sottrarre al reddito complessivo pure se a sostenerle sono i familiari dei disabili che non li hanno fiscalmente a carico.
Rientrano nei costi deducibili anche le spese mediche generiche, come ad esempio l’acquisto di medicinali.
E dunque, tra le spese di assistenza specifica rientrano:

•l’assistenza infermieristica e riabilitativa;

•le prestazioni fornite dal personale in possesso della qualifica di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale (in particolare se sono dedicate esclusivamente all’assistenza diretta della persona disabile);

•le prestazioni del personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo; quelle dell’educatore professionale; quelle del personale qualificato che si interessa dell’attività di animazione e di terapia occupazionale.

Diritto alla deduzione

Per avere diritto alla deduzione bisogna essere in possesso della fattura rilasciata dal professionista sanitario. Nel documento deve risultare la figura professionale che ha reso la prestazione e la descrizione della prestazione.
Se la fattura è intestata al solo disabile, la deduzione spetta al familiare che ha sostenuto il costo. Ma è necessario integrare la fattura annotando l’importo sostenuto.
Possono essere sottratti dal reddito anche i costi per le attività di ippoterapia e musicoterapia, se prescritte da un medico: il professionista deve però accertare che siano necessarie per il disabile e devono essere svolte in centri specializzati e direttamente, o sotto la loro direzione e responsabilità, di personale medico o sanitario specializzato (come psicoterapeuta, psicologo, terapista della riabilitazione, fisioterapista o altre figure professionali simili).

Spese non deducibili dal reddito

Queste spese non sono invece deducibili dal reddito:

•spese sostenute per le prestazioni di un pedagogista, perché non ritenuto un professionista sanitario, opera infatti nei servizi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-culturali.

•Spese sanitarie specialistiche (analisi, visite specialistiche, operazioni chirurgiche) e spese per l’acquisto di dispositivi medici. Per questi costi spetta però la detrazione del 19% sulla parte che eccede 129.11 euro.

•Se il dispositivo medico rientra tra i mezzi indispensabili per l’accompagnamento, la deambulazione, la locomozione (spostamenti), il sollevamento di persone disabili (come le stampelle), il diritto alla detrazione del 19% può essere ottenuto sull’intero importo della spesa sostenuta.

•Spese alimentari per fini medici speciali, quelli in particolare inseriti nella sezione A 1 del registro nazionale, per questi costi è prevista la detrazione del 19% sulla parte che eccede i 129,11 euro.

•Le spese versate a una Cooperativa per sostenere un minore con handicap nell’apprendimento.

Per il Ministero della Salute questa attività è di natura pedagogica ed effettuata da operatori non sanitari, anche se sono qualificati nel sostegno didattico – educativo, e non può essere definita sanitaria.
Non ha importanza – secondo il Ministero – che sia svolta sotto la direzione di una psicologa.
Se il disabile viene ricoverato in un istituto di assistenza non sarà possibile detrarre dal reddito l’intera retta pagata, ma solo quella parte che riguarda le spese mediche, paramediche e di assistenza specifica. Per questi motivi è necessario che nella documentazione rilasciata dall’istituto di assistenza le spese risultino indicate in modo separato.

Spese detraibili dall’Irpef

Per alcune spese sanitarie così come per quelle sostenute per acquistare dei mezzi di ausilio è riconosciuta la detrazione dall’Irpef del 19%.
Questo tipo di detrazione può essere utilizzata anche dal familiare del disabile, ma solo a condizione che la persona con disabilità sia fiscalmente a suo carico.
Per le spese sanitarie specialistiche (analisi, prestazioni chirurgiche e specialistiche) è possibile sottrarre dall’imposta la parte che supera l’importo di 129,11 euro.
Sono invece ammesse integralmente alla detrazione del 19% queste spese:

•Trasporto in ambulanza del disabile (ma le prestazioni specialistiche effettuate durante il trasporto possono essere detratte del 19% solo per la parte che supera i 129,11 euro).

•L’acquisto di poltrone per inabili e minorati non deambulanti e gli apparecchi per il contenimento di fratture, ernie e per la correzione dei difetti della colonna vertebrale.

•L’acquisto di arti artificiali per la deambulazione.

•La costruzione di rampe per l’eliminazione di barriere architettoniche esterne ed interne all’abitazione. Per queste spese la detrazione non è prevista se in contemporanea si fruisce dell’agevolazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

•L’adattamento dell’ascensore per renderlo idoneo a trasportare la carrozzella e l’installazione la manutenzione della pedana di sollevamento all’interno dell’abitazione del disabile.

•L’acquisto di strumenti tecnici e informatici che possono facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei disabili. In questa categoria rientrano le spese sostenute per l’acquisto di fax, modem, computer, telefono a viva voce, schermo a tocco, tastiera espansa, telefonini per sordomuti e i costi di abbonamento al servizio di soccorso rapido telefonico.

•I mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento dei disabili.

•per l’acquisto di una bicicletta elettrica a pedalata assistita da parte di disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti. Per averne diritto è necessario che il disabile produca oltre alla certificazione di invalidità o handicap rilasciata dalla commissione medica pubblica, anche la certificazione del medico specialista della Asl che attesti la funzione rilevante (collegamento funzionale) tra la bicicletta elettrica e la menomazione della persona disabile.

Questo collegamento funzionale deve essere dimostrato anche per l’acquisto di telefonini per sordomuti, sussidi tecnici e informatici e cucine. Si può accedere all’agevolazione solo se il “collegamento” viene evidenziato dalla certificazione rilasciata dal medico curante o dalla prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell’Asl.
Anche le spese per i servizi di interprete possono essere detratte del 19%, ma solo se si possiedono le certificazioni fiscali rilasciate dai fornitori dei servizi.
Le agevolazioni sono solo per i disabili affetti da sordità congenita (dalla nascita) o acquisita durante l’infanzia (età evolutiva), e che quindi ha compromesso l’apprendimento del linguaggio parlato.
La detrazione non spetta invece per servizi resi a persone affette da sordità di natura psichica, o a causa di guerra, lavoro o di servizio.

Certificazioni necessarie

Per ottenere la detrazione sono considerati disabili (oltre alle persone riconosciute dalla commissione medica ai sensi della legge 104), anche coloro che sono stati ritenuti invalidi da altre commissioni mediche pubbliche, quelle – per capirci – che sono incaricate ai fini del riconoscimento dell’invalidità civile, di lavoro, di guerra o altre.

•Con la Legge 104. I disabili riconosciuti dalla Legge 104 possono attestare le condizioni personali anche con una autocertificazione che fa riferimento ad accertamenti sanitari precedenti effettuati da organi che stabiliscono l’invalidità.

•Nei casi di grave invalidità o menomazione per beneficiare della deduzione delle spese mediche e di assistenza specifica è necessaria la certificazione rilasciata ai sensi della Legge 104.

•Con invalidità di accompagnamento. Per gli invalidi civili ai quali non è stato accertato l’handicap, la grave e permanente invalidità o menomazione deve essere ravvisata, se non è stata indicata nella certificazione, quando viene attestata una invalidità totale. Ma anche in tutti i casi in cui non sia attribuita l’indennità di accompagnamento.

Detrazione Irpef per le spese di addetti all’assistenza

Possono essere detratte del 19% anche tutte le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi in cui la persona disabile non sia autosufficiente.
Il 19% è calcolabile su un ammontare della spesa che non sia superiore ai 2.100 euro. Ma a condizione che il reddito complessivo del contribuente non sia superiore ai 40mila euro.
L’importo di 2.100 euro deve essere riferito al singolo contribuente e non al numero di soggetti a cui si rivolge l’assistenza.
Ci spieghiamo meglio: se un contribuente ha sostenuto spese per sé e un altro familiare la somma sulla quale potrà calcolare la detrazione resta comunque di 2.100 euro.
Se invece più contribuenti hanno sostenuto le spese, la detrazione va divisa tra loro.
La detrazione spetta anche per questi tipi di assistenza:

•una casa di cura o di riposo (la documentazione deve certificare in modo distinto i costi riferiti all’assistenza rispetto a quelli che sono invece stati sostenuti per altre prestazioni).

•Una cooperativa di servizi (la documentazione deve specificare il tipo di servizio effettuato).

•Un’agenzia interinale (la documentazione deve specificare la qualifica e il contratto del lavoratore).

Questa è la guida completa sulle agevolazioni fiscali eleborata dall’Agenzia delle entrate.

(thewam.com)

Comunità cristiane e disabilità: una parrocchia a misura di ogni persona

La Diocesi di Milano rilancia in un convegno online il lavoro del tavolo “O tutti o nessuno”. “Nelle nostre comunità le persone con disabilità non si vedono. Non dobbiamo più pensare di fare cose “per loro”, dobbiamo parlare soltanto di “noi”, perché c’è solo un noi in cui ci siamo io, tu, l’altro… insieme”, dice don Mauro Santoro

È passato qualche anno, ma ricordo ancora bene l’emozione. Quando Rosina Giuseppetti, storica insegnante della Lega del Filo d’Oro oggi in pensione, mi disse che “se Dio si facesse conoscere solo dagli intelligenti, farebbe un grande torto. La ragione è importante, ma sicuramente il canale privilegiato da Dio è il cuore“. Rosina accompagnava i bambini sordociechi e pluriminorati psicosensoriali nella preparazione ai sacramenti, ovviamente nei casi in cui le famiglie desideravano anche questo percorso per i propri figli.

Per le comunità cristiane riconoscere e coltivare la spiritualità delle persone con disabilità è una sfida ancora tutta da affrontare. La prospettiva non è tanto quella di avere un’attenzione specifica per i bambini e i ragazzi con disabilità nella catechesi in preparazione dei sacramenti (“la catechesi della disabilità”) ma quella di costruire delle comunità cristiane inclusive, che abbiano uno sguardo aperto a tutti, che mettano al centro la persona – qualunque persona – con tutte le sue caratteristiche. La Diocesi di Milano, che da alcuni anni ha attivato il tavolo “O tutti o nessuno”, per la sera dell’11 marzo propone su Zoom un appuntamento per riflettere su come devono cambiare oggi le nostre comunità per essere «a misura di ogni persona» (qui il link per iscriversi).

Inutile negare che pur vivendo una stagione di maggior sensibilità e attenzione, generalmente le nostre comunità cristiane, a partire dalle chiese e dagli oratori, fanno fatica ad esser luoghi inclusivi“; ammette don Mauro Santoro, da ottobre 2019 referente del tavolo diocesano. “Basta guardare la realtà, nelle nostre chiese le persone con disabilità non ci sono, pur essendo presenti sul territorio. O sono nascoste e non si fanno avanti oppure sono state cortesemente messe alla porta, capita anche questo. Spesso ci si muove ancora tra il “tanto non capisce” e il “tanto sono già angeli”, due estremi ugualmente riduttivi. La prospettiva invece è quella della persona. L’obiettivo non è semplicemente “fare qualcosa per loro” ma far sentire queste persone parte di una comunità e valorizzarli nel loro apporto alla comunità stessa. Sono portatori di un contributo“.

L’urgenza del cambiamento di sguardo si è fatta ancora più forte dopo questo anno di pandemia. “Alla luce dell’anno trascorso avvertiamo forte la necessità che la ripartenza parta appunto dalle persone più fragili, da quelle che hanno pagato maggiormente. La grande provocazione che vorremmo lanciare alle comunità – a quelle cristiane in primis, ma non solo – è che in un certo senso abbiamo la “fortuna” di esserci fermati e di poter ripensare tutto. Cambiare una macchina in corsa è difficile, ma adesso che tante nostre progettualità sono state fermate, possiamo ricominciare una vita comunitaria diversa, che non sia solo il tornare come prima? Possiamo avere una capacità organizzativa diversa, tale per cui le proposte che facciamo siano fin dall’origine pensate come inclusive?“, dice don Mauro.

È questo il punto: «Non dobbiamo più pensare che ci sia un “per loro”, perché questo lascia intender che ci siamo prima noi e poi dobbiamo aggiustare le attività perché vadano bene anche per loro. No. Dobbiamo parlare e pensare soltanto di “noi”, perché c’è solo un noi in cui ci siamo io, tu, l’altro… insieme. È questione di progettare fin dall’inizio in modo diverso, è un cambio di mentalità. Tutte le attività, le iniziative, dalla catechesi dei bambini alle proposte per le famiglie a quelle per gli anziani devono essere pensate tenendo già dentro le persone fragili, fin dalla fase progettuale.

La tendenza è pensare che rendere una proposta accessibile significhi renderla superficiale, ma non è così: la sostanza è figlia della semplicità», prosegue don Santoro. «È quello che Papa Francesco ci ha invitato a fare nel suo Messaggio in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità dello scorso 3 dicembre, quando ha detto che l’inclusione dovrebbe essere la roccia sulla quale costruire i programmi e le iniziative delle istituzioni civili e religiose perché nessuno, specialmente chi è più in difficoltà, rimanga escluso. È una cosa molto concreta, è prenderci cura delle persone e farlo non in maniera estemporanea ma maturando uno sguardo diverso».

Questo sguardo è il motivo per cui l’approccio che la Diocesi ha scelto è quello della “comunità cristiana e disabilità”. “Non si tratta di occuparsi delle persone con disabilità per un determinato tratto di vita o alcuni ambiti, come la catechesi, ma di allargare ai vari bisogni di vita, al tempo libero, sport, alla qualità della vita. Collaborando, inoltre, con gli uffici ordinari della Diocesi, senza essere un ufficio in più, e con un lavoro di rete sul territorio, insieme alle associazioni che si occupando di disabilità. La prospettiva è il progetto di vita“. Un cammino anticipato nei mesi scorsi da “oraMIformo la disabilità è di chi guarda“, un percorso formativo per gli educatori di oratorio. Se no restiamo sempre al discorso del “riadattare”. Alla logica del noi e del loro. Che invece va superata.

Alla serata dell’11 marzo parteciperanno anche il vescovo di Milano, mons. Mario Delpini e don Luigi D’Errico, parroco dei Santi Martiri dell’Uganda a Roma, da poso nominato commendatore dal Presidente della Repubblica. Parlerà di come nella sua comunità l’inclusione non costituisce un “di più” ma è diventata la normalità dell’essere parrocchia.

(vita.it)

Superbonus110% – ascensori per DISabili

Un emendamento alla manovra di Bilancio approvato dalla Commissione Bilancio alla Camera proroga il superbonus del 110% fino al 31 dicembre 2022. Esteso anche agli ascensori per l’abbattimento delle barriere architettoniche

La Commissione Bilancio alla Camera ha dato il suo ok al testo sulla Manovra di Bilancio. Tra gli emendamenti approvati anche novità riguardanti il superbonus al 110% sulle ristrutturazioni e sui lavori edilizi. Vienei esteso anche ad alcuni interventi per abbattere le barriere architettoniche e prolungato fino al 2022.

L’emendamento prevede che la scadenza per effettuare i pagamenti e accedere quindi all’agevolazione sia spostata dal 31 dicembre 2021, al 31 dicembre 2022. Entro giugno del 2022 dovrà essere completato almeno il 60% dei lavori. La detrazione al 110% potrà essere applicata anche sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Dad e Barriere architettoniche. Il percorso a ostacoli nelle scuole per i disabili

Mancanza di scivoli e ascensori, barriere architettoniche dove non dovrebbero essercene, bagni inadeguati: in Campania quattro scuole su cinque non rispettano le norme sull’accessibilità delle persone con disabilità motoria. La regione meridionale è ultima in Italia con appena il 21% delle scuole prive di barriere fisiche. È questa la fotografia scattata dall’Istat, l’istituto di statistica nazionale, sulla situazione dell’istruzione relativamente all’anno scolastico 2019-2020 appena trascorso. La Campania si trova ben al di sotto della media nazionale, dove solo 1 scuola su 3 è accessibile per disabilità motorie.

Secondo il Report “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilita’ – A.S. 2019-2020” dell’Istat, la situazione è migliore nel Nord Italia, dove si registrano valori superiori alla media nazionale (36% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (27%). La Campania si distingue per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (21%), mentre la regione più virtuosa è la Valle d’Aosta, con il 63% di scuole accessibili. Quali sono le principali barriere architettoniche nelle scuole? Al primo posto c’è la mancanza di un ascensore o la presenza di un ascensore non adatto al trasporto delle persone con disabilità (44%). Seguono le scuole sprovviste di bagni a norma (26%) o servoscala (interno ed esterno, 25%). Meno frequente l’assenza di scale o porte non a norma (rispettivamente 6% e 3%). A soffrire i maggiori disagi sono gli alunni con disabilità sensoriali: in Italia appena il 2% delle scuole dispone di tutti gli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso e solo il 18% delle scuole dispone di almeno un ausilio. Anche in questo caso si passa dal 22% delle regioni del Nord al 14% di quelle del Mezzogiorno. Nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 12% delle scuole – evidenzia l’Istat – ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

L’inclusione

Le politiche di inclusione attuate negli anni hanno favorito un “progressivo” aumento della partecipazione – spiega l’Istat- nell’anno scolastico 2019/2020 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono quasi 300 mila,il  3,5% degli iscritti, oltre 13 mila in più rispetto all’anno precedente, con un incremento percentuale, ormai costante negli anni, del 6%. Gli altri studenti che non partecipano costituiscono invece l’8% degli iscritti. Anche in questo caso: le regioni del Centro si distinguono per la più bassa percentuale di studenti esclusi con il 5%, mentre nel Sud del Paese si arriva al 9%. I motivi di allontanamento I motivi più frequenti che hanno reso difficile la partecipazione degli alunni con disabilità alla Didattica a distanza sono: il 27% per la gravità della patologia; per il 20% la mancanza di collaborazione dei familiari e il disagio socio-economico, il 17%. Ma uno dei motivi è anche la  difficoltà di adattare il Piano educativo per l’inclusione (Pei) alla Didattica a distanza (6%), alla mancanza di strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di aiuti didattici specifici (3%).

Barriere architettoniche

Ma non c’è solo la Dad, misura adottata durante questa pandemia, ad ostacolare gli alunni disabili a partecipare alle lezioni scolastiche. Ci sono infatti le barriere architettoniche, queste sconosciute. Sempre l’Istat nel report, segnala che  solo una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. Anche qui nella classifica delle meno impreparate si trovano al Nord del Paese dove si registrano valori superiori alla media nazionale con il 36%, livello che scende nel Mezzogiorno con un 27%. La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta, con il 63% di scuole accessibili, mentre la Campania si distingue per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche con il 21%.

Gli ostacoli

Gli ostacoli maggiori con un bel 44% sono ascensori non adatti alle persone con disabilità. Seguono i bagni. Per porte e scale ci si attesta dal 6% al  3%.  I più penalizzati, sottolinea il report Istat, sono gli alunni con disabilità sensoriali: in Italia appena il 2% delle scuole dispone di tutti gli ausili senso-percettivivi destinati a favorire l’orientamento all’interno del plesso e solo il 18% delle scuole dispone di almeno un ausilio. Anche in questo caso si passa dal 22% delle regioni del Nord al 14% di quelle del Mezzogiorno. Nonostante si rilevi ancora un grave ritardo nei livelli di accessibilità, solo il 12% delle scuole – evidenzia l’Istat – ha effettuato, nel corso dell’anno scolastico, lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

(testo da rainews.it e fanpage.it)

La bella storia delle rampe per i disabili costruite con il Lego

A Würzburg, Germania, un’associazione per i dritti dei disabili sta raccogliendo mattoncini usati per realizzare rampe d’accesso a marciapiedi e negozi
(foto: IPA)

Dopo aver costruito astronavi, galeoni dei pirati e fortezze inespugnabili, i mattoncini Lego vengono impegnati per quella che, forse, è la loro missione più eroica: creare delle rampe in modo che chi è in carrozzina possa superare le barriere architettoniche costituite dai marciapiedi.
Ad averci pensato è un’associazione di Würzburg, in Germania, che si occupa di indipendenza delle persone con disabilità. I membri della WüSL, così si chiama l’organizzazione, hanno deciso di usare i mattoncini più famosi del mondo per dare forma a colorate rampe d’accesso a marciapiedi e negozi. Il progetto è quello di installarne decine in città, ma per farlo servono tanti, tantissimi pezzi.
È partita, così, una raccolta che permette ai cittadini di donare, nei negozi e bar che li ritirano, i loro vecchi Lego, magari abbandonati in armadi e scatoloni. In questo modo alla finalità sociale si affianca un approccio green, che preferisce il riuso di materiali già esistenti (che magari sono destinati a diventare rifiuti) alla creazione di rampe nuove di zecca.
(wired.it)

“Luoghi inaccessibili”: un concorso fotografico internazionale

Fotografie che mostrino luoghi inaccessibili alle persone con disabilità, in vari àmbiti della vita (luoghi pubblici, privati, legati al lavoro, al tempo libero, alla vita culturale o sportiva ecc.), intendendo il termine di inaccessibilità come mancanza di misure adeguate, a partire da un’infelice progettazione, che impedisca appunto l’accesso alle persone con disabilità su base di parità con gli altri.

È con questo tipo di immagini che i nostri connazionali di ogni età, così come tutti i cittadini dell’Unione Europea e quelli della SEE (Spazio Economico Europeo), potranno partecipare fino al 30 ottobre al concorso fotografico Inaccessible Places (“luoghi inaccessibili”, appunto), lanciato dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ricordando, come spiegano i promotori dell’iniziativa che  «i luoghi inaccessibili impediscono anche un approccio indipendente, l’ingresso, l’evacuazione e/o l’utilizzo dei luoghi e delle strutture da parte di persone con disabilità, rappresentando quindi anche un rischio per la salute, la sicurezza e il benessere di tali persone».
La partecipazione al concorso è individuale (non come organizzazione) e non è prevista alcuna quota di iscrizione.
Tre i premi finali previsti (rispettivamente di 500, 300 e 200 euro), per assegnare i quali si terrà conto della qualità, dell’incisività e della carica innovativa delle foto inviate, oltreché della rilevanza rispetto al tema proposto. (S.B.)

A questo link, nel sito del Forum Europeo sulla Disabilità, sono elencate tutte le modalità che consentono di partecipare al concorso fotografico, oltre ad ogni altra informazione sullo stesso. (superando.it)

Due bandi per l’inserimento delle persone con disabilità in agricoltura

Agevolare l’inserimento sociale e lavorativo nel sistema agricolo regionale di soggetti fragili e di fasce di popolazione a rischio di emarginazione.
Un’iniziativa che rientra nell’ambito delle Misure 6.4a e 16.9 del Programma di  Sviluppo Rurale (PSR) e per la quale l’assessorato regionale per l’agricoltura della Regione siciliana ha pubblicato due bandi sinergici, per un plafond complessivo di spesa pari a 10 milioni di euro. I finanziamenti saranno destinati all’adeguamento delle strutture aziendali per realizzare l’impiego di persone gravate da disabilità fisiche, psichiche o intellettive mediante percorsi riabilitativi, abilitativi e di cura, con  il supporto di personale specifico.
La partecipazione a questi bandi, visibili sul sito web dell’assessorato, sarà possibile, per la prima volta, esclusivamente in digitale, in linea con le finalità di semplificazione e trasparenza degli atti.
Un percorso nato dall’ascolto dei bisogni delle famiglie e delle aziende agricole volto a promuovere attività agricole connesse, cioè dirette alla trasformazione o all’alienazione dei prodotti agricoli purché rientranti nel normale esercizio dell’agricoltura, e anche allo scopo di potenziare sensibilità diffuse già da anni nel settore, ma che vi operano con difficoltà.
I due bandi – informano all’assessorato – sono il risultato della collaborazione con la garante regionale per le persone con disabilità Giovanna Gambino, che ha coordinato gli aspetti sociosanitari del piano.
Un cambio di rotta per le politiche agricole della regione siciliana. Un nuovo modello ‘welfare rurale’. che ha ottenuto il plauso della direzione generale agricoltura della Commissione Europea. “L’agricoltura sociale è la nuova frontiera delle politiche di diversificazione dell’economia rurale, favorita dall’Unione Europea, insieme con l’agriturismo e le fattorie didattiche – sottolinera l’assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera – Come dimostrano numerosi studi scientifici, in contesti adeguati, e anche in termini di abbattimento delle barriere architettoniche, agricoltura, campagna e zootecnia possono assolvere una funzione terapeutica, riabilitativa e di cura. Offrendo opportunità alle persone con fragilità significa dare dignità a queste e alle loro famiglie; e realizzare nuovi modelli di sviluppo”.
Le istanze di finanziamento, potranno essere presentate attraverso il portale Sian della Regione siciliana entro il 30 ottobre 2020.
(siciliarurale.eu)

Disabilità, Catanzaro punta a diventare senza barriere grazie a un’app

Un obiettivo che si potrà raggiungere attraverso il contributo dei cittadini che potranno segnalare le barriere architettoniche presenti attraverso un’app collegata al portale del Comune. Un’iniziativa che mira a coinvolgere tutta la Calabria

Una città a misura di tutti, una città senza barriere fisiche né culturali. È a questo che punta Catanzaro grazie all’iniziativa promossa dal Rotary Club, dal mondo delle associazioni e in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Attraverso l’applicazione no barriere o cliccando nella sezione dedicata presente sul portale del Comune, tutti i cittadini potranno segnalare rapidamente problemi, disservizi, barriere architettoniche, violazioni: basterà fotografare e geolocalizzare la barriera.
L’ app è dedicata in particolar modo alle persone con disabilità e agli ostacoli che si trovano ad affrontare quotidianamente: dagli scivoli mancanti ai marciapiedi impraticabili, dalle strutture inaccessibili ai parcheggi abusivi.

L’impegno per una “Calabria senza barriere”

Un progetto ambizioso poiché i promotori puntano a far diventare l’iniziativa di respiro regionale: «Si tratta di uno strumento importante – ha spiegato il presidente del Rotary Club di Catanzaro Giuseppe Mazzeiche consente all’Amministrazione comunale di poter mappare il territorio. Da Catanzaro parte un messaggio a tutti gli amministratori calabresi perché dobbiamo impegnarci affinché il progetto possa diventare “Calabria senza barriere”.»

Polimeni: «Pensare ad interventi mirati»

«Dobbiamo pensare ad un percorso unanime – ha detto Marco Polimeni, presidente del Consiglio comunale – per abbattere tutte quelle barriere architettoniche che intralciano nella quotidianità la vita di molti nostri concittadini. È necessario quindi pensare ad interventi mirati che abbiamo le giuste caratteristiche tecniche coinvolgendo anche le associazioni di categoria, come quelle degli ingegneri e degli architetti, per arrivare a dei risultati condivisi che possano avere ricadute positive su tutti i cittadini

Presenti anche l’assessore all’istruzione e alle pari opportunità, Concetta Carrozza ed il sindaco Sergio Abramo: «Tutto ciò che riguarda il sociale – ha detto il primo cittadino – rientra nell’agenda della Comunità Europea per la programmazione 2020-2026. Se grazie alla straordinaria squadra messa in piedi riuscissimo ad avere un progetto ben definito di interventi per tutta la città, noi come Amministrazione ci impegneremo a farlo finanziare, ma occorre fare presto.»

Partner dell’iniziativa

L’iniziativa è stata promossa dal Rotary Club Catanzaro in collaborazione con l’associazione Luca Coscioni, Lions Club Catanzaro Host, Lions Club Catanzaro Rupe Ventosa, Lions Club Catanzaro Temesa, Lions Club Catanzaro Mediterraneo, Fidapa Catanzaro, Soroptimist Catanzaro, Ammi Catanzaro, Ande Catanzaro, l’associazione Dall’Ostetrica, Confassociazioni Catanzaro, Calabria Solidale, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Catanzaro; Ente Nazionale Sordi-sezione Calabria e Comitato Pari Opportunità Avvocati di Catanzaro.

(lacnews24.it)

Manuel Agnelli a Palermo – Teatro Golden inaccessibile ai disabili

Ci risiamo! Ancora una volta mi ritrovo a non poter partecipare a un evento che si terrà questa sera all’ Auditorium Teatro Golden Palermo! Nella fattispecie allo spettacolo di Manuel Agnelli nel quale sarà ospite il mio caro amico attore/scrittore/dj Corrado Fortuna. Per l’ennesima volta e nonostante le tante denunce pubbliche anche a mezzo stampa, uno più grandi cine-teatro di Palermo non è accessibile a tutte le persone con disabilità. Non solo ma i gestori compiono anche discriminazione tra le persone con disabilità non permettendo ai soli disabili motori che utilizzano una carrozzina elettronica l’accesso essendo forniti di un cingolato per affrontare le scale per le sole carrozzina a ruote grandi.
Non lo dico io ma direttamente chi gestisce l’attività. Questa la risposta alle lamentele di mia sorella sulla loro pagina pubblica:

Chiara Cupidi buongiorno. L’argomento è lungo e delicato per essere trattato in questa sede. Mi limito a dire semplicemente che abbiamo molto a cuore il comfort di tutti i nostri spettatori e in particolar modo chi ha già una vita poco agevole. Per cui se pur senza alcun obbligo di legge e in assenza di qualsiasi forma di finanziamento, sopratutto in un momento di crisi nera del settore e non solo, da 3 anni siamo dotati di un montascale a cingoli che aggancia tutte le sedie standard a ruote grandi o quando possibile il trasferimento sulla nostra sedia a rotelle. E da circa un anno abbiamo realizzato i servizi igienici attrezzati. Sappiamo di non riuscire a soddisfare tutte le esigenze (ad esempio le carrozzine elettriche) ma mi creda che stiamo cercando il modo di risolvere. A disposizione per ulteriori chiarimenti

Quindi non solo in barba a tutte le leggi vigenti è da “solo un anno” che hanno provveduto a offrire tutti i servizi, tranne, per loro stessa ammissione, l’accesso a chi usa una carrozzina elettronica vale a dire una grande quantità di persone.
Ma, mi chiedo, chi è preposto al controllo, rilascio delle licenze, ispezioni, fa il suo dovere? Uffici comunali, vigili urbani, etc, cosa fanno? Eppure, come ho già detto, le segnalazioni e le denunce pubbliche non sono mancate ma ancora una volta mi trovo a dover rinunciare ad un momento di svago e badate che l’elenco che riguarda il Golden è assai lungo.
D’altronde io stesso vivo in un paese, Misilmeri, dove l’amministrazione comunale si permette di inaugurare un luogo pubblico, il palazzetto della cultura, inaccessibile alle persone con disabilità.

Aggiungo che sarebbe anche venuto il momento in cui gli artisti siano i primi a pretendere di esibirsi in luoghi totalmente accessibili e fruibili da chi si trova in condizione di disabilità.

È davvero mortificante dovere constatare che nonostante tutte le battaglie di questi anni per i diritti delle persone con disabilità inevitabilmente l’Italia non è un Paese per i disabili!