In barca a vela e surf per superare le differenze e le disabilità

In barca a vela e surf per superare le differenze e le disabilità. Area51 organizza da fine giugno a ottobre corsi, brevi crociere in barca a vela e uscite in surf gratuite per ragazzi con difficoltà fisiche e intellettive

Barbara non può muovere le gambe, ma in barca, solcando le onde con il vento in faccia, si sente libera. Mario e Maria, in mare non solo hanno dimenticato le rispettive disabilità, ma hanno anche coronato il loro amore “sposandosi” con la benedizione del capitano e con due anelli di carta. Per i “marinai speciali” navigare è un modo per superare le barriere che delimitano la loro vita.

Lo possono fare grazie all’associazione Area51 di Marina di Carrara, che da anni si occupa di avvicinare alla vela le persone con disabilità fisica e mentale, e la Fondazione Marmo, che ha deciso di sostenere il progetto “Navigando oltre le barriere”.

Area51 organizza da fine giugno a ottobre corsi, brevi crociere (week end, intere giornate, battesimi dell’acqua) in barca a vela e uscite in surf gratuite per ragazzi con difficoltà fisiche e intellettive. L’associazione ha firmato una convenzione con Aias (Associazione italiana per l’assistenza agli spastici) per attività settimanali.

Grazie al contributo della Fondazione Marmo anche tutti coloro che vogliano provare l’emozione del mare e del vento e avvicinarsi a questi sport nonostante la disabilità potranno farlo, contattando l’associazione e concordando il tipo di attività più adatta. (per informazioni email: a51presidente@gmail.com)

In barca a vela e surf per superare le differenze e le disabilità

Potranno imbarcarsi con un accompagnatore su barche da regata o su “Embui”, un 10 metri attrezzato per disabilità con dieci posti, imparare a timonare, issare o ammainare le vele, ognuno in base alle proprie capacità e competenze. Oppure surfare tra le onde, con tavole morbide e inaffondabili con pinne che permettono correzioni di rotta immediate.

Velisti e surfisti saranno seguiti da istruttori federali e operatori, le attività saranno in sicurezza e nel rispetto delle regole anti Covid. Le iniziative si svolgeranno a Marina di Carrara presso il Club Nautico. «Dopo essere stati impegnati a fianco di medici e operatori sanitari per combattere la pandemia, la Fondazione Marmo continua la sua opera a sostegno del territorio, stando vicino alle tante realtà che lavorano per aiutare le persone più in difficoltà», commenta Bernarda Franchi, presidente della Fondazione Marmo.

«Questa iniziativa non regala solo piacevoli momenti di svago alle persone diversamente abili, ma contribuisce al loro benessere psicofisico, favorendo l’integrazione e la riabilitazione, attraverso i benefici che la pratica degli sport velici suscita».

«“Navigando oltre le barriere” è uno dei pochi progetti sportivi in cui le barriere non ostacolano l’attività del portatore di handicap fisico e intellettivo – spiega Enrico Giannotti, presidente di Area51, istruttore di vela da 25 anni, ideatore e motore del progetto – Per tutti, rappresenta la possibilità di vivere un’esperienza nuova, divertente, educativa e utile, di migliorare le capacità individuali di ciascuno, un’occasione per stare all’aria aperta e con gli altri seguendo regole precise: le persone si rilassano, si sentono libere, felici. La barca mette tutti allo stesso livello».

(corriere.it)

Progetto Capitan Uncino: ragazzi con e senza disabilità hanno costruito barca a vela durante il lockdown

Avventura, vento in poppa, aria aperta e tutti a far parte di un unico equipaggio, ragazzi e ragazze con e senza disabilità, come ai tempi della Filibusta. Come rendere concreti i valori di sport e inclusione? E’ questa la sfida lanciata da Uisp e Fondazione Vodafone attraverso il Progetto “Capitan Uncino“.

La sfida è stata raccolta dai ragazzi della scuola Madonna della Neve di Adro (Brescia) che durante il lockdown hanno costruito una barca a vela, sotto la guida di maestri d’ascia e dei loro insegnanti. Dopo mesi di impegnativo lavoro la barca è pronta e il varo avverrà sabato 12 giugno, nel porto turistico di Lovere (lago d’Iseo), a partire dalle 10. Si tratta del primo varo di una barca frutto di questo progetto, che coinvolge altre città e nei prossimi giorni ci saranno altre inaugurazioni a Civitavecchia, Pesaro, Salerno, Ragusa, e Trepuzzi (Le).

Il progetto “Capitan Uncino” si ispira al mondo della Filibusta, dove vigeva un accordo di mutua collaborazione tra i membri dell’equipaggio. E dove i marinai con disabilità – tra gambe di legno, bende sugli occhi e uncini – avevano ruoli e collocazioni essenziali a bordo, in totale e perfetta collaborazione con i pirati senza disabilità. E’ questa la visione inclusiva che l’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti mette in pratica attraverso lo sport sociale e per tutti.

Avventura, vento in poppa, aria aperta e tutti a far parte di un unico equipaggio, ragazzi e ragazze con e senza disabilità, come ai tempi della Filibusta

Fondazione Vodafone Italia ha sostenuto il progetto “Capitan Uncino” perchè vuole contribuire alla crescita della società verso un modello più inclusivo e aperto alle diversità. E’ il progetto di un movimento che può garantire un’ampia diffusione sul territorio italiano e che ha coinvolto la comunità – famiglie, istituzioni, insegnanti, professionisti e sportivi – in un percorso in cui i ragazzi si sono messi in gioco e rappresentano con il loro comportamento le parole inclusione, coraggio e amicizia.

Il cuore del progetto “Capitan Uncino: in mare aperto per tutte le abilità” è stata la costruzione di una vera barca a vela che, grazie ai ragazzi di Adro, è stata assemblata e rifinita da una ciurma di 30 alunne e alunni della scuola, che sabato 12 giugno a Lovere parteciperanno al varo.

La giornata si aprirà con la cerimonia del varo della barca, con musica e mini-regate per i giovani marinai. Il raduno si terrà presso la tensostruttura del porto, l’orchestra della scuola eseguirà gli intermezzi musicali, saranno presenti i ragazzi della scuola con i loro insegnanti, avverrà la consegna delle magliette, la benedizione della barca e subito dopo il varo vero e proprio, seguito da una breve “crociera” con la barca e sperimentazioni con il simulatore di navigazione e i nodi marinareschi.

Come in ogni varo che si rispetti saranno presenti i dirigenti scolastici e i rappresentanti delle realtà promotrici coinvolte, insieme all’Uisp Brescia, al Settore Vela Uisp Lombardia e alla Fondazione Vodafone.

(napolimagazine.com)

In barca a vela contro la disabilità, è il progetto “Gatto gatto”

Lo skipper Vittorio Santoro, insieme ad una terapista, organizza piccoli equipaggi di ragazzi autistici e con sindrome di Down

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“Il passo più importante è quando riescono a percorrere senza paura la passerella per salire a bordo”. Nelle parole dello skipper Vittorio Santoro, la velaterapia con disabili mentali è un percorso fatto di emancipazione e piccole conquiste. Da due anni e mezzo, a bordo della barca a vela “Gatto gatto” dal porto di Riva di Traiano (Civitavecchia), Vittorio insegna le principali tecniche di navigazione a piccoli equipaggi di persone con sindrome di Down, autistiche o caratteriali, invitandole a lavorare in squadra, creando team dove tutti sono indispensabili, in un’attività all’aria aperta a contatto con la natura.

La velaterapia.”Insieme a una terapista, facciamo uscite di 2 o 3 ore, ogni volta che il tempo è bello – spiega lo skipper  –  insegnando a tirare su il fiocco, issare una vela, ma anche a timonare, e per ognuno di loro è una grande responsabilità avere il controllo di un’imbarcazione di 10 metri”. È la velaterapia, molto diffusa in Francia e in Inghilterra, meno in Italia. Così la navigazione da attività sportiva diventa anche terapia, che stimola le capacità cognitive e relazionali, invita alla risoluzione veloce di problemi, e quindi ad affrontare la vita quotidiana sulla terra ferma, attraverso la responsabilizzazione e rendendo i partecipanti consapevoli delle proprie risorse e dei propri limiti. “Ai nostri equipaggi prendono parte uomini e donne di ogni età, dai venti fino ai cinquant’anni  –  continua Vittorio  –  ed è bellissimo vederli lavorare tutti insieme. In una decina di uscite in barca ognuno di loro impara quasi tutto il necessario”.
(repubblica.it)

di Giovanni Cupidi