DISABILITÀ. ‘MOVE AROUND’, UN AIUTO PER CHI HA DIFFICOLTÀ MOTORIE

APP SEGNALA CONDIZIONI ACCESSIBILITÀ STRUTTURE VICINE ALL’UTENTE(DIRE)

‘Move around’ e’ l’app gratuita per Android pensata per le persone con difficolta’ motorie – oltre che per lefamiglie e gli anziani – che aiuta a migliorare la mobilità individuale, indicando le condizioni di accessibilita’ di centinaia di strutture ricettive, monumenti e musei, servizi igienici ed esercizi pubblici, servizi per la ristorazione, lo studio e lo svago in autonomia, semplicemente selezionando una voce o cliccando direttamente sulla mappa geografica, secondo la propria posizione, all’interno di un raggio di distanza configurabile. Sviluppata con il supporto di architetti esperti di accessibilita’ per il consorzio sociale Coin dalle cooperative sociali Tandem e Capodarco, che da anni lavorano per l’integrazione di soggetti disabili e svantaggiati, ‘Move around’ nasce con l’intento di fornire un aiuto concreto e migliorare la qualita’ della vita, con un focus particolare sul diritto alla mobilita’, all’autonomia e quindi all’inclusione sociale.
E’ possibile effettuare il download dell’app sul magazine online Sociale.it (www.sociale.it), un quotidiano che analizza e aggrega informazioni utili, in una prospettiva di inclusione e dicrescita individuale e collettiva. ‘Move Around’ presenta un elenco di tutte le strutture che forniscono indicazionisull’accessibilita’ in relazione a disabilita’ di tipo motorio,sugli accessi, la mobilita’ interna e i servizi presenti, e chevengono indicate come ‘accessibili’, ‘accessibili con aiuto’,‘fruibili’.
Tra le altre funzionalita’ dell’applicazione, la possibilita’ di ricercare punti di interesse per categoria o nome specifico e quella di selezionare e memorizzare piu’ punti d’interesse tracciandone il percorso e fornendo informazioni dettagliate e dimmagini, oltre che l’individuazione sulla mappa dei luoghifruibili. Al momento Move Around ha mappato oltre 400 strutturein tutto il Lazio, in attesa di includerne di nuove e fornire un aiuto sempre piu’ concreto, per una comunita’ intelligente e amisura di ogni singolo cittadino.
(Com/Wel/ Dire)

di Giovanni Cupidi

Il premio per “città accessibile 2014” va a Göteborg

La città ha vinto l’edizione 2014 del premio per le città a misura di disabili promosso dalla Commissione europea. Per i prossimi 12 mesi la cittadina svedese sarà impegnata a diffondere le buone pratiche che le hanno permesso di conseguire il prestigioso riconoscimento

Il premio viene assegnato alla città che abbia migliorato in maniera tangibile e sostenibile l’accessibilità dei trasporti e delle relative infrastrutture, dell’informazione e della comunicazione, delle strutture e dei servizi pubblici.
Il premio è stato assegnato a Göteborg in riconoscimento dell’eccezionale impegno della città nel migliorare l’accessibilità per i disabili e gli anziani: «Il motto di Göteborg è: Una città per tutti! Non si tratta però solo di uno slogan e il fatto di aver vinto quest’anno il premio per le città a misura di disabili ne è la dimostrazione. Göteborg si è aggiudicata il premio 2014 per l’impegno prodigato al fine di favorire l’integrazione delle persone con ogni tipo di disabilità. Sono ancora troppi gli ostacoli che i disabili si trovano a dover affrontare nella vita quotidiana, ma le città come Göteborg stanno creando le condizioni per rendere la vita più accessibile per tutti», ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente e Commissaria europea per la giustizia.L’impegno di Göteborg nel migliorare l’accessibilità ai mezzi di trasporto, agli alloggi e ai posti di lavoro è un esempio di best practice che altre città europee potrebbero seguire in futuro. Quando si rendono disponibili degli alloggi accessibili, viene data la precedenza ai disabili. Sul fronte dell’occupazione, circa 300 posti di lavoro all’anno sono stati dotati di assistenza personalizzata. Inoltre, la città si dedica instancabilmente anche al miglioramento delle infrastrutture pubbliche intervenendo con azioni concrete per rendere i parchi di divertimento, le aree di gioco e i locali dell’Università più accessibili.
Sul podio dell’award 2014 anche Grenoble (Francia) al secondo posto e Poznan (Polonia) terzo posto; menzioni speciali a Belfast, Regno Unito, a Dresda, Germania, a Burgos, Spagna, a Malaga, Spagna. 

di Giovanni Cupidi

Biblioteca modello a misura di disabile

Una biblioteca sempre più accessibile e a misura dei ragazzi diversamente abili. E’ un progetto ampio quello che coinvolge l’assessorato alla cultura del Comune di Imperia, quello ai servizi sociali, l’Asl, la biblioteca civica e l’istituto Amoretti.
Da qualche anno la struttura comunale dipiazza De Amicis è entrata a far parte del circuito CulturAccessibile, realizzato con il contributo della Regione Liguria e con la Cooperativa David Chiossone di Genova,un’attività innovativa e sperimentale che ha consentito alla struttura di dotarsi di ausili tecnici e informatici e di realizzare interventi di miglioramento alla fruibilità dei contenuti dei servizi informativi e bibliotecari da parte di persone con disabilità.
«Nel 2012 la biblioteca – spiega la direttrice Silvia Bonjean – è stata esaminata e prescelta, tra diversi siti culturali in Liguria, quale destinataria del Progetto CulturAccessibile. Un intervento innovativo e sperimentale a cura di Regione Liguria e Asl, che prevedeva la realizzazione di una prima fase di attività formativa del personale sull’accessibilità e l’accoglienza, e una seconda fase di acquisizione didotazioni e ausili tecnici ed informatici tecnologicamente all’avanguardia per l’accessibilità delle fonti, del materiale bibliografico e dei servizi bibliotecari a persone con disabilità».
La Biblioteca ha ricevuto dunque in dotazione diversi strumenti tecnici e ausili informatici: un pc Apple multifunzionedotato di software appositi, con lettore vocale e tastiera e mouse ad hoc, uno scanner per la lettura vocale di libri, un ingranditore per libri e giornali, un ipad per la lettura di e-book e una mappa tattile in braille posta all’ingresso.
Attualmente è stata siglata una collaborazione che rende aperta una volta la settimana la biblioteca a undici ragazzi disabili di Imperia e comprensorio con un impegno di accoglienza del personale che in questi anni ha seguito un percorso di crescita professionale e formazione, l’appoggio di studenti appositamente formati del liceo Amoretti di Imperia e la disponibilità di un servizio di scuolabus con accompagnatore messo a disposizione dall’Asl 1 con il coordinamento dell’assessorato ai servizi sociali.
(ilsecoloxix.it)

di Giovanni Cupidi

DISABILITÀ, CITTADINANZATTIVA: NELLE SCUOLE MOLTI OSTACOLI E ACCESSIBILITÀ LIMITATA

Rapporto nazionale su sicurezza, qualità e accessibilità a scuola. Lo studio denuncia che il 27% delle scuole ha scalini all’ingresso, l’ascensore è assente nel 35% degli edifici. Barriere architettoniche nel 19% dei laboratori, nel 18% delle palestre, nel 15% dei cortili, nel 13% delle aule. Nel 23% delle scuole, poi, non esistono bagni per persone disabili

“Nelle scuole italiane ci sono 207.244 studenti disabili”. È quanto emerge dall’XI Rapporto nazionale su sicurezza, qualità e accessibilità a scuola, realizzato da Cittadinanzattiva e presentato oggi a Roma sulla base dei dati raccolti nel corso del monitoraggio civico di circa 160 scuole su tutte le regioni del Belpaese, ad esclusione di Valle D’Aosta e Liguria.
Per quel che riguarda l’accessibilità e servizi per gli studenti con disabilità, lo studio denuncia che il 64% delle scuole monitorate ha posti auto per disabili nel cortile o nel parcheggio interno. Il 27% ha invece scalini all’ingresso, l’ascensore e’ assente nel 35% degli edifici e non e’ funzionante nell’11% di quelli che ne sono dotati. E ancora barriere architettoniche nel 19% dei laboratori, nel 18% delle palestre, nel 15% dei cortili, nel 13% delle aule. Nel 23% delle scuole poi non esistono bagni per disabili, e il 15% di essi presenta barriere architettoniche.
Il 26% delle scuole, nella gran parte delle aule, non ha sufficiente spazio per la presenza di una carrozzina mentre il 44% delle aule non ha banchi adatti o adattabili per una persona in carrozzina. Nel 57% dei casi, non ci sono in aula attrezzature didattiche o tecnologiche per facilitare la partecipazione alle lezioni degli studenti con disabilità. Non ci sono tavoli o postazioni adatte ai disabili in carrozzina nel 28% dei laboratori, nel 18% delle biblioteche e nel 17% delle mense. In una scuola su 4 sarebbe, secondo quanto rilevato dall’approfondita analisi di Cittadinanzattiva, è un problema gestire l’evacuazione dall’edificio degli studenti con disabilità motoria in caso di emergenza, perché nel 24% non esistono percorsi sicuri e praticabili che non comportino l’uso dell’ascensore o del servoscala. A ciò si aggiunge, infine, che nel 27% degli edifici monitorati le piantine dei percorsi di evacuazione non sono visibili da persone in carrozzina.
(superabile.it)

di Giovanni Cupidi

Expo 2015, ovvero un mondo senza disabilità?

Vi propongo di leggere, come più volte ho già fatto, questo articolo di Franco Bomprezzi pubblicato sul blog Invisibili del Corriere.it.
Che spazio, diritto del lavoro è riservato ai lavoratori con disabilità nel nuovo accordo sui contratti per quanto riguarda l’Expo 2013?

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di Franco Bomprezzi

Ho letto e riletto il testo dell’importante e positivo accordo sulle possibili 800 assunzioni in vista di Expo 2015. Ne ho letto i resoconti sui giornali, ho anche scaricato il testo completo di allegati che è già presente nel sito della Società Expo. Ma non ho trovato traccia dell’espressione “lavoratori con disabilità”. Mi assicurano che questo tipo di attenzione c’è e ci sarà. Non ho motivo di dubitare degli intenti, ma mi fermo alle parole, e anche ai fatti, per quanto sinora ho potuto constatare, a proposito di attenzione ai temi riguardanti la presenza di persone con disabilità nei sei mesi più attesi della storia metropolitana di Milano e a questo punto dell’Italia (se è vero che la ripresa passera da qui).
L’impatto di una manifestazione mondiale sulla rete delle infrastrutture di servizio, dai trasporti alla ricettività alberghiera, dalla ristorazione agli eventi, è sicuramente complesso e di enorme rilevanza. Il tema ogni volta è lo stesso: che cosa resterà dopo l’effimero? In che modo potremo migliorare il sistema nel quale viviamo, sfruttando una contingenza fortunata e conquistata a suon di promesse? E per quanto riguarda gli InVisibili: esistiamo anche noi, con pari dignità e diritto di cittadinanza, nella predisposizione delle soluzioni, delle strategie, delle opportunità di ogni tipo, che, al di là dell’aspetto strettamente economico, possono rappresentare un’occasione irripetibile ed esemplare di buona prassi pubblica e privata?
L’accordo sul lavoro viene additato come possibile esempio per future nuove articolazioni contrattuali, all’insegna della flessibilità e della durata non lunga ma comunque seria dei contratti. Benissimo: appare evidente a chiunque che inserire in questo accordo una specifica attenzione al diritto al lavoro anche delle persone con disabilità esige un’attenzione e una competenza del tutto particolare. Mai come in questo caso si potrebbe mettere alla prova, ad esempio, la cultura tecnica di decine di neolaureati disabili, sfornati dalle nostre università, che hanno tutte le caratteristiche per competere con gli altri giovani in cerca di occupazione, ma che sicuramente rischiano di pagare lo scotto di un pregiudizio negativo, oltre alla certezza di non essere in grado di garantire mobilità e flessibilità come da copione appena illustrato. Chi garantirà questo percorso, visto che nel testo manca persino la parola “disabilità”?
Al momento l’unica luce viene dal terzo settore, che nel realizzare la fondazione Triulza, dal nome della cascina nella quale, sperabilmente, le organizzazioni non profit e il mondo della cooperazione sociale, faranno vedere al mondo un messaggio importante sul tema che è al centro dell’Expo, ovvero l’alimentazione quale fattore di sviluppo per tutti. In quel contesto anche il mondo della disabilità sarà presente e attivo, con Ledha, la rete delle associazioni lombarde, che ha aderito all’associazione “Exponiamoci”, uno dei soci della fondazione appena nata.
Ma Expo 2015 significa anche, se non prima di tutto, verificare che i visitatori con disabilità o comunque con necessità speciali (quindi anche anziani, per dire) siano in condizione di muoversi liberamente e in autonomia, di informarsi senza difficoltà, di essere ospitati in strutture pienamente accessibili e a prezzi altrettanto accessibili (non solo 4 o 5 stelle, per capirsi), di partecipare agli eventi in modo da comprenderli perfettamente, di essere inclusi in modo sistematico nei sei mesi di evento. Stiamo parlando di almeno duecentomila persone (stima personale bassissima, in pratica il due per cento di una previsione di 10 milioni di visitatori).
Al momento in cui scrivo non ho conoscenza di progetti seri, di partnership adeguate, di decisioni prese, di lavori in corso fra i soci fondatori di Expo, di iniziative pubbliche, trasparenti e politicamente rilevanti. Spero di essere smentito rapidamente, perché sono assolutamente convinto che questa battaglia non si può perdere, e comunque va combattuta con forza, prima che diventi ridicola, perché fuori tempo massimo.

(invisibili.corriere.it)

di Giovanni Cupidi