Whable, la piattaforma che ‘classifica’ ristoranti e hotel accessibili ai disabili

Nasce dall’idea di un 42enne cagliaritano e punta diventare una startup per garantire la ‘libera circolazione’ delle persone con difficoltà motoria. Un team al lavoro per sviluppare l’app

 Una sorta di Tripadvisor delle barriere architettoniche: Whable è una piattaforma che valuta l’accessibilità di locali e strutture ricettive “verificate dai disabili per i disabili”. Nata da un’idea di Marco Altea – 42 anni di Cagliari con laurea e master conseguiti a Londra – la pagina di Whable punta a diventare una startup capace di garantire la libera circolazione di chi ha una difficoltà motoria. “Per chi ha una disabilità uscire di casa è una sfida: buche, gradini, pochissimi scivoli diventano un problema di sicurezza e qualcuno rinuncia rinchiudendosi in casa”, ha spiegato Altea.

Spesso le recensioni si rivelano inesatte

Così l’ideatore di Whable ora, con il suo team, sta sviluppando un’app che consenta di individuare i locali raggiungibili in sedia a rotelle. “Capita troppo spesso che le recensioni sull’accessibilità poi si rivelino inesatte. Invece noi vogliamo un mondo dove i disabili possano usufruire delle strutture in sicurezza e senza dover chiedere niente a nessuno”, ha aggiunto Altea.
Oggi Whable è una pagina social dove gli utenti possono lasciare le loro valutazioni sull’accessibilità o meno di bar, ristoranti e alberghi, ma l’obiettivo è anche quello anche quello di arrivare a una certificazione con bollino di garanzia.

Successo tra gli esperti del settore

Al lavoro, per trovare finanziamenti, promuovere campagne social di sensibilizzazione e sviluppare le tecnologie necessarie ci sono Karim Galici (Chief Operations Manager), Valentina Tutone (Esperta Turismo Sostenibile), Davide Piccioli (Social media manager), Valentina Delfino (Social Media Specialist), Stefano Troilo (chief graphic designer), Mersia Carboni (chief Financial Operator) quasi tutti reclutati online, su piattaforme specializzate come Linkedin, perché, come ha chiarito Altea: “Su internet siamo davvero liberi di muoverci”.
L’idea sta riscuotendo successo non solo tra i tanti utenti che si sono uniti alla community, ma anche tra gli esperti di settore. Nel gennaio dello scorso anno il gruppo di Whable è stato selezionato durante l’International Job Meeting 2020 promosso dall’Aspal, azienda sarda per le politiche attive sul lavoro, aggiudicandosi un viaggio a San Francisco per arricchire le loro conoscenze sulle startup e i migliori business model. La pandemia ha bloccato il viaggio, ma non Altea che vuole fare di Whable un punto di riferimento per la ‘comunità disabile‘.
(agi.it)

(In foto ©  Marco Altea – Marco Altea, ideatore di ‘Wable’)

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La bella storia delle rampe per i disabili costruite con il Lego

A Würzburg, Germania, un’associazione per i dritti dei disabili sta raccogliendo mattoncini usati per realizzare rampe d’accesso a marciapiedi e negozi
(foto: IPA)

Dopo aver costruito astronavi, galeoni dei pirati e fortezze inespugnabili, i mattoncini Lego vengono impegnati per quella che, forse, è la loro missione più eroica: creare delle rampe in modo che chi è in carrozzina possa superare le barriere architettoniche costituite dai marciapiedi.
Ad averci pensato è un’associazione di Würzburg, in Germania, che si occupa di indipendenza delle persone con disabilità. I membri della WüSL, così si chiama l’organizzazione, hanno deciso di usare i mattoncini più famosi del mondo per dare forma a colorate rampe d’accesso a marciapiedi e negozi. Il progetto è quello di installarne decine in città, ma per farlo servono tanti, tantissimi pezzi.
È partita, così, una raccolta che permette ai cittadini di donare, nei negozi e bar che li ritirano, i loro vecchi Lego, magari abbandonati in armadi e scatoloni. In questo modo alla finalità sociale si affianca un approccio green, che preferisce il riuso di materiali già esistenti (che magari sono destinati a diventare rifiuti) alla creazione di rampe nuove di zecca.
(wired.it)

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Negozi accessibili alle persone con disabilità: un corso gratuito online

Promosso da AscoBaires, Confcommercio Milano e AISM, la formazione sarà rivolta ai commercianti per garantire accessibilità e accoglienza a persone con disabilità ed esigenze speciali

Entrare in un negozio, provarsi un paio di capi in camerino, muoversi nel locale per confrontare la merce, pagare alla cassa, uscire. Niente di più semplice. Niente di più impossibile, quando ci siano barriere (architettoniche, sensoriali, comunicative). L’inaccessibilità che le persone con disabilità possono sperimentare nella loro vita quotidiana ha a che fare anche con cose semplici come fare shopping.

Si propone di far conoscere ai commercianti le esigenze dei clienti con disabilità ed esigenze speciali (ed aiutarli a dare risposte efficaci) un corso online gratuito nato dalla collaborazione tra AscoBaires, Confcommercio Milano e AISM (Associazione italiana Sclerosi Multipla) che, dopo la pausa causa COVID, ora riprende.

PERCHÉ UN CORSO PER I COMMERCIANTI
Il progetto punta a una migliore fruibilità dei punti vendita nel DUC (Distretto del Commercio) Baires di Milano, considerando le necessità delle persone disabili e, al tempo stesso, sviluppando il potenziale economico del distretto. È importante, infatti, incrementare e qualificare l’accoglienza nelle attività commerciali e nei servizi turistici e alberghieri, sostenendo le realtà commerciali attraverso strumenti che le valorizzino e le rendano più attrattive per tutti. Il progetto formativo AISM – D.U.C Buenos Aires Corso Buenos Aires è una tra le passeggiate commerciali più estese d’Europa. Per lunghezza e per concentrazione di attività economiche, il corso è considerato tra i maggiori centri commerciali all’aperto a livello internazionale.

IN COSA CONSISTE IL CORSO
Per favorire la customer experience delle persone con sclerosi multipla e disabilità, AISM propone un corso e-learning per sensibilizzare gli operatori all’attenzione e alla comprensione delle esigenze speciali e, dove possibile, rimuovere barriere architettoniche e altri ostacoli. Attraverso la piattaforma di e-learning “Accademia AISM” gli operatori possono usufruire di una autoformazione gratuita per approfondire il tema e imparare a relazionarsi con persone con esigenze specifiche. I moduli formativi sono a distanza, pensati per diverse esigenze in modo che l’operatore possa scegliere il corso più utile.
Gli operatori possono anche richiedere una sessione di coaching online sulla stessa piattaforma AISM, dove un esperto risponde a domande e curiosità.

ISCRIZIONI, ATTESTATO E PUBBLICITÀ
Per poter accedere ai corsi ogni azienda deve registrarsi compilando l’apposito form di iscrizione. Al termine del percorso formativo le aziende iscritte riceveranno un attestato di partecipazione, inoltre, verranno mappate le attività che hanno affrontato il corso; gli esercizi che avranno migliorato l’accessibilità fisica e senso-percettiva verranno segnalati, e il Distretto del Commercio attiverà momenti di confronto sia con gli operatori partecipanti sia con i cittadini, in modo da poter valutare l’efficacia dell’iniziativa.


Per maggiori informazioni sul progetto e su come iscrivere la propria attività al percorso formativo, contattare formazione.aism@aism.it (imprese-lavoro.com). (disabili.com)

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Luccasenzabarriere, una app per le persone con disabilità

Il software, unico a livello nazionale, mappa esercizi commerciali, parchi e impianti sportivi. La presentazione al Real Collegio


Quando l’idea, nata per agevolare la vita quotidiana della comunità, di un’associazione del territorio ottiene la collaborazione di importanti realtà locali e il fattivo appoggio di tutti gli enti, il risultato finale non può che essere di alto livello. Si inserisce in quest’ottica, dopo tanti mesi di studio e lavoro, il lancio di Senzabarriere.App, l’applicazione che, attraverso la mappatura di tutti gli esercizi commerciali, parchi e impianti sportivi renderà più fruibile il soggiorno in una città.

Questa app, realizzata dall’Associazione onlus Luccasenzabarriere Odv, comunque, fornirà anche altre utilissime informazioni che agevoleranno sia il cliente che i gestori delle attività. Il preciso lavoro di mappatura verrà realizzato grazie a 24 studenti dell’Iis Carrara-Nottolini-Busdraghi (indirizzo tecnologico Cat), Polo scientifico professionale Fermi-Giorgi (indirizzo sportivo ed informatico) e l’Isi Pertini che saranno inseriti all’interno di un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento.

Proprio da quest’ultimo istituito arriva il logo dell’App realizzato dalla studentessa Irene Castiglioni, in collaborazione con Atlas, l’azienda realizzatrice dell’App. Un’applicazione unica nel suo genere a livello nazionale che persegue l’intento, continuando così nel solco tracciato da tre anni a questa parte da Luccasenzabarriere Odv, di abbattere ulteriore tutti quelli ostacoli in cui possono incappare le persone affette da disabilità. “Nei mesi più drammatici di questo 2020 – – ha dichiarato Domenico Passalacquaabbiamo sviluppato questo progetto, realizzato grazie al fondamentale apporto di tanti preziosi partner, che ci rende, permettetecelo, veramente orgogliosi. Il mio più sentito ringraziamento va al nostro finanziatore, ossia l’ortopedia Michelotti (una piacevole costante in tutte le attività di Luccasenzabarriere Odv), un grazie per i contributi alle dondazioni Banca del Monte di Lucca e Cassa di Risparmio di Lucca. Non meno importanti i nostri sostenitori come Unipolsai Torrini, Foto Alcide e la Tipografia Francesconi”.

Per quanto concerne l’app, l’azienda programmatrice è l’Atlas software di Cagliari mentre la comunicazione è stata curata dall’agenzia Wally Communication.

A patrocinare questa iniziativa, la Provincia di Lucca, il Comune di Lucca, il Comune di Capannori, Confartigianato Lucca, Confcommercio Lucca e Massa Carrara, Miur, Confesercenti Toscana Nord, Cesvot, Camera di Commercio di Lucca, Real Collegio e Confindustria Toscana Nord Lucca Pistoia e Prato.

Numerosi i testimonial che hanno aderito con entusiasmo a questo innovativo progetto. Si tratta di 13 campioni di fama internazionale come Andrea Lanfri, Giusy Versace, Sara Morganti, David Bonaventura, Oney Tapia, Nicola Codega, Massimliano Mattei, Marco Rossato, Claudio Rigolo, Ugo Paterno, Giuliano Coradeschi, Chantal Pistelli, Ilaria Biagini, il forte pilota lucchese Riccardo Pera, reduce da un brillante secondo posto alla sua prima partecipazione nella 24ore di Le Mans e Stefano Gori, oltre a Loris Figoli (sindaco di Riccò del golfo di Spezia) ed altri ospiti tra i quali Lapo Cecconi di Kimap, Fabrizio Torsi, Massimo Porciani (presidente Regionale del Cip), Rita Giorgio, Monica Gobbi, Luca Fanucci, Luigi Gariano, Ilaria Bidini, Luca Paiardi e Danilo Ragona. Il testimonial onorario della App sarà, invece, Ivan Cottini, un simbolo e fonte di ispirazione nella lotta contro la sclerosi multipla.

Lunedì (28 settembre) si terrà la presentazione ufficiale dell’applicazione al Real Collegio, anche in diretta Facebook sulla pagina dell’associazione.

(luccaindiretta.it)

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Stadio Renzo Barbera: accessibilità per i disabili e le promesse non mantenute

Lo scorso anno proprio oggi pubblicavo sulla mia pagina facebook un resoconto, con tanto di video, di come una persona con disabilità che utilizza una carrozzina è costretta a vedere (male) la partita allo stadio Renzo Barbera di Palermo. Dalla mia denuncia sui social si accesero i riflettori dei media con articoli su diverse testate, dal Giornale di Sicilia a Live Sicilia, e soprattutto la risposta che la società SSD Palermo diede a me personalmente e alla opinione pubblica impegnandosi alla ristrutturazione dello stadio per garantire finalmente una giusta fruizione degli eventi sportivi alle persone con disabilità motorie. È un argomento che mi sta particolarmente a cuore e di cui mi sono occupato da tanti anni riguardo anche le diverse tematiche anche qui sul blog.
Adesso che una nuova stagione calcistica sta per iniziare e con la promozione del Palermo in Lega Pro, cosa ne è stato di quelle promesse? È forse cambiato qualcosa? PURTROPPO NO, NON È CAMBIATO NULLA! Le persone con disabilità motoria saranno costrette a vedere le partite della propria squadra ancora da dietro un plexiglas anche sporco. Eppure si sarebbe potuto approfittare del periodo di chiusura degli stadi al pubblico per poter almeno prevedere la progettualità da inserire in quell’accordo che la società ha già fatto con il comune di Palermo per l’utilizzo dello stadio, e magari iniziare ad adeguare la struttura nel post lockdown. Proprio durante la discussione di quella concessione il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno che prevede che la metà dei posti riservati in tribuna alle autorità sia destinato agli studimenti delle scuole elementari e medie e a cittadini con disabilità. È certamente un segnale apprezzabile ma sicuramente insufficiente a garantire a tutte le persone con disabilità il diritto ad una giusta fruibilità degli eventi sportivi.

Presidente Mirri, mi rivolgo nuovamente a Lei, non è corretto fare promesse non mantenute sulle spalle di chi vive la disabilità! È ancora in tempo per rimediare, lo stadio è di tutti! Adesso deve dirci solo QUANDO lo stadio sarà davvero pronto a ospitare TUTTI, nessuno escluso, dignitosamente.

#lostadioèditutti

Giornale di Sicilia
La mail ricevuta dalla SSD Palermo

Progetto SENSHome: autonomia abitativa nella casa connessa

NEL PROGETTO SENSHOME, GUIDATO DALL’UNIVERSITÀ DI BOLZANO, LE TECNOLOGIE DIGITALI CREANO NUOVI PERCORSI DI AUTONOMIA E SICUREZZA PER I DISABILI

Che smart home sarebbe, senza una tecnologia capace di rispondere ai bisogni dei più fragili? Sensoristica e integrazione sono le basi del progetto SENSHome, lanciato per offrire alle persone con disabilità fisica e cognitiva – autismo in particolare – la possibilità di vivere la propria casa in autonomia.
Non sempre, infatti, il contesto domestico è il più sicuro. Il Ministero della Salute pone proprio le condizioni generate da disabilità, patologie croniche e altre malattie tra i principali fattori all’origine degli incidenti domestici. Limitare gli infortuni significa quindi “regalare” a queste persone una vita indipendente, e le tecnologie della casa intelligente accorciano le distanze per questo importante traguardo.

Autonomia e sicurezza con il progetto SENSHome

Cosa significa realizzare case sensibili? Per il gruppo di ricerca in Fisica Tecnica della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Bolzano, bisogna sviluppare reti di sensori e modelli di interior design facilmente applicabili nelle abitazioni delle persone fragili.

Un progetto interreg tra Italia e Austria per favorire l’autonomia abitativa dei disabili, con particolare attenzione alle persone affette da disturbi dello spettro autistico

Dalla collaborazione tra l’ateneo altoatesino, l’Università di Trieste, Fachhochscule Kärnten e l’azienda di meccatronica Eurekasystem nasce così una tecnologia centrata sull’utilizzatore finale e dedicata a case private, appartamenti condivisi o altri luoghi di vita assistita. “Con SENSHome puntiamo a individuare e implementare architetture centralizzate per la raccolta di dati e l’interazione con gli occupanti – racconta Andrea Gasparella, docente di Fisica Tecnica alla Libera Università di Bolzano e responsabile del laboratorio di Building Physics al parco tecnologico NOI di Bolzano -. Una rete intelligente di sensori come microfoni, foto e termosensori, che permette di segnalare eventi o condizioni ambientali rischiose”.

Nella smart home l’indipendenza è reale

Il professor Andrea Gasparella

Attualmente, i progetti di indipendenza dei disabili parzialmente autonomi prevedono la convivenza con gli operatori sanitari. Le tecnologie digitali accelerano l’evoluzione di questo modello assistenziale con la possibilità di controllare da remoto e in tempo reale un elevato numero abitazioni, intervenendo anche in via preventiva. Il tutto senza monitoraggi video e audio, per tutelare la privacy degli utenti.
Quindi come funziona SENSHome? Il team di ricercatori sta mettendo in campo strategie di integrazione tra controllo e regolazione delle condizioni ambientali (temperatura, umidità, acustica), progettate per:

  • migliorare il benessere degli occupanti;
  • prevenire e segnalare situazioni critiche;
  • interpretare le esigenze individuali.

“L’innovazione consiste nel fornire una copertura h24 dei principali aspetti di rischio della vita quotidiana. Così, uno o due operatori possono assistere fino a 30 abitazioni al contempo, risparmiando risorse e aumentando il numero di utenti coinvolti in progetti di autonomia”, aggiunge Gasparella.

Il futuro di SENSHome? Benessere a portata di tutti

L’integrazione di sensori e tecnologie smart renderà le case realmente sensibili alla cura e al benessere dei più fragili. Inoltre, aiuterà a colmare il divario tra vita indipendente e strutture assistenziali, sempre guardando al fine ultimo di migliorare la qualità della vita di persone che altrimenti non potrebbero essere lasciate sole.
Questo “sconfinando” in attività di respiro internazionale, all’interno della rete dell’associazione Autism-Europe e grazie al supporto di numerosi partner legati al mondo della disabilità. Non solo: il futuro potenziale del progetto SENSHome tocca anche le persone anziane, con l’obiettivo di prolungarne le prospettive di vita attiva.
(elettricomagazine.it)

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La dignità messa da parte: la disabilità ad un concerto stona

Il diritto delle persone con disabilità a partecipare, su base di eguaglianza con gli altri, alla vita quotidiana della società non può essere derubricato a facoltà: il caso di Valentina Tomirotti è, purtroppo, esemplare

La storia è una di quelle che raccontano molto dello stato in cui questo Paese tuttora versa quando si tratta di assicurare, concretamente ed efficacemente, il pieno godimento dei diritti di cittadinanza alle persone con disabilità. Valentina Tomirotti è una giornalista e blogger mantovana, fan di Coez, un cantante rapper che, ahimè, causa incanutimento, non conoscevo (fortunatamente Wikipedia soccorre anche noi barbogi ignoranti delle mode musicali). Valentina è, inoltre, una persona con disabilità, che si muove su una sedia a rotelle. Lo scorso 26 settembre, dopo aver sborsato 34,50 euro di biglietto, va all’Arena di Verona per assistere al concerto di Coez e, come riporta Clarissa Valia su TPI, si reca al suo posto nel parterre dell’Arena, fila 26. Unico neo: invece di godersi lo spettacolo, dall’altro del suo metro scarso di altezza Valentina ha solo potuto deliziarsi della vista dei fondoschiena degli altri spettatori che, come normalmente accade nei concerti, si sono alzati in piedi per seguire l’esibizione del loro beniamino. Valentina non ci sta e cita in giudizio Arena srl, Fondazione Arena e l’organizzatore dell’evento Vivo Concerti per il danno subito: lo scorso 19 maggio il Tribunale civile di Mantova rigetta l’istanza e la condanna ad un risarcimento per circa 5.000 euro. Il danno oltre la beffa. Ecco, questa incredibile vicenda ci dice tante cose su cui val la pena soffermarsi. Ci dice, in primo luogo, che se una persona con disabilità vuole andare al cinema, a teatro, o a un concerto, deve mettere in conto che quelle sale o arene sono state quasi sempre costruite senza pensare alle esigenze di chi necessita di un accomodamento, un supporto, per far quello che è comunemente garantito agli altri. Quante volte una persona con disabilità motoria in un cinema deve stare da un lato, in corridoio, perché non sono previsti spazi ad hoc? Racconta Valentina che in occasione del concerto, dopo le sue rimostranze, le era stato offerto di spostarla in un corridoio laterale: da un lato, appunto. Messa da una parte, a mo’ di sacco di patate, come l’ospite sgradito della serata. Questa storia ci dice, allora, che quel che è in gioco è non solo e non tanto il diritto di godersi un concerto in santa pace come tutti gli altri spettatori paganti, ma il diritto delle persone con disabilità alla piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, come recita all’art. 1 la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata e resa esecutiva dall’Italia nel 2009. Sanità, scuola, occupazione, vita sociale e politica rappresentano quella serie di domini che costituiscono l’insieme di cui è fatta la normale vita quotidiana di tutti i cittadini, ai quali va garantito di accedervi liberamente. Ove ciò non sia pienamente possibile in maniera autonoma, a causa di una qualche forma di disabilità, occorre fornire quell’accomodamento (la Convenzione parla di “accomodamento ragionevole”) per garantire tale accesso. Lo spiega, peraltro, mirabilmente la nostra Costituzione che, all’art. 3, statuisce che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna (eguaglianza formale), e che, soprattutto, è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (eguaglianza sostanziale). Perché allora, per restare al caso degli spettacoli, non prevedere, sempre e ovunque, spazi adatti ad accogliere, senza paternalistiche concessioni o, peggio, odiose segregazioni, le persone con disabilità? È un accomodamento irragionevole? Ma non finisce qui: l’odissea di Valentina pone un ulteriore tema. Il giudice, in merito al danno esistenziale lamentato, spiega che la ricorrente, anche ove impedita nella visione del concerto, avrebbe potuto senz’altro sentirlo: l’eventuale danno, dunque, andrebbe ridotto della metà. E, in ogni caso, evidenzia il giudice, la presenza di maxischermi – “giganti”, si specifica – su cui veniva proiettato il concerto ha reso priva di fondamento anche tale doglianza. Con tutto il rispetto che si deve ad una sentenza di Tribunale, tali considerazioni appaiono sbagliate. Sono sbagliate perché, in primo luogo, non prendono minimamente in considerazione quanto previsto all’art. 1 della legge n. 104 del 1992, che impone di garantire “il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata – un termine che il Legislatore non ha ancora sentito il bisogno di cambiare – e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”. Dov’è la piena integrazione per Valentina, il cui diritto è stato compresso dal comportamento altrui? La cosa più grave, tuttavia, è che la sentenza trascura del tutto lo spirito ed il dettato della Convenzione ONU del 2006. Non si tiene conto, ad esempio, che è necessario “adottare tutte le misure adeguate ad eliminare la discriminazione sulla base della disabilità da parte di qualsiasi persona, organizzazione o impresa privata” (art. 4) e che si deve “vietare ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità e garantire alle persone con disabilità uguale ed effettiva protezione giuridica contro ogni discriminazione qualunque ne sia il fondamento” (art. 5). Non si mette sul piatto, ancora, che “al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita”, devono essere adottate “misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico” (art. 9) e, come nel caso di specie, “a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici” (art. 30). Ma quel che non trova evidenza nella sentenza è il fatto che tutti questi diritti, i medesimi diritti di cui godono tutti i cittadini della Repubblica, devono essere goduti dalle persone con disabilità su base di uguaglianza con gli altri, anche attraverso quel supporto o accomodamento che renda efficace e sostanziale tale uguaglianza sulla carta. Non è sufficiente, in altre parole, sostenere che Valentina potesse accedere all’Arena di Verona e vedere il concerto su uno schermo: Valentina, per ovvi motivi, non aveva la possibilità, a differenza degli altri spettatori, di alzarsi in piedi e, conseguentemente, andava tutelato il suo diritto a vedere lo spettacolo dal vivo seduta sulla sua carrozzina, senza la necessità di addivenire a azzardate valutazioni circa le possibili alternative che non rappresentavano una preoccupazione per gli altri partecipanti all’evento: se Valentina non poteva alzarsi in piedi per godere della visione, tale lesione del suo diritto, caratterizzato dalla sua disabilità, meritava un ristoro alla luce della mancata revisione, da parte dell’Arena di Verona, di adeguate alternative atte metterla in grado di poter godere, al pari degli altri, dell’insieme dello spettacolo. Non garantire tale diritto e non riconoscerlo in sede giudiziale comporta, evidentemente, una discriminazione del suo status di cittadina ed un vulnus per la sua dignità ed autonomia individuale: il palese disinteresse della necessità di garantire piena eguaglianza delle condizioni a tutti si è rivelato, una volta ancora, nella manifestazione dello stigma verso chi è portatore di una diversità. Alla fine della fiera, quel che traspare è che fatica a far breccia, anche in un Paese estremamente avanzato in materia di tutela e promozione dei diritti delle persone con disabilità come l’Italia, la consapevolezza che la disabilità è tale in relazione all’ambiente e alle barriere, di natura fisica e sociale, che lo caratterizzano e che possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nella società delle persone con disabilità su base di uguaglianza con gli altri. A dimostrazione che lavorare per l’eguaglianza sostanziale ai fini della tutela dei diritti di una delle più corpose minoranze del nostro Paese richiede attenzione quotidiana e impegno. Perché quei diritti sono i diritti di tutti, in piedi a saltellare o seduti su una carrozzina.

(linkiesta.it)

Concerti accessibili: ecco la guida definitiva per band e artisti!

Una guida per band, artisti e promotori con info e strategie necessarie a realizzare un evento musicale accessibile a tutti

Alzi la mano a chi è capitato di dover rinunciare al concerto della propria band preferita perchè il locale dove si teneva l’evento non aveva una rampa di accesso per carrozzine. O quanti artisti con disabilità si sono visti negare la possibilità di suonare su un palco solo perchè questo non era interamente agibile per le loro disabilità? O ancora, quanti festival musicali estivi sono stati vissuti da lontano solo perchè i campeggi fuori dagli stadi non rispettavano gli standard minimi per essere area accessibile?

Non poter prendere parte ad un evento musicale è un po’ come perdere un pezzettino di felicità. La musica fa sentire parte di un universo più grande e unisce le persone nella condivisione di emozioni. Sono ancora però troppo pochi gli eventi che presentano condizioni adeguate in termini di informazioni, accessibilità e servizi dedicati a persone con disabilità. L’associazione inglese Attitude is Everything ha deciso di fare qualcosa e, insieme ad alcuni esponenti del British Council, ha redattouna guida gratuita ai concerti accessibili: un prezioso manuale per band, artisti e promotori che si propone di rendere più accessibili concerti e tour.

LA GUIDA
Immaginate di non poter assistere al concerto del vostro gruppo preferito perché non ci sono sedie, le informazioni non sono disponibili, non è prevista una porta di accesso. Questo è quello che succede in moltissime occasioni quando una persona con disabilità vuole prenotare un biglietto per un evento musicale – così afferma Alison Driver, Art Manager del British Council presentando la guida all’accesibilità di Attitude is Everything. Questa non solo illustra tutte le aree migliorabili nell’organizzazione di un concerto, ma fornisce anche gli strumenti pratici per ottenere una maggiore accessibilità, con consigli affinchè tutti i soggetti coinvolti (gruppi musicali, agenti, promotori, gestori dei locali) siano più consapevoli delle barriere che i fan devono affrontare.

5 COSE DA FARE QUANDO SUONI A UN CONCERTO
La guida affronta numerosi punti, ma sintetizza in cinque punti le le semplici istruzioni basiche che artisti devono seguire per essere sicuri che il proprio spettacolo sia accessibile:
1. Controllare se la sede dispone di informazioni di accesso online per i disabili
2. Invitare a consultare la guida “L’accessibilità inizia online
3. Condividere le informazioni di accesso al locale sul sito web o sul sito dell’evento (Ci sono bagni accessibili? C’è un accesso senza gradini al palco? Sono disponibili biglietti gratuiti per gli assistenti personali?)
4. Chiedere al promotore qual è l’opzione in qualcuno abbia bisogno di vedere il palco da seduto
5. Se non si trovano informazioni sui biglietti per gli assistenti personali, invitare il promotore ad offrirne

10 COSE DA FARE QUANDO ORGANIZZI UN CONCERTO
E sono invece 10 le indicazioni destinate ai promotori e gli organizzatori di musica del vivo:

1. Offri biglietti gratuiti per gli assistenti personali.
2. Fornisci in anticipo informazioni chiare sull’accesso online
3. Invita le persone a contattarti se hanno richieste specifiche
4. Crea un luogo con buona visibilità che sia con posti a sedere e accessibile
5. Richiedi che non ci siano luci stroboscopiche e fallo sapere a tutti
6. Fornisci sottotitoli fai-da-te usando un laptop e TV
7. Se c’è un bagno accessibile, verifica con i responsabili del locale che funzioni correttamente
8. Crea una stanza tranquilla se c’è spazio disponibile
9. Spingi a segnalare qualsiasi forma di molestia
10. Parla con i responsabili del locale per assicurarti che il servizio bar sia accessibile alle persone per le quali un bancone alto potrebbe essere un problema

All’interno della guida si aggiungono tutte le indicazioni essenziali a organizzare e promuovere un festival pienamente accessibile a tutti come, ad esempio, i suggerimenti per ingaggiare artisti disabili nel proprio locale o la realizzazione dei volantini accessibili; passando per gli elementi chiave da includere nella pagina dell’evento onlineche dovrebbe essere collegata ad una mail di contatto a cui rivolgere tutte le domande che si hanno; senza dimenticare i trucchi fondamentali da adottare per poter arginare la non accessibilità di un luogo.
Detto questo c’è solo una richiesta da fare: diffondere la guida più possibile per partecipare (finalmente) a tutti i concerti che si desiderano.

I CREATORI
Attitude is everything è un’organizzazione benefica che sostiene l’industria della musica dal vivo in Uk dal 2000. Grazie alla condivisione di esperienze durante concerti e eventi all’aperto da parte di controllori con disabilità, ha lavorato con centinaia di locali e festival in tutto il Regno Unito per aiutarli ad essere più accessibili alle persone con disabilità.

Il British Council è l’ente ufficiale britannico per la promozione delle relazioni culturali e delle opportunità educative. Ha sedi in Italia e in tutto il mondo.

Consulta la guida

(disabili.com)

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Microsoft e l’Intelligenza Artificiale al servizio dell’accessibilità

Microsoft e un team di aziende utilizzeranno l’Intelligenza Artificiale e il Cloud Computing per lo sviluppo di progetti per l’inclusione e per la riduzione delle barriere

Metti insieme le potenzialità di Intelligenza Artificiale e Cloud Computing con le competenze di aziende, istituzioni e associazioni: quello che ne risulterà sono nuove progettualità, che Microsoft intende declinare sul fronte Inclusione e accessibilità. Questa idea prende il nome di Ambizione Italia per l’Inclusione e l’Accessibilità, un innovativo progetto annunciato ieri da Microsoft, che intende utilizzare il digitale per promuovere i valori della Diversità, affinché nessuno venga lasciato indietro.
Nel concreto, l’iniziativa si traduce in un’alleanza con aziende, istituzioni e associazioni per sviluppare insieme nuove progettualità a supporto dell’accessibilità e dell’inclusione delle persone con disabilità nella vita quotidiana e in azienda, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. Dal canto loro, i vari soggetti aziendali, associativi e istituzionali che hanno risposto all’appello sono numerosi e prestigiosi: già parte del gruppo di aderenti sono Ability Garden, Amplifon, ANSA, Barilla, EY, Fondazione Accenture, Fondazione Adecco, Fondazione Vodafone, Fondazione Mondo Digitale, Gruppo Generali, Jointly – Il welfare condiviso, Kulta-Cervelli Ribelli, LinkedIn, UniCredit, Techsoup, Valore D e Wunderman Thompson, che si impegneranno a mettere in campo competenze e esperienze per lavorare insieme.

Sul fronte operativo, il progetto si tradurrà in iniziative per tutti gli attori coinvolti, con sessioni formative, hackathon, incontri e condivisioni di best practice. La sfida sarà quella di mettere a punto soluzioni che possano concretamente essere utilizzate nella vita di tutti i giorni, compresa quella lavorativa, in modo da migliorarla attraverso la tecnologia più innovativa, come l’Intelligenza Artificiale e il Cloud Computing, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di progetti per l’inclusione e per la riduzione delle barriere in alcuni ambiti specifici:

Prodotti e Servizi – In quest’area sarà possibile esplorare nuove modalità di sviluppo, creazione o trasformazione di prodotti e servizi di uso comune, anche digitali, per renderli accessibili a fasce di utenti differenti. Un esempio è l’Xbox Adaptive Controller,un controller che facilita e migliora l’esperienza di gioco, progettato da Microsoft insieme a community di giocatori disabili per rispondere alle esigenze dei giocatori con mobilità ridotta.

Mondo dell’Educazione – Su questo fronte sarà possibile, da un lato, lavorare con studenti e docenti su progetti di accessibilità e, dall’altro, valorizzare programmi educativi inclusivi. In particolare, Microsoft ha già avviato un programma di education nelle scuole in collaborazione con l’Associazione Italiana Dislessia per sensibilizzare studenti, docenti e famiglie su come le nuove tecnologie possano trasformare la diversità in un valore reale di crescita per tutti.

Mondo del Lavoro – In questo ambito, ci sarà la possibilità di approfondire i vantaggi che oggi la tecnologia offre per favorire una maggiore inclusione professionale e una valorizzazione delle risorse con disabilità che, grazie all’innovazione, possono esprimere il loro potenziale. Già da tempo, Microsoft mette a disposizione in maniera nativa nella propria suite Microsoft 365 soluzioni inclusive per aiutare i collaboratori aziendali: la funzionalità di lettura immersiva per persone ipovedenti, per esempio, o il servizio di sottotitoli e traduzione in tempo reale per i non udenti o per coloro che parlano lingue diverse durante le riunioni virtuali con Teams.

In Italia attualmente ci sono oltre 3 milioni di persone con disabilità, numero che cresce in modo esponenziale se consideriamo anche le disabilità nascoste o momentanee. Ognuno di noi, in un certo momento della propria vita, si trova ad affrontare questo tipo di sfida, che sia una disabilità temporanea perché ci si è fratturati una gamba in un incidente o situazionale perché devo necessariamente rispondere a una mail e non ho entrambe le mani libere. Inoltre, solo poco più del 30% dei disabili tra i 15 e i 64 anni ha un’occupazione. Un dato allarmante, sintomatico della difficoltà per queste categorie a integrarsi pienamente nella società odierna. Le nuove tecnologie possono offrire straordinarie opportunità alle persone con disabilità: l’AI in particolare può aiutare ad essere più connessi con gli altri, attraverso strumenti che agevolano la lettura, l’ascolto e la scrittura, potenziando così le capacità umane e contribuendo ad acquisire nuove competenze. In Microsoft, per esempio, lavoriamo da sempre a rendere i nostri prodotti e servizi “accessibili by design”, ovvero pensati per essere utilizzati da tutti già nella fase della loro progettazione. Questo ci consente di dare un contributo importante alle persone che in questo modo possono vivere e lavorare come tutti. Non vogliamo affrontare questa sfida da soli. È proprio per questa ragione che abbiamo dato vita a un’alleanza dove mi auguro si aggiungano presto numerose realtà private e pubbliche. Insieme, grazie al digitale, possiamo rendere il nostro Paese più inclusivo e costruire un futuro migliore per tutti” ha spiegato Barbara Cominelli, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia.

L’iniziativa fa parte di Ambizione Italia, progetto più ampio di formazione, aggiornamento e riqualificazione delle competenze in chiave digitale, avviato a settembre 2018, con il quale Microsoft ha già formato 500.000 persone e che si propone di coinvolgere entro la fine del 2020 oltre 2 milioni di giovani, studenti, NEET e professionisti in tutta Italia, con l’obiettivo di contribuire all’occupazione e alla crescita dell’Italia, riducendo il fenomeno dello skills mismatch ovvero il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle realmente disponibili.

Per info
www.microsoft.com/it-it/ambizioneitalia/social-ecosystem.aspx

(disabili.com)

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Con i cellulari per non vedenti la tecnologia al servizio dei ciechi.

Con gli smartphone di ultima generazione arrivano anche le nuove App per non vedenti

Telefono parlante e cellulari per non vedenti sono ormai da tempo divenuti oggetti d’uso quotidiano.
Attraverso le applicazioni (o, più semplicemente, app), parecchie delle quali scaricabili gratuitamente, è possibile effettuare acquisti, consultare riviste e quotidiani, ascoltare la radio, ottenere indicazioni sul traffico e sul tempo e infinite altre operazioni, tutte fondamentalmente mirate all’obiettivo di renderci la vita un po’ più semplice.
I cellulari per ipovedenti si trasformano così in un utilissimo telefono parlante che guida la persona non vedente nello svolgimento delle attività quotidiane.
Il discorso vale anche (e anzi assume un rilevante significato sociale, in una prospettiva di integrazione e superamento degli ostacoli alla qualità della vita e al pieno godimento dei propri diritti) per le persone colpite da disabilità, che noi già proviamo ad aiutare con la progettazione e realizzazione di montascale.

Di anno in anno sono infatti sempre più numerose le applicazioni appositamente pensate per fornire una concreta mano d’aiuto alle persone più svantaggiate, ad esempio i non vedenti.

Cellulari per non vedenti

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante, nel settore dei dispositivi per la comunicazione questo è ancora più evidente. I dispositivi per la telefonia mobile, oltre ad un’estetica accattivante, offrono funzionalità incredibili fino a qualche anno fà.
Facciamo l’esempio dei non vedenti o degli ipovedenti che con le nuove tecnologie e sopratutto le nuove applicazioni possono contare su dispositivi che li aiutano a superare molti degli ostacoli derivanti dal loro handicap. Vediamo ora alcuni esempi di queste nuove tecnologie nei cellulari per non vedenti.

I modelli di cellulari per non vedenti : Felix Phone

Chi ha problemi di vista ha sicuramente bisogno di un modello di telefono avanzato per essere autonomo al 100% quando vuole mettersi in contatto con amici e parenti. In questo caso vogliamo segnalarti il cellulare parlante con sintesi vocale Felix Phone. Grazie al sintetizzatore vocale, ogni azione compiuta dal cieco o ipovedente sul telefono viene letta, come i messaggi e il chiamante della telefonata, ma anche lo stato della batteria. Non solo.
Chi utilizza Felix Phone può fare affidamento sui comandi vocali per dettare un messaggio, inserire in rubrica un nuovo contatto o telefonare a una determinata persona. Nel dettaglio possiamo riassumere così i vantaggi e gli svantaggi di questo modello:

  • ideale per le persone con problemi di vista che necessitano di un telefono semplice e vogliono essere autonome nell’utilizzo del cellulare grazie ai comandi vocali;
  • il punto di debolezza è che non si tratta di uno smartphone e non possiede app come WhatsApp o Facebook.

Smartphone per non vedenti: Doro 820 Mini Claria

Se Felix Phone è il cellulare parlante adatto agli ipovedenti e ai non vedenti, ma non offre le funzionalità avanzate dello smartphone, apprezzate particolarmente dai più giovani, una valida alternativa è rappresentata da Dorio 820 Mini Claria, uno smartphone completo e facile da usare, accessibile e intuitivo.
La tecnologia Claria lo rende, quindi, il compagno ideale di chi non può vedere, grazie alle suonerie amplificate, ai tasti fisici e al design robusto. Il sistema integrato Vox Claria offre al disabile alcuni punti sullo schermo di riferimento e integra un’interfaccia multimediale parlante che guida la persona durante l’uso dello smartphone, ma anche nelle attività quotidiane.
Infine, Dorio 820 Mini Claria dispone di una funzionalità interessante ovvero la fotocamera, studiata per essere un vero e proprio sensore intelligente capace di riconoscere i colori e leggere ciò che viene inquadrato. Inoltre il fatto di essere un vero e proprio smartphone permette ai giovani ipovedenti o non vedenti di navigare in Internet e ascoltare musica.

Smartphone e non vedenti o ipovedenti: cosa considerare

Purtroppo non tutti gli smartphone, nonostante l’evoluzione tecnologica, sono accessibili alle persone non vedenti o ipovedenti, soprattutto se sono basati su versioni antiquate del sistema operativo o non permettono di personalizzare lo schermo. Due sono, in particolare, le modalità di approccio allo smartphone del non vedente e dell’ipovedente e, in particolare:

  • l’ipovedente necessita di uno smartphone con schermo grande e con sistema Android, che presenti una lente di ingrandimento per visualizzare meglio caratteri, schermate, applicazioni ed elementi vari;
  • il cieco che vuole utilizzare lo smartphone necessita di un feedback vocale a schermo e di funzioni come lo screen reader dei dispositivi Android, che vocalizzi ogni elemento dello schermo toccato dal non vedente.

Smartphone per non vedenti e ipovedenti: pro e contro

Tra i pro dell’acquisto di uno smartphone Androidpossiamo sicuramente citare il costo inferiore rispetto ai dispositivi iPhone, anche se il motore di sintesi vocale ha una qualità inferiore a quella di VoiceOver, sviluppato per iPad e iPhone. D’altro canto, come vedremo tra poco, sia gli smartphone Android sia quelli Apple possono supportare applicazioni e funzionalità per l’accessibilità a chi ha problemi di vista, tra cui citiamo Zoom e Talkback.
Il pro dell’acquisto di uno smartphone Apple è, invece, la possibilità di personalizzazione e controllo totale anche per persone ipovedenti o non vedenti, grazie alle app appena nominate. Unico neo il prezzo un po’ troppo alto, anche se esiste un altrettanto valido mercato di iPhone usati e ricondizionati. Va valutata, inoltre, la difficoltà di apprendimento rispetto allo smartphone Android, soprattutto se la persona disabile è anziana e poco pratica di tecnologia.

Cellulare per non vedenti: il progetto Vodafone Speaking Phone

Non potevamo chiudere questa sezione dedicata ai cellulari e agli smartphone per non vedenti senza citare il progetto Vodafone Speaking Phone, avviato in collaborazione con l’UIC, Unione Italiana Ciechi, e che ha portato alla distribuzione di cellulari a un gran numero di non vedenti.
Quello che caratterizza il telefono per non vedenti realizzato da Vodafone è l’integrazione con un software speciale, in grado di leggere e descrivere icone di menù, testi e SMS facilitandone l’invio.

Telefonia per non vedenti: i progetti di Samsung e TIM

Vodafone non è, però, l’unica compagnia di telefonia ad aver deciso di creare e commercializzare telefoni per ipovedenti e non vedenti. Anche Samsung ha messo sul mercato il Samsung SCH-E580, dedicato a questa categoria di utenti disabili e che funziona grazie a una voce guida che assiste la persona durante l’utilizzo del telefono.
Da TIM viene, invece, l’applicazione Talks che legge il display del telefono con una voce elettronica.
Certamente il mercato delle tecnologie e della telefonia per disabili è appena aperto e le imprese stanno imparando a sfruttarlo per agevolare la vita della persona con problemi visivi e migliorare la loro immagine, con l’obiettivo di raggiungere in poco tempo la piena accessibilità per tutti alle moderne tecnologie.

App per non vedenti Android

Una delle prime ad essere lanciata sul mercato per i telefoni per non vedenti Android è stata Strillone, frutto dell’impegno di Informatici Senza Frontiere ONLUS.
Strillone è una app per ipovedenti gratuita che consente all’utilizzatore la navigazione sulle pagine web dei quotidiani con la possibilità ascoltare le notizie grazie a un sintetizzatore vocale.
L’interfaccia è geniale nella sua essenzialità: ai quattro angoli del display touchscreen sono posizionati altrettanti riquadri, ciascuno dei quali consente di consultare un menù di sezioni costituite dai contenuti della rivista o del giornale preferito.
Si sfrutta in sostanza la struttura “ad albero rovesciato” dei giornali: ciascuno di essi è da intendersi come la “radice” un albero, e optato per uno in particolare si passa ai vari “rami” (le sezioni cronaca, sport, politica, costume, attualità…) e, infine, alle “foglie”, ovvero i singoli articoli della sezione scelta.
Compatibile con la maggior parte degli Screen Reader dei cellulari per non vedenti, oltre ai dispositivi Android, Strillone è disponibile sul Play Store di Google ed è consultabile via internet da qualsiasi pc desktop
Entro breve tempo è previsto anche il lancio di una versione iOS per gli Iphone per non vedenti della Apple.

Applicazioni Iphone per non vedenti

Altra app in grado di rivelarsi prezioso ausilio per le persone non vedenti e ipovedenti è senza dubbio AriadneGPS, che consente in tempo reale di rendere nota all’utilizzatore (anche attraverso VoiceOver) la propria posizione e di monitorarla costantemente lungo il tragitto, con possibilità di essere informato sui cambiamenti legati alle vie, i numeri civici, la presenza di lavori in corso od ostacoli, incroci, ecc.

Attraverso una vibrazione (o, in alternativa, un suono o un segnale vocale) del proprio cellulare per non vedenti è possibile anche essere informati dell’arrivo di un autobus o di un treno, così come si possono memorizzare luoghi preferiti.
In particolare, scorrendo il dito sopra la mappa corrispondente alla zona percorsa, è possibile far mente locale ascoltando i nomi delle vie e i relativi numeri civici.
Disponibile per iPhone e iPad, AriadneGPS sfrutta le informazioni del gps e di un server remoto (attualmente trattasi di Google).

Cellulare per ipovedenti: App per Iphone e Android

Un’altra applicazione che trasforma un telefono per non vedenti in un valido strumento utile ad una persona che ha perso la vista, è sicuramente Be My Eyes una applicazione ideata dal danese Hans Jørgen Wiberg, Be My Eyes è una applicazione il cui punto di forza non è tanto l’alto livello tecnologico raggiunto, quanto piuttosto quello della solidarietà e della voglia di dare una mano d’aiuto ai meno avvantaggiati (lo stesso Wiberg è nato con gravi problemi di vista, che si sono nel tempo acuiti fino a tradursi quasi in cecità).
In sostanza, quando la persona non vedente o ipovedente si trova in situazioni di difficoltà, lancia il suo “sos” attraverso la app. Questo verrà raccolto da uno a caso degli iscritti all’apposito social network, naturalmente vedente, che si metterà a disposizione per, ad esempio, dare indicazioni sulla via da imboccare, sulla collocazione dei prodotti negli scaffali dei supermarket, sulla scadenza dei generi alimentari, ecc.
L’applicazione riversa il video ripreso dalla fotocamera del cellulare per non vedenti dell’utente sul display del “collega” volontario, che può così rispondere alle domande proprio come accadrebbe nell’ambito di una comune videochiamata via Facetime o Skype. Il telefono parlantepermetterà così alla persona non vedente di districarsi sfruttanto la vista del volontario che potrà così guidarlo.
Per non correre il rischio di perdite di tempo o di scherzi di dubbio gusto, al termine dell’operazione entrambi i soggetti interessati potranno dare un voto alla funzionalità dell’applicazione ovvero segnalare eventuali disfunzioni.
Spiega Hans Jørgen Wiberg: “L’idea mi è balenata nel corso della mia attività di aiuto ai non vedenti della mia città, quando uno di loro ha detto: Se potessi avere solo per cinque minuti al giorno gli occhi di una persona sana, la mia vita migliorerebbe notevolmente”.
L’applicazione è disponibile per smartphone per non vedenti iPhone e Android.
E per chi è solito dire di “non avere il tempo” di aiutare gli altri, grazie ad applicazioni come Be My Eyes oggi non ci sono più scuse.

Agevolazioni Internet per disabili

Oltre alla legge 104 lo Stato Italiano prevede agevolazioni per le persone appartenenti alle categorie protette o con disabilità e sgravi IRPEF e IVA per l’acquisto di ausili tecnici e informatici, compreso l’abbonamento a Internet. In particolare l’acquisto di sussidi tecnici e informatici prevede un’aliquota IVA agevolata al 4% anziché quella ordinaria al 22% e l’obiettivo è assicurare l’autosufficienza e l’integrazione del disabile come previsto dall’art. 3 legge n. 104 del 1992.
Oltre all’acquisto di dispositivi informatici come PC, smartphone e tablet si prevede che il sussidio vada applicato anche ai servizi di connessione a banda larga, soprattutto per coloro che soffrono di menomazioni permanenti o durature alla vista o all’udito.
Gli obiettivi di tale agevolazione sono, infatti, i seguenti:

  • facilitare la comunicazione interpersonale;
  • facilitare l’elaborazione scritta o visiva delle informazioni;
  • agevolare l’accesso all’informazione e alla cultura.

In particolare, la Circolare n.55/2001 chiarisce come anche i costi di abbonamento a servizi con tali finalità possano portare alla detrazione IRPEF al 19% e IVA al 4%, ad esempio quando si parla di abbonamento al soccorso rapido telefonico, il tasto SOS che agevola l’intervento a supporto di anziani e persone non vedenti. Un unico chiarimento: tra le forme di disabilità che possono dare accesso a tale agevolazione ci sono solo il fatto di essere non vedenti, non udenti o avere altra menomazione fisica, mentre sono escluse la disabilità intellettiva e psichica, a meno che non sia coesistente ad altra forma di disabilità motoria, visiva, uditiva o del linguaggio.

Agevolazione IVA 4% per l’acquisto di telefoni per non vedenti

Ad oggi le persone con disabilità visiva ovvero non vedenti e ipovedenti possono acquistare sussidi tecnici informatici con iVA agevolata al 4% anziché al 22%. In particolare con il termine “sussidio tecnico informatico” ci si riferisce ad una tecnologia meccanica, elettronica o informatica appositamente progettata per facilitare la comunicazione personale e l’elaborazione scritta o grafica al fine di agevolare l’accesso all’informazione e alla cultura alla persona disabile o limitata da menomazioni visive, uditive o del linguaggio.
Non significa, però, che tutti i titolari della legge 104 possano ottenere questo vantaggio, dato che il sussidio tecnico informatico deve essere un reale aiuto per la persona con disabilità, come nel caso del telefono per non vedenti, del cellulare per non vedenti o dello smartphone per non vedenti. Per ottenere l’IVA agevolata al 4% bisognerà, infatti, presentare due documenti:

  • copia del certificato che attesta l’invalidità permanente, anche senza la condizione di gravità descritta dall’art. 3 comma 3 della legge 104;
  • prescrizione rilasciata dal medico della ASL, che attesta il collegamento tra la forma di disabilità e il sussidio tecnico informatico da acquistare.

Il consiglio, prima di procedere all’acquisto di un cellulare per non vedenti o ipovedenti, è quello di rivolgersi alla ASL di appartenenza per richiedere il certificato sopra descritto e, se concesso, allora si avrà diritto ad acquistare il telefono per disabili con l’IVA agevolata al 4%.
Update 12-09-2019
Inseriti alcuni nuovi modelli di smartphone adatti per i non vedenti e integrato il testo dell’articolo con alcune considerazioni sui pro e i contro di questi dispositivi.
(Contactsri.it)