Sono passati 76 giorni dall’incendio che aveva danneggiato l’impianto che alimentava i macchinari di Zanardi, ex pilota e campione paraolimpico. Il primario Bertagnoni: “Il paziente è stato stabilizzato”
Alex Zanardi è stato dimesso oggi dall’ospedale San Bortolo di Vicenza e ha fatto ritorno a casa a Noventa Padovana. Oltre due anni fa era rimasto vittima di un terribile incidente in handbike contro un camion, il 19 giugno 2020 sulle colline senesi. Oggi, dopo 76 giorni di ricovero all’ospedale berico, il campione è tornato a casa. Il ricovero era avvenuto il 3 agosto scorso subito dopo l’incendio alla sua villa di via De Gasperi in quanto era concreto il rischio che le fiamme e il fumo avessero danneggiato i macchinari utilizzati dal campione per restare in vita. Il rogo era stato provocato da un surriscaldamento dell’impianto fotovoltaico.
Il 19 giugno del 2020 il terribile incidente in handbike contro un camion sulle colline senesi
Zanardi è tornato di nuovo tra le mura di casa. Sono passati 76 giorni dall’incendio che aveva danneggiato l’impianto che alimentava i macchinari dell’ex pilota e campione paraolimpico. Oltre due mesi durante i quali all’ospedale San Bartolo di Vicenza “il paziente è stato stabilizzato”, come ha spiegato al Giornale di Vicenza il primario del reparto di riabilitazione Giannettore Bertagnoni. “Il nostro principale obiettivo – ha aggiunto ancora Bertagnoni – è stato di stabilizzare le condizioni cliniche generali di Zanardi. Ma, contestualmente, abbiamo proseguito il programma riabilitativo seguito durante il primo periodo di degenza”.

Terapie neurologiche e fisiche per proseguire la lunga riabilitazione dopo il terribile incidente in una curva tra Pienza e San Quirico d’Orcia, sulle colline della provincia di Siena. Il campione paraolimpico, 4 medaglie d’oro ai Giochi, già in passato aveva ricevuto le cure dell’ospedale San Bartolo, che resterà anche per il futuro “il suo punto di riferimento medico”, ha ribadito Bertagnoni. Poi però era potuto tornare nella sua casa di Noventa Padovana, grazie ai macchinari collegati a un impianto fotovoltaico che gli consentivano di proseguire la riabilitazione tra le mura domestiche
l rogo divampato lo scorso 2 agosto però aveva costretto la famiglia a riportare Zanardi a Vicenza, almeno fino ad oggi. Le fiamme infatti avevano danneggiato l’impianto. Ora, dopo altri 76 giorni di lontananza, Zanardi torna per la seconda volta a casa.
Incendio nella villa di Alex Zanardi: si teme per i macchinari che assistono l’ex campione
Un incendio è divampato nella villa di Alex Zanardi a Noventa Padovana. Nell’abitazione dell’ex pilota di F1 e campione paralimpico sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme. Si stanno valutando eventuali danni ai macchinari che assistono l’ex campione.
Un incendio è divampato nella villa di Alex Zanardi a Noventa Padovana. Nell’abitazione dell’ex pilota di F1 e campione paralimpico sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno immediatamente spento le fiamme. Le causa del rogo potrebbe essere riconducibile a un incendio dell’impianto fotovoltaico. In questo momento, secondo quanto riferisce l’Ansa, i vigili del fuoco stanno valutando se ci siano eventuali danni ai macchinari che assistono lo stesso Zanardi.

Quest’ultimo infatti a giugno del 2020 fu coinvolto in un tremendo incidente sulle strade di Pienza (in Provincia di Siena), durante la staffetta benefica ‘Obiettivo tricolore’ per una gara di handbike. Da quel momento c’è massimo riservo sulle sue condizioni, ecco perché si sta cercando di capire con molta cautela se le fiamme possano aver intaccato i macchinari che lo assistono e se possa essere necessario un possibile trasferimento di Zanardi. Per sicurezza si potrebbe anche pensare di trasferirlo per alcune notti in modo da ripristinare nuovamente l’ordine nella sua abitazione dopo quanto accaduto.

Il recupero di Zanardi dopo l’incidente è graduale e c’è grande riservatezza in questo momento sulle sue condizioni. Zanardi non ha mai mollato mostrando ancora una volta il suo infinito coraggio e la voglia di rialzarsi. Per tutto il mese di gennaio infatti il 55enne bolognese si è recato ogni giorno nel Centro Iperbarico di Ravenna dove si è sottoposto ad alcune terapie specifica per la riabilitazione fisica ma anche alla riattivazione di alcune zone del cervello atrofizzatesi a seguito del terribile incidente di cui è stato vittima.
Zanardi sta facendo grossi passi in avanti dopo quanto accaduto stretto nell’amore della sua famiglia che ha potuto riabbracciare proprio facendo ritorno a casa, a Noventa Padovana, per stare insieme alla moglie Daniela e il figlio Nicolò che non lo hanno mai lasciato solo da quando è cominciato questo lungo calvario. (fanpage.it)
Articolo in aggiornamento…
Zanardi è stato trasferito in un centro medico di Vicenza in via precauzionale, dove troverà l’assistenza di cui ha bisogno. La decisione sarebbe stata presa dai familiari. Un’ambulanza è arrivata nella casa di via De Gasperi per recuperare l’atleta e portarlo via.
“Alex Zanardi passerà Natale a casa”, l’annuncio di Pancalli
Alex Zanardi passerà Natale a casa, con i suoi familiari: lo ha annunciato Luca Pancalli, presidente del Comitato Olimpico, in apertura della cerimonia di consegna dei Collari d’Oro, all’Auditorium Parco della Musica a Roma.
A poco più di un anno e mezzo dal grave incidente in handbike, il cinquantacinquenne ex pilota e campione paralimpico ha lasciato l’ospedale e continuerà la riabilitazione in parte da casa.
La bella notizia (“meravigliosa, è la forza dello sport“, hanno commentato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali), rilanciata da Pancalli in apertura delle cerimonia dei collari d’oro, è stata spiegata dalla moglie Daniela, sul sito della Bmw di cui Zanardi è brand ambassador.
“C’è un calore eccezionale attorno ad Alex – ha spiegato – e per questo abbiamo ritenuto giusto condividere questa bella notizia. Al tempo stesso chiediamo di rispettare la nostra privacy. Perché la nostra unica priorità è accompagnare Alex nel suo cammino con tutta la nostra energia“. Il recupero di Zanardi, che ha lasciato l’ospedale “alcuni giorni fa“, ha aggiunto la moglie, “continua ad essere un processo lungo“.
“Dimostra di essere un vero combattente”
“Il recupero continua ad essere un processo lungo – ammette Daniela Zanardi – . Il programma di riabilitazione condotto da medici, fisioterapisti, neuropsicologi e logopedisti ha permesso progressi costanti. Naturalmente, le battute d’arresto ci sono e possono ancora verificarsi. A volte bisogna fare due passi indietro per farne uno in avanti. Ma Alex dimostra ripetutamente di essere un vero combattente.
Dopo il lungo periodo in ospedale – prosegue – è importante per lui tornare dalla sua famiglia e nel suo ambiente familiare. Bisogna anche considerare che, a causa della situazione pandemica, per un anno e mezzo Alex ha avuto intorno a sé solo persone con mascherine e dispositivi di protezione. Inoltre, a causa delle ampie e importanti misure di protezione in clinica, le possibilità di visita sono ovviamente molto limitate”.
“Stare a casa lo aiuterà”
“Alex non ha incontrato amici e parte della famiglia per un anno e mezzo. Solo io, nostro figlio e la madre potevamo fargli visita, ma sempre solo una persona al giorno e solo per un’ora e mezza. Tutto questo non ha contribuito a rendere la situazione più facile per lui – confessa la moglie -. Aiuta quindi il fatto che ora sia a casa con noi, anche se attualmente può avere intorno solamente i familiari più stretti, dato che il numero di casi di Coronavirus sta aumentando di nuovo.
Ma noi siamo con Alex tutto il giorno, lui è nel suo ambiente familiare e quindi può tornare un minimo alla normalità. Questo gli dà ulteriore forza. Siamo molto grati al personale medico delle cliniche in cui è stato curato. I medici, il personale sanitario, i terapeuti e tutti coloro che sono coinvolti hanno fatto tanto per Alex e continuano ad accompagnarci nella sua riabilitazione. Nelle cliniche Alex è in ottime mani, ma la sua casa è ancora la sua casa“.
“Importante il supporto ricevuto fino ad ora”
Difficile prevedere come proseguirà il recupero. “Durante la settimana, un terapeuta lavora con lui su esercizi fisici, neurologici e logopedici. Per quanto riguarda la sua condizione fisica, ci sono molti progressi. Alex guadagna sempre più forza nelle braccia, che è aumentata molto. Ed eccetto l’ospedale, dov’era per molto tempo a letto, ora passa la maggior parte della giornata sulla sedia a rotelle con noi. Si riposa solo un po’ nel pomeriggio, dopo pranzo.
Non è ancora possibile prevedere come il suo recupero si svilupperà ulteriormente. È ancora un percorso lungo e impegnativo che Alex affronta con spirito molto combattivo – prosegue Daniela Zanardi -. Ricevere così tanto supporto in questo percorso, non solo dai medici e dai terapeuti che lavorano costantemente con lui, è di grande aiuto per lui e per noi. I nostri amici ci sono sempre per noi. Ciò include la famiglia del BMW Group su cui possiamo sempre contare e che è saldamente al nostro fianco anche in questo momento difficile.
Siamo molto grati a tutti per questo e per molto altro, perché questi solidi legami ci danno ulteriore energia. Questo vale anche per l’affetto continuo che riceviamo da piloti, fan e conoscenti da tutto il mondo. Vorremmo esprimere un grande Grazie a tutti coloro che mandano i loro pensieri positivi e la loro forza ad Alex. Auguriamo a tutti – conclude – un buon Natale e tutto il meglio per il nuovo anno“. (repubblica.it)
Zanardi, la moglie Daniela: “Lotta come un leone, ma ancora non parla”
A un anno dall’incidente un’intervista per raccontare le condizioni del campione paralimpico
Comunica con la famiglia, non parla, ma “lotta come un leone“. Alex Zanardi un anno fa ha rischiato la vita in un incidente sulla handbike. È stato un anno difficile ma – racconta la moglie Daniela in una intervista alla Bmw – ista dimostrando ancora una volta spirito combattivo. “Si sta impegnando per recuperare“. Lei è sempre accanto al campione paralimpico: “Le condizioni di Alex sono stabili. Al momento è ricoverato in una clinica specializzata, dove sta seguendo un programma di riabilitazione, sotto il controllo di medici, fisioterapisti, neuropsicologi e logopedisti per cercare di facilitare il suo recupero“.

Dopo un periodo dramamtico, il coma, gli interventi neurochirurgici Zanardi ha iniziato la riabilitazione: “È stato un processo molto complesso che ha richiesto diversi interventi neurochirurgici ed è stato caratterizzato da alcune battute d’arresto. Alex è in una condizione stabile, che significa che è in grado di affrontare un programma di terapia sia neurologico che fisico. Riesce a comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. Dopo molto tempo in coma, le corde vocali hanno bisogno di recuperare la loro elasticità. Questo è possibile solo con esercizio e terapia. Ha ancora molta forza nelle braccia e nelle mani e si allena duramente con le attrezzature”.
“Cosa mi aspetto per il futuro? Certamente – prosegue Daniela Zanardi – si tratta di una nuova grande sfida. È un percorso molto lungo e al momento non facciamo previsioni su quando potrà tornare a casa“. Daniela Zanardi ha scelto di informare i tantissimi tifosi del marito per rispondere alle domande e agli auguri che le arrivano tutti i giorni: “Abbiamo ricevuto così tanti messaggi di auguri per la sua guarigione, e vorrei cogliere l’occasione per fare un grande ringraziamento, da parte di Alex, per ogni singolo messaggio.“
“Seguendo il consiglio dei medici – continua – questo ci sembrava il momento giusto per dare qualche informazione sul processo di recupero di Alex con questa intervista. Vorrei dire a tutte le persone che pensano e pregano per Alex che lui sta combattendo – come ha sempre fatto. L’affetto che abbiamo ricevuto da amici, fan, conoscenti, atleti e tutte le persone del motorsport nello scorso anno è stato a dir poco commovente e travolgente ed è stato di enorme supporto per noi nell’affrontare tutto questo. In particolare, un ringraziamento speciale va al personale medico”.
Alex Zanardi: “Non ci sono miglioramenti, ma la fibra è buona”
Parla il figlio Niccolò: “Siamo anche un po’ stressati per questo, ma non perdiamo le speranze”
È passato un anno da quando Alex Zanardi, in sella alla sua handbike, è finito contro un camion sulla provinciale tra Pienza e San Quirico nel senese. Era il 19 giugno 2020. Un anno in cui il campione sportivo ha cmabiato cinque ospedale e ha subito una decina di interventi. “Come sta? Non lo sappiamo. È sempre lì. Nessuna novità, niente di niente. Siamo anche un po’ stressati per questo, non ci sono grandi cambiamenti – racconta il figlio Niccolò – Noi non perdiamo le speranze, la fibra è buona”. Un anno fa il ragazzo aveva pubblicato la foto su Instagram mano nella mano con il padre e aveva scritto: “Io questa mano non la lascio. Dai papà, anche oggi un piccolo passo avanti”.
Ora Zanardi è ricoverato all’ospedale di Vicenza, nell’Unità gravi lesioni e il direttore della neurochirurgia di Padova, Franco Chioffi, che l’ha avuto in cura sei mesi spiega: “Adesso è fuori dal letto, l’hanno messo in poltrona”. Nel reparto di Neurochirurgia di Padova Zanardi è stato operato quattro volte, per due problemi di tipo cerebrale. “Con il collega Piero Nicolai di Otorinolaringoiatria li abbiamo risolti. Era importante farlo perché ostacolavano la piena ripresa” afferma il professor Chioffi.
Nel reparto di Padova Zanardi ha vissuto la prima fase della riabilitazione, effettuata non solo con strumenti medici, ma anche con le canzoni del suo cantautore preferito, Venditti. È la moglie Daniela, da sempre vicino a lui, che gliele faceva ascoltare per cercare di innescare in lui una piccola reazione. Zanardi è vigile, ma le sue interazioni con il mondo circostante sono ridotte al minimo.
Intanto la Procura di Siena ha chiesto l’archiviazione per l’unico indagato per l’incidente dello scorso 19 giugno, Marco Ciacci, 45 anni, che si trovava alla guida dell’autocarro contro cui si è scontrato Zanardi durante una staffetta di solidarietà. La procura sostiene come non ci sia “alcun nesso causale tra la condotta del conducente del tir e la determinazione del sinistro stradale”. Secondo la famiglia di Zanardi però il camionista ha invaso anche se di poco la corsia. L’avvocato Carlo Covi si è opposto alla richiesta di archiviazione e ha chiesto al giudice di riaprire le indagini con ulteriori accertamenti tecnici sulla dinamica dell’incidente.
(Huffingtonpost.it)
Come sta Alex Zanardi a 9 mesi dall’incidente in handbike
Come sta oggi Alex Zanardi a 9 mesi dal gravissimo incidente in handbike. Le ultime notizie che hanno raccontato i miglioramenti progressivi fatti nel percorso di riabilitazione dal campione bolognese, oggi 54enne. La regola dei cinque secondi lo ha aiutato ancora una volta: non ha mai mollato ed è rimasto in vita.
Il 19 giugno 2020, ore 17.05, è il giorno in cui la vita di Alex Zanardi è cambiata ancora una volta. Nel 2001 subì l’amputazione delle gambe e fu un miracolo; restò in vita con un litro di sangue in corpo per 50 minuti e dopo 15 interventi chirurgici. Nove mesi fa l’ex pilota di Formula 1, oggi 54enne, fu protagonista di un terribile incidente avvenuto lungo la Statale 146 del Comune di Pienza, sulla strada che conduce a San Quirico d’Orcia (in Toscana). Era sulla handbike quando, all’uscita di una curva, perse il controllo del mezzo e si schiantò contro un Tir che proveniva nella direzione opposta della carreggiata. Quell’evento dimostrativo, organizzato a scopo benefico, si trasformò in tragedia.
Zanardi aveva le ossa della faccia e del cranio fracassate e lesioni gravissime provocate dall’impatto. Rischiò di morire di nuovo, riuscì a salvarsi. La regola dei cinque secondi, quelli in cui credi di non farcela ma se resisti hai vinto (come lui stesso ama ripetere), lo aiutò anche allora. Non ha mai mollato ed è rimasto in vita. “Le Scotte” di Siena e “San Raffaele” di Milano gli ospedali nei quali è stato ricoverato a lungo, sottoposto a operazioni di neurochirurgia molto delicate e a cure specialistiche. Lo hanno salvato anche quando, a causa delle conseguenze del violento trauma, sembrava non fosse possibile scollinare il periodo di rianimazione intensiva. A Padova ha iniziato il percorso di riabilitazione fisica e cognitiva.
Come sta oggi l’iron-man bolognese lo ha raccontato la moglie, Daniela Manni, che assieme al figlio, Niccolò, gli è rimasta accanto in tutto questo tempo. Ha recuperato percezione sensoriale mostrando progressi, mosso il pollice, riconosciuto i suoi cari, stretto la mano alla consorte, riacquistato l’uso della parola comunicando anche verbalmente con la sua famiglia. Ha visto la luce in fondo al tunnel ma prima che ne esca servirà ancora del tempo: alti e bassi scandiscono ancora il cammino verso la piena guarigione.
Quale sia la forza che lo ha sostenuto nei periodi più bui è nella narrazione della sua vita fatta in un incontro con gli studenti delle scuole romane. L’uomo che sopravvisse due volte utilizzò un esempio molto semplice, veicolando un messaggio altrettanto efficace.
“Se un fulmine mi ha colpito una volta, è possibile anche che lo faccia di nuovo. Ma restare a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere. Quindi no, io la vita me la prendo…“.
Uomo, sportivo, campione, esempio di vita. Forza Alex, non mollare. Mai.
(fanpage.it)
ALEX ZANARDI È TORNATO A PARLARE
L’ATLETA PARALIMPICO, DOPO L’INCIDENTE DELLO SCORSO ANNO, SAREBBE IN GRADO DI COMUNICARE
LA NOTIZIA È STATA DATA DALLA DOTTORESSA CHE LO HA IN CURA, NESSUNO CI CREDEVA, HA DETTO IL MEDICO
Alex Zanardi, l’ex pilota vittima di un grave incidente in handbike lo scorso giugno, ha ripreso a parlare. La notizia l’ha data la dottoressa che lo aveva in cura, Federica Alemanno, che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto: “È stata una grande emozione quando ha cominciato a parlare, nessuno ci credeva. Lui c’era! E ha comunicato con la sua famiglia“.
LA DEGENZA
L’ex pilota di Formula 1 è ricoverato per la riabilitazione all’Ospedale di Padova dopo l’incidente subito in Val d’Orcia. Sono stati mesi molto difficili con notizie altalenanti sulle condizioni di Zanardi e con un’inchiesta ancora in corso per capire cosa sia realmente accaduto il giorno dell’incidente. La neuropsicologa che lo ha curato al San Raffaele di Milano, Federica Alemanno, ha parlato del risveglio del grande campione e ha detto: “E’ stata una grande emozione quando ha cominciato a parlare, nessuno ci credeva. Lui c’era! E ha comunicato con la sua famiglia“.
Alex Zanardi fa ok con il pollice e guarda la moglie: la terza vita dopo l’incidente
Il campione di handbike sta lentamente recuperando le funzioni vitali, in un percorso che somiglia a una scalata all’Everest.
Il recupero delle funzioni sensoriali
Vedere, vede. Sentire, sente. Parlare ancora no perché gli tengono per precauzione il buco nella trachea ma presto potrebbero chiudergli anche quello, come già hanno fatto con la scatola cranica dopo averla riparata frammento per frammento. E il cervello che ci sta dentro, tornato al sicuro, ha ricominciato a tessere i collegamenti, a recuperare una per una le meravigliose funzioni di cui è capace. Insomma, Alessandro Zanardi è vivo, e lotta come solo lui. Quanto alla faccia, la sua bella faccia appuntita con gli occhi blu, è tornata come prima, più di prima.
Recordman di resurrezioni
L’impresa impossibile sta diventando possibile. Trovando le forze chissà dove, andandole a pescare dentro abissi sconosciuti a noi umani, Sandrino da Bologna, professione pilota, recordman mondiale di resurrezioni, piano piano sta scalando il secondo Everest che gli si è parato davanti all’improvviso, e questa è una delle poche notizie buone di un anno cattivissimo. Il suo primo Everest è già leggenda.
Non soltanto uscì vivo da un incidente che lo tagliò letteralmente in due, gambe da una parte e resto del corpo dall’altra, durante una gara automobilistica in Germania (era il 2001, aveva 35 anni), ma diventò addirittura più forte e più campione buttandosi come un pazzo nel mondo delle handbike, le biciclette da spingere a braccia. Quattro ori e due argenti olimpici, un’infilata di titoli, una fama da monumento vivente al non arrendersi mai, il proposito di concedersi una sfida ancora, Tokyo 2021, i primi Giochi dopo il virus. A 54 anni e passa.
Faccia a a faccia con la morte
Poi il fracasso della sua testa che si frantuma nell’impatto con un camion su una strada nella campagna senese, il 19 giugno di questo disgraziato Ventiventi, durante una tappa di una specie di giro d’Italia su due ruote, una cosa tra la beneficenza e la voglia di portare a spasso un po’ di gioia dopo mesi infami. La seconda montagna stregata lo aspetta dietro una curva cieca, maledetta e imprevedibile come la prima. E come la prima lo mette sguardo contro sguardo con la morte.
La sua terza vita
Stavolta è spacciato, le favole non concedono il bis. I primi soccorritori scuotono le teste. Ma il cuore batte ancora, la moglie Daniela si butta sopra il suo Alex come ad impedire all’anima di scappare via. «Stai qui, resta sveglio, sono io, guardami, guardami». Riesce a tenerlo cosciente, nonostante lo strazio di ritrovarselo, una volta ancora, sfregiato dal destino. Ma è proprio da quell’istante, dalla forza straripante di un amore che impedisce al niente di risucchiarlo, che Zanardi riparte per la sua terza vita. Sono in pochi a sperarci in quelle ore, conciato com’è, molto più di là che di qua. Ma passa la prima notte, poi la seconda, la terza. Il figlio Niccolò posta una foto della sua mano sopra la mano bianca e immobile del padre: «Lui è una tigre. Ce la farà».
L’infezione e la ripresa
E la tigre, ancora una volta, per la seconda volta, fa di tutto per non deluderlo, per non smentirlo. Come gli eroi dei fumetti dei bambini che si rialzano dopo ogni botta tremendissima, Zanardi ingaggia con il destino un’altra battaglia feroce e invisibile. Non si arrende neanche quando, dopo gli sforzi ultraterreni dei primi mesi, un’infezione lo riporta alla casella di partenza. Scivoli in parete e ti ritrovi spossato al principio della scalata. Altre operazioni, altri ospedali, il San Raffaele di Milano che ricompone con infinita pazienza e perizia il puzzle di un uomo scollato.
La forza di Daniela
E sopra ogni cura, sopra ogni chirurgo, in cima all’onda dell’affetto popolare che penetrando da sotto le camere di terapia intensiva carezza il corpo esausto del campione di tutti, dietro ogni disperante ricaduta e ogni impercettibile progresso, c’è una donna, Daniela, Manni Daniela in Zanardi, che ha sposato il suo Sandrino nel 1996 e da 24 anni, nella buona e nella più terribile sorte, lo risposa ogni giorno.
Le passioni comuni
Non troverete una sua intervista, una foto posata, un’ospitata in televisione. Lei c’è per lui e per il loro Niccolò, silenziosa, infaticabile, inavvicinabile non per spocchia ma per pudore. Una volta le dissero: «Che bel marito che ti sei trovata!». E lei: «Verissimo, ma a lui è andata meglio». Si erano conosciuti sulle piste di Formula 3. Daniela era manager di un team, bella competitiva, le gare seguite dal muretto. Sandrino, uno che attaccava le macchine ai muri piuttosto che rinunciare a un sorpasso. Stesso sangue, stesse passioni, caratteri simili, grandissimo amore.
È grazie a Daniela se Zanardi è nato per la seconda volta, dopo la tragedia tedesca del Lausitzring. È grazie a Daniela se Zanardi è sulla buona strada per mettersi ai blocchi di partenza della sua terza vita. Lui non molla mai, lei non molla mai lui. Insieme, non c’è Everest che li scoraggi, per quanto tagliente. La prima domanda che la signora Daniela ha fatto ai medici dopo l’ultimo schianto non è stata «che ne sarà di lui, come resterà se sopravvive, a che futuro va incontro?». No, la prima e definitiva domanda è stata: «Possiamo salvarlo? E allora fate tutto quello che si deve».
I prossimi passi
Il 21 novembre, Alex è stato trasferito nel reparto di neurochirurgia di Padova, vicino a casa (la famiglia Zanardi abita a Noventa, 8 chilometri).
Stringe la mano su richiesta.
Se gli chiedono di fare ok, alza il pollice.
Dov’è Daniela? E lui gira appena il capo verso di lei.
Non è certo la vetta ma almeno siamo ai piedi dell’arrampicata, che è già un risultato insperato. Al resto ci penserà la «tigre», un poco alla volta, un centimetro dopo l’altro, a forza di braccia e cuore, fino al traguardo. Il prossimo passo, a cui i medici danno molta importanza, sarà quello di riuscire a tirare fuori la lingua. Non lo vedremo, non ce lo diranno. Ma quando succederà, perché succederà, sembrerà uno sberleffo al dio crudele che dall’Olimpo ha preso così tanto di mira il figlio pilota di una sarta e di un idraulico.
(rielaborazione da corriere.it)
Alex Zanardi trasferito dal San Raffaele a Padova
Una nota dell’Ospedale San Raffaele informa che Alex Zanardi è stato trasferito presso l’ospedale di Padova: una condizione fisica e neurologica di generale stabilità ha consentito il trasferimento, lasciando la struttura milanese in cui è stato curato dallo scorso 24 luglio
L’Ospedale San Raffaele informa che oggi Alex Zanardi è stato trasferito presso l’ospedale di Padova: così spiega in una nota la struttura dove era stato trasferito lo scorso 24 luglio.
“Il paziente – spiegano dall’ospedale milanese – ha raggiunto una condizione fisica e neurologica di generale stabilità che ha consentito il trasferimento ad altra struttura ospedaliera dotata di tutte le specialità cliniche necessarie e il conseguente avvicinamento al domicilio familiare”.
Le tappe del percorso riabilitativo
Dopo il drammatico incidente del 19 giugno a bordo della sua handbike vicino a Siena, Zanardi era stato trasportato d’urgenza, operato e ricoverato fino al 21 luglio per poi essere trasferito a Villa Beretta, struttura specializzata in riabilitazione nel Lecchese.
Solo tre giorni dopo però il trasferimento al San Raffaele dove è arrivato “in condizioni di grave instabilità neurologica e sistemica“. Qui il pilota 54enne “ha affrontato dapprima un periodo di rianimazione intensiva, quindi un percorso chirurgico, in primo luogo per risolvere le complicanze tardive dovute al trauma primitivo e in seguito per la ricostruzione facciale e cranica“.
“Negli ultimi due mesi, ha potuto intraprendere anche un percorso di riabilitazione fisica e cognitiva” spiegano dall’ospedale augurando “ad Alex e alla sua famiglia un futuro di progressivo miglioramento clinico“.
Nota dell’IRCCS Ospedale San Raffaele
Milano, 21 novembre 2020 – L’Ospedale San Raffaele informa che oggi Alex Zanardi è stato trasferito presso l’Ospedale di Padova.
Il paziente ha raggiunto una condizione fisica e neurologica di generale stabilità che ha consentito il trasferimento ad altra struttura ospedaliera dotata di tutte le specialità cliniche necessarie e il conseguente avvicinamento al domicilio familiare.
Il paziente giunto al San Raffaele il 24 luglio scorso, in condizioni di grave instabilità neurologica e sistemica, ha affrontato dapprima un periodo di rianimazione intensiva, quindi un percorso chirurgico, in primo luogo per risolvere le complicanze tardive dovute al trauma primitivo e in seguito per la ricostruzione facciale e cranica.
Negli ultimi due mesi, ha potuto intraprendere anche un percorso di riabilitazione fisica e cognitiva.
Ad Alex e alla sua famiglia tutto l’ospedale augura un futuro di progressivo miglioramento clinico.
(skysport)
Alex Zanardi «risponde a stimoli visivi e acustici»
Il bollettino del San Raffaele, diffuso oggi: «Effettuata con successo la ricostruzione cranio-facciale», ma «il quadro clinico» resta complesso, e i segni di interazione con l’ambiente del campione sono «transitori e iniziali»
«Da diversi giorni Alex Zanardi è sottoposto a sedute di riabilitazione cognitiva e motoria, con somministrazione di stimoli visivi e acustici, ai quali il paziente risponde con transitori e iniziali segni di interazione con l’ambiente».
Sono queste le parole con cui — dopo settimane di silenzio — il San Raffaele ha fatto il punto sulle condizioni del campione automobilistico e paralimpico, ricoverato nell’ospedale di Milano dal 24 luglio scorso dopo il grave incidente del 19 giugno, avvenuto a bordo della sua handbike nei pressi di Pienza, in Toscana.
I medici del San Raffaele hanno precisato comunque che, «a fronte di questi progressi significativi», il quadro generale «resta complesso», e sulla sua prognosi «è assolutamente prematuro sbilanciarsi».
Zanardi, continua il bollettino, «sta affrontando un percorso di cure sub-intensive, predisposto da una équipe multidisciplinare coordinata dai professori Luigi Beretta, direttore della Neurorianimazione, Mario Bussi, direttore di Otorinolaringoiatria, Sandro Iannaccone, direttore della Neuroriabilitazione, e Pietro Mortini, direttore della Neurochirurgia».
È però intanto riuscito il primo intervento di ricostruzione cranio-facciale: parliamo di primo, in quanto i chirurghi discutono già di un secondo intervento in preparazione per le prossime settimane, «che sarà eseguito dal professor Pietro Mortini». A causa dell’incidente — nel quale Zanardi aveva violentemente battuto, a una velocità stimata in circa 50 chilometri orari, contro un camion che stava sopraggiungendo in direzione opposta alla sua — il campione aveva subito quello che, in termini medici, viene definito «fracasso facciale»: la maggior parte delle ossa del volto, fronte, naso, orbita, zigomo, mascellare superiore, mandibola hanno subito un trauma talmente violento da provocare una loro frattura. Si tratta del quadro più grave di frattura del volto. Tuttavia, nonostante prima il coma e poi le gravi condizioni attuali, Zanardi è ancora in vita e, lentamente, migliora.
(corriere.it)