(Ri)mettere sulla moto le persone con disabilità? Si può fare

Sul circuito Tazio Nuvolari si è appena svolto uno dei corsi per motociclisti con disabilità organizzato dall’associazione Di.Di e supportato da Bmw Italia. Abbiamo seguito l’evento da un punto di vista privilegiato, quello di un motociclista da poco paraplegico

Cervesina (PV), circuito Tazio Nuvolari: a mettersi il casco per imparare come si fa ad andare in moto ci sono una dozzina di ragazzi con disabilità e una voglia pazzesca di rimontare in sella, o di salirci per la prima volta. L’evento è organizzato dall’associazione Di.Di. (Diversamente Disabili) e supportato da BMW Italia. Di.Di da qualche anno offre corsi di guida dedicati, con moto opportunamente modificate e istruttori certificati.

Presidente e fondatore di Di.Di è Emiliano Malagoli, pilota paraolimpico di livello internazionale. Cresciuto con la passione del motociclismo, Emiliano nel 2011 a seguito di un incidente stradale ha subito l’amputazione della gamba destra, ma dopo soli 400 giorni è rimontato in sella al Mugello. E da lì in poi non si è più fermato.

Dopo la partecipazione alla maratona di New York nel 2019, con una protesi all’arto inferiore, proprio a Cervesina ha annunciato che domenica 25 settembre sarà al via della maratona di Berlino, perché «l’unico modo per migliorarsi è sfidarsi». 

Prima gli esercizi nel paddock

Il corso si svolge come tutti gli altri, o quasi: briefing tecnico sul comportamento da tenere in pista e divisione in gruppi in base alle esigenze. Da una parte chi salirà sulle Pit Bike (il corso è pensato per chi per età o per condizione psico-fisica non può guidare una moto più grande), dall’altra chi ha subito un’amputazione o una grave lesione a un braccio o una gamba, quindi le persone paraplegiche.

Si passa alla vestizione: indossare una tuta in pelle non è facile e lo è ancor meno per chi siede su una carrozzina. In soccorso vengono amici e parenti al seguito, oltre a una squadra di volontari di trenta persone tra lo staff di BMW Motorrad Italia e i soci del Federclub. Persone che nel corso della giornata saranno sempre pronte a dare una mano.

Quindi si va nel paddock, per prendere dimestichezza con la moto adattata e per gli esercizi tra i birilli. Ogni gruppo viene seguito – passo per passo – da istruttori con lo stesso tipo di disabilità. Questo aiuta a mettere a loro agio i partecipanti, che sanno di avere al loro fianco una persona che si è confrontata con le stesse difficoltà. Ciò nonostante, all’inizio la tensione è palpabile tra chi deve montare in sella. Un’ansia che si stempera subito una volta saliti in moto e si vede che ce la si fa. E man mano comincia il divertimento. 

Moto per paraplegici
La moto per i paraplegici ha le rotelle, ma poi si tolgono

Qualche attenzione particolare è richiesta per chi siede su una carrozzina, la persona deve essere caricata di peso sulla moto prima di tutto. La moto è attrezzata con un carrello posteriore che la tiene in piedi da ferma e che viene azionato dal motociclista: deve essere sollevato subito dopo la partenza e abbassato appena prima di fermarsi. Oltre a questo ci sono due bracci laterali con ruote più grandi e fisse, che limitano l’angolo di piega: sono necessari all’inizio, per evitare cadute.

Ho potuto provarla brevemente, durante la pausa pranzo per non togliere spazio ai corsisti. Dopo un paio di tentativi, partire e fermarsi è diventato più facile: i rotelloni quasi non toccavano più terra e quando lo facevano davano fastidio, perché falsavano la piega. Non a caso vengono tolti dopo un paio di prove. Io però non ho avuto tempo. Com’è risalire in moto? Avere un manubrio tra le mani, è stata una sensazione forte, diversa da prima ma molto bella. Mi iscriverò al prossimo corso? Ho tante cose da fare, ma ci sto pensando. 

Nel pomeriggio tutti in pista a dare gas

Se al mattino c’era tensione, dopo pranzo l’aria si taglia con il coltello: è ora di mettere le ruote in pista. Sempre per gruppi: in testa l’istruttore e poi gli allievi che si alternano dietro di lui. A chiudere la fila un secondo istruttore. A fine turno si esce, è il momento del confronto: ogni allievo dice cosa va e cosa no, spiega le difficoltà incontrate. Poi ovviamente a dire la sua interviene l’istruttore.

Secondo turno, più veloci e sicuri. E poi via ancora. A fine giornata, felicità e divertimento si vedono sul volto di chi ha aspettato questo momento per diverso tempo. Per alcuni si è trattato semplicemente di chiudere un cerchio rimasto aperto dopo l’incidente e di risalire in moto un’ultima volta. Magari ripeteranno l’esperienza. Qualcuno (chi può) prenderà la patente speciale AS. C’è poi chi si farà la sua moto da pista. In ogni caso ne è valsa la pena. Come dice Emiliano: «Se si riesce a fare una cosa così difficile come andare in moto, allora le cose di tutti i giorni diventano molto più facili». (corriere.it)

La Roma e Arvalia insieme per i tifosi disabili: «Superiamo gli ostacoli» per andare allo stadio

Si chiama «Superiamo gli ostacoli», prendendo in prestito un famoso coro dei tifosi giallorossi che seguono la squadra in trasferta, la nuova iniziativa della Roma che faciliterà il trasferimento allo stadio Olimpico di tutti i tifosi giallorossi con disabilità.

«A partire da Roma-Venezia – si legge nel comunicato ufficiale del club – e per tutte le gare casalinghe della prossima stagione, la Roma in collaborazione con la Protezione Civile Arvalia, predisporrà veicoli omologati per il trasporto dei disabili e dei loro accompagnatori. I volontari dell’associazione organizzeranno il trasferimento dei tifosi, accompagnandoli allo stadio, assistendoli nel corso della partita e occupandosi del loro rientro nelle abitazioni”.

Pietro Berardi ceo Roma
Pietro Berardi ceo Roma

Particolarmente orgoglioso dell’iniziativa Pietro Berardi, Ceo della società giallorossa. «Il nostro impegno è facilitare l’accesso allo stadio di tutti i nostri tifosi disabili, prendendoci cura di loro non soltanto a ridosso e durante la gara ma da quando escono di casa fino a quando ci faranno ritorno, al termine della partita. Vogliamo iniziare subito, dall’ultima gara di campionato, con l’obiettivo di garantire questo servizio, e nuove attività di supporto, per l’intera durata della prossima stagione».

Un plauso arriva da Erika Stefani, ministro per le Disabilità. «Accogliamo con soddisfazione il progetto dell’AS Roma. Lo sport è sinonimo di inclusione e ogni iniziativa che serva a rimuovere le barriere crea opportunità per tutti, non solo per le persone con disabilità. Siamo soddisfatti che le società sportive siano attente al tema e auspichiamo che anche altre realtà promuovano tali idee».

Le prenotazioni potranno essere effettuate – dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 ed entro le 14 nel giorno pre gara – da tutti coloro in possesso di un biglietto di accesso alla gara o di un abbonamento. In fase di prenotazione, il tifoso dovrà indicare la titolarità del biglietto-abbonamento e il settore di riferimento (se tribuna Tevere o tribuna Monte Mario).

Per prenotare il servizio basterà contattare numero telefonico 3518484045, attivo 24 ore su 24 mentre per informazioni si potrà scrivere all’indirizzo email trasportodisabiliroma@gmail.com. Il club continuerà ad assicurare la fornitura di radiotrasmittenti dotate di auricolari monouso ai tifosi non vedenti.

Gli apparecchi, in grado di trasmettere la radiocronaca della partita, potranno essere ritirati gratuitamente all’ingresso disabili della tribuna Tevere, senza necessità di prenotazione. L’intera iniziativa del club sarà finanziata con il ricavato delle maglie giallorosse all’asta sul sito CharityStars. (repubblica.it)

Torna l’appuntamento con Skf Italia Meet the World

Sono aperte le iscrizioni per l’edizione 2022 del torneo di calcio giovanile “Skf Italia”che anche quest’anno è dedicato a squadre formate da atleti con disabilità intellettiva certificata

Torna Skf Italia

Dopo due anni di stop causati dalla pandemia da Covid-19, torna finalmente a maggio il torneo di calcio SKF Italia Meet the World. La nuova edizione del tradizionale appuntamento sportivo organizzato da SKF per i giovani atleti è riservata, come nel 2019, a squadre composte da giocatori di ambo i sessi con disabilità intellettiva certificata e di età compresa tra i 16 e 29 anni.

Le partite saranno giocate sabato 21 e domenica 22 maggio sui campi nell’impianto sportivo “Il podio” a Porte (TO), in Via Martellotto, Località Malanaggio. Le iscrizioni sono al via e aperte fino a venerdì 8 aprile 2022.

Le squadre, che possono anche essere create apposta per partecipare alla manifestazione, devono essere composte da un massimo di 10 giocatori.

La finalità di SKF Italia Meet the World 2022 è celebrare lo sport e suoi i valori positivi di impegno e lavoro di squadra all’insegna di una sana competizione. Al termine del torneo, infatti, tutte le squadre saranno premiate per l’energia dimostrata in campo e per le loro prestazioni sportive, in un clima di festa e condivisione.

Il team che risulterà vincitore, inoltre, volerà a Göteborg, in Svezia, per disputare come “SKF Italia“, dal 17 al 21 luglio, il Gothia Special Olympics Trophy, l’evento internazionale riservato a squadre aderenti all’Organizzazione Special Olympics.

La partecipazione a SKF Italia Meet the World è gratuita e l’evento sarà organizzato nel pieno rispetto delle normative anti Covid applicabili al momento della manifestazione.

Per aderire, o per chiedere informazioni, è necessario compilare il modulo di iscrizione disponibile collegandosi al sito SKF oppure scrivere una mail alla responsabile organizzativa di SKF Italia Meet the World, Benedetta Marchiaro (benedetta.marchiaro@skf.com). Comunicato stampa

Un progetto per portare le persone con disabilità grave a sciare

Si arricchisce di nuove possibilità, il progetto “La montagna per tutti” dell’associazione Enjoyski Sport. Un pulmino e un rimorchio, acquistati di recente, permetteranno di portare a sciare persone con disabilità gravi. Ma anche di promuovere incontri di sensibilizzazione nelle scuole.

Tutto grazie, ancora una volta, a Mauro Bernardi, 44 anni, di Colzate (BG), sulla sedia a rotelle dopo un incidente stradale accaduto nel 2005. Grazie alla sua forza di volontà e a un entusiasmo non comune è riuscito a mettere in campo un progetto che apre nuovi orizzonti alle persone con disabilità. Racconta com’è nato questo progetto e in cosa consiste nel servizio di Target che trovate in testa all’articolo.

Nella seconda parte del servizio, in particolare, Mauro Bernardi si sofferma su una nuova iniziativa partita da poche settimane.

«Grazie al sostegno degli sponsor di Enjoyski Sport, l’associazione che insieme ad alcuni amici ho costituito nel 2015, abbiamo acquistato un pulmino ed un rimorchio. Il pulmino è stato allestito per la guida e il trasporto di persone disabili in carrozzina elettronica (persone con disabilità motoria grave). Il rimorchio permetterà di caricare e portare al nostro seguito tutta l’attrezzatura indispensabile alla realizzazione del progetto: monosci, dualski, sci, stabilizzatori e altro».

Mauro Bernardi del progetto per far sciare i disabili gravi

Ma non si tratta solo di andare a sciare. «Il progetto prevede di portare il disabile grave a raccontare la sua condizione di disabilità nelle scuole (progetto che la nostra associazione svolge da più di 7 anni) – aggiunge Bernardi -. Per ogni mattinata di testimonianza che il disabile mette a disposizione dell’associazione, l’associazione stessa dona al disabile una mattinata di sci, mettendo a disposizione trasporto, attrezzature, monosci o dualski, e personale qualificato».

Le finalità sono diverse. Tra queste, sottolinea Mauro Bernardi, «coinvolgere ragazzi con disabilità grave, dando valore alla loro testimonianza e cercando di dare un senso, quando magari non riescono a trovarlo, al loro vivere. In secondo luogo, arricchire e sensibilizzare le nuove generazioni alle tematiche inerenti la disabilità. Ma anche donare alle famiglie dei disabili momenti di sollievo e speranza per “Il dopo di noi”».

Chi fosse interessato a partecipare al progetto o ad avere informazioni può contattare l’associazione Enjoyski Sport.

(myvallet.it)

SUPERCOPPA ITALIANA DI PALLANUOTO PARALIMPICO A PALERMO

di Elena Beninati – Giornalista/Fotografa

In acqua siamo tutti uguali

Un evento raro, unico in Europa: Palermo per un giorno capitale dello sport paralimpico negli ambienti della Piscina Comunale di via del Fante. Dopo il successo del primo Campionato di Serie A svoltosi a Roma a giugno e delle Final four di Busto Arsizio, Coppa Italia, per la prima volta si è giocata a Palermo la finale Supercoppa di Pallanuoto Paralimpica.

Il match fra gli atleti diversamenti abili della Nazionale, indetto dalla Delegazione Regionale FINP Sicilia, si è concluso con la vittoria della squadra S.S.Lazio. I goal segnati da Lorenzo Alibrandi, atleta N.8 della vincente S.S.Lazio, sono stati decisivi per l’esito della partita con la squadra avversaria Rari Nantes Florentia , squadra toscana che fra gli atleti vanta la presenza di Simone Ciulli, medaglia d’argento alle paralimpiadi di Tokyo.

Per una volta i politici hanno espresso sostegno e ammirazione per una manifestazione che interessa e lega insieme sport e disabilità a 360 gradi. Il Primo Cittadino di Palermo entusiasta:
La più importante manifestazione di Pallanuoto Paralimpico d’Italia, punto di arrivo di due diversi campionati. Io non posso che esprimere apprezzamento alla Federazione per aver scelto Palermo, e ricordare che siamo sempre pronti ad ospitare ogni manifestazione sportiva di valore.”

La disabilità nello sport non esiste, è il motto degli atleti della Mo.No.Cri.Ni.Linus, squadra di pallanuoto paralimpico siciliana nata lo scorso giugno. Unica formazione di atleti diversamente abili a sud di Napoli.

L’acqua elimina ogni disabilità, fa saltare le barriere, eppure è molto difficile trovare atleti preparati e pronti a tuffarsi in gara. Il galleggiamento per gli sportivi privi degli arti inferiori è complicato, e necessita di specifici esercizi ed allenamenti fino a 4 volte a settimana. Nella squadra Mo.No.Cri.Ni.Linus giocano uomini e donne di diverse età e con amputazioni differenti, tutti animati dalla stessa voglia di vincere e superare le difficoltà.

Le squadre sono formate da 5 atleti paralimpici, ed ogni atleta è classificato secondo un punteggio attribuito alla propria specifica disabilità, in modo tale che la squadra raggiunga un punteggio complessivo di 15 punti.

L’auspicio degli organizzatori, della federazione nazionale di sport paralimpico e di tutti gli atleti e sportivi con …qualche punto di disabilità, è creare un circuito permanente di attività sportive per tutta Italia, senza distinzioni di categoria e nemmeno provincialità.

Calcio e disabilità a convegno: «Dobbiamo fare squadra»

A Reggio Emilia il confronto organizzato dalla Lega Pro tra società, istituzioni e tesserati alla presenza del ministro Erika Stefani. L’esempio virtuoso di Reggiana e Feralpisalò

Il film Crazy for football. Matti per il calcio di Volfango De Biasi, la storia della Nazionale calciatori con disabilità psicosociale – fondata dal dottor Santo Rullo – insegna che la “calcioterapia” funziona. Ed è su questo crinale che ieri a Reggio Emilia, presso l’Università Unimore, la Lega Pro in collaborazione con due suoi club, la Feralpisalò e la Reggiana, ha organizzato una giornata di studi su calcio e disabilità. “Progetto diversamente abili. Ripartire dal calcio inclusivo e di valori” è il titolo del convegno che si tiene sotto l’egida della Lega Pro, in collaborazione con l’Unimore. Quest’ultima da tempo è impegnata su quattro fronti del sociale: l’inclusione, la lotta al bullismo, il benessere psicofisico di chi entra in contatto con il mondo dello sport e le connessioni tra il mondo dell’istruzione e la vita sportiva.

«Questa iniziativa riconosce la forte valenza del binomio sport e disabilità. Lo sport è infatti una grande scuola di vita per tutti, poiché insegna – anche con la vivacità e la competizione – a confrontarsi con gli altri nel rispetto delle regole. Ed è ancora più una scuola di vita quando lo sport diventa davvero accessibile a tutti: le persone con disabilità, attraverso lo sport, non solo imparano a vivere la società, il gruppo e le relazioni, ma lo fanno con divertimento e con gioia, sentendosi parte della comunità. Proprio come dovrebbe essere nella vita», spiega il ministro per le Disabilità, Erika Stefani, intervenuta a concludere i lavori del panel al quale hanno preso parte anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il presidente CIP Luca Pancalli e il presidente Dcps Franco Carraro.

Diverse le testimonianze, anche dei calciatori che vanno in campo e che hanno avuto esperienze dirette di inclusione, a cominciare dal capitano della Nazionale amputati Francesco Messori, reggiano di Correggio. La Reggiana padrona di casa del presidente Carmelo Salerno, assieme alla Feralpisalò, sono due società in prima linea. I granata emiliani vantano 30 atleti tesserati, tra AC Reggiana Quarta Categoria Livello I e Livello II, tutti di età compresa tra i 20 e i 45 anni. La Feralpisalò del patron Giuseppe Pasini è stata invece la prima società ad aver adottato un cane diventato il portabandiera della sensibilità sociale del club lombardo verso il mondo animale.

Messaggi veicolati a livello mediatico da “Special News”, il primo tg in Italia condotto con ragazzi affetti da disabilità cognitiva, in onda su Teletutto (la principale Tv bresciana con un milione di contatti quotidiani) e interamente dedicato al mondo Feralpisalò, con contributi di tutto il team del progetto “Senza di me che gioco è?”.Le compagini di Reggio Emilia e Salò, rappresentano il vertice di un lavoro che mira a diventare “virale” per tutta la Serie C che vuole farsi modello per tutto il movimento.

«La mia massima aspirazione è avere un campionato delle 60 società di Lega Pro interamente dedicato ai diversamente abili – dice il presidente della Lega di C Francesco Ghirelli –. Realtà o utopia? Io lo sogno, ma lo reputo allo stesso modo possibile. Le nostre sono squadre generose, attente al prossimo, e i proprietari sono imprenditori che vogliono restituire al territorio qualcosa che va ben oltre ad una squadra di calcio. Parlo dei valori: includere, aggregare, essere vicino ai disabili, ai giovani, alle famiglie. Questo è il calcio che la Lega Pro vuole essere soprattutto dopo un periodo così difficile legato alla pandemia»

Un anno e mezzo di blackout dal quale il mondo del calcio e dello sport tutto si sta riprendendo, ma per rifarsi del tempo perduto nel campo affascinante, quanto impervio, del sociale il ministro, Stefani è consapevole che «occorre lavorare, affinché il futuro della nostra società sia pienamente inclusivo, permettendo alle persone con disabilità di sentirsi nella squadra della vita, della scuola, del lavoro».

In foto: Gli atleti speciali della Fermana, Novara, Virtus Entella, Lega Pro scattata a Novarello per la quadrangolare “4 Special Cup” del 2019

Percorsi di trekking in bici anche per disabili in Emilia Romagna

I 45 itinerari accessibili per tutti sono illustrati nel docufilm ‘Tanta Strada’ in onda su Rai2

Si chiama ‘Tanta Strada’, andrà in onda venerdì 8 ottobre alle 23 su Rai Due e poi su Raiplay, per Rai Documentari e Rai per il Sociale ma è molto di più di un documentario perché racconta a tutti come in Emilia Romagna ci siano dei percorsi cicloturistici fuoristrada accessibili anche a chi ha disabilità.

Un mondo dunque che si apre agli occhi di tanti e che fa vedere una regione amica che oltre puntare sul turismo è anche attenta ad abbattere qualsiasi tipo di barriera, da quella comunicativa ad arrivare a quelle fisiche. Il docufilm di Lorenzo K. Stanzani racconta il viaggio speciale di un gruppo di amici in sella a biciclette, tandem e handbike, accompagnando piacevolmente lo spettatore da Piacenza al mare, attraversando le tante bellezze dell’Emilia-Romagna mostrando la bellezza umana e sportiva di questo viaggio che diventa possibile, a prescindere dalle capacità di ognuno.

Tutto nasce da Matteo Brusa della Fondazione per lo Sport Silvia Parente che ha avuto l’idea di realizzare percorsi ciclabili fuoristrada fruibili anche da persone con disabilità e capillarmente diffusi su tutto il territorio, proponendo un modello concreto e unico in Europa per un cambiamento nei processi di inclusione sociale, nell’accessibilità alla pratica sportiva e nella possibilità di vivere una vacanza riducendo i limiti che la disabilità pone. Percorsi che è possibile vedere su https://www.outdoor365.it trovandone tutte le caratteristiche e la percorribilità con i diversi tipi di bike o sedia a rotelle.

Percorsi di trekking in bici anche per disabili in Emilia Romagna

Sono state due settimane di riprese, dai castelli di Parma al Bosco Mesola, attraversando tutta la regione – dice il regista Lorenzo K. Stanzani – un lavoro molto complesso che ha visto circa 20 persone lavorare attorno ai nostri 9 protagonisti, un lavoro molto bello, un esperienza di vita per tutti e che abbiamo pienamente riportato nel docufilm“. Il progetto è prodotto da Orso Rosso Film e realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna e Film Commission, attraverso il Fondo Audiovisivo, col contribuito Apt Servizi Emilia-Romagna, ER Film Commission, Destinazione Bologna e Bologna Welcome, Camera di Commercio Bologna e Confindustria Delegazione Imolese.

Sono protagonisti i percorsi ciclabili, 45 itinerari accessibili, aprendo la strada alle persone con disabilità perchè possano godere di luoghi e paesaggi – prosegue Matteo Brusa della Fondazione per lo Sport Silvia Parente – Al centro c’è il territorio che si apre a tutti i fruitori. Abbiamo infatti studiato itinerari che per le loro caratteristiche possano essere praticati da tutti”.

Concorde anche una dei protagonisti, Flavia Saraceni che non cammina da 3 anni ma che, grazie a questi percorsi ha “scoperto posti in Emilia Romagna dove non ero mai stata e dove voglio tornare perché c’è tanto da esplorare” consapevole che “qualche imprevisto sul percorso va comunque sempre messo in conto”. Grande soddisfazione è anche da parte della vice direttrice e la responsabile editoriale Rai Documentari, Karina Laterza e Monica Bartoli. Parla di “missione sociale del servizio pubblico” il capo redattore di Rai per il sociale, Sandro Fioravanti che sottolinea anche “come l’Emilia Romagna sia un passo avanti” quando si parla di inclusività, cicloturismo e promozione, capace di mostrare “non disabili ma persone che fanno qualcosa”.

Bici e turismo inclusivo, l’emozione e la potenza dei ciclisti con disabilità

Essere gli artefici del movimento. Sentire la strada. Abbattere diversi pregiudizi. Sono le sensazioni che tante persone con disabilità provano la prima volta che salgono in bici. Luca Errani: “Sport per disabili motori accettato e promosso, sport per disabili intellettivi percepito come strano: è il momento di fare un passo avanti”

“Certi orizzonti, solo con la bici li puoi superare. Ci sono persone che una macchina non la potranno mai guidare, così la bici diventa il mezzo per ‘sentire’ la strada. Sei tu che la manovri, tu decidi dove andare. Sei l’artefice del movimento”. Luca Errani è operatore presso una comunità per persone adulte con disabilità. Chiara è la figlia, ha 27 anni, ama l’aria in faccia e le discese in bicicletta: “Un paio di settimane fa io e lei abbiamo fatto da guide a un gruppo di cicloturisti sulla Ciclovia delle Antiche Paludi Bolognesi. A Chiara piace gestire il gruppo, è empatica e coinvolgente.

Tra i presenti abbiamo registrato un attimo di disorientamento: nella loro testa io e mia figlia con disabilità non eravamo le persone adatte a condurli. È questo il salto di qualità che dobbiamo fare, sapere che ci sono le possibilità perché tante persone finora tagliate fuori possano fare questo genere di esperienze e farle bene. Naturalmente i territori devono garantire gli strumenti ed essere a misura anche di queste esigenze.

Insomma, quello che vogliamo promuovere è un cambiamento di paradigma: far sì che una persona, da isolata, entri in un contesto sociale. Per noi la bici è stato un tassello importante, in generale tutti i ragazzi che partecipano a questo genere di attività sono entusiasti”.

Il cicloturismo inclusivo – complice anche l’esplosione della passione per le biciclette, a tutti i livelli di preparazione – sta attraversando un momento di forte espansione. È in quest’ottica che si inserisce il corso Cicloturismo inclusivo in calendario a Trento il prossimo weekend organizzato da Trentino School of Management – Accademia della montagna in collaborazione con Sportfund fondazione per lo sport onlus. In generale l’ambito dell’inclusione delle persone con disabilità è in rapida crescita, nello specifico il cicloturismo offre opportunità fino a poco tempo fa inedite di partecipazione alla vita attiva e di realizzazione delle proprie passioni sportive.

Il corso si svolgerà in due parti, una teorica presso il Centro Montura di Isera e una pratica in Vallagarina con la partecipazione di dimostratori con disabilità (in caso di forte maltempo ci si sposterà al coperto, alla sede Montura di Isera). Venerdì 24 sarà dedicato alla parte torica indoor (tre sezioni: area psicologica, meccanica e sociale); sabato 25 sarà la volta della parte outdoor con un’escursione guidata con handbike e tandem. La mattina di domenica ci sarà la terza parte dell’escursione e, in chiusura pomeridiana, un sessione indoor.

“Il percorso – spiegano gli organizzatori – è aperto a chiunque – in possesso dell’abilità tecnica e di un’ottima padronanza dell’utilizzo di biciclette, tandem o handbike – desidera accompagnare persone con disabilità in itinerari cicloturistici. Istruttori sportivi, educatori, famigliari e volontari e tecnici appartenenti ad associazioni che promuovono l’inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso lo sport”.

“A 11 anni abbiamo regalato un tandem a Chiara – racconta Errani –, ma abbiamo riscontrato un problema di mobilità. Così abbiamo optato per una bibici”, ovvero un tandem complesso, che ha la sella dietro sulla ruota e i pedali nel mozzo. “Da quel momento, l’emozione di Chiara è aumentata esponenzialmente. Ho scoperto nuovi orizzonti, siamo stati al mare, nella Valli di Comacchio, in Val Pusteria, con la pedalata assistita abbiamo fatto tutta la ciclabile Mantova-Peschiera, per noi un obiettivo altissimo.

Piano piano Chiara ha imparato a stare sulla sella: non sono io che la porto in giro, siamo noi che decidiamo dove andare. Con il tandem con la pedalata assistita abbiamo scoperto la bellezza di pedalare tra i boschi”. Come sottolinea Errani, “con il tandem è necessario che entrambi i ciclisti siano bravi, perché se quello dietro non pedala si cade”. In bici con la figlia o con un ragazzo con autismo, Errani ha capito che, “lì, su due ruote, con l’aria in faccia che ti spettina, per loro è stato il momento in cui hanno capito di poter fare qualcosa che tutti gli altri fanno solitamente, ma che fino a quel momento era stato loro precluso. Oppure limitato: non era il giretto in bici intorno alla casa, erano prima 20, poi 50 chilometri in casa”.

Bibici, tanddem, cargobike con sedia a ruote: le alternative ci sono, “le sensazioni impagabili. Queste soluzioni hanno permesso a famiglie prima magari molto chiuse di uscire con i loro figli, pedalare, divertirsi, mangiare insieme e chiacchierare. Un piccolo distinguo – sottolinea Errani – però va fatto: se lo sport per le persone con una disabilità motoria è stato completamente sdoganato – per fortuna e finalmente –, lo sport per persone con una disabilità intellettiva è visto ancora come una cosa strana. Sarebbe il momento di fare anche questo passo in avanti. Sa come si chiama il passeggero posteriore del tandem? Fuochista. Di fatto, è colui che mette la potenza. Quella fisica, certo, ma anche quella emotiva. Con Chiara è così”.

(difesapopolo.it)

LE INIZIATIVE DELL’INTER PER I TIFOSI CON DISABILITÀ SENSORIALI

Per Inter-Bologna torna la radiocronaca dedicata ai tifosi non vedenti e ipovedenti presenti allo stadio

A partire dalla prossima partita di Serie A ricominciano le attività dell’Inter dedicate ai tifosi con disabilità sensoriali, per premettere loro di vivere appieno e senza barriere l’evento sportivo. Le iniziative, già avviate nella stagione 2019-20 e poi interrotte a causa della pandemia, avranno nuovamente inizio a partire da Inter-Bologna, in programma oggi 18 settembre alle ore 18.00.

L’anticipo della quarta giornata di Serie A vedrà infatti il ritorno del progetto di Audio Descriptive Commentary in collaborazione con il CAFE (Centre for Access to Football in Europe, partner di UEFA CSR) e con l’Istituto dei Ciechi di Milano, che in occasione delle partite casalinghe dell’Inter prevede una radiocronaca della partita dedicata ai tifosi nerazzurri non vedenti e ipovedenti presenti allo stadio.

A partire dalla prossima conferenza stampa pre-partita del mister Simone Inzaghi tornerà anche l’iniziativa dedicata ai tifosi sordi, che potranno seguire l’evento grazie al Progetto LIS, che prevede il racconto della conferenza attraverso la Lingua dei Segni, in collaborazione con cooperativa Segni di Integrazione Piemonte.

L’iniziativa si inserisce all’interno delle attività di Corporate Social Responsability che il Club nerazzurro porta avanti con impegno sul territorio milanese e non solo, ponendo un’attenzione speciale al valore di inclusione che caratterizza l’Inter fin dalla sua fondazione.
(inter.it)