DisabledData, una piattaforma digitale per liberare i dati

DisabledData nasce da Fondazione FightTheStroke per rendere accessibili i dati sul mondo della disabilità. Un primo passo per comprenderlo

Spesso invisibili per l’opinione pubblica, per la burocrazia e per i media, i disabili rischiano di esserlo davvero se non c’è nemmeno un quadro certo della realtà. E per comprendere bisogna partire da informazioni e dati certi. E allora, quante sono le persone con disabilità in Italia? Di preciso non ci è dato saperlo, e non è un’operazione facile. Ed è proprio da questa riflessione che nasce l’idea di DisabledData o Dati Disabilitati. Si tratta di una piattaforma digitale promossa dalla Fondazione FightTheStroke progettata da Sheldon.studio con il supporto di onData per aprire i dati a un pubblico più ampio.

La “nuova” definizione di disabilità, risalente al 2011, include tutti coloro che non dispongono di pari opportunità e sono impossibilitati nella vita quotidiana a causa di limiti imposti dal contesto. Questo concetto include una quantità enorme di persone, che magari temporaneamente si trovano in una condizione di disabilità, in seguito a un incidente, una malattia, all’avanzare dell’età o a un evento qualsiasi che prima o poi rischia di limitarci nella vita che siamo abituati a condurre.

Parlare di disabilità è quindi molto complesso, le sfumature sono tantissime, e i dati in questo caso non aiutano. Pubblicati in formati non accessibili a tutti, a volte nascosti all’interno di report, oppure sparpagliati su più piattaforme o perfino incompleti. Anche questi dati si possono definire ‘disabilitati’, non potendo esprimere il loro potenziale analitico e informativo, a causa di limiti imposti dal contesto.

DisabledData

Ed è proprio da quest’ultima riflessione che nasce l’idea di DisabledData o Dati Disabilitati. Si tratta di una piattaforma digitale promossa dalla Fondazione FightTheStroke e progettata da Sheldon.studio con il supporto di onData per aprire i dati a un pubblico più ampio.

«Abbiamo lavorato a questo progetto con una squadra fluida ma multifunzionale: i rappresentanti dei diritti, i minatori dei dati, i designer inclusivi, i giornalisti investigativi, gli sviluppatori – afferma Francesca Fedeli, Presidente della Fondazione FightTheStroke Ets che si occupa di giovani con una disabilità di paralisi cerebrale infantile – L’obiettivo è sempre stato quello di dare una risposta collettiva ai bisogni espressi dalla comunità delle persone con disabilità e dai loro alleati, superando le sfide dei pregiudizi, del dialogo mancato, degli interessi personali e delle fonti dati inaccessibili.

Stanchi di leggere titoli di giornali banalizzanti o di sentirci dire che quell’informazione non era disponibile in maniera disaggregata perché riguardante “la privacy di persone vulnerabili”. Nonostante le barriere incontrate, ci è sembrato comunque doveroso perseguire l’obiettivo di una piattaforma comune, che andasse oltre il singolo corporativismo tipico di questo settore e che attraverso audizioni periodiche disegnasse uno spazio inclusivo e accessibile a tutti, ascoltando la voce di beneficiari, famiglie, statisti, medici,legali, giornalisti e istituzioni».

Disabled Data è al suo primo rilascio, nei prossimi mesi verrà arricchito con ulteriori sezioni, per arrivare alla versione finale entro il 3 Dicembre 2022, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, consentendo anche la possibilità di ricercare, condividere e contribuire alla piattaforma. (ilsole24ore.com)

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CUDE, TERMINATA LA FASE SPERIMENTALE DELLA PIATTAFORMA

Con una lettera inviata ai sindaci, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, il Ministro per le Disabilità, Erika Stefani, e il Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, sollecitano la più ampia adesione dei Comuni alla Piattaforma unica nazionale informatica per le targhe associate al CUDE (Contrassegno unificato disabili europeo), realizzata presso il CED Motorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) per agevolare gli spostamenti delle persone con disabilità su tutto il territorio nazionale, garantendo loro il pieno diritto alla mobilità. E’ quanto si legge in una nota del MIMS.

CUDE

Questa soluzione tecnologica – viene spiegato – “che realizza quanto previsto dal Decreto del Ministro del 5 luglio 2021 in attuazione della Legge 145/2018, permette ad un cittadino titolare di CUDE di spostarsi con l’automobile in un altro Comune senza dover chiedere preventivamente l’autorizzazione ad accedere nelle aree a traffico limitato e a utilizzare i parcheggi riservati. Dopo la fase di sperimentazione in 16 Comuni che hanno rilasciato 180 codici univoci per gli utenti che ne hanno fatto richiesta, “ora si deve passare alla fase di piena adesione alla piattaforma – si legge nella lettera – fondamentale per la riuscita di questo strumento, che rappresenta un beneficio concreto per semplificare e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità“.

Enrico Giovannini e Erika Stefani

L’uso della piattaforma CUDE da parte di tutti i Comuni garantirà il diritto alla mobilità alle persone con disabilità sull’intero territorio nazionale“, sottolinea il Ministro, Enrico Giovannini. “Il Mims ha messo al centro delle proprie politiche e azioni il benessere delle persone, in particolare quelle alle quali spesso viene negata l’accessibilità ai trasporti e la facilità negli spostamenti. Gli ottimi risultati della sperimentazione confermano l’importanza di questa iniziativa e sollecitano ogni azione necessaria ai fini dell’inclusione sociale. Sono certo che tutti Comuni italiani aderiranno con convinzione e determinazione“.

Per il Ministro per le Disabilità, Erika Stefani: “Maggiore sarà il numero di adesioni al CUDE, più sarà efficace il progetto, che ha l’obiettivo di facilitare gli spostamenti da un Comune all’altro, evitando al cittadino con disabilità la trafila burocratica per l’ingresso nelle aree a traffico limitato e l’utilizzo dei parcheggi riservati. Esso servirà a ridurre le barriere che si incontrano quotidianamente nella mobilità e siamo convinti che i sindaci italiani dimostreranno grande sensibilità“.

Sono sicuro che i Sindaci italiani aderiranno in gran numero a una iniziativa che rappresenta un passo avanti nel riconoscimento di un diritto dei nostri concittadini svantaggiati“, ha commentato il Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro. “Come cerchiamo di fare nelle nostre città con le barriere fisiche, ora vogliamo abbattere una barriera burocratica che ostacola inutilmente gli spostamenti da un Comune all’altro“. (borsaitaliana.it)

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Cinema, la disabilità come ricchezza in 200 cortometraggi

XII edizione Festival Cinema Nuovo dal 5 al 7 ottobre a Bergamo

Dopo la sosta forzata a causa della pandemia, il Festival del Cinema Nuovo, la rassegna che premia i migliori cortometraggi interpretati da persone con disabilità, sceglie Bergamo per la sua XII edizione, che si terrà in città dal 5 al 7 ottobre. Il numero dei partecipanti è più di 200, contro una media di circa 70 nelle edizioni precedenti.

Due giorni di proiezioni, mercoledì 5 e giovedì 6, al Cinema Conca Verde e una serata evento di premiazione, venerdì 7, al Teatro Donizetti. Una collaborazione, quella tra il Festival e Bergamo, nata – spiegano gli organizzatori – dal convinto coinvolgimento del sindaco Giorgio Gori e dell’assessora alle Politiche Sociali Marcella Messina, che guarda all’appuntamento di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, e al tema centrale della cultura come cura, proponendo, sin da questa edizione, una riflessione sul cinema come forma d’arte capace di aiutare le persone con disabilità ad emanciparsi, accrescere la propria consapevolezza e indipendenza e, soprattutto, divertirsi.

Il Festival del Cinema Nuovo nasce infatti con la volontà di creare momenti di gioia, soddisfazione e benessere tra i ragazzi con disabilità che vi partecipano. Le esperienze e le testimonianze raccolte durante le precedenti edizioni raccontano che fare cinema può favorire il raggiungimento dell’obiettivo psicosociale più profondo che sta alla base dell’impegno dell’Associazione Romeo Della Bella e di tutti gli enti che partecipano al Festival. 

Dalla settima edizione del Festival, nel 2010, Mediafriends, l’associazione onlus di Mediaset, Mondadori e Medusa, concorre attivamente all’organizzazione della rassegna cinematografica e dal 2018 Fondazione Allianz UMANA MENTE sostiene e promuove il progetto. (ANSA).

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La “bellezza accessibile” di Roma in 42 immagini di persone con disabilità

Verrà ospitata da domani, 15 settembre, fino al 20 novembre, presso il Museo di Roma in Trastevere la mostra fotografica denominata GirovagArte, scaturita dall’omonimo progetto dell’Associazione Handicap Noi e gli Altri, e composta da quarantadue ritratti di persone con disabilità firmati da Samanta Sollima.

«Questa esposizione – spiegano da Handicap Noi e gli Altri  – racconta le emozioni dell’incontro con l’arte, ma anche l’avventura nel ridisegnare una mappa della cultura accessibile a Roma attraverso il nostro progetto GirovagArte, programma di visite guidate nato nel 2018.

Nei ritratti di Samanta Sollima emergono le sensazioni vissute nel profondo dai visitatori e delle loro famiglie nella cornice delle tappe toccate in quattro anni: dai Musei Capitolini al Museo di Roma in Palazzo Braschi, al Chiostro del Bramante e la Basilica di San Paolo Fuori le Mura, a cui si aggiungono i Musei di Villa Torlonia, la Centrale Montemartini e i Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali, ma anche l’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata e la street art di Tor Pignattara. Destinazioni scelte non solo per la loro varietà, storia e bellezza, ma anche basandosi sul criterio dell’accessibilità, selezionando e mappando, quindi, quei luoghi il cui impianto risulta più facilmente accessibile alle persone con disabilità motorie».

Mostra fotografica a Roma
Uno dei ritratti fotografici di Samanta Sollima, che compongono la mostra scaturita dal progetto “GirovagArte”

Ideato da Rocco Luigi Mangiavillano dell’Associazione Handicap Noi e gli Altri, attiva da trentacinque anni sul territorio capitolino di Tor Bella Monaca, il progetto GirovagArte è nato appunto per promuovere la fruizione e l’accessibilità presso i luoghi della cultura e dell’arte di Roma e dintorni, in relazione alle persone con disabilità, in svantaggio socio-economico e con forte rischio di emarginazione ed esclusione sociale.

Un’iniziativa realizzata anche grazie al sostegno dell’8 per mille proveniente dalla Chiesa Valdese, con cui i promotori hanno voluto intessere connessioni tra periferia e centro, usando l’arte come medium e affidando alla bellezza il compito di abbattere le barriere invisibili che determinano dinamiche di emarginazione ed esclusione sociale.

Nata e residente a Roma, Samanta Sollima ha lavorato a lungo per il cinema e la televisione come aiuto regista, sviluppando e applicando la passione per la fotografia con foto di scena, ritratti di attori e foto di backstage. Il suo primo progetto fotografico, Vita sulle Punte, realizzato in collaborazione con Officine Fotografiche e finalista al Sony World Photography Awards, è stato oggetto di varie esposizioni personali. Come fotografa ritrattista e di scena, ha collaborato con vari teatri, tra cui il Teatro Parioli e il Teatro di Tor Bella Monaca di Roma, il Teatro della Pergola e il Teatro Comunale di Firenze. Attiva nel volontariato, collabora da anni come fotografa con l‘Associazione Handicap Noi e gli Altri.

Da ricordare, in conclusione, che l’esposizione è promossa da Roma Culture – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (Servizi Museali Zètema Progetto Cultura). (S.B.)Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Ufficio Stampa HF4 (Alessandra Zoia: alessandra.zoia@hf4.it; Marta Volterra: marta.volterra@hf4.it).

Handicap Noi e gli Altri

È un’Associazione di Promozione Sociale senza fini di lucro nata ufficialmente nell’VIII Circoscrizione di Roma nel 1987, grazie all’impulso di un medico di famiglia, di una biologa e di un pilota dell’aviazione civile. Sotto la guida ventennale di una persona con disabilità, insieme alla collaborazione attiva di operatori sociali e volontari, ha stabilito la propria sede nel quartiere di Tor Bella Monaca, con il proposito di costruire una rete territoriale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità e l’impegno di creare spazi di solidarietà, iniziative collettive, incontri, progetti e attività sociali. Essa persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale, umana, civile e di promozione culturale. (superando.it)

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Roma: via libera ai progetti per migliorare la fruibilità di tre musei

La Giunta capitolina ha approvato tre progetti di intervento per la rimozione delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive in strutture scelte all’interno del Sistema Musei di Roma Capitale. L’obiettivo, si legge nella nota, è quello di garantire un più ampio accesso e una più diffusa partecipazione alla cultura, fornendo strumenti utili per rendere maggiormente inclusivi i luoghi della cultura e favorire la visita del pubblico con disabilità.

Il via libera ai progetti consente di partecipare a uno specifico bando all’interno della missione 1 del Pnrr dedicata alla digitalizzazione, all’innovazione e alla competitività e cultura, con specifico investimento sul «Patrimonio culturale per la prossima generazione. Con un importo complessivo di quasi 1,5 milioni di euro, la Sovrintendenza capitolina intende intervenire sui Musei Capitolini per 488mila euro, sul Museo di Casal De’ Pazzi per quasi 500mila euro e sulla Centrale Montemartini per 500mila euro.

«Si tratta di un provvedimento dall’alto valore civile e costituzionale– ha commentato l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor perché la cultura deve essere di tutti e per tutti senza barriere. Ecco perché, con i fondi del Pnrr, consentiremo a tre importanti realtà museali cittadine di compiere un notevole salto di qualità in termini di fruibilità e accessibilità».

Si realizzerà un unico percorso di visita accessibile a tutti, nell’ottica dell’«universal design», attraverso l’adeguamento del percorso principale del giardino con una viabilità non differenziata, l’eliminazione di barriere visive e uditive, la sostituzione del l’impianto multimediale con tecnologie più innovative e inclusive che utilizzino una molteplicità di linguaggi. È prevista la sistemazione delle aree all’aperto per migliorare l’accoglienza e l’accessibilità. Inoltre, si procederà all’implementazione del sito web, e all’incremento dell’utilizzo dei social network, per favorire il coinvolgimento degli adolescenti.

Roma musei

Nei Musei Capitolini, la prima raccolta museale pubblica dell’età moderna, la realizzazione del progetto renderà quanto più possibile coincidente l«esperienza di visita del pubblico con disabilità con quello degli altri visitatori per percorribilità e fruizione delle opere. Grazie agli interventi previsti, si ridurranno i disagi derivati dalla complessa architettura e distribuzione degli spazi articolati nel Palazzo dei Conservatori, nel Palazzo Nuovo e nella Galleria sotterranea che ospita la collezione epigrafica e conduce all’antico Tabularium, anch’esso parte del percorso museale.

Il museo verrà dotato di nuovi dispositivi utili al superamento delle barriere architettoniche e di nuovi supporti per l’orientamento nel percorso e la fruizione delle opere per i visitatori con disabilità cognitiva e sensoriale. I contenuti per i visitatori con disabilità sensoriale e cognitiva, si legge nella nota, implementeranno la pagina web dedicata, in un percorso virtuoso tra visita da remoto e in loco, che potrà essere supportata dai contenuti caricati sul web.

Il Museo di Casal De’ Pazzi ospita un importante sito archeo-paleontologico datato a circa 200mila anni fa, tra i pochi musealizzati in Italia e in Europa, e rappresenta un elemento chiave di riqualificazione delle periferie e di interazione con le comunità locali.

Infine, la Centrale Montemartini, museo nato dalla riconversione di un impianto industriale, la prima centrale pubblica di Roma per la produzione di energia elettrica, costruita nel 1912. La struttura accoglie oggi mosaici e reperti archeologici di età romana appartenenti alle Collezioni dei Musei Capitolini. Si lavorerà per rendere gli spazi più confortevoli e accessibili, rimodulando quelli dedicati all’accoglienza di tutti i visitatori e favorendo la visita a persone con disabilità sensoriale attraverso l’installazione di mappe e riproduzioni per l’esplorazione tattile.

La comunicazione interna verrà rinnovata grazie all’ausilio di audioguide e totem touch screen, al fine di ampliare e migliorare l’accesso al patrimonio tecnologico e archeologico del museo. Inoltre, con il restyling dello spazio esterno si contribuirà alla riqualificazione di un’area nevralgica del quartiere Ostiense, oggi oggetto di grandi trasformazioni. (corriere.it)

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Avanchair, la sedia a ruote del futuro

Un team di ingegneri meccanici, abituati a motori e turbine, che lavora a una sedia a rotelle hi-tech per persone con disabilità. È questa l’immagine che meglio descrive il progetto Avanchair per lo sviluppo di «un supporto concreto alla mobilità indipendente».

Un lavoro collettivo che ha visto unire Avanchair, startup a valenza sociale che ha dato vita a un’innovativa sedia a rotelle elettrica a le forze di Leonardo, azienda attiva nei settori della difesa e dell’aerospazio.

«Tutto nasce – spiega Andrea Depalo, founder della startup – dalla mia esperienza di trent’anni di uso della sedia a rotelle. Da un confronto con un artigiano è nata l’idea di trovare una soluzione per lo spostamento quotidiano dal letto alla sedia o dalla sedia al bagno. Un gesto che per una persona con disabilità può ripetersi dalle 15 alle 20 volte al giorno».

Nel 2018 è così nata la startup e ha subito incassato l’interesse di una rete di finanziatori, che l’hanno sostenuta nella fase di crowdfunding. «Abbiamo raccolto circa 136mila euro con cui siamo riusciti ad avviare la progettazione ma il salto lo dobbiamo a Leonardo, che ha messo a disposizione competenze e tecnici», aggiunge. Diventata parte del piano di sostenibilità dell’azienda, Avanchair ha visto gli ingegneri dell’aerospace intervenire affinando la tecnologia della sedia e la sua meccanica.

Avanchair Sedia

Grazie al supporto tecnologico di Leonardo e al team coordinato da Riccardo Angelini, il prototipo è stato dotato di un nuovo sistema di stabilizzazione e di una pedana poggiapiedi per potenziarne la mobilità, agevolare i movimenti e assicurare maggiore autonomia a chi ne fa uso. «Con questa innovazione – sottolinea Depalo – la sedia è facilmente utilizzabile anche da chi ha subito un’amputazione e poggia quindi il peso su una sola gamba».

In concreto, il team di Leonardo ha realizzato lo stabilizzatore laterale della sedia a rotelle, per consentire di mettere a terra un punto di appoggio esterno alle ruote durante la fase di traslazione laterale della seduta, evitando possibili ribaltamenti. Cruciale anche l’ottimizzazione di spazio e peso. Il nuovo stabilizzatore non ingombra durante la marcia, rimanendo completamente all’interno della sagoma e rende possibile l’avvicinamento della sedia al letto e viceversa.

Il progetto è quindi il risultato di un lavoro, gomito a gomito, tra i membri della startup e gli ingegneri meccanici che si sono confrontati tramite modelli 3D per identificare i volumi disponibili per l’installazione del meccanismo, per definire il principio di funzionamento e per dimensionare i componenti meccanici e di movimentazione.

Passaggio successivo è la costruzione del prototipo su cui pesa però la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime: «Siamo all’ultimo miglio ma facciamo fatica a reperire chip e alluminio ad oggi. Manca anche la carenatura della sedia per cui stiamo valutando con Leonardo l’uso della fibra di carbonio. Il prototipo dovrebbe essere ultimato entro la fine 2022». Obiettivo: semplificare la vita ai 660mila disabili. (corriere.it)

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Il web può diventare accessibile in quattro step

Disegnare un prodotto già in prima battuta accessibile richiede meno impegno rispetto a risistemare un prodotto esistente, ma è possibile rimediare anche dopo il rilascio e lo si può fare in quattro semplici passaggi

Sono più di 3 milioni in Italia, secondo l’ISTAT, le persone che presentano una forma di disabilità, ma il numero sale a 87 milioni se consideriamo l’intera Unione Europea. Si tratti di una disabilità di tipo cognitivo o motorio, questi cittadini possono incorrere in barriere per l’accesso a prodotti e servizi, anche digitali, basti pensare che in Italia il 97% dei siti internet non sono ancora navigabili da persone con disabilità (persone con cecità, ipovedenti, non udenti, daltonici, con epilessia, utenti che non possono utilizzare il mouse, ecc). 

Il Covid ha da un lato amplificato questa criticità anche se ha, al tempo stesso, fatto sì che venisse posta maggiore attenzione nei confronti del problema della digitalizzazione. 

«Tra le varie eredità che ci portiamo dietro dalla pandemia da Covid 19 vi è il fatto di aver posto maggiormente il problema dell’accessibilità ai servizi digitali da parte di cittadini con disabilità, che improvvisamente si sono trovati a dover svolgere una lunga serie di attività, come ad esempio accedere a servizi pubblici, online – spiega Luca Manara, CEO e Co Founder della piattaforma tecnologica UNGUESS – Al giorno d’oggi, un’azienda attenta all’inclusività digitale possiede un vantaggio reputazionale nonché competitivo sugli altri non indifferente». 

Web accessibile
Da mesi si parla tanto di accessibilità

Negli ultimi mesi si parlato con più insistenza di questa tematica poiché i membri della UE hanno posto come scadenza il 28 Giugno 2022 per far adottare e pubblicare agli stati membri la propria Digital Accessibility Law. Dalla fine di questo mese, infatti, coloro che producono prodotti e servizi digitali (dagli hardware alle piattaforme di commercio elettronico, dai servizi bancari per consumatori alle app ai portali per il trasporto pubblico; dagli e-book agli e-reader) dovranno iniziare a lavorare per garantire (con deadline a Giugno 2025) la conformità ai requisiti di accessibilità. 

«Rendere i propri prodotti o servizi digitalmente accessibili non dev’essere solo un obbligo normativo, ma anche e soprattutto un dovere morale – spiega Luca Manara – Si tratta di una questione di inclusività: è giusto che tutti i cittadini possano accedere a tutti i servizi online, di qualsiasi tipologia questi siano. E se non basta il dovere morale, sono previste anche sanzioni fino al 5% del fatturato per quelle aziende che non si adegueranno entro la scadenza».

Un’impresa diventa accessibile in 4 step

Cosa possono fare quindi le aziende per essere a norma? In 4 step è possibile adeguarsi alle nuove linee guida, e fornire i propri prodotti o servizi digitali in maniera completamente accessibile e inclusiva.

Primo: Organizzare sessioni formative dedicate al proprio team di produzione: la formazione sull’accessibilità deve includere sia i designer sia gli sviluppatori (quindi tutto il team di produzione) perché deve riguardare sia il codice che l’interfaccia del prodotto. Formare le giuste risorse permette quindi di essere pronti alle future esigenze di produzione, ma anche di avere risorse interne ideali per ottimizzare i prodotti già esistenti.

Secondo: Testare i prodotti digitali, ovvero valutare la conformità del prodotto digitale rispetto alle più recenti linee guida per l’accessibilità dei contenuti web (WCAG 2.1). Queste servono a valutare se il sistema è utilizzabile da parte del maggior numero di utenti possibili, senza discriminazione, inclusi gli utenti con disabilità, gli utenti con abilità non ottimali e gli utenti operanti in ambienti non ottimali.

Terzo: Remediation ovvero lavorare per eliminare le barriere di accessibilità per persone con disabilità, facendo in modo che i siti web rispondano ai più recenti requisiti di accessibilità richiesti dalla normativa.

Quarto: Crowdtesting ovvero test di valutazione dell’usabilità eseguiti direttamente da utenti con disabilità. Se garantire l’accessibilità significa mettere l’utente al centro del prodotto, includere gli utenti reali nel processo di test permette di assicurarsi che il prodotto sia efficace a tutto il suo audience.

«UNGUESS può essere un valido partner per aiutare ogni azienda che lo necessita a diventare al 100% accessibile. Valutare l’accessibilità e mettere in atto misure di remediation è infatti una delle nostre attività che sta ricevendo sempre maggior  interesse. Da quest’anno siamo anche felici di supportare le aziende nella redazione dell’annuale Dichiarazione di Accessibilità», conclude Luca Manara. (economymagazine.it)

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Apple: in arrivo nuove funzioni per aiutare le persone con disabilità

Da Apple avanzate funzioni software in grado di offrire alle persone con disabilità nuovi strumenti per orientarsi, tenersi in forma, comunicare e tanto altro

Apple ha presentato nuove funzioni software che offrono alle persone con disabilità nuovi modi per orientarsi, comunicare e sfruttare al massimo i prodotti dell’azienda americana.

Grazie a varie innovazioni hardware, software e di intelligenza artificiale, le persone cieche o ipovedenti potranno usare i loro iPhone e iPad per percorrere gli ultimi metri fino a destinazione con Door Detection; chi ha disabilità fisiche o motorie potrà contare su funzioni come Controllo vocale e Controllo interruttori per gestire completamente l’Apple Watch dal proprio iPhone; inoltre persone sorde e con difficoltà uditive potranno seguire i sottotitoli in tempo reale (Live Captions) su iPhone, iPad e Mac.

Queste funzioni saranno disponibili entro la fine dell’anno attraverso aggiornamenti software sulle piattaforme Apple.

Rilevamento Porta per le persone cieche o ipovedenti

Apple sta lanciando Door Detection, una funzione all’avanguardia per aiutare le persone cieche o ipovedenti ad orientarsi. Door Detection può aiutare l’utente a localizzare una porta quando arriva in un luogo nuovo e a capire quanto è distante, descrivendone inoltre le caratteristiche, per esempio se è aperta o chiusa. Se la porta è chiusa, l’utente può sapere se si apre a spinta, girando un pomello o tirando una maniglia.

Inoltre può leggere i segni e i simboli intorno alla porta, per esempio il numero di una stanza in un ufficio o un simbolo di ingresso per disabili. Questa nuova funzione unisce la potenza della tecnologia LiDAR, della fotocamera e del machine learning on-device e sarà disponibile su iPhone 13 Pro, iPhone 13 Pro Max, iPhone 12 Pro, iPhone 12 Pro Max, iPad Pro 11″ (seconda e terza generazione) e iPad Pro 12,9″ (quarta e quinta generazione).

Door Detection sarà disponibile nella nuova modalità Detection Mode di Lente di ingrandimento, l’app integrata di Apple per persone cieche o ipovedenti.

Migliorare le funzioni di accessibilità per le disabilità fisiche e motorie su Apple Watch

Apple Watch

Apple Watch diventa più accessibile per le persone con disabilità fisiche e motorie grazie alla duplicazione dello schermo, che permette di controllare l’orologio da remoto usando un iPhone abbinato. Con la duplicazione dello schermo, l’utente può controllare l’Apple Watch usando le funzioni per l’accessibilità di iPhone, come Controllo vocale o Controllo interruttori, e usare input come comandi vocali, azioni sonore, rilevamento della testa o interruttori esterni Made for iPhone, invece di toccare il display.

Grazie alle azioni rapide su Apple Watch, basta pizzicare due volte lo schermo per rispondere a una chiamata o terminarla, ignorare una notifica, scattare una foto, riprodurre o mettere in pausa contenuti multimediali nell’app In riproduzione, e avviare, mettere in pausa o riprendere un allenamento. Le azioni rapide si basano sulla tecnologia usata in AssistiveTouch su Apple Watch, che permette all’utente con disabilità agli arti superiori di controllare l’orologio con gesti come chiudere la mano o pizzicare, senza dover fare tap sul display.

Live Captions arriva su iPhone, iPad e Mac per le persone sorde o con difficoltà uditive

Live Caption

Apple introdurrà Live Captions (sottotitoli automatici) su iPhone, iPad e Mac per le persone sorde o con difficoltà uditive. L’utente potrà seguire più facilmente qualsiasi contenuto audio, non solo quando è al telefono o su FaceTime, ma anche quando utilizza app di video conferenze o social network, guarda contenuti multimediali o parla con la persona accanto. Per semplificare la lettura, è anche possibile regolare le dimensioni del testo.

Su FaceTime, Live Captions associa il dialogo trascritto automaticamente ai diversi partecipanti, così le chiamate di gruppo sono ancora più comode per chi ha difficoltà uditive. E quando viene usata per le chiamate su Mac, si può scegliere di digitare una risposta e di farla leggere ad alta voce in tempo reale per le altre persone che partecipano alla conversazione.

Altre funzioni

  • Riconoscimento suoni: questa funzione può essere personalizzata in modo da riconoscere suoni specifici dell’ambiente di una persona, per esempio l’allarme di casa, il campanello o gli elettrodomestici.
  • Tocco posteriore su iPhone permette agli utenti di aggiungere una scorciatoia alle funzioni di accessibilità. In questo modo, invece di trovare una funzione in un menù, gli utenti possono richiamarla toccando due volte il retro dell’iPhone.
  • Conversation Boost (Personalizzazione dei livelli audio) per AirPods Pro aiuta gli utenti a sentire meglio le conversazioni. Concentrandosi sulla voce della persona che si ha di fronte, gli AirPods Pro rendono più facile distinguere il discorso e seguire le conversazioni faccia a faccia.
  • Avvisi sensoriali: questa funzione ti permette di scegliere la modalità di notifica delle chiamate in arrivo, dei nuovi messaggi, delle e-mail e di altri eventi attraverso avvisi audio, vibrazioni o un rapido flash LED. (today.it)

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Disabilità e diritti sessuali, cosa ne pensano gli italiani?

Pubblicato uno studio sui diritti sessuali delle persone con disabilità a primo nome della psicologa e ricercatrice Simona Di Santo, della Fondazione Santa Lucia IRCCS

Più del 15% della popolazione mondiale convive con una forma di disabilità fisica, sensoriale o psichica. La quasi totalità degli interventi per consentire a queste persone una più ampia partecipazione alla vita sociale, migliorando quindi la loro qualità di vita, hanno natura assistenziale o contenitiva dei disturbi, e trascurano quasi totalmente la sfera sessuale.

Eppure, la salute sessuale è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità parte integrante dello stato di benessere degli individui e, in quanto tale, oggetto di politiche sanitarie. 

I diritti sessuali, infatti, sono considerati fondamentali per la persona: la loro violazione costituisce violazione dei diritti all’uguaglianza, alla non discriminazione, alla dignità e alla salute. Un tema politico-sociale sul quale conoscere la posizione dell’opinione pubblica ha una rilevanza sostanziale.

Da questo stimolo e dalla carenza di dati recenti relativi al contesto nazionale è nata un’indagine esplorativa, pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, e realizzata dalla psicologa, sessuologa e ricercatrice Simona Di Santo, Responsabile del Laboratorio di Epidemiologia e Ricerca Clinica (LASERC) della Fondazione Santa Lucia IRCCS, in collaborazione con il gruppo Giovani Ricercatori della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS Giovani) e al Comitato per le Iniziative Giovanili dell’Associazione Mondiale per la Salute Sessuale (WAS YIC).

Lo studio ha indagato le opinioni degli Italiani in relazione ai diritti sessuali delle persone con disabilità, misurando i fattori socio-demografici associati ad atteggiamenti sfavorevoli verso questi diritti. Nel dettaglio, la ricerca ha sondato quanto i diritti sessuali delle persone con disabilità psichica o fisica siano riconosciuti a livello di popolazione generale, quali siano le caratteristiche delle persone che li riconoscono in misura maggiore o minore, e, infine, se vi sia una differenza nel riconoscimento dei diritti sessuali delle persone con disabilità fisica e psichica.

Attraverso una survey anonima online è stato chiesto a un campione di 1.000 partecipanti di esprimere il grado di accordo/disaccordo con i diritti delle persone con disabilità fisica e psichica, di avere una sessualità soddisfacente, di sposarsi e di adottare un bambino. 

I principali risultati emersi mostrano che la maggior parte degli intervistati si è dichiarata favorevole a che le persone con disabilità fisica potessero esercitare tutti questi diritti, mentre le persone con disabilità psichica sono soggette a minore riconoscimento. “Questa differenza – spiega Simona Di Santo – potrebbe far riflettere sul fatto che i diritti sessuali non sono visti solo come possibilità da garantire a tutti, ma come un’opzione praticabile solo da alcuni”.

In percentuali inferiori, ma comunque alte, il campione si è dichiarato in accordo con il diritto all’adozione da parte delle persone con disabilità fisiche, mentre la quasi totalità dei partecipanti ha espresso contrarietà al diritto all’adozione da parte delle persone con disabilità psichiche. “Un aspetto molto controverso – nota la ricercatrice – poiché l’adozione di un minore richiede competenze e abilità che molti giudicano troppo complesse per essere portate avanti dalle persone con disabilità, in particolare psichiche, e possiede delle implicazioni che si estendono oltre i diritti del singolo individuo”.

Lo studio ha mostrato che a incidere sulle opinioni espresse sono diversi fattori di genere, di età, di cultura. “I maschi risultano meno propensi a riconoscere i diritti sessuali dei disabili – aggiunge Di Santo – come pure le persone fortemente religiose, o con un grado di istruzione modesto. Al contrario, i più giovani esprimono accordo in percentuali maggiori, mostrandosi forse più consapevoli dell’importanza di non porre ulteriori barriere verso il benessere e l’autorealizzazione, di persone che vivono già una condizione di potenziale svantaggio sociale”.

I risultati raccolti mostrano quindi che ancora molto deve essere fatto, sul fronte della ricerca come su quello dell’intervento. “Conoscere le condizioni che predicono riserve o pregiudizi nell’opinione pubblica – conclude la psicologa e ricercatrice – può permettere di individuare strategie educative e culturali specifiche per favorire il riconoscimento dei diritti sessuali e della genitorialità delle persone con disabilità”. (osservatoriomalattierare.it)

Diritti sessuali
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Kellogg, sulle confezioni di cereali una tecnologia per ciechi e ipovedenti

Uno speciale codice rende accessibili, in forma audio, le informazioni su ingredienti, allergeni e riciclaggio di ciascun prodotto specifico

Un passo significativo verso una shopping experience più inclusiva. Kellogg Europa annuncia l’avvio di un progetto paneuropeo che renderà, entro il 2022, tutti i pack di cereali dell’azienda più accessibili ai non vedenti e agli ipovedenti. Questo grazie all’integrazione della tecnologia NaviLens, sviluppata per le persone con disabilità visive.

Il progetto, partito l’ottobre scorso con un test pilota in UK che ha ottenuto una percentuale di gradimento da parte dei soggetti interessati uguale al 97%, è pronto a raggiungere gli scaffali dei supermercati di tutta Europa. Già a gennaio 2022 con i pacchi di Special K per poi diventare parte integrante di tutte le confezioni di cereali Kellogg entro la fine del 2022.

La tecnologia NaviLens si basa sulla scansione, attraverso il proprio smartphone, di uno speciale codice integrato nel design delle confezioni del prodotto: così vengono rese accessibili, in forma audio, le informazioni su ingredienti, allergeni e riciclaggio di ciascun prodotto specifico. La tecnologia NaviLens è realizzata con colori ad alto contrasto per l’individuazione anche da parte degli ipovedenti. uò essere inquadrata fino a un massimo di tre metri di distanza. Inoltre il consumatore non ha bisogno di sapere esattamente dove si trova il codice sul pacco perché la tecnologia funziona anche senza un’inquadratura ‘a fuoco‘.

L’integrazione della nostra tecnologia nelle confezioni di dcereali Kellogg è un passo importante verso la realizzazione di un’esperienza di shopping più inclusiva per le persone con disabilità visive, aiutandoli a diventare più indipendenti e autonomi anche nella scelta dei prodotti“, commenta Javier Pita, Ceo di NaviLens.

Kellogg, sulle confezioni di cereali una tecnologia per ciechi e ipovedenti

In Italia, come nel resto d’Europa, le persone cieche e ipovedenti non sono ancora autonome nel fare la spesa o nell’avere accesso a informazioni fondamentali sui prodotti, come quelle relative alla shelf life o agli allergeni – spiega Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Per questo, l’iniziativa di Kellogg rappresenta un passo molto importante, poiché per la prima volta contribuisce a migliorare non solo l’esperienza di spesa, ma anche la gestione dei prodotti a casa.”

Si tratta di un cambiamento che, se adottato su larga scala, potrebbe davvero restituire ai clienti non vedenti la stessa libertà, autonomia e indipendenza che hanno i clienti vedenti. Progettare un packaging in modo che ‘funzioni per tutti’ è un impegno fondamentale se vogliamo costruire una società più inclusiva, e speriamo che altri marchi seguano l’esempio di Kellogg nel rendere le informazioni sulle confezioni più accessibili“.

“In linea con i valori del nostro fondatore W. K. Kellogg, continua il nostro impegno per contribuire a creare una società guidata da principi di equità, diversità e inclusione. In Europa ci sono oltre 30 milioni di persone che convivono con disabilità visive, la cui shopping experience può essere migliorata da soluzioni come NaviLens. Sono estremamente orgoglioso che Kellogg sia la prima azienda food al mondo ad utilizzare questa tecnologia“, conclude Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia.
(adnkronos)

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