Comunicazione digitale e cultura antimafia: un’accademia per i ragazzi disabili di Palermo

Disabilità e inclusione: la sfida possibile parte dalla formazione dei giovani con Yellow Kids. Al via con Yellow School un corso di ben 16 laboratori


Accrescere l’autonomia dei ragazzi con disabilità e incrementare i valori di cooperazione e accoglienza da parte dei normodotati per vivere in una società del futuro migliore. Sono gli obiettivi del centro Yellow Kids, laboratori pomeridiani della Yellow School (Accademia per l’autonomia e la formazione) che partiranno a settembre per incentivare la cultura del dialogo, la collaborazione e l’integrazione tra i giovani. Lo sport all’aria aperta, il teatro, lo studio della comunicazione digitale e della cultura antimafia per unire. Sono solo alcuni dei laboratori in cui saranno coinvolti attivamente i ragazzi in una cornice di partecipazione ampia ed eterogenea. Non un doposcuola ma una scuola di formazione a tutto tondo per acquisire conoscenze e competenze importanti per la vita, che facilitino l’inserimento nel mondo del lavoro.

Attività ludiche e didattiche che fanno seguito, seppur con obiettivi e modalità diversi, allo Yellow Camp, il campo itinerante rivolto ai diversamente abili, che si sta snodando in tre località diverse, il Pyc di Villa Trabia, il Nautoscopio e il Parco della Salute tra il verde e la brezza marina, e che si concluderà il 31 luglio. A settembre riprendono dunque le attività dell’Accademia, che a oggi ha sede in via Giuseppe Patania ma che presto, vista l’imponente crescita di iscrizioni, si sposterà in una nuova struttura molto più ampia ma che il direttore e fondatore Luca De Paoli, un po’ per scaramanzia, renderà nota solo ad agosto.
Anche nella nuova sede, i giovani frequentatori troveranno uno staff competente e il supporto di educatori, psicologi e pedagogisti che si occuperanno dei ragazzi a 360°. Studio e gioco per fomentare empatia e aiuto reciproco. Il tutto, articolato su sessioni di formazione per mantenere sempre alta l’attenzione e l’interesse. Interesse che l’Accademia ha tenuto vivo anche durante il lockdown attraverso delle video lezioni con la partecipazione attiva, seppur a distanza, dei giovani che hanno persino praticato attività fisica.
Tante, dicevamo, le attività della Yellow School, con ben 16 materie: un laboratorio di gestione B&B e reception per insegnare ai ragazzi a gestire una struttura ricettiva, dalle prenotazioni alle colazioni; un laboratorio di canto per lo sviluppo delle nozioni tecniche fondamentali per l’utilizzo della voce; un corso per pizzaiolo che si articolerà dalla preparazioni degli impasti fino alla cottura delle pizze. E molto, moltissimo altro tutto da scoprire e assaporare. “Per un ragazzo con disabilità – dice De Paoli – i laboratori saranno importanti per imparare cose nuove e trovare nuovi amici, ma lo saranno anche per quelli senza disabilità che, cooperando con i primi, avranno la possibilità di acquisire nuovi valori e diventare persone migliori“.
(palermotoday.it)

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Arianna Talamona: «La mia disabilità la racconto su TikTok»

Campionessa di nuoto paralimpica, oltre allo sport ha un’altra grande passione: i social, il luogo preferito per raccontare la sua quotidianità con ironia e intelligenza

È una delle nuotatrici paralimpiche migliori del mondo e nel 2019 si è aggiudicata due ori e due argenti ai Mondiali di Londra. Lo sport è la sua vita, ma questa passione viene condivisa con un’altra: i social, dove ogni giorno racconta una quotidianità piena d’amore e di amici, pubblicando foto e messaggi che incoraggiano i giovani ad affrontare la disabilità. Soprattutto su TikTok.
La pandemia le ha fatto rinviare il sogno azzurro di Tokyo 2020, ma non si abbatte, del resto non è proprio da lei.
Arianna Talamona, 26 anni, si è laureata in psicologia alla Bicocca di Milano con uno studio sperimentale sulle coppie con uno o entrambi i partner disabili, di cui si interessa molto con l’obiettivo di sfatare  falsi miti come quello che una persona disabile possa avere una vita sentimentale.
«Più rendiamo normale ciò che è diverso, più è facile che un domani ci si riesca ad avvicinare alle persone disabili in un altro modo» scrive nella serie dei suoi post “Falsi miti sull’essere disabili» attraverso i quali porta avanti una campagna contro i sempre presenti episodi di discriminazione e violenza. 
Come quello accaduto da pochissimo alla giocatrice paralimpica della Nazionale di basket, Beatrice Ion, 23 anni, di origini romene aggredita e insultata verbalmente insieme alla sua famiglia. Un episodio che ha lasciato atterrita Arianna: che ha commentato: «Più ne parliamo e più è facile che cose di questo genere non accadano più».

Ad Arianna TikTok piace perché «è più leggero rispetto a Instagram e posso comunicare più contenuti». Diventata ormai una sorta di ambassador i suoi follower sono tantissimi e tutti la incoraggiano.

Ma restano ancora tanti punti su cui lavorare: «Le famiglie, le singole persone, stanno capendo che la disabilità può essere vista come una cosa positiva. Ma manca un aiuto dall’alto – ha spiegato in un’intervista – Le istituzioni dovrebbero lavorare di più per rendere il mondo più inclusivo. Io vado al cinema e se dovessi prendere i posti per disabili non potrei stare mai col mio fidanzato. Mi chiedo: perché non ci pensate? Stesso discorso per i supermercati con gli scaffali alti. Perché non si può fare una cosa che sia inclusiva? Penso alle grandi aziende, alle Regioni: chi ha potere e denaro dovrebbe portare dei cambiamenti che ancora non ci sono. Si stanno facendo un po’ di cose, certo, ma ancora non basta. Forse fra 50-60 anni le cose saranno diverse».

(vanityfair.it)

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